martedì 6 giugno 2017

Si è conclusa la Move Week: Settimana dello sport per tutti e di stili di vita attivi


 
Si è conclusa la 6° edizione della Move Week: settimana di mobilitazione dedicata alla promozione dello sport per tutti e di stili di vita attivi, che si svolge ogni anno in tutta Europa. La campagna è promossa dall'ISCA - International Sport and Culture Association, con l’obiettivo di incrementare del 20% il numero di europei fisicamente attivi entro il 2020.

In Italia la campagna è coordinata dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e gode del patrocinio del Ministero della Salute e dell’ANCI-Associazione Nazionale Comuni d’Italia.

Quasi 200 gli eventi in moltissime città italiane, molte attività sportive rappresentate dai tradizionali tornei di calcio, basket e pallavolo al pattinaggio in linea, la capoeira, l’hip hop e il latin shake, dall’atletica leggera, nuoto e tennis alle bocce, mini-maratone e gare podistiche, finanche al volteggio equestre

La camminata notturna, con il buonissimo gelato offerto da Procopio in Piazza Re di Roma, è stata organizzata dal Gruppo sportivo nazionale del CISOM, che si è svolta il 29 maggio in contemporanea in 14 città italiane, tra le quali Roma, Firenze, Como, Torino, Trento, Padova, Perugia, Cosenza.

Gli allenamenti con non vedenti e ipovedenti che vogliono correre e camminare, dell’associazione Achilles International, si sono svolti a Roma e continueranno presso il parco degli acquedotti alle ore 18.30.

Achilles International parteciperà, con una rappresentativa di 4 atleti con disabilità visiva e relative guide, il 17 Giugno 2017 ore 21:00 alla Roma 1/2 maratona notturna o Corri Roma 10K notturna.

Di seguito alcune testimonianze di non vedenti e ipovedenti che rispondono ad alcune mie domande.

In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?

Sandro Mille: “Lo sport per me si è rivelato il miglior antidepressivo naturale, mi ha aiutato a distrarmi dalle preoccupazioni e ad allontanare i pensieri negativi.”

Federica Carbonin: “In passato mi ha aiutato a superare momenti difficili, a credere di nuovo in me stessa e nelle mie capacità, mi fa bene al fisico e alla mente, ne beneficio molto, ad esempio, dopo otto ore di lavoro dietro la scrivania.”

Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport?
Sandro Mille: “Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 ad un atleta guida. Ciò significa che, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi. Per cui prima del fisico ho bisogno di allenare l'affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”

Ada Nardin: “Devo certamente stare attenta a non cadere o farmi male. Dal momento che non vedo ho bisogno di non inficiare le mie altre funzionalità.”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica?
Sandro Mille: “La mia determinazione a correre può essere ostacolata solo da condizioni climatiche particolarmente avverse: freddo intenso, pioggia molto forte. Non mi preoccupa il caldo e tanto meno una lieve pioggia. Ho corso col caldo ma devo bere tanto. Ho corso anche sotto una leggera pioggia e mi sono divertito di più. Mentre a livello fisico solo un infortunio può fermarmi, devo sentire dolore per fermarmi, finchè si tratta di fastidio o risentimento io corro sempre.”

Ada Nardin: “Quelle fisiche sono il peso eccessivo che devo diminuire, mentre quelle ambientali sono l’umidità e il vento freddo che mi crea problemi agli occhi.”

Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, haì rischiato di mollare?

Sandro Mille: “Non ho mollato, sto continuando gli allenamenti, adoro le sensazioni che mi trasmette il mio corpo quando è in buona forma fisica.”

Federica Carbonin: “La voglia di fare sempre di più, di migliorare, senza eccedere, però.”

Ada Nardin: “Non ho mai pensato di mollare anche se l’agonismo mi spaventa abbastanza.”

Quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla riuscita della gara?
Sandro Mille: “Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achilles International ed eccoci qua: atleti volontari dell'Associazione Sportiva La Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino.  Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra riescono a compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E' una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”

Federica Carbonin: “Gare vere e proprie ne ho fatte solo con l’equitazione ed il volteggio, ne ho fatte diverse, regionali e nazionali, raggiungendo sempre ottimi risultati. Sicuramente il merito è stato delle mie istruttrici che hanno creduto in me e hanno saputo prepararmi al meglio. In particolare ricordo la mia prima istruttrice, Miriam, che sapeva insegnarmi con leggerezza ed insieme, quando ci voleva, con un po’ di severità.”

Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
Sandro Mille: “Ho scoperto che di possedere una sana e buona tenacia. Qualità che mi consente di dire a me stesso: ‘Se voglio, io posso!!!’

Ada Nardin: “Una testardaggine ed una resistenza alla fatica maggiori di quanto credessi.”

Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
Sandro Mille: Citius!, Altius!, Fortius! E’ il motto olimpico che tradotto dal latino significa: ‘Più veloce! Più in alto! Più forte!’  Ragazzi lasciatevi coinvolgere da un’attività sportiva e godetevi poi le sensazioni che un corpo allenato può donarvi.”

Ada Nardin: “Mettetevi in gioco praticando sport e non guardando sempre gli altri giocare e vincere.”

L’attività fisica non solo quale sport per raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche come promozione della salute, prevenzione e aggregazione sociale.

Affidarsi e fidarsi, è quello che si può sperimentare nello sport, è quello che si sperimenta correndo e camminando con gli atleti con disabilità visiva.
 

380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html

lunedì 5 giugno 2017

Francesco Sebastiani, 100km Passatore: Senza la testa non si va da nessuna parte

Matteo Simone 
 

Il Passatore, una gara di 100km di corsa a piedi con partenza da Firenze ed arrivo a Faenza attraversando a metà strada il Passo della Colla, con altitudine di quasi 1.000 metri, il che comporta correre in salita per diversi chilometri arrivando in sera inoltrata a metà gara e quindi cambio abbigliamento per diversa temperatura climatica con più freddo.

Di seguito Francesco (ASD Track & Field Master Gross) racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo al alcune mie domande.
Ciao, se ti va di rispondere, cosa significa per te la gara di 100km del Passatore, ?Ben volentieri ed onorato rispondo. Avevo già fatto sei Ultra quest'anno, ma il Passatore era l'obbiettivo primario che mi ero posto quando ho deciso due anni fa di ricominciare a correre dopo 15 anni di inattività totale. Cosa significa? Era la mia personale "Olimpiade", sapevo che se avessi superato questa prova dopo il mondo Ultramaratona lo avrei vissuto con altro spirito. Le altre Ultra erano di "preparazione", una sorta di "mental training "... il Passatore era la mia Sfida con me stesso.

Giuseppe Tripari, gara di 100 km: Il Passatore ha un sapore unico

Matteo Simone
 

Si respira un’aria particolare di festa in occasione delle ultramaratone e in particolare in occasione del Passatore.

Un lungo treno di corridori che si portano da Firenze a Faenza, alcuni scortati da bici, moto, auto, e altri da soli a gruppetti avanzano verso i 1.200 metri del Passo della Colla per poi lanciarsi in picchiata in discesa proseguendo verso Faenza e incontrando passanti e spettatori fino a che tramonta il sole e ai ristori puoi trovare un po’ di alimenti e bevande per integrarsi e continuare il lungo viaggio di 100 km fino all’arrivo.

Di seguito Giuseppe, uno dei partecipanti, racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo al alcune mie domande, ho avuto modo di conoscerlo in occasione della 50km in Abruzzo.

Massimiliano De Luca, 100km Passatore: Se non usi la testa non la finisci la gara

Matteo Simone

Il pensiero di tanti runner che hanno fatto la maratona è passare un giorno alla 100km; fare un giorno nella vita una gara di 100km e perché no il Passatore a fine maggio?

