sabato 29 luglio 2017

Francesca Innocenti, Mondiale 2017 24h: Esperienza meravigliosa, un’emozione unica


Alla prima esperienza di un mondiale Francesca porta a casa qualcosa di utile, una grande esperienza, porti a casa tantissimo oltre alla miglior prestazione personale, che quando viene a un mondiale è molto gradita, ma tutto ciò non viene a caso, dietro tutto ciò c’è un grande lavoro individuale e di squadra per curare tantissimi aspetti importanti per il benessere e la performance.

Di seguito Francesca racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mi domande.
Che sapore ti ha lasciato questo mondiale? Soddisfatta? Problemi, criticità?Sono molto soddisfatta della gara che ho fatto. Un’esperienza meravigliosa, di un’emozione unica anche perché la fatica indubbiamente c’è stata ma è andato tutto bene. Parlo sia dei 210 km che sono riuscita a fare che del decorso gara: le gambe sono state bene, ho sempre corso (a parte piccoli tratti di 150 metri di passo stabiliti insieme al mio allenatore Luca Sala a partire dalla sesta ora per preservarmi) e anche di stomaco sono stata bene, per la prima volta in una gara di questo genere. Infatti, nelle precedenti tre 24h che avevo corso, circa dalla 14-esima ora di gara ho sempre avuto nausea e poi vomito, così come a fine gara. Stavolta invece, grazie alle accortezze dello staff che mi ha fatto alimentare costantemente ogni ora anche di notte e anche quando non avevo fame, non ho avuto questo problema. 
Per me, che non mi reputo ancora esperta di 24h, questa è stata una grande scoperta e un grande insegnamento. Le crisi ci sono state, certo, il nostro organismo non è abituato a “prove così estreme”, ma se a distanza di quasi un mese ripenso a questa esperienza, i ricordi positivi sono molti si più di quelli negativi e quando va così dopo una gara sono contenta.
Cosa lasci a Belfast e cosa porti a casa?Porto tutto a casa! Ogni gara mi insegna sempre qualcosa, a livello sportivo ma soprattutto a livello umano. Quando penso al mondiale di Belfast il ricordo della fatica fatta è in secondo piano mentre ho ben impresse nella mente alcune immagini bellissime: i nostri tecnici IUTA e Marcello che mi aspettavano ad ogni giro, pronti ad assistermi nell’alimentazione ma soprattutto a darmi sorrisi, sguardi e parole di incitamento. Porto con me l’immagine degli staff delle altre nazioni mentre passavo in gara davanti ai loro gazebo, è stato troppo bello vedere come si erano organizzati e come anche loro sostenevano i propri atleti. Porto con me la gioia e l’orgoglio di aver rappresentato tutti i miei amici ultra-maratoneti che corrono la mia stessa disciplina, ho pensato spesso a questo onore, soprattutto nei momenti di difficoltà. Quanti atleti avrebbero desiderato essere lì al mio posto? Non potevo mollare!”

Appare ingorda Francesca, ma realtà dei fatti è questa quando sei soddisfatto, quando riesci in qualcosa, devi tenere tutto per te, devi fare un carico esperienziale ed emozionale per riempire i tuo serbatoi interni, e tutto ciò servirà anche un domani per ricordarti chi sei e quello che sei capace di fare.
Hai conosciuto altri atleti di altre nazioni? Curiosità? Sorprese?Più che conoscere ho rubato con gli occhi, ho ammirato i grandi fuoriclasse di questa disciplina e li ho salutati, ogni volta che mi doppiavano. Ricorderò sempre Florian Reus, il campione del mondo della precedente edizione di Torino che ho salutato quasi sempre durante i suoi doppiaggi, Katalin Nagy, la ex campionessa del mondo e Ishikawa, il vincitore giapponese che nell’ultima ora di gara andava velocissimo! Non mi sono resa conto che potesse essere lui il vincitore, perché nelle ultime ore correva veloce anche un americano, vedevo che mi doppiavano entrambi ma non mi rendevo conto di chi fosse in testa. Ho un po’ di rammarico per non essermi congratulata con il vincitore; dopo la gara, un po’ per la stanchezza, un po’ per la voglia di salutare i miei amici di squadra, non mi sono resa conto degli atleti che avevano conquistato il podio, li avrei abbracciati volentieri.”

