Argomenti: Obiettivi (motivazioni), Consapevolezza (risorse), Concentrarsi e focalizzarsi, Autoefficacia (fiducia in sé), Resilienza (crescita post traumatica), Emergenza e crescita personale, Metodi di rilassamento e attivazione, Sostegno.
Decidere obiettivo: Cosa? Quando? Cosa sei disposto a fare e a rinunciare? Ne vale la pena?
Gli obiettivi devono essere significativi, stimolanti, chiari, difficili ma non inarrivabili, mirati al miglioramento graduale della prestazione.
“Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sé il genio, potere e magia. Comincia adesso!” J.W. Goethe
Franco Cannito corre l'ASA (Athens-Sparta-Athens) 490 km in 96h21’05”
Dove e come trovi la spinta motivazionale? Quando decidi di realizzare quel sogno, sai che farai tantissimi allenamenti a qualsiasi ora e con qualsiasi clima, sai che ci saranno tantissimi sacrifici per raggiungere quell’obbiettivo e sai anche che quando lo raggiungerai sarai sempre una persona più forte e questo ti aiuta ad andare avanti nella vita.
Francesco è un grande lavoratore, uno che non teme la fatica, sa che ci si abitua a tutto, che il fisico e la mente hanno bisogno di adattarsi alla fatica e alle difficoltà per affrontare successivamente situazioni sportive e non, di avversità e difficoltà, per arrivare fino al traguardo e ottenere il successo prefissato.
Cosa ti aiuta a non arrenderti negli eventi avversi? Quando ti alleni per quell’obbiettivo sai che durante la gara potresti avere dei problemi che possono compromettere la riuscita di ciò e così studi anche come comportarti per superare quegli eventi negativi...difatti all’’AuthenticPhidippides run’, al 119° km vomitai tantissimo per il freddo e la pioggia presa quasi tutto il giorno. Mi sedetti al muretto e pensai: ‘mi sono allenato due anni e ho speso molti soldi per essere qui…. che facciamo?’ Avevo due ore di anticipo sul cancello, mi avviai pian piano e dopo 30 km mi ripresi. Sai che le crisi vanno e vengono.
Questa è un’ottima testimonianza per spiegare e far comprendere che bisogna mettere in conto le crisi, gli imprevisti, le avversità, le difficoltà, nello sport e nella vita quotidiana e quindi come e cosa si può fare? Bisogna capire cosa è successo, cosa si può fare, essere fiduciosi, rallentare e rimodulare obiettivi e aspettative e cercare comunque di andare avanti ove possibile con attenzione e scoprendo che risorse residue nascoste vengono fuori ad aiutarci nei nostri intenti.
La motivazione può essere intrinseca: si trae soddisfazione per ciò che si fa, sentirsi realizzato raggiungendo una meta importante, spinta interiore e non ricompense esterne, mantiene l'accento sul divertimento, difficoltà e infortuni considerati come temporanei ostacoli, favorisce il flow.
Mauro Vicini: Lo sport che mi rappresenta al 100% è l’alpinismo
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? Pianifico molto bene i miei obiettivi, cercando di valutare anche le motivazioni profonde che mi spingono a cercare una determinata esperienza. Se riconosco che questa esperienza mi fa crescere, mi aiuta, decido di intraprenderla, con tutte le conseguenze del caso. Se decido di realizzare un progetto ci riesco, sempre. In ogni caso ci provo al meglio delle mie possibilità.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “La motivazione credo sia la componente principale. Fare qualcosa che ti piace e farlo con degli obiettivi porta ognuno di noi a migliorarsi e non mollare. Forza, determinazione, costanza, resilienza, nel momento stesso in cui sei realmente motivato il tuo corpo aiutato dalla tua mente ti può portare ovunque.”
È consapevole che il motore del suo successo in quello che fa è la motivazione, finché è motivata c’è voglia di migliorarsi e di far bene, con la motivazione si è più resilienti, si è più disposti ad affrontare fatica e sofferenza, se manca la motivazione tutto diventa più difficile e si è più disposti a mollare.
Michele Graglia
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “Parte tutto dall’ispirazione ma credo sia principalmente dedizione e trovare la giusta motivazione. Quando (inevitabilmente) le energie vanno via e ogni muscolo nel corpo urla di dolore e tutta questione di trovare la giusta motivazione per continuare a spingere.”
