domenica 28 febbraio 2016

Gabriele Frasconà: Gare estreme e triathlon, il mio pane quotidiano

Matteo SIMONE

Lo sport diventa una palestra di vita, si impara a resistere ed andare avanti, lottare con il tempo cronologico ed atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni, a volte sei tentato a fermarti, a recuperare, a riposare, a rinunciare. Importante è amare sempre se stessi, la vita, ed avere una elevata passione e forte motivazione in quello che si fa. 

Si impara a superare gli ostacoli, gli imprevisti e tollerare le sofferenze. Di seguito Gabriele ci racconta la sua pratica e passione di sport estremo.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?Sono particolarmente stregato e affascinato dai posti dove vivo che mi permettono di vivere lo sport in modo profondo e a contatto con la natura, quando gareggio do il meglio di me, mi ritengo un campione di grinta e determinazione, le mie performance sono molto buone!”.

sabato 27 febbraio 2016

Cercansi sponsor che forniscano palloni da basket alla maratona Rimini



Si raddoppia due palloni basker palleggiati per i 42km maratona Rimini. Cercansi sponsor che forniscano palloni da basket alla prossima impresa da Guinness. A daje!!!!

Ecco cosa ne pensa Marinella Satta, l’atleta protagonista del prossimo evento da guinness dei primati in occasione della prossima maratonad i Rimini: “Non male l'idea dello sponsor dei palloni, non è da tutti poterli testare per tanti km, ed eventualmente comunicarne i difetti. La 1^ maratona che feci, quella di Torino, sotto la pioggia, comprai un pallone, costava poco e palleggiava bene nell'asfalto, però, dopo circa 35-36 km, cominciò a deformarsi, diventando leggermente ovale, mi venne il panico, dopo tanti km il traguardo si avvicinava, non volevo farmi fregare dal pallone, con un pò di difficoltà raggiunsi il traguardo in 4h38 minuti, neanche tanto, tutto sommato.”

Si è dimostrata resiliente Marinella al contrario dei palloni da basket poco efficienti nel suo uso prolungato fino al traguarda.

Marinella Satta alla maratona di Rimini tenterà un’ impresa da guiness dei primati e cioè correre la maratona con 2 palloni da basket. Saranno coinvolte anche tutte le squadre di minibasket di Rimini, Sant'Argangelo e Bellaria, circa 300-400 bambini che dovranno correre a staffetta la maratona con Marinella.


Grande merito a Giuseppe D’Antone over 60 dell’Atletica La Sbarra


La maggior parte degli atleti dell’Atletica La Sbarra, squadra di podismo di Roma, si allenano nell’immenso Parco Tor Tre Teste - Alessandrino, uno dei tanti polmoni verdi di Roma, situato tra il lungo Viale Palmiro Togliatti, la via di Tor Tre Teste e le due vie consolari Prenestina e Casilina. 

Molti altri atleti si allenano nel parco di Villa De Santis, sulla via Casilina dove vi è illuminazione anche di sera.
Grande merito, per i prestigiosi risultati, va riconosciuto in particolare agli atleti più esperti per l’esperienza maturata. Giuseppe D’Antone, nonostante abbia superato i 60 anni, è ancora uno degli atleti più forti della squadra e riesce a competere con gli atleti più giovani vincendo, a ritmi elevatissimi sempre la sua categoria, e competendo anche con i più giovani per i primi piazzamenti assoluti.
L’esperienza di corsa con l'atleta non vedente Ada Ammirata permette ad alcuni atleti guida della squadra di scoprire cosa significa correre con una disabilità come la vista che diventa un’altra abilità straordinaria ed ognuno di noi si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti ed in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità. Anche il forte Giuseppe D’Antone vorrebbe sperimentarsi e mettersi in gioco come accompagnatore di Ada.

mercoledì 24 febbraio 2016

Manfredonia un passo in avanti con il Team dei camminatori frizzi e lazzi



Il Team dei camminatori frizzi e lazzi è diventato un precursore di benessere attraverso l’organizzare uscite di camminate all’alba, notturne, feriali, festivi, prefestivi e coinvolgendo sempre più persone delle diverse età alla scoperta del territorio ed alla scoperta delle proprie capacità di camminare e fare escursione.
Ora il Team è una realtà nel territorio del Gargano e dell’intera Puglia ed un riferimento per tante persone che vogliono cercare di trovare tempi e modi di fare una modalità di attività fisica. Per andare incontro ai bisogni di tanti il Team ha istituito anche l’uscita serale del giovedì, 12-15km da diluire in quasi 2 ore di cammino a passo veloce.......ritrovo e partenza ore 21.00 davanti alla statua di Re Manfredi di fronte al castello
L’OMS raccomanda un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata (che include ma non si limita allo sport) al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini.
Nell’infanzia e nell’adolescenza (5-17 anni) è indicato praticare non meno di un’ora di esercizio fisico moderato al giorno e come minimo 3 sedute la settimana di attività aerobica che sollecitino l’apparato muscolo-scheletrico, in modo da stimolare l’accrescimento e migliorare forza muscolare ed elasticità. (World Health Organization, Global recommendations on physical activity for health. 2010)
C’è consenso sul fatto che per ottenere benefici sulla salute degli adulti l’attività fisica di intensità moderata venga praticata per almeno 30-45 minuti, 4-5 giorni della settimana, per tutta la vita (at least five a week). Questi livelli sono sufficienti per ridurre il rischio cardiovascolare, di diabete e di cancro e a garantire la funzionalità neuromuscolare con l’avanzare dell’età

