mercoledì 9 novembre 2016

Valeria Roffino, 3000 siepi: Il mio grande sogno è quello di andare alle Olimpiadi!

Matteo SIMONE

Valeria Roffino ha vinto due titoli italiani assoluti sui 3000 m siepi (2014, 2015). Medaglia di bronzo nella classifica a squadre in occasione della Coppa Europa 10000 m nel 2015. Sempre nel 2015, quinta posizione agli assoluti di corsa campestre e medaglia d’argento agli assoluti nei 10000 m su pista.

Di seguito Valeria ci racconta della sua esperienza sportiva.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi è capitato di sentirmi una campionessa, pochissime volte, ma è successo ed è stato bellissimo!”

martedì 8 novembre 2016

Giuseppe Gerratana, atletica: Il sogno da realizzare è partecipare alle Olimpiadi

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Giuseppe Gerratana (Modica, 8 novembre 1992), Società sportiva: Aeronautica Militare, specialista sui 3000 metri siepi. Campione italiano allievi di corsa campestre (2009). 

Due volte campione italiano promesse sui 3000 m siepi nel biennio 2012-2013. Vicecampione continentale agli Europei under 23 di Tampere 2013. 2014 Giochi del Mediterraneo under 23, Francia Aubagne, 3000 m siepi Bronzo 9'02"88. Nel 2015 esordio con la Nazionale seniores al DécaNation francese di Parigi con il quarto posto sui 3000 m siepi.

lunedì 7 novembre 2016

Lisa Borzani: Il Tor des Geants, è l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!

Matteo SIMONE

In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.

Gare lunghe, molto impegnative, con un’attenzione elevata al percorso, all’alimentazione, al vestiario, durante la gara si corre con diverse condizioni climatiche e quindi, bisogna fare attenzione al freddo, al caldo, all’integrazione alimentare, a non distrarsi lungo il percorso, a monitorarsi attentamente.
Il Tor des Géants con partenza e arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, e la Regina nel 2016 è la padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti, classificandosi 7^ nella classifica generale e arrivando alle 5,10 del mattino.
Completano il podio femminile la canadese 
Stephanie Case 98h15'27" e la francese Maria Semerjian 100h18'42". Il vincitore assoluto è stato Oliviero Ignazio Bosatelli in 75h10'22", precedendo due spagnoli: Oscar Perez Lopez 81h14'50" e Pablo Criado Toca 83h11'40".   
Le gare di endurance ti consumano sia fisicamente che mentalmente, ti logorano, per questo è importante non solo la preparazione fisica ma anche un sano approccio mentale ed una preparazione nutrizionale. Vengono mobilitate tante energie fisiche e mentali durante una gara della durata di 91 ore pertanto è indispensabile successivamente un sano recupero, prolungato e tante coccole.
Approfondiamo la conoscenza della Regina del Tor 2016, Lisa Borzani (Bergamo Stars Atletica) attraverso le risposte ad alcune domande.
Cosa cambia ora? “Dopo il Tor, non credo cambierà nulla, tornerò alla vita normale fatta di ufficio e allenamento.”

Lisa appare sempre positiva, sempre con il sorriso, amante della natura, libera di correre nei sentieri naturali partecipando a gare sempre più ardue ed impegnative, atleta della nazionale Italiana Ultratrail già salita sul podio il 2015 con il resto della squadra femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il sogno di arrivare prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta dopo essere arrivata nei due precedenti anni sempre seconda.
Hai avuto cedimenti, rischi, malori?In gara non ho avuto malori, solo qualche crisi di testa che sono però riuscita a superare.”

Se sei un atleta esperto e sai a cosa vai incontro e conosci i tuoi limiti e le tue potenzialità, le crisi come vengono così se ne vanno.
L’anno scorso conobbi Lisa e le chiesi di rispondere ad un questionario le cui risposte riporto di seguito molto interessanti che trasmettono la passione e l’amore per lo sport outdoor di endurance.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per raggiungerli.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?La voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici fondamentali.”