L’individuo ha bisogno di continui rinforzi per portare avanti la sua attività: vincere medaglie, ricevere ricompense finanziarie, attirare l'attenzione dei media.
Gli atleti che tendono a essere sia estrinsecamente e intrinsecamente motivati hanno i migliori risultati motivazionali, per esempio: la persistenza, un atteggiamento positivo, concentrazione inflessibile.
Gli atleti prevalentemente intrinsecamente motivati spesso non hanno la spinta competitiva per diventare campioni, tendono a godere di padroneggiare i compiti che compongono la disciplina scelta ma non hanno una forte vena competitiva nella loro personalità.
Fabrizio Macchi racconta su “Sport di più magazine” di Gennaio/Febbraio 2013 come si può superare ogni ostacolo e diventare campioni nello sport:
“Non esiste una vera e propria ricetta per diventare campioni, ma esistono delle capacità che ognuno di noi possiede che concorrono per diventare campioni, bisogna trovarle. Ecco questo è il segreto: trovare dentro di noi la giusta strada, le giuste motivazioni per perseguire un obiettivo che ci porti ad essere campioni nella nostra vita. Nel mio caso la malattia ha avuto un ruolo fondamentale per trovare in me le motivazioni per riemergere e trovare la strada per costruirmi una seconda vita. Le doti sportive non te le regala nessuno. La mente poi fa la differenza. La mente la puoi allenare lavorando con tenacia e voglia di arrivare sempre più lontano, mettendosi in discussione per migliorare ogni nano secondo. La forza dell’uomo sta proprio lì nel perseverare l’obiettivo fino in fondo”.
Ho proposto a Fabrizio di rispondere ad alcune domande per conoscere quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance.
Un messaggio per avvicinare i ragazzi si a questo sport di fatica, impegno, sofferenze? “In questa fase della vita, nel mondo parole come fatica, impegno, sofferenza forse non suonano più molto bene, però se si vuole veramente ottenere qualche cosa è importante crederci fino in fondo. I limiti sono nella mente e non nel fisico.”
Luigi Pecora, ultrarunner: Il Passatore è la gara della mia vita
Come è cambiato nel tempo il tuo approccio allo sport? “Sono sempre stato sportivo e amante della sfida personale, e lo sport è sempre stato un modo per mettermi alla prova. Sono abbastanza competitivo, e ciò mi porta a un sempre maggior impegno, per poter ottenere risultati, mantenendo però di base la passione per lo sport e il divertimento”.
Il vero sport che vogliamo è quello che va a braccetto con benessere e performance, solo performance non va bene perché rischia di diventare un’ossessione, qualcosa da ottenere a tutti i costi anche a discapito del benessere personale, familiare, relazionale. È importante invece fare le cose prima per piacere, motivazione e forte passione e poi anche per vincere contro sé stessi e contro gli altri. (La 100km del passatore, Edizioni psiconline, 2022).
Michele Moretti, ex atleta: La gioia del risultato è superiore a qualsiasi sacrificio
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e performance? “Chiaramente praticare uno sport sia da professionista che da semplice praticante è già da sé un benessere fisico. Chi pratica uno sport parte sempre dall’amore e dal piacere che prova, poi è chiaro che la ricerca della prestazione e il riuscire a ottenerla rafforza la volontà e lo spirito di sacrificio necessario, ma la gioia del risultato è superiore a qualsiasi sacrificio.”
Importante seguire e coltivare sia la motivazione intrinseca, la passione sia la motivazione estrinseca e quindi l’essere riconosciuto, eventuali premi, entrambe le motivazioni portano all’eccellenza e alla performance.
Consapevolezza
Sensibilizzare all’autoconoscenza. Approfondire la conoscenza di se stessi, il proprio stato d’animo, bisogni, esigenze. Esempi di domande possono essere: Cosa faccio? Come mi sento? Cosa provo? Cosa voglio? Cosa evito? Cosa mi aspetto?
Sonia Scialanca terza donna alla 6h di Roma, Memorial Antonio Raso
Quali sono gli ingredienti del successo? In questo sport ci vuole costanza, tenacia, coraggio e passione. Ci vuole un attento ascolto del proprio corpo, consapevolezza e perfino studio: in questi anni ho letto moltissimi libri più o meno tecnici sulla materia.
