Matteo SIMONE
Lo sport ti permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche soprattutto se a muoverti c’è tanta passione e tanta motivazione che assieme ti portano sempre più in alto come è successo per Enrico che appassionato di corsa e di montagna è riuscito a conciliare le due passioni facendo sempre meglio e riuscendo ad ottenere un posto nella nazionale Italiana di ultra skyrunning partecipando al Campionato Europeo l’8 luglio 2017.
Di seguito ci racconta la sua esperienza e le sue
impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Enrico, che sapore ti ha lasciato questo Europeo? Soddisfatto?
Avuto problemi, criticità?
“Questa esperienza non la scorderò mai essendo stato il mio debutto in maglia
azzurra in una gara così prestigiosa. Il sapore è più dolce che amaro
senz'altro: sapevo di valere 11-12 ore su un percorso così duro e di alta
montagna e sono riuscito a fare 11h15m. Tuttavia, ho dovuto soffrire moltissimo
per ottenerlo poiché ho patito l'altitudine nelle salite oltre i 3000 metri.”
Cosa lasci in Francia e cosa porti a casa? “In Francia lascio una fetta di cuore
perché le montagne sono stupende e immense. Vorrei tornare con calma e
trascorre più tempo lassù. Porto a casa molta consapevolezza sul fatto che so
resistere alla fatica anche in condizioni così estreme. E soprattutto il
ricordo. Ho sognato, correndo con i migliori atleti in circolazione.”
Lo
sport ti permette di relazionarti con il mondo intero, di scoprire sempre più
consapevolezze in te stesso e negli altri.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi? “Ora mi dedicherò come avevo già deciso
precedentemente a corse in montagna e Vertical km. Gare di montagna che adoro
fare nei mesi estivi. Poi prevedo di tornare alle ultra distanze a settembre.”
Come vedi gli italiani Ultra sky? C'è ancora possibilità per te di altre
convocazioni?
“Gli Italiani di Ultra skymarathon potrebbero essere nelle mie corde. Vediamo
di recuperare bene e cosa deciderà la federazione. Sicuramente i grossi
dislivelli mi favoriscono.”
Sentivi la responsabilità di essere anche squadra? “La responsabilità della maglia azzurra
è normale sia presente. Tuttavia è un onore e una gioia portarla e spero di
aver figurato bene. Io ho fatto il meglio che potevo e ho stretto i denti più
che potevo per resistere alla quota.”
Quale è stata la fatica maggiore nelle 11 ore di gara? “Nelle 11 ore di gara la fatica più
grossa è stata la lunghissima salita all'Aguille Pers (3380metri). Dopo 48 km
affrontare una salita di 9 km e 1400 metri di dislivello e giungere a quella
quota è stato durissimo per tutti credo. Tuttavia il posto era magnifico e
dalla cima il panorama mozzafiato.”
Come ti prendi cura di te ora dopo l’europeo? “Ora cercherò di fare una settimana
blanda con giorni di bici e poca corsa. Devo recuperare anche delle ore di
sonno e qualche indolenzimento muscolare. Domenica torno immediatamente in gara
e vediamo come sono le gambe.”
A casa, lavoro, amici, cosa racconti dopo l’europeo? “Sono stati in tantissimi amici/e a
tifarmi. Sono veramente soddisfatto di aver ricevuto così tanto sostegno e
posso solo che ringraziare e continuare a fare il massimo. Ho tantissime cose
da raccontare e analizzare di questo weekend speciale all'europeo.”
La
cosa bella quando riesci e arrivi in alto è la considerazione e l’apprezzamento
delle persone a cui tieni, amici e familiari, la forza e le capacità aumentano
quando hai una rete di persone che fanno il tifo per te, che ti spingono a far
meglio, si acquisisce sempre più sicurezze e autoefficacia. Momenti speciali
con sensazioni ed emozioni forti e intense da elaborare e assimilare e tenere
in memoria per avere sempre carica e entusiasmo al momento opportuno per
continuare a far bene e cercare di andare sempre più in alto.
Per approfondimenti sugli ultrarunner
segnalo Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida di Matteo
Simone (Autore).
Matteo SIMONE
Autore di libri di psicologia e sport
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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