Chi si dopa è in qualche maniera ‘predisposto’ a fare uso di stupefacenti

Nella gara sportiva oggi si è arrivati ad un agonismo così spinto, ad interessi economici così grossi che l’atleta cerca ogni mezzo per migliorare la sua prestazione. Anzi, l’atleta riporta di sentirsi “costretto” a fare questo, perché i tifosi richiedono, i giornali criticano le scarse prestazioni, gli allenatori spingono perché l’atleta abbia sempre un rendimento maggiore.
Su ilfattoquotidiano.it del 6/2/2013 è possibile leggere un intervista di Lorenzo Vendemiale ad ex corridore professionista, Graziano Gasparre che decide di raccontare la sua storia dopo un tumore alla natica che per i medici la causa potrebbe esser stata il doping.
Perché racconta tutto proprio ora? “Perché la mia testimonianza possa aiutare gli altri a non rovinarsi la vita per una stupida soddisfazione personale. A me è stato asportato un frammento nodulare di quasi 4 cm. L’operazione è perfettamente riuscita, ora sto bene e nei giorni scorsi ho ricevuto i risultati dell’esame istologico: il tumore era benigno.”
Per il chirurgo che ha eseguito l’intervento potrebbe essersi trattato di un effetto collaterale del doping di cui ha abusato per anni? “Esatto: la formazione è cresciuta proprio nel punto in cui ho fatto tantissime iniezioni intramuscolari, il mio corpo non è riuscito ad assorbire quelle schifezze.”
Di che schifezze stiamo parlando? “L’epo, ovviamente; ma anche Gh (l’ormone della crescita) e testosterone. Ma è quello che fanno un po’ tutti i corridori professionisti, né più né meno. Avevo un preparatore, da cui andavo un paio di volte al mese, e insieme alla tabella di allenamento mi somministrava anche i farmaci.”

martedì 23 febbraio 2016

Gianluca Di Meo: Vorrei attraversare l’Alaska con la slitta in autosufficienza


Gianluca di Meo, ultrarunner, si definisce avventuriero del limite, amante delle corse bianche nelle nevi, non gli basta mai. 

L’ho conosciuto nel 2015 in occasione di un raduno premondiale della Nazionale Ultratrail. Gianluca non è un atleta della Nazionale ma fa parte dello staff, da esperto nelle gare di endurance, le più strane, le più difficili, da una mano al Team che si occupa degli atleti della Nazionale, lo fa con passione. Ecco di seguito come si descrive.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Ognuno nel suo piccolo si può e si deve sentire campione. Ogni asticella superata è un motivo per gioire, per raggiungere obiettivi e sentirsi campione indipendentemente dal risultato. Quello che per un atleta è un risultato mediocre per un altro può essere gioia. Ognuno mantenendo il senso della realtà si può sentire nel suo piccolo un campione. Indipendentemente dal cronometro.”
Parole sagge, è vero campione non è solo colui che vince un mondiale o un olimpiade, ma lo è chi fa qualcosa che ha senso nella sua vita. Mi piace la descrizione che fa Sergio Mazzei (Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari) nella Prefazione al mio libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport: “A mio avviso, l’essere campioni non significa necessariamente ed esclusivamente primeggiare nelle pratiche sportive ma soprattutto riuscire a realizzare ciò che serve attraverso un processo irto di difficoltà. E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari. E’ un campione lo studente che supera gli esami del suo corso di studi o il timido e imbranato ragazzo che riesce a dichiararsi alla ragazza sognata nonostante la paura del rifiuto. Altrettanto è un campione colui che perseverando attraversa tutti gli ostacoli che si presentano nel suo cammino verso la realizzazione dei suoi obiettivi. Anche dal punto di vista della pratica psicoterapeutica è un campione il paziente che ha il coraggio di osservare se stesso e la propria vita e che impara a usare propria consapevolezza.”

Andrea Pisanu, triathlon: Il meglio deve ancora venire, lo sport mi fa sentire vivo

Matteo Simone 

Questa è la storia di un ragazzo resiliente con tanta voglia di vivere e di rialzarsi, ci accomuna la passione per lo sport ed in particolare per il triathlon. 

Tanti problemi, ma mai arreso, sempre ripartito con ambizioni alte, per poco non si è qualificato ai mondiali, ma ora questo è l’obiettivo numero uno e ci sta lavorando. 
Ecco come si racconta Andrea Pisanu.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo?Ogni volta che taglio il traguardo, e soddisfatto di ciò che ho fatto, so di aver vinto. Tante volte ho tagliato il traguardo per primo, e tante per secondo o terzo, ma la mia più grande soddisfazione non è tanto la posizione, ma sapere di aver dato il massimo in quell'esatto momento. In quel momento, si mi sento un campione.”

Andrea si è sentito più volte non solo campione nello sport ma anche nella vita per aver sempre superato i momenti bui con tanta voglia di continuare ad esistere, ed ora non esistono ostacoli per i suoi obiettivi.

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