Ogni passione richiede una dedizione e documentazione sufficiente per far bene e poi meglio, per non farsi male, per uscirne bene da ogni situazione.
Risorse
Individuare risorse (caratteristiche, qualità, capacità), esprimerle e scriverle).
Si definisce chiaramente l’obiettivo e le risorse per raggiungerlo. È importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto, indossare l’obiettivo raggiunto.
Individuare risorse personali, esprimerle e scriverle e utilizzare l’esercizio di EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), l’abbraccio della farfalla che prevede un’autostimolazione bilaterale dandosi dei colpetti sulle braccia incrociando le braccia.
Concentrarsi e focalizzarsi
Essere concentrati significa focalizzare la propria attenzione sull’obiettivo che si vuole raggiungere in quel momento, senza distrazioni, senza pensieri estranei (immaginare di chiudere ogni distrazione in un barattolo).
La capacità di concentrarsi è la capacità di dirigere la propria attenzione sugli elementi determinanti per la prestazione.
Autoefficacia
L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert Bandura: “la fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.
Lavoro sull’autoefficacia attraverso il ricordo di un’esperienza positiva dove si è sperimentato successo o comunque di riuscita, di averci saputo fare. Individuare nel passato un evento, episodio, situazione dove si è sentiti competenti e sperimentato successo e poi scriverle su un foglio.
Come rafforzare le convinzioni di autoefficacia? Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito, quali erano le sensazioni? Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche sono state determinanti? Chi ha contribuito al tuo successo?
Per ottenere qualcosa bisogna crederci, impegnarsi duramente, mettere in conto infortuni e momenti bui, ripartire sempre senza fretta (Simone M., Cosa spinge le persone a fare sport?, Aracne Editrice, 2020).
Ivan Cudin, ultrarunner (Vincitore di tre edizioni della Spartathlon (GRE), 245.3km corsa su strada nel 2010, 2011 e 2014).
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? Niente di particolare, ho semplicemente imparato a credere di più in me stesso.
L’ultramaratona è una scuola di consapevolezza, autoefficacia e resilienza. Si impara a conoscersi bene, ad avere sempre più fiducia in se stessi programmando allenamenti e progettando partecipazione a gare impegnative e sfidanti, superando imprevisti e avversità durante i periodi di allenamento e gare incrementando resilienza.
Carolina De Rosa, marciatrice e runner
Un'esperienza che ti dà̀ la convinzione di potercela fare? Non ho un'esperienza in particolare ma ricordo bene tutte le volte che ho pensato di non potercela fare e invece alla fine sorprendermi nel raggiungere traguardi inaspettati. La chiave in questo caso è credere in sé stessi e non darsi mai per vinti.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro nel tuo sport? Ricordo di una gara in particolare in cui dovevo garantirmi il tempo minimo per partecipare ai mondiali giovanili nella marcia. A metà gara sono caduta, rischiando di pregiudicare tutto, ma per fortuna non è andata così. Nonostante tutto, ho trovato la forza di rialzarmi e centrare quell'obiettivo per me importantissimo e la felicità è stata doppia.
È importante essere sempre fiduciosi nonostante tutto, essere resilienti nel credere di poter superare momenti critici e impegnarsi fino alla fine.
Irina Masanova vince l’Authentic Phidippides Run Athens-Sparta-Athens 490km
In questa competizione, quali abilità e caratteristiche devi avere? Quali sono le difficoltà e i rischi? Devi avere un carattere forte e fiducia in te stesso, conoscenza del significato del tuo viaggio personale, devi essere inflessibile e fiducioso. Potresti avere le gambe deboli, ma uno spirito forte ti permetterà di superare tutto. Le difficoltà sono montagne, pendii, cani randagi, auto veloci e strade strette. Le difficoltà sono le tue debolezze interiori, la tua paura.
È molto chiaro e illuminante la testimonianza di Irina, si tratta di un viaggio dentro se stessi, con le proprie paure e bisogna saper gestire tutto, ogni paura, tensione, debolezza, con grande fiducia e coraggio.
Progettualità (Consapevolezza, Risorse, Autoefficaica)
Futuro: (target, obiettivi), partendo da ORA con Risorse (qualità, caratteristiche, capacità) necessarie, considerando il passato, precedenti situazioni dove si è dimostrato di avere le risorse occorrenti per raggiungere il target (Autoefficacia).
