Non c’è un
percorso per diventare un ultramaratoneta, si scopre per caso di essere
portanti per le lunghe distanze, di sperimentare piacere e benessere nel
percorrere lunghi percorsi, sentieri, strade a contatto con se stessi, con la
natura, con gli altri, a sfidare i propri limiti, a fare cose impensabili a
scollegarsi dal corpo per non sentire, per non essere fermati, per andare
avanti, per sfidare l’ignoto, il dolore. Ecco quello che emerge ascoltando
atleti al di fuori dal normale:
“In alcuni cammini religiosi ho
incontrato alcuni amici ultramaratoneti e parlando delle mie e delle loro
esperienze, mi hanno invitato spesso a uscire con loro tutti i giorni facendo
mediamente almeno 10 chilometri. Giù di lì mi hanno invogliato a partecipare a
una ‘gara’ (100km del Passatore) altri la chiamano la più bella del mondo,
e cosi ci andai. Da quella poi sono scaturite altre.”
“Ho iniziato a corricchiare una mezzamaratona con un amico per
scommessa a 32 anni. Da lì non mi sono più fermato.”
“Il mio percorso per
diventare ultramaratoneta, è stato molto graduale. Ho iniziato oltre 15 anni
fa, spronato da un amico, a corricchiare nel parco per passare il tempo mentre
i nostri figli si allenavano alla scuola calcio. Con poco entusiasmo gli ho
dato retta, perché ero un amante praticante del pallone.