sabato 10 settembre 2016

Federico Borlenghi: Per me l'ultramaratona è passione, gioia di correre


Matteo SIMONE

 

Qualche tempo fa feci alcune domande a Federico, interessandomi al mondo delle gare considerate estreme soprattutto per i profani o i neofiti della corsa. Successivamente ho avuto mondo di incontrarlo e conoscerlo di persone in alcune gare di ultramaratona.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Ultramaratoneta è un termine per definire chi corre più di 42 km. Per me l'ultramaratona è passione gioia di correre.”

Per chi ama correre come Federico, non esiste estremo ma puro godimento nel correre le lunghe distanze, importante è prepararsi da tutti i punti di vista, muscolare, alimentare, abbigliamento, mentalmente.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Diciamo che mi sono avvicinato quasi subito all'ultra questo mondo l'ho scoperto grazie ad un amico che mi raccontava di queste fantastiche gare, ho fatto una follia prima della maratona ho corso la pistoia abetone.”

 

Si scopre attraverso amici, l’esistenza di gare di lunga durate ed a volte si accorciano i tempo e ci si arriva senza rispettare la gradualità, ci si fionda iin queste lunghe e dure avventure.

Angela Gargano: La fatica non esiste, quando corro mi sento libera

Matteo SIMONE

Angela corre e cammina sia nelle gare lunghissime e soprattutto in salita, ma anche nella sua città di Barletta e con gli amici di Manfredonia del Team Frizzi e Lazzi walk e run, per sensibilizzare le persone a fare attività fisica a costo zero come se fossero pillole di esercizio fisico.

Una donna straordinaria, la si incontra a tante maratone e tante ultramaratone, alle gare più impensabili e difficili quali la 202,4km Nove Colli Running, a gare di 24 ore di corsa, 6 giorni di corsa e perfino 10 giorni di corsa, una vita a correre. Solare ed amichevole sempre con il sorriso e pronta ad aiutarti.
Di seguito si presenta e racconta attraverso le risposte ad un questionario che mi ha permesso di acquisire informazioni importanti relativi alla pratica dello sport ed in particolare dello sport di endurance come le ultramaratone.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Ho vinto qualche maratona ed ultra, nel 2002 ho corso 100 maratone in un anno solare ed inscritta nel Guinness World Record, ad Antibes ho stabilito la migliore prestazione femminile italiana della 6 giorni (564,220 km) e ad Atene la migliore prestazione femminile italiana della 10 giorni (826,00 km), ma non mi sono mai sentita una campionessa. Però, una sola volta mi sono sentita tale, e non per aver vinto, semplicemente per aver tagliato il traguardo della Nove Colli (202 km).

10 Settembre 1960 ABEBE BIKILA vince la Maratona Olimpica di Roma


STEFANO SEVERONI

 

 

  Tra le prime maratone e quelle dei nostri giorni, quasi a metà di questo periodo di tempo, fu di rilievo la gara di Abebe Bikila alle Olimpiadi di Roma 1960. Qui l’atleta africano nato il 7 agosto 1932 a Mout, sulle montagne della Shoa, tagliò il traguardo vincitore, dopo aver percorso il tracciato capitolino senza scarpe ai piedi. L’etiope Bikila fino all’età di diciannove anni aveva lavorato la terra; poi, dopo essersi arruolato nell’esercito etiopico, divenendo soldato semplice della guardia del Corpo dell’imperatore, all’età di ventiquattro anni cominciò a correre.
Bikila, alto 1,75 m per 60 kg di peso, aveva iniziato a correre nel 1956, mostrandosi il più ricco di talento del gruppo. Il suo allenatore, l’istruttore sportivo Onni Niskanen, non aveva lasciato nulla d’intentato nella preparazione dei suoi atleti, creando un campo d’allenamento a quasi 2˙000 m di altitudine, ove Abebe si forgiò, sino a raggiungere il calibro olimpico. Niskanen fece costruire una sauna, al fine di ritemprare gli atleti al termine delle loro sedute di allenamento. Ricostruzioni approfondite ci conducono a ritenere che quella a cui prese parte a Roma, era la terza maratona ch’egli correva nella sua ancora breve carriera sportiva. Il test finale eseguito da Niskanen in quota, non rivelava un gran che, ma chiarì al tecnico finlandese su quale cavallo puntare per la spedizione romana.

 

venerdì 9 settembre 2016

Leon: L'armonia la trovo sfidando la natura, per me è come una poesia

Ho pedalato dal Libano a Gaza, ed è stato una cosa veramente interessante

Il movimento soprattutto nella natura a volte ti prende a livello di sensazioni corporee e di apertura mentale, aiuta a sentirsi vivi e ad avere un senso nella vita, aiuta ad essere creativi ed a sviluppare un senso di appartenenza al mondo, di seguito l’esperienza di Leon: Qual è stato il tuo percorso per diventare un atleta? "Sono sempre stato un ragazzo con un sacco di energia. Ero bravo in due cose musica e sport. Quindi, in pratica gli sport mi hanno reso più tranquillo da quando ho potuto scaricare la mia energia su di essi."