E così che due atleti, Alessandro Reali e Massimiliano De Luca, decidono insieme di prepararsi per questa grande avventura, together is muche better.
Di seguito, Massimiliano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te?Questa gara era un sogno inarrivabile. Una sfida solo per me stesso. Volevo vedere cosa c'era oltre la fatidica soglia dei 42 km, cosa si prova a spingersi oltre quella distanza. Ho parlato spesso con persone che l'avevano corsa questa gara, ma come la maggior parte delle cose nella vita, le devi provare sulla tua pelle. Ciò che mi ha spinto a farla è stata la curiosità di mettere alla prova tutto me stesso.”

Antonio Trombetta,100km del Passatore: Un modo di sentirmi in salute

Matteo Simone  

Per preparare, pensare, partecipare ad una gara impegnativa e dura di 100km sono importantissime le coccole, la cura di sé, fisica e mentale, durante tutto il percorso di avvicinamento, in qualche modo anche durante la gara e poi soprattutto nel post gara.

Antonio ci racconta la sua impresa di portare a termine una 100km, lui che più che corridore è un camminatore spedito.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? Ciao Matteo, è andata bene. E' un modo di sentirmi in salute e da condividere questo stato fisico e psichico mentale con gli altri.”

La condivisione è importantissima sia dei progetti e degli allenamenti, sia delle fatiche della gara e della soddisfazione di averla portata a termine, una scommessa, una sfida contro tutti.

Alina Losurdo: A ogni gara ci devo arrivare con la giusta preparazione


Alina Losurdo, la sua tanta passione l’ha portata a raggiungere il suo obiettivo, il sogno si è avverato, l’Ironman di Venezia 3,8km nuoto, 180km bici, 42,195 km maratona, un’impresa portata a termine con entusiasmo, ecco le sue parole: “Grazie a Edith Niederfinger io l'Ironman di Venezia l'ho preparato in soli 5 mesi. Mi sono fermata da metà novembre 2015 fino al 7 gennaio 2016, per curare l'anemia ma lei mi ha aiutato a afferrare il sogno senza mai scoraggiarmi, senza disperdere energie in maratone o altro, mi sono dedicata completamente all'obiettivo delle under 12h al primo Iron, obiettivo presuntuoso ricordando i miei tempi in alcuni mezzi ironman e il percorso in bici si prestava bene alle mie doti ciclistiche, sapevo che potevo osare e pretendere ed è stato così. 11h39' per firmare il diploma da Ironwoman e la qualifica per il mondiale 2017 di 70.3 a Samorin del circuito Challenge  direi che la mia testa, il mio fisico e il sapere di un'atleta importante come Edith mi hanno portato molto lontano e fatto un buon lavoro, se pensi che per quasi 2 mesi in cui mi sono curata non ho mosso muscolo e ho preso 10kg, ‘la depressione sportiva’ dovevo sfogarla in qualche maniera.”

domenica 4 giugno 2017

Alessandro Reali, Passatore 2017: Dal 1° al 99° km non ho mai pensato di mollare

Matteo SIMONE

La 100km del Passatore da Firenze a Faenza, diventa un’esperienza intima.

Racchiude delle sensazioni ed emozioni indicibili e personali, è difficile comprendere quello che accade dentro se stessi durante questa lunga e dura prova, quello che succede durante il lungo percorso di preparazione e avvicinamento, tutto ciò che riguarda l’attesa, dall’iscrizione alla preparazione all’acquisto dei biglietti alla prenotazione dell’alloggio, è una scommessa, tutto ciò fa parte del fantastico e bizzarro mondo delle ultramaratone.
Di seguito Alessandro racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “Ho iniziato a pensare alla 100 km del Passatore dopo qualche anno che correvo le maratone, anche se non nascondo di averla guardata sempre con timore. Il fattore che mi ha spinto a fare l’iscrizione è stato principalmente il fatto che, nonostante chiedessi a tantissime persone che l’avevano già corsa cosa si provasse, io volevo provare in prima persona le sensazioni fisiche e mentali che si provano prima, durante e dopo. Quindi per me la 100 km ha significato conoscere delle sensazioni così personali che nessuno sarà mai in grado di descriverti con le sole parole.”

Translate