Cosa spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi di sera al parco condividendo fatica, impegno ma anche sano divertimento? Questo è il vantaggio dello sport amatoriale, sperimentarsi insieme, ognuno con le proprie capacità, possibilità e competenze, rispettando i propri limiti.
A
volte la fatica rende felici, è quello che sperimentano molti atleti di sport
di endurance come gli ultramaratoneti e i triatleti ironman, l’ho sperimentato
anch’io soprattutto nella gara più bella della mia vita l’Iron elbaman.
Interessante
quello che scrive Murakami nel suo libro L’arte di correre:
“Ciò che soprattutto mi ha reso felice, oggi, è il fatto che questa gara me la
sono proprio goduta. Non ho ottenuto un tempo di cui andar fiero. Ho anche
commesso diversi piccoli errori. Però ho corso fino a esaurimento delle forze,
e ne risento ancora l’effetto. Inoltre, sotto molti punti di vista, credo di
essere migliorato rispetto all’ultima gara. E questo è un punto essenziale.
Perché la difficoltà del triathlon consiste nel saper combinare le tre prove, e
l’esperienza ha molto da insegnare al riguardo. Permette di compensare lo
squilibrio delle attitudini fisiche. In altre parole, imparare dall’esperienza
è la cosa più piacevole, più divertente del triathlon.”
Questo
è lo sport che avvicina mondi, culture e colori. Importante partire sempre dal
momento presente e cavalcare l'onda del cambiamento per dirigersi verso mete
nuove e sfidanti ma raggiungibili, continuando a trasformare piccoli sogni in
realtà. Questo è lo sport che incrementa autoefficacia e sviluppa
autoconsapevolezza e resilienza.