Sport e musica due attività interessanti che a volte non sono remunerative ma a livello personale ti danno tanta serenità, ti permettono di star bene, di scaricare tensioni, di eseguire atti creativi, di sperimentare, a volte sport e musica diventano remunerativi attraverso performance e lavori creativi: Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? "Sono molto testardo e se mi propongo di fare qualcosa mi impegno al 100%. Non che io vinco sempre, principalmente no, ma per me è la strada per arrivarci che mi sprona."
Importante è impegnarsi in quello a cui piace e poi quello che viene viene, il percorso ha il suo senso ed è valido a livello esperienziale: Come ti senti prima, durante e dopo una gara? "Prima un po' nervoso. Nelle vicinanze della gara fondamentalmente non sento nulla oltre un rumore bianco. Quando ho finito e guardo indietro quello che ho fatto, sento una sorta di armonia, il rumore bianco nella mia testa che avevo prima è andato. Io di solito finisco con un sorriso, mi sento guarito."
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? "I miei genitori non sono stati di supporto purtroppo. Hanno lavorato molto e si sono presi cura dei più giovani. Credo sia stato più io che ho utilizzato lo sport per allontanarmi dai guai."

giovedì 8 settembre 2016

Il Trail è per me amore incondizionato, il mio posto è tra le montagne


Tante le donne che amano correre libere nella natura, tra le tante ho avuto modo di conoscere personalmente la campionessa Maria Chiara Parigi in occasione del raduno premondiale 2016 della nazionale italiana ultratrail presso la splendida località di Badia Prataglia nei pressi di Bagno di Romagna. Successivamente ho rivisto la Maria Chiara in occasione del grande trail dei Monti Simbruini 2016 dove ha vinto la lunghissima gara femminile di 84 km.
Maria Chiara Parigi vanta una medaglia di bronzo al Campionato del Mondo Trail - IAU del Galles 2013. Di recente, Maria Chiara Parigi arriva terza assoluta e prima delle donne percorrendo 67 km e 606 metri sul circuito di 1475 metri con un dislivello di 51 metri.
Gentilissima Maria Chiara nel rispondere al mio questionario volto ad approfondire il mondo degli ultrarunner per la stesura del libro Ultramaratoneti e gare estreme di prossima uscita. Di seguito le testimonianze della fortissima e simpaticissima atleta Aretina.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Penso di essere una Runner incallita che a volte ama correre per tanto tempo e vedere quanto riesco a resistere. Se questo vuol dire essere un ultra maratoneta, allora lo sono!”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Non ho avuto un percorso, ho semplicemente provato a sfidare me stessa allungando sempre più i tempi di sforzo!”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Amo pensare di poter fare di più anche se a volte il fisico ti dà segnali di cedimento e lì sono le volte in cui penso di ridimensionarmi!”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “Vorrei correre ancora per tanto tempo quindi devo imparare a gestire le risorse rimaste!”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Purtroppo i Rischi ci sono stati e mi sono fatta male più volte. Da allora cerco di stare più attenta anche se vuol dire andare più piano!”

mercoledì 7 settembre 2016

L’importanza dell’attività fisica per mantenersi in salute


La Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili ha prodotto un documento dal titolo “L'ATTIVITÀ SPORTIVA NEI BAMBINI ASMATICI” per sensibilizzare genitori ed educatori ad invogliare bambini asmatici a praticare attività sportiva. Tale documento evidenzia l’importanza dell’attività fisica per i bambini: “L'attività fisica è indispensabile per un corretto stile di vita ed i benefici dello sport sono stati dimostrati per molte patologie, compresa l'asma. I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport, anche a livello agonistico. Gli sport consigliati sono quelli che coinvolgono in maniera regolare e continua i muscoli respiratori, in coordinazione con l'attività muscolare. Il criterio di scelta deve rispettare l'inclinazione personale in modo che il bambino possa impegnarsi nel suo sport preferito.”

L' Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le “Global recommendations on physical activity for health”. Questo documento indica i livelli di attività fisica raccomandati per la salute nelle fasce d'età 5-17 anni, 18-64 anni e over65. Le raccomandazioni sono orientate alla prevenzione primaria delle malattie cardiorespiratorie, metaboliche, muscolo-scheletriche, tumorali e dei disturbi depressivi.
Quattro ore di sport a settimana sono il segreto per mantenersi in salute secondo le raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità emanate nell'ambito del programma "Guadagnare Salute" sulla linea delle Global recommendations on physical activity for health redatte dall'OMS.
Molti sono intenzionati ad iniziare a praticare una forma di esercizio fisico per diversi motivi quali il dimagrire, il rispondere ad una richiesta di un medico, ecc., ma dall’intenzione al voler iniziare c’è tanta strada da fare, molti intenzionati non hanno ancora iniziato e non inizieranno mai seppur ne abbiano l’intenzione o la necessità.
Come fare per uscire da questo blocco mentale?

Gianluca Taverna: Ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa

Ero la metà degli altri fisicamente!
Matteo SIMONE 

Per essere performanti e sperimentare successo non basta il fisico ma anche una grande forza mentale, di seguito Gianluca ci racconta la sua esperienza di atleta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, quando ho vinto una gara sulla spiaggia organizzata da Radio Deejay. Avevo 25 anni e ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa dove il fisico non arrivava, e sono riuscito a stupire anche lo speaker che era smaccatamente contro di me (aveva anche ragione, ero la metà degli altri fisicamente!)

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