domenica 13 novembre 2016

Francesco: le gare più belle, quelle in cui stabilisco un nuovo personale

Psicologo, Psicoterapeuta

Sollecitato da un amico triatleta, ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni ma anche dell’atleta comune lavoratore che deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, fare sport, stare con amici atleti, partecipare a gare e quindi ho pensato di predisporre un questionario per raccogliere il punto di vista di atleti comuni e campioni per approfondire il mondo dello sport ed in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance.
Di seguito si racconta Francesco.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Assolutamente sì.”
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Praticandolo fin da quando avevo 5 anni, lo sport ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nella mia vita: mi sento incompleto se non lo pratico ed è essenziale per il mio equilibrio psicofisico ed il mio benessere in generale. Mi piace sapere di essere in salute e soprattutto poter sfruttare il mio corpo al massimo delle sue possibilità.”
Come hai scelto il tuo sport? “Nel modo più semplice e naturale possibile: ho sempre amato l’acqua ed il mare, quindi i miei genitori mi iscrissero in piscina (la scelta piacque anche a loro visto che il mio pediatra del tempo lo aveva comunque consigliato visti i benefici per lo sviluppo, principio mens sana in corpore sano). Nel 2004 poi decisi di iniziare l’avventura del triathlon, non sentendomi ‘completo’ nella parte ‘terrestre’ dello sport.”

giovedì 10 novembre 2016

Buona la prima: “Atletica La Sbarra & I Grilli” sul gradino più alto del podio



Buona la prima per le due società laziali che si sono unite: “Atletica La Sbarra” e “I Grilli Runners”. Il 6 novembre si è corsa la prima tappa della quarantacinquesima edizione di Corri per il Verde. La tappa di partenza si è svolta presso la Riserva Naturale della Valle dell'Aniene.
Tra le tante squadre partecipanti, degna di nota “Atletica La Sbarra & I Grilli” la cui squadra maschile è riuscita a salire sul gradino più alto del podio grazie ai punti presi dai singoli 42 atleti uomini di cui un atleta con disabilità visiva, mentre la squadra femminile ha ottenuto un onorevole quarto posto grazie ai punti ottenuti da solamente 11 atlete.
La vittoria individuale per quanto riguarda le donne è andata alla fortissima Elisa Palamara mentre la prova maschile è stata vinta da Luca Parisi.
Un giorno di festa per tutti, tanti anche ragazzi e bambini che hanno partecipato accompagnati da genitori e famiglie.

Contentissima l’atleta Valentina Ferrari, di seguito un suo messaggio: “Siamo stati tutti e tutte bravissimi! Il percorso era tosto. Uomini grandiosi! Per le donne di dobbiamo lavorare. Siamo quarte ma le quinte sono vicine e noi dobbiamo migliorare il quinto posto dell’anno scorso. Le seconde e le terze anche sono vicine. Ce la possiamo fare. Anzi mi correggo de la dobbiamo fare. Come fare? Chiedo a tutti, maschi compresi, di collaborare insieme! Se avete amiche che corrono, anche piano, che non sono iscritte con nessuna squadra, potreste invitarle alle prossime tappe.”
Le altre tre tappe del circuito si svolgeranno il 20 novembre presso il Parco di Tor Fiscale, il 27 novembre e l'11 dicembre.
Dal 1971 la Corri per il Verde vuole far conoscere a migliaia di podisti di tutte le età angoli nascosti, bellezze e ricchezze della città, riaffermando il diritto a vivere gli spazi verdi, difendendoli utilizzando lo sport per tutte e per tutti come strumento per vivere meglio, per crescere meglio, permettendo ai tanti atleti adulti e ragazzi accompagnati anche da famiglie ed amici, di conoscere le aree verdi della Capitale.
Nelle precedenti due edizioni 2014 e 2015, la Squadra Maschile dell’Atletica La Sbarra si è salito sul gradino più basso del podio classificandosi al terzo posto ben figurando anche per quanto riguarda la squadra femminile, che diventa sempre più numerosa e competitiva.

Gianni Girod, ultratrailer: Le crisi spesso come arrivano poi passano

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta

Il fantastico e bizzarro mondo dell’ultratrail, qualcosa di sorprendente, di eccezionale, oltre ogni razionalità, immersi nella natura, massima libertà, sentendosi liberi di correre e saltare in salita e discese, quasi volare a volte affrontando anche estreme condizioni fisiche e climatiche. 

Correre per giorni per decine di ore con privazione di sonno, sperimentando depersonalizzazione e stati alterati di coscienza per permettere il fisico di andare oltre le ordinarie possibilità. Solo se ci sei con la testa puoi affrontare e portare a termine tali gare.
Di seguito, Gianni Girod racconta la sua esperienza di ultratrailer.
Ti sei sentito campione nello sport?Si, anche se nel mio piccolo.”

mercoledì 9 novembre 2016

Sara Paganucci, ultrarunner: Praticare sport libera la mente!