Focalizzarsi sulle risorse e scrivere sul foglio . Fare il battito della farfalla (metodo EMDR per rafforzare le risorse): incrociare le braccia e darsi dei colpi alternati con la mano aperta sulle braccia. La resilienza è la capacità di fronteggiare gli eventi critici e avversi riorganizzando la propria vita dopo un evento traumatico, un infortunio, una sconfitta.
Carl Rogers: «Se una persona si trova in difficoltà il miglior modo di venirle in aiuto non è dirle cosa fare, quanto piuttosto aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilità delle scelte eventuali» .
Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali.
Le persone dotate di alta resilienza sono flessibili, sanno adattarsi con prontezza a nuove situazioni.
"Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso" (William Hart).
Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto di Gestalt e Body Work di Cagliari: “Il senso della resilienza equivale all’avere coraggio, all’insistere allo stare con il proprio dolore e impedimento, al tener duro anche se le circostanze sembrano insostenibili.”
Isabel Fernandez, Presidente Associazione EMDR Italia e Presidente dell'Associazione EMDR Europe, nella prefazione del libro “Sviluppare la resilienza”, afferma che: “L’evento traumatico si colloca nel percorso di vita di una persona come una frattura, una linea di demarcazione al di là della quale niente è più come prima. Le ripercussioni di un evento di tale portata sulla vita di una persona echeggiano in tutti i suoi ambiti di funzionamento: psicologico, sociale, relazionale e anche fisico. L’evento traumatico, pertanto, rischia di essere una battuta d’arresto da cui, senza un adeguato sostegno o un’assistenza mirata e specializzata è difficile (se non impossibile) riprendersi”.
Metodi e tecniche di rilassamento e attivazione
Posto sicuro: Individuare un posto sicuro dove si è sperimentato pace, serenità, tranquillità, sicurezza, in modo multisensoriale individuando colori, suoni, odori, parte piacevole in una parte del proprio corpo. Esprimerlo verbalmente e scriverlo sul foglio.
La tecnica del flusso di luce è molto utile per attivare il guaritore interiore: “Esplori il suo corpo partendo dalla testa per arrivare ai suoi piedi e noti le sensazioni spiacevoli o tensioni nel corpo”.
Sostegno
Dietro successi, titoli, record c’è sempre: tanto lavoro, tanta passione e motivazione, tanta fiducia in sé ma soprattutto qualcuno che sostiene, supporta, allena ed è importante tanta gratitudine nei loro confronti che lavorano umilmente di nascosto in attesa delle migliori prestazioni degli atleti che seguono.
L'atleta è affiancato dall’allenatore che dovrebbe conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire con l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili e stimolanti, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, raccontare aneddoti.
Antonello Landi: Sogni realizzati aver indossato la maglia azzurra della nazionale
Un’esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “L’esperienza che ha segnato la mia carriera atletica è stata la perenne presenza del mio allenatore, che mi spingeva a superare i momenti difficili, insegnandomi a non arrendermi mai. Ciò che fa di un allenatore il migliore non è la tecnica giusta o i metodi più avanzati, ma la presenza sia fisica che morale, che ti dà la sicurezza di un genitore.”
Il vero allenatore ti deve guardare, comprendere, deve essere presente, vederti faticare, pronto a rivalutare i programmi di allenamento ed a rimodulare gli obiettivi, si tratta di una co-costruzione tra atleta ed allenatore della personalità vincente, basata su una fiducia reciproca e con competenze diverse, l’uno usa i muscoli e la testa, l’altro le teorie e l’esperienza.
Anne Audain: Volevo correre più forte e veloce che potevo
Quali sono gli ingredienti del successo? Concentrazione, disciplina, etica del lavoro, ottima partnership allenatore/atleta. Sapere quando fare marcia indietro quando si verifica un piccolo dolore piuttosto che andare avanti e peggiorare le cose.
Cosa c'è dietro la prestazione, la vittoria, le Olimpiadi? Ottima partnership allenatore/atleta. Fiducia, fiducia, un piano dettagliato senza distrazioni.
È importante avere un allenatore che consiglia, spiega, tira le somme, fa bilanci, evidenza non solo criticità ma anche quanto fatto bene con feedback costruttivi che aiutano a sviluppare consapevolezza nell’atleta e a far meglio la prossima volta.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
















Nessun commento:
Posta un commento