Passione, entusiasmo, serenità diventano meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?La curiosità e la voglia di vedere se ce la posso fare, sempre con la consapevolezza che non sono un super eroe e che quindi posso anche fallire perché fa parte del gioco.”
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme? Paolo, il mio compagno, condivide tutto con me: allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo per me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte le sere affinché il Signore mi convinca a smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio segreto complice! I miei amici che praticano anche loro le ultra mi capiscono benissimo. Gli altri un po’ meno ma mi supportano ed incoraggiano.
Che significa per te partecipare a una gara estrema?Significa mettermi in gioco, provare a raggiungere l’obiettivo prefissato, iniziare un’avventura ‘programmata’ e preparata.
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa? Devo cercare di ‘incastrare’ tutto: lavoro, famiglia e sport perché le ultra richiedono indubbiamente tante ore da dedicare all’allenamento. Ho però la fortuna di condividere tutto con il mio compagno perciò risulta tutto più facile.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno?In questo sport, come nella vita, è importante mettere passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la cosa importante non è vincere (anche se ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’ quando si taglia il traguardo. Credo che sia importante passare questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è quella che esalta solo chi appare vincente a scapito di chi invece mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?Sono partita dalle gare su strada e dalla maratona corse per le prime volte per seguire le ‘orme’ di mio padre, anche lui maratoneta. Poi con il tempo mi è venuta voglia di provare una 50km e poi il mitico Passatore di 100km. Infine, grazie al mio compagno Paolo amante della montagna, ho scoperto l’ultratrail.”

Il 12 dicembre 2010, Lisa ha corso la maratona di Reggio Emilia in 2h58'03" e nel 2011 ha alzato sempre più l'asticella: 25 aprile - 50 km di Romagna 3h53'34"; 28 maggio - 100 km del Passatore, Firenze-Faenza - 12h26'58"; 26 giugno - Pistoia-Abetone Ultramarathon 50km - 4h41'52"; 15 ottobre Torino -Saint Vincent 100 km - 9h37'55". Tra le sue ultime prestazioni da menzionare nel 2024 il 21 gennaio la 6 ore della Maremma totalizzando 71,213 km e il 17 febbraio l'ottima prestazione alla 100km del Conero - 3° Memorial Mimmo Strazzullo in 8h20'32".
Lisa scommette continuamente su se stessa, allenandosi e preparandosi continuamente per percorrere e gareggiare su sentieri sempre più lunghi ed impervi.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? Il Tor des Geants, ma è stata anche l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si, credo di sì. Al Tor des Geants quest’anno (2014) sono arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie possibilità in tal senso.”

Il 7 settembre 2014, Lisa fa l'esordio al Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta, classificandosi 2^ donna in 94h43'46", preceduta dalla francese Elimie Lecomte 85h53'14", completa il podio la svizzera Denise Zimmermann 98h27'16".
Il vincitore assoluto è stato Franco Leo Colle in 71h49'10", precedendo lo statunitense Nickademus Hollon 76h29'38" e il francese Antoine Guillon 79h02'29".
Ti va di raccontare un aneddoto?Uno che mi piace è questo. Alla fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno e, quasi in lacrime per la troppa fatica provata gli dissi: ‘mai più! Asfalto tutta la vita!’. Poi l’anno successivo cominciai ad allenarmi per il Tor des Geants.”

Lisa ha corso il suo primo ultratrail il 9 luglio 2011 - Gran Trail Valdigne 55 km in 11h15'32" mentre il suo compagno Paolo Pajaro in 8h21'38".
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Che a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Usi farmaci, integratori?
Integro le vitamine A, C ed E perché sono potenti antiossidanti che servono per combattere le vagonate di radicali liberi che produciamo con la corsa.
Hai un sogno nel cassetto? “Si ma non si dice senno non si avvera!”.