Da soli non si va da nessuna parte, l’atleta non è solo, c’è un mondo attorno all’atleta, famigliari, amici atleti, allenatori, nutrizionisti, massaggiatori, fisioterapisti, medici dello sport, psicologi dello sport, mental coach. Basta scegliere la persona adatta che ti possa aiutare a coltivare al meglio la tua passione sperimentando benessere e puntando anche alla performance.

Di seguito Sara Paganucci ci racconta la sua esperienza di ultrarunner.

Valeria Roffino, 3000 siepi: Il mio grande sogno è quello di andare alle Olimpiadi!

Matteo SIMONE

Valeria Roffino ha vinto due titoli italiani assoluti sui 3000 m siepi (2014, 2015). Medaglia di bronzo nella classifica a squadre in occasione della Coppa Europa 10000 m nel 2015. Sempre nel 2015, quinta posizione agli assoluti di corsa campestre e medaglia d’argento agli assoluti nei 10000 m su pista.

Di seguito Valeria ci racconta della sua esperienza sportiva.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi è capitato di sentirmi una campionessa, pochissime volte, ma è successo ed è stato bellissimo!”

martedì 8 novembre 2016

Giuseppe Gerratana, atletica: Il sogno da realizzare è partecipare alle Olimpiadi

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Giuseppe Gerratana (Modica, 8 novembre 1992), Società sportiva: Aeronautica Militare, specialista sui 3000 metri siepi. Campione italiano allievi di corsa campestre (2009). 

Due volte campione italiano promesse sui 3000 m siepi nel biennio 2012-2013. Vicecampione continentale agli Europei under 23 di Tampere 2013. 2014 Giochi del Mediterraneo under 23, Francia Aubagne, 3000 m siepi Bronzo 9'02"88. Nel 2015 esordio con la Nazionale seniores al DécaNation francese di Parigi con il quarto posto sui 3000 m siepi.

lunedì 7 novembre 2016

Lisa Borzani: Il Tor des Geants, è l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!

Matteo SIMONE

In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo, le sensazioni corporee, ed è importante approcciarsi con umiltà e gradualità, monitorarsi.

Gare lunghe, molto impegnative, con un’attenzione elevata al percorso, all’alimentazione, al vestiario, durante la gara si corre con diverse condizioni climatiche e quindi, bisogna fare attenzione al freddo, al caldo, all’integrazione alimentare, a non distrarsi lungo il percorso, a monitorarsi attentamente.
Il Tor des Géants con partenza e arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, e la Regina nel 2016 è la padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti, classificandosi 7^ nella classifica generale e arrivando alle 5,10 del mattino.
Completano il podio femminile la canadese 
Stephanie Case 98h15'27" e la francese Maria Semerjian 100h18'42". Il vincitore assoluto è stato Oliviero Ignazio Bosatelli in 75h10'22", precedendo due spagnoli: Oscar Perez Lopez 81h14'50" e Pablo Criado Toca 83h11'40".   
Le gare di endurance ti consumano sia fisicamente che mentalmente, ti logorano, per questo è importante non solo la preparazione fisica ma anche un sano approccio mentale ed una preparazione nutrizionale. Vengono mobilitate tante energie fisiche e mentali durante una gara della durata di 91 ore pertanto è indispensabile successivamente un sano recupero, prolungato e tante coccole.
Approfondiamo la conoscenza della Regina del Tor 2016, Lisa Borzani (Bergamo Stars Atletica) attraverso le risposte ad alcune domande.
Cosa cambia ora? “Dopo il Tor, non credo cambierà nulla, tornerò alla vita normale fatta di ufficio e allenamento.”

Lisa appare sempre positiva, sempre con il sorriso, amante della natura, libera di correre nei sentieri naturali partecipando a gare sempre più ardue ed impegnative, atleta della nazionale Italiana Ultratrail già salita sul podio il 2015 con il resto della squadra femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il sogno di arrivare prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta dopo essere arrivata nei due precedenti anni sempre seconda.
Hai avuto cedimenti, rischi, malori?In gara non ho avuto malori, solo qualche crisi di testa che sono però riuscita a superare.”

Se sei un atleta esperto e sai a cosa vai incontro e conosci i tuoi limiti e le tue potenzialità, le crisi come vengono così se ne vanno.
L’anno scorso conobbi Lisa e le chiesi di rispondere ad un questionario le cui risposte riporto di seguito molto interessanti che trasmettono la passione e l’amore per lo sport outdoor di endurance.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per raggiungerli.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?La voglia, l’entusiasmo, la serenità interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici fondamentali.”

