mercoledì 12 luglio 2017

Monica Casiraghi, 2010 record Italiano 24h corsa su strada 231.390km

2003 record Italiano 100 km 7h28'

Monica Casiraghi ha ottenuto il record Italiano sulla 24 h di corsa su strada, 231.390 km, il 14 maggio 2010 a Brive-la-Gaillarde (FRA), conquistando anche l'Argento Mondiale ed Europeo. 

Monica vanta tutt’ora il record Italiano 100 km in 7h28' ottenuto il 21 aprile 2003 a Černogolovka, Russia diventando Campionessa Europea.
Inoltre vanta i seguenti altri titoli prestigiosi: 2003 (Taiwan) Campionessa mondiale 100 km; 2005 (Passatore Firenze-Faenza) Campionessa Europea 100 km; 2006 (Winchothen Olanda) Campionessa Europea 100 km; 2007 (Madrid) Vice Campionessa Europea 24h; 2009 (Bergamo) Bronzo Campionato del Mondo 24 h; 2010 (Seregno) Campionessa Italiana 100 km.ù

martedì 11 luglio 2017

Enrico Bonati: Ho sognato, correndo con i migliori atleti in circolazione

Matteo SIMONE 

Lo sport ti permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche soprattutto se a muoverti c’è tanta passione e tanta motivazione che assieme ti portano sempre più in alto come è successo per Enrico che appassionato di corsa e di montagna è riuscito a conciliare le due passioni facendo sempre meglio e riuscendo ad ottenere un posto nella nazionale Italiana di ultra skyrunning partecipando al Campionato Europeo l’8 luglio 2017

Di seguito ci racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Enrico, che sapore ti ha lasciato questo Europeo? Soddisfatto? Avuto problemi, criticità?Questa esperienza non la scorderò mai essendo stato il mio debutto in maglia azzurra in una gara così prestigiosa. Il sapore è più dolce che amaro senz'altro: sapevo di valere 11-12 ore su un percorso così duro e di alta montagna e sono riuscito a fare 11h15m. Tuttavia, ho dovuto soffrire moltissimo per ottenerlo poiché ho patito l'altitudine nelle salite oltre i 3000 metri.”

Paolo Rovera, ultrarunner: Questo Mondiale mi ha lasciato un sapore agrodolce


Partecipare come atleta a un mondiale è sempre qualcosa di eccezionale e straordinario, essere il capitano di una squadra composta di 3 atleti dove diventa determinante l’impegno di ognuno dei tre atleti per la classifica finale di squadra diventa una bella responsabilità per il fatto di motivare ciascuno a dare il meglio di sé e vivere l’esperienza nel miglior modo possibile, di seguito Paolo racconta le sue impressioni a seguito di alcune mie domande.
Ciao Paolo, che sapore ti ha lasciato questo mondiale? Soddisfatto? Avuto problemi, criticità? “Questo Mondiale mi ha lasciato un sapore agrodolce. Ho vissuto intense ed indimenticabili emozioni, come sempre quando ho avuto la fortuna di partecipare ad eventi internazionali indossando la canotta azzurra, ma è rimasto un retrogusto amaro per il pessimo risultato chilometrico. Le incognite e le criticità sono sempre molte quando si affronta una 24 h di corsa... nel mio caso la più grossa si è manifestata con un problema biomeccanico sopraggiunto all'incirca dalla 19^ ora (era come se rimbalzassi sul posto senza riuscire a trasmettere spinta propulsiva in avanti, chi mi ha visto da fuori dice che sembravo come un video alla moviola...) che mi ha fatto perdere parecchia strada, senza contare la maggior fatica ma soprattutto la frustrazione per la sensazione di impotenza. Non posso assolutamente essere soddisfatto: quando scegli di fare sport agonistico spillandoti un pettorale e vieni chiamato dalla Federazione a rappresentare il tuo Paese in una competizione internazionale quello che conta è il risultato (purché conseguito con onestà, sia chiaro). Tutto il resto sono chiacchiere, fuffa. Posso provare a cercare lati positivi (aver dato tutto, non aver mai mollato nonostante le difficoltà, aver visto saltare atleti molto ma molto più quotati di me in una 24 h che rimane pur sempre una competizione imprevedibile... ma quello che rimane è il risultato, lontano dal personal best e al di sotto delle aspettative.”