Bisogna copiare dagli altri, spiare come fanno a fare una perfetta performance, assorbire le loro energie positive, i contesti internazionali permettono di incontrare grandi campioni.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi?Dopo 4 settimane di riposo il Mondiale mi sembra così lontano! Ho staccato di fisico ma soprattutto di testa. Dal 1° Luglio ho fatto solo 4 allenamenti da 12 km e una garettina in notturna di 13 km in una piccola frazione dove lavoro. Domenica correrò con spensieratezza la 50 km del Gran Sasso, la mia prima ultra dopo il Mondiale, sarà bello correre con la mente libera da ogni aspettativa! Mi assaporerò ogni km, mi godrò i bellissimi paesaggi abruzzesi che attraverseremo.

La ciclicità è fondamentale nella vita e nello sport, soprattutto in sport di endurance dove ogni tanto periodo di coccole, autoprotezione e riposo aiutano a rilassarsi e ripartire più carichi e con più entusiasmo, domenica sarò anch’io sul Gran Sasso, ci abbronzeremo insieme con tanti altri ultrarunner.
Come vedi gli italiani ULTRA? C'è ancora possibilità per te di altre convocazioni?Spero tanto di ripetere questa esperienza nel 2018 per gli Europei. Ogni volta che esco a correre il pensiero va alla mia maglia azzurra, così stimata, onorata: sono fiera di essere un’atleta della Nazionale italiana e il cuore mi si riempie di gioia quando racconto la mia esperienza del Mondiale a chi ne è interessato. Ci sono tante ragazze giovani e forti nel panorama dell’ultramaratona, ognuno di noi deve seminare nei mesi successivi, me compresa, dobbiamo preparare il terreno per poi coglierne i frutti nella primavera prossima, all’inizio della nuova stagione, in vista del prossimo appuntamento azzurro!

Parla bene Francesca con nuove consapevolezze, sta seminando bene, sta costruendo la sua personalità da campionessa, non può che continuare su questa strada della performance.
Hai qualcosa in comune alle altre atlete? Vi siete trovate bene? Sentivi la responsabilità di essere anche squadra?Io ero la più giovane della squadra italiana e l’unica a vestire per la prima volta la maglia azzurra. Mi sono sentita emozionata, ma subito a mio agio con i compagni di squadra. In tutta la gara sono stati belli i momenti in cui sono stata affiancata a loro, anche se solo per qualche metro nei momenti dei sorpassi, ci siamo salutati ad ogni giro e detto qualche parola nei momenti di difficoltà. Eravamo gli azzurri, con il cuore che batteva per la nostra Italia, anche quando le gambe e la testa iniziavano a essere stanchi! Per me è stato così e sono certa anche per i miei compagni/e di squadra, sono orgogliosa di appartenere a questo gruppo. Virginia Oliveri l’ho conosciuta direttamente a Belfast, una persona solare, che trasmette allegria e che spero di rivedere presto in qualche ultra! Lorena Brusamento e Luisa Zecchino le conoscevo già, con Lorena ho fatto la 24 ore a Cesano Boscone dove nelle ultime due ore di gara mi è stata vicina per diversi giri e la 12 ore di Franciacorta a cui ha partecipato anche Luisa che avevo conosciuto alla 6 ore di Lavello la scorsa estate. Loro sono i miei esempi, io sono stata onorata di correre al loro fianco con la maglia azzurra, due bellissime persone, semplici, toste e con un cuore immenso!”

