sabato 6 febbraio 2016

Manuela Vilaseca: gara più estrema la XMAN, Ironman 100% fuori strada



Psicologo dello sport, Psicoterapeuta

 

Tanti ultramaratoneti, ultrarunner, ultratrailer vedono il mondo in modo diverso dai normali runner o dalle persone comuni che praticano una qualsiasi attività sportiva o che seguono lo sport in TV o sui mass media. E’ quello che emerge da interviste ad ultramaratoneti per la redazione di un testo rivolto a loro ma anche a coloro che non conoscono questo mondo particolare per capire le loro motivazioni, passioni, stranezze, conoscere aneddoti, modalità di superare crisi, difficoltà, aspetti psicologici che utilizzano per raggiungere i loro obiettivi.

Emerge anche l’importanza dello sperimentare, del far parte di una categoria privilegiata che sa che se vogliono possono fare tutto nello sport e nella vita. Riporto di seguito l’intervista a Manuela Vilaseca:

Cosa significa per te essere Ultramaratoneta? Vuol dire essere una persona con un cuore aperto, disposti a stare molto più tempo nella natura che in città. Significa essere una persona che ha uno spirito libero e che ama le cose semplici della vita. Se vuoi vedermi felice, portami nei sentieri con un paio di scarpe da corsa.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? Ho iniziato facendo altri sport, come il triathlon e mountain bike. Poi passai a gare più avventurose e credo che lo sport maggiormente mi ha formato nella vita, non solo l’ultra running. Ho appreso tante importanti lezioni di vita e sono sicura che mi ha aiutato a sviluppare una forza mentale incredibile.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? Stare nella natura, in posti meravigliosi. Mi sento molto fortunata di stare abbastanza bene in salute per essere in grado di fare tale sport che mi rende davvero felice. Mentre sono in una gara ultra, sono in contatto con me stessa ed apprezzo ogni chilometro. E 'come un momento magico per me.”

venerdì 5 febbraio 2016

Ultramaratone ed ultratrail: esperienze, emozioni, resilienza

Matteo Simone

Venerdì 12 febbraio 2016 alle 20.30 ad Arco, Palazzo Panni, con il patrocinio del Comune di Arco, Assessorato allo Sport si è svolto il seguente evento: "Ultramaratone ed ultratrail, esperienze ed emozioni raccontate da Sonia Lutterotti e Roldano Marzorati, Ospite della serata Matteo Simone, Psicoterapetuta e Psicologo dello sport.

Lo sport di resistenza come metodo per affrontare le fatiche di tutti i giorni. Raccontare per immagini e filmati l’essere ultramaratoneti calati nel contesto sociale fatto di lavoro, allenamenti e vita quotidiana.

Marco Testero: la gara era sofferenza pura, dopo la gara la tensione si scioglieva


Marco Testero nato il 5 febbraio, un amico ex runner d’elite ed ora allenatore. Alla partenza di una gara lo vedevo teso, ma poi concentrato sul suo obiettivo di prestazione cronometrica, partiva con determinazione e non c’erano più distrazioni per lui. Si racconta attraverso alcune risposte al Questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere Il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, e comprendere quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?Un campione mai, e visti i miei risultati sarebbe stato assurdo pensarlo. Ho però la consapevolezza di aver praticato a livelli agonistici, seppur modesti, uno sport che non ti regala niente e nel quale è necessario allenarsi di più rispetto a molte altre discipline.”

Si è sempre allenato con criterio, metodo e costanza e questo gli permetteva di avere risultati soddisfacenti alle gare.

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance?Quello che mi faceva stare bene era la forma fisica necessaria per la ricerca dei miei limiti cronometrici; è l'aspetto che mi manca del mio periodo agonistico.”

Ora gli manca la gara, ha provato e riprovato, ma qualcosa non andava e non va ed allora gioisce attraverso le prestazioni degli altri atleti che allena, perché oramai lo sport come sua moglie e suo figlio fanno parte della sua vita.

giovedì 4 febbraio 2016

Orlando Pizzolato: La gara della vita? Vittoria maratona New York 1985

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 
 

Orlando Pizzolato, due volte vincitore della Maratona di New York (1984 e 1985) e giunse quarto nell'edizione del 1986, ma ufficialmente 3°, perché il polacco arrivato secondo fu squalificato per positività doping. 

Un passato da campione, ora continua a lavorare nel campo dello sport, della corsa e della maratona in qualità di commentatore sportivo, inoltre cura un suo sito dove cura i vari aspetti che incidono sulla performance e sul benessere della corsa.

martedì 2 febbraio 2016

Desiré Alfredo: In un momento nero ho pensato “e se iniziassi a correre?”

Matteo Simone 

Desirè, una ragazza che corre, da sola, con lo zio, con gli amici, con il progetto Purosangue, racconta la sua passione. 

Anche la sua testimonianza è utile per conoscere il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance?Lo sport mi ha aiutata a perdere dei kg che non mi appartenevano e questo ha influito positivamente sia sul mio carattere che sulla prestazione sportive.” 

Dario Santoro, Campione Italiano Maratona: purtroppo lo sport non mi dà da vivere



Il Campione Nazionale di Maratona, Dario Santoro, dell’Atletica Potenza Picena, 25enne atleta di Manfredonia, contentissimo per il suo titolo ma dispiaciuto per il crono alto rispetto alla sua miglior prestazione a causa di crampi che quasi lo invogliavano a fermarsi, risponde ad un mio questionario, raccontando la sua passione e le sue motivazioni per lo sport.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Secondo il mio punto di vista ogni persona che pratica sport è un campione, perché si mette in gioco con se stesso! Io personalmente non mi sono mai sentito un campione, ma sempre un comune sportivo, certo con qualche abilità un po più spiccata rispetto ad altri miei coetanei, però sicuramente mi sento sempre un ragazzo a cui piace praticare lo sport per il proprio benessere e per sfidare le mie capacità fisiche!”
Molto umile, Dario, si definisce un atleta comune ma è ancora un talento non espresso al massimo.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Lo sport è un toccasana naturale, che non ha medicinale e cure imitabili, per raggiungere il proprio benessere fisico e mentale! A me personalmente lo sport ha contribuito tanto per il mio benessere mentale e fisico, soprattutto perché ti trasmette una forte autostima, e ti da quella marcia in più di guardare tutte le cose della vita con gli occhi diversi e in modi diversi, cioè ti trasmette tanto ottimismo, e tante motivazioni!”
Dario dà tanto allo sport in termini di allenamenti, fatica, ma riceve tantissimo in termini di scuola di vita, di benessere.

Matteo Chiesa, ex velocista anni 86-89: 48”0 sui 400, 21”5 sui 200, 10”8 sui 100

Matteo SIMONE 

Fare uno sport significa, oltre all’attività fisica, conoscere gente, loro storie, anche fare lo psicologo dello sport significa conoscere persone, loro storie, apprendere da loro.

A ogni gara nuove conoscenze. Ho conosciuto Matteo Chiesa, ex velocita ed appassionato di sport, alla una staffetta mappamondo, una corsa di solidarietà dove 24 elementi di una squadra corrono ciascuno mezz’ora in pista di 400 metri, per un totale di 12 ore complessive, dalle 8 di mattina alle 20 di sera e vince la squadra che totalizza più giri di pista e quindi più chilometri.
Vi presento Matteo Chiesa attraverso le risposte al questionario utile per il mio prossimo libro che parlerà del punto di vista di atleti ed allenatori, rispetto a motivazioni, loro caratteristiche, aspetti che ti fanno mollare o che ti fanno diventare campione.

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