Gli ultra-camminatori del Team frizzi e lazzi Manfredonia

Matteo SIMONE

Manfredonia sempre più città dello sport e soprattutto di camminatori grazie anche al team frizzi e lazzi walking Manfredonia, il cui ideatore è Michele Spagnuolo che riesce a coinvolgere tante persone, donne e bambini compresi a lunghe camminate con appuntamenti fissi il martedì e giovedì ore 21.00 con partenza Corso Manfredi 303.
Gli ultra-camminatori del Team Frizzi e Lazzi si cimentano sia in distanze brevi e facili aperte a tutti, sia in distanze più lunghe e percorsi impegnativi a cui ci si arriva gradualmente. Tra le ultime imprese vi sono una camminata notturna di poco più di 60km con partenza alle 20.00 da Manfredonia direzione convento di San Matteo attraversando la valle dell’inferno e la cittadina di San Giovanni Rotondo e rientro alle 09,00 del mattino, ultimissima la 100km della litoranea in autosufficienza con partenza da Manfredonia alle 18.00 e arrivo a Rodi Garganico.
Spagnuolo, ideatore del Team Frizzi e Lazzi che riesce a coinvolgere tante persone da accompagnare sia in semplici uscite sia gradualmente alla partecipazione di gare cosiddette estreme quali la 100km.

lunedì 10 luglio 2017

Lorena Brusamento: La mia prima esperienza in un mondiale è stata esaltante

 

Indossare la maglia azzurra da una parte è un’esperienza unica, arricchente, il massimo nella vita di uno sportivo, dall’altra parte richiede tanta responsabilità, pressioni, tensioni. 

Sono tanti i pensieri e le fantasie dell'atleta, non si può fallire, soprattutto per la classifica a squadra dove solo 3 atleti contribuiscono al totale dei chilometri percorsi, con i loro rispettivi chilometri individuali. Di seguito Lorena racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questo mondiale? Avuto problemi, criticità?La mia prima esperienza in un mondiale è stata esaltante: correre con persone di continenti diversi, abitudini diverse, culture diverse, correre con i migliori al mondo in questa specialità così difficile e che ti mette a durissima prova, è davvero esaltante. Io ho avuto qualche difficoltà, per la prima volta ho dovuto fare i conti con un problema fisico che lungo le 24h è diventato così fastidioso da mettermi ko.”

Iolanda Cremisi: Gara di 100km del Passatore, cosa significa?


Una gara di corsa a piedi di 100km cosa può significare? Un obiettivo sfidante? Una meta da raggiungere? Un allenamento per gare più lunghe? 

Per ognuno ha il suo significato, certo si tratta di gare non per tutti ma di persone che vogliono osare, vogliono impegnarsi negli allenamenti, vogliono impegnarsi mentalmente ad avanzare rischiando di non arrivare, mettendo in conto delle difficoltà sempre in agguato, gente che è disposta a correre di giorno e di notte, a mangiare correndo e camminando o fermandosi per pochi secondi o pochi minuti, Iolanda questa passione la condivide con suo marito Gian Paolo Sobrino e con molti altri ultrarunner, di seguito le sue impressioni dopo la classica e mitica gara di 100km del Passatore Firenze Faenza, ritrovo di migliaia di ultrarunner.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te?Il Passatore ha rappresentato per me la gara obiettivo dell’anno. Mi sono allenata e ho affrontato gare di transizione pensando ogni volta a quel sabato pomeriggio di maggio in cui sarebbe partita la mia sfida.  Per quanto mi sia impegnata ero però cosciente di non essere pronta per affrontarla come avrei voluto. Nelle gambe avevo sì una ultra, ma non ancora la distanza sui 100 km. Tenere insieme impegni familiari, lavorativi e sportivi, seppure a discapito di una ridottissima vita sociale, non è sempre facile.”

E’ difficile essere pronti per una gara di 100km, si può sentire abbastanza fiducia di poter riuscire, di potercela fare, di fare una buona prestazione, ma i pensieri che vogliono sabotare ci sono sempre, che ti dicono e se vengono le vesciche? E se ti vengono i crampi? E se qualsiasi cosa. Ma ci si presenta sempre alla partenza per sfidare ogni pensiero e ogni avversità.

sabato 8 luglio 2017

Lo sport che ti fa diventare non qualcuno ma te stesso

Matteo Simone
Lo sport che ti fa diventare non qualcuno ma te stesso che ti mette davanti sempre muri e barriere da superare e aggirare diventando sempre più resiliente.

Bellissime ed emozionanti le parole di Michele Debenedictis premiato per i suoi traguardi e le sue mete sempre più importanti e sfidanti.
Il suo invito è di non attaccarsi a stili di vita non adeguati ma attaccarsi al tram dello sport che ti fa sperimentare di riuscire a raggiungere traguardi piano piano, un passo alla volta, l'invito è salire sul veicoli dello sport che ti fa sperimentate una buona vita con stili di vita adeguati.
Non aspettare il momento migliore, parti ora con quello che c'è, con quello che hai a disposizione.
Lui stesso racconta di aver iniziato con un paio di scarpe di antinfortunistica, ma poi tutto diventa più facile se riesci a sintonizzati con la tua passione, si perché la vita è fatta oltre che di famiglia e lavoro anche di passioni da coltivare per sperimentate benessere e a volte anche performance.
Tutto ciò è possibile non con il solo fisico ma anche von tanto cuore nel fare le cose e anche con una testa che coordina cuore e fisici e che ti fa fare cose che sembrano impossibili.

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