Come la maggior parte degli ultramaratoneti anche Lisa ha sperimentato l’esperienza del limite perché ti puoi preparare quanto vuoi, puoi avere passione, predisposizione ma dietro l’angolo ci può essere sempre un imprevisto che ti coglie di sorpresa, l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare di gestirlo nel miglior modo possibile facendo leva sull’esperienza acquisita nello sport e nella vita e considerando che per ogni problema c’è almeno una soluzione a disposizione e che quando sembra di non poterne proprio più, se sei fiducioso una porticina da aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni la trovi.
Lisa è menzionata nei libri: 
"Cosa spinge le persone a fare sport?" 
"Maratoneti e ultrarunner" 
“Sport, benessere e performance”
 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

Mia moglie, runner anche lei, mi incoraggia e mi incita ad andare avanti sempre

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

La prima maratone è un’esperienza da ricordare perché è unica per un runner.  

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Francesco attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, il giorno in cui ho finito la mia prima maratona”.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “La prima maratona non si scorda mai. E poi la Monza-Resegone, in notturna, con gli utili 5 km di arrampicata nel bosco, è epica allo stato puro. E la prima mezza maratona di mia moglie, che ho corso con lei.”

lunedì 31 ottobre 2016

Luis Hernando (ESP) e Caroline Chaverot (FRA), Campioni del Mondo Trail 2016



Si sono svolti sabato 29 ottobre i Campionati Mondiali di Ultra Trail, al parco nazionale di Peneda-Geres (Portogallo), 85 km e 4800 metri di dislivello.

In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.
La Francia ottiene il titolo individuale femminile per merito della fortissima Caroline Chaverot che impiega 9h39'40" e i titoli a squadra maschile e femminile, inoltre riesce a piazzare sul secondo e terzo gradino del podio maschile Nicolas Martin e il campione uscente Sylvain Court.

Flora Alicino: Correre significa volersi bene, mi fa sentire libera


Fare qualcosa sperimentando piacere significa volersi bene, non si tratta di sacrifici o fatica ma farsi delle coccole, fare qualcosa per se stessi, sentirsi liberi di fare sport, di correre in particolare, di sperimentare un senso di libertà.
Di seguito, Flora racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande: Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni, pregara, gara, post gara? Correre significa volersi bene, dedicare del tempo a se stessi, correre mi fa sentire libera.” 
Lo sport diventa una medicina naturale per il corpo e per l’anima, si tratta di volersi bene facendo sport ed accorgersi di apprezzarsi per quello che si riesce a fare e come ci si trasformi anche dal punto di vista estetico, condividendo l’esperienza sportiva con altri amici e possibilmente a contatto con la natura, all’aria aperta: Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?Ho iniziato per gioco, mi hanno coinvolta degli amici, ma mi sono presto appassionata.”

Corri per il verde con Atletica la sbarra, Grilli runners e Achilles International




 

Il 6 novembre c’è la prima tappa della 45^ edizione di Corri per il Verde, e si svolgerà presso la Riserva Naturale della Valle dell'Aniene.

Dal 1971 la Corri per il Verde vuole far conoscere a migliaia di podisti di tutte le età angoli nascosti, bellezze e ricchezze della città, riaffermando il diritto a vivere gli spazi verdi, difendendoli utilizzando lo sport per tutte e per tutti come strumento per vivere meglio, per crescere meglio, permettendo ai tanti atleti adulti e ragazzi accompagnati anche da famiglie ed amici, di conoscere le aree verdi della Capitale.

Nelle precedenti due edizioni 2014 e 2015, la Squadra Maschile dell’Atletica La Sbarra si è salito sul gradino più basso del podio classificandosi al terzo posto dietro la società Scavo 2000 e davanti a Rifondazione Podistica, riuscendo a ben figurare anche per quanto riguarda la squadra femminile, che diventa sempre più numerosa e competitiva.

Quest’anno l’atletica La Sbarra si allea con i Grilli runners ed insieme condivideranno le esperienze di gare nelle tappe della corri per il verde, come di consueto alcuni di loro faranno da guida agli atleti con disabilità visiva uomini e donne portando avanti il progetto Achilles International portato a Roma da Ada Nardin e la cui sezione Romana è presieduta da Ada Maria Ammirata che è una runner non vedente che ha già sperimentato non solo la corsa in pista e su strada ma anche l’ebbrezza della corsa campestre con tutte le estreme difficoltà.

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