Passione, entusiasmo, serenità diventano meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?La curiosità e la voglia di vedere se ce la posso fare, sempre con la consapevolezza che non sono un super eroe e che quindi posso anche fallire perché fa parte del gioco.”
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme? Paolo, il mio compagno, condivide tutto con me: allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo per me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte le sere affinché il Signore mi convinca a smettere perché teme che io, abbastanza minuta, possa consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio segreto complice! I miei amici che praticano anche loro le ultra mi capiscono benissimo. Gli altri un po’ meno ma mi supportano ed incoraggiano.
Che significa per te partecipare a una gara estrema?Significa mettermi in gioco, provare a raggiungere l’obiettivo prefissato, iniziare un’avventura ‘programmata’ e preparata.
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa? Devo cercare di ‘incastrare’ tutto: lavoro, famiglia e sport perché le ultra richiedono indubbiamente tante ore da dedicare all’allenamento. Ho però la fortuna di condividere tutto con il mio compagno perciò risulta tutto più facile.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno?In questo sport, come nella vita, è importante mettere passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la cosa importante non è vincere (anche se ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’ quando si taglia il traguardo. Credo che sia importante passare questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è quella che esalta solo chi appare vincente a scapito di chi invece mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?Sono partita dalle gare su strada e dalla maratona corse per le prime volte per seguire le ‘orme’ di mio padre, anche lui maratoneta. Poi con il tempo mi è venuta voglia di provare una 50km e poi il mitico Passatore di 100km. Infine, grazie al mio compagno Paolo amante della montagna, ho scoperto l’ultratrail.”

Il 12 dicembre 2010, Lisa ha corso la maratona di Reggio Emilia in 2h58'03" e nel 2011 ha alzato sempre più l'asticella: 25 aprile - 50 km di Romagna 3h53'34"; 28 maggio - 100 km del Passatore, Firenze-Faenza - 12h26'58"; 26 giugno - Pistoia-Abetone Ultramarathon 50km - 4h41'52"; 15 ottobre Torino -Saint Vincent 100 km - 9h37'55". Tra le sue ultime prestazioni da menzionare nel 2024 il 21 gennaio la 6 ore della Maremma totalizzando 71,213 km e il 17 febbraio l'ottima prestazione alla 100km del Conero - 3° Memorial Mimmo Strazzullo in 8h20'32".
Lisa scommette continuamente su se stessa, allenandosi e preparandosi continuamente per percorrere e gareggiare su sentieri sempre più lunghi ed impervi.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? Il Tor des Geants, ma è stata anche l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Si, credo di sì. Al Tor des Geants quest’anno (2014) sono arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie possibilità in tal senso.”

Il 7 settembre 2014, Lisa fa l'esordio al Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta, classificandosi 2^ donna in 94h43'46", preceduta dalla francese Elimie Lecomte 85h53'14", completa il podio la svizzera Denise Zimmermann 98h27'16".
Il vincitore assoluto è stato Franco Leo Colle in 71h49'10", precedendo lo statunitense Nickademus Hollon 76h29'38" e il francese Antoine Guillon 79h02'29".
Ti va di raccontare un aneddoto?Uno che mi piace è questo. Alla fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno e, quasi in lacrime per la troppa fatica provata gli dissi: ‘mai più! Asfalto tutta la vita!’. Poi l’anno successivo cominciai ad allenarmi per il Tor des Geants.”

Lisa ha corso il suo primo ultratrail il 9 luglio 2011 - Gran Trail Valdigne 55 km in 11h15'32" mentre il suo compagno Paolo Pajaro in 8h21'38".
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Che a volte (non sempre purtroppo!) io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Usi farmaci, integratori?
Integro le vitamine A, C ed E perché sono potenti antiossidanti che servono per combattere le vagonate di radicali liberi che produciamo con la corsa.
Hai un sogno nel cassetto? “Si ma non si dice senno non si avvera!”.

Come la maggior parte degli ultramaratoneti anche Lisa ha sperimentato l’esperienza del limite perché ti puoi preparare quanto vuoi, puoi avere passione, predisposizione ma dietro l’angolo ci può essere sempre un imprevisto che ti coglie di sorpresa, l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare di gestirlo nel miglior modo possibile facendo leva sull’esperienza acquisita nello sport e nella vita e considerando che per ogni problema c’è almeno una soluzione a disposizione e che quando sembra di non poterne proprio più, se sei fiducioso una porticina da aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni la trovi.
Lisa è menzionata nei libri: 
"Cosa spinge le persone a fare sport?" 
"Maratoneti e ultrarunner" 
“Sport, benessere e performance”
 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

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