Matteo SIMONE
La 100km del Passatore da Firenze a
Faenza, diventa un’esperienza intima.
Racchiude delle sensazioni ed emozioni
indicibili e personali, è difficile comprendere quello che accade dentro se
stessi durante questa lunga e dura prova, quello che succede durante il lungo
percorso di preparazione e avvicinamento, tutto ciò che riguarda l’attesa,
dall’iscrizione alla preparazione all’acquisto dei biglietti alla prenotazione
dell’alloggio, è una scommessa, tutto ciò fa parte del fantastico e bizzarro
mondo delle ultramaratone.
Di seguito Alessandro racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Gara
di 100km del Passatore, cosa significa per te? “Ho
iniziato a pensare alla 100 km del Passatore dopo qualche anno che correvo le
maratone, anche se non nascondo di averla guardata sempre con timore. Il
fattore che mi ha spinto a fare l’iscrizione è stato principalmente il fatto
che, nonostante chiedessi a tantissime persone che l’avevano già corsa cosa si
provasse, io volevo provare in prima persona le sensazioni fisiche e mentali
che si provano prima, durante e dopo. Quindi per me la 100 km ha significato
conoscere delle sensazioni così personali che nessuno sarà mai in grado di
descriverti con le sole parole.”