In contesti internazionali indossando la maglia azzurra si fa parte di un team Italia, si corre e si gareggia per se stessi e per la squadra, importanti diventano le relazioni tra gli atleti per un obiettivo sfidante e comune.
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara?Ho iniziato a bere acqua e zucchero dopo 20’ di gara, poi solo acqua, un po’ di coca cola, thè caldo di notte o bevande energetiche allungate con acqua quando avevo sonno. Per quanto riguarda invece i cibi solidi ogni ora mi sono alimentata su consiglio di Luca Sala e Stefano Punzo, che mi facevano assistenza con vari alimenti che avevo portato con me, a contenuto glucidico e proteico: pezzettini di biscotti secchi o di formaggio, gallette di mais, cracker e gel. Poi di notte anche patate lesse e brodo caldo con riso.”
Quale è stata la sosta maggiore nelle 24ore?A parte le soste in bagno, mi sono fermata, sedendomi solo una volta al tramonto per cambiarmi i vestiti e per prepararmi alla notte. In quella occasione ne ho approfittato per mangiare patate lesse preparate dallo staff IUTA. Con la stanchezza e la nausea che inevitabilmente dopo tante ore di corsa viene fuori, fanno tanto bene!

Bisogna conoscersi bene per affrontare questi sport prolungati con ore di fatica e di esercizio fisico, comprendere come nutrirsi al meglio.
Come ti prendi cura di te ora dopo il mondiale?Ne approfitto per correre con la mente libera, leggera e per approfondire le mie conoscenze sullo yoga, una disciplina che mi ha incuriosito perché aiuta a migliorare la flessibilità articolare, il rilassamento e la coordinazione tra movimenti e respiro. Ho pensato che tutto questo possa essere molto utile se associato al nostro sport. Nella corsa non è importante solo la forza di gambe, la resistenza e la potenza ma anche la flessibilità di tutto il corpo, anche della parte superiore, così come è importante il rilassamento fisico post-corsa che lo yoga può aiutare. Le mie conoscenze sono ancora non approfondite, posso dire che mi sto documentando on-line, che sono curiosa e che sto iniziando alcune posizioni, le più semplici, associandole al respiro.
Magari approfitterò dell’arrivo dell’autunno per approfondire più seriamente questa conoscenza e fare  un corso con un’insegnante. Inoltre, ho approfittato di questa pausa dalla corsa per tornare a nuoto, altro sport che amo perché molto rilassante e qualche volta in palestra a fare potenziamento.”

Non si finisce mai di imparare, bisogna informarsi e formarsi sempre, trovare sempre più aspetti da migliorare.
A casa, lavoro, amici, cosa hai raccontato dopo il mondiale?Ho avuto molte manifestazioni di affetto per questo Mondiale. Molti abitanti del mio paese natio mi hanno seguito on-line informando i miei genitori della mia risalita in classifica durante le ore del tramonto e  la sera. Alcune mie amiche colleghe di lavoro mi hanno seguito sul sito della gara, mi hanno “aspettato” giro dopo giro per vedermi inquadrata dalla webcam, per vedere se sorridevo oppure se ero seria, in difficoltà. Sono state lì fino a notte fonda e poi all’alba anche io le ho pensate tanto! 
Al mio ritorno al lavoro mi hanno fatto trovare dei palloncini con i colori dell’Italia e uno più grande azzurro con la scritta 'A Francesca, la nostra ultramaratoneta' e un grande mazzo di fiori, che emozione! Invece mia sorella, appeso a una delle terrazze del mio appartamento, mi ha fatto trovare accanto alla bandiera dell’Italia un enorme striscione con scritto 'grande Francesca'. Al mio ritorno da Belfast quando l’ho visto sventolare mi sono stampata il sorriso in faccia e ho pensato 'Io sono la sportiva di famiglia e Linda, mia sorella, è l’artista!
'".

Questo è il bello dello sport, dopo le grandi fatiche, si è accolti e trattati come principesse.

Interviste a Francesca sono riportate nei libri: 

“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura 
“Il piacere di correre oltre” (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
 
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022. 
“Il piacere di correre oltre” a Più Libri Più Liberi. Il tema di quest'anno è "Perdersi e ritrovarsi". 
Ci vediamo a Più Libri Più Liberi presso l’Eur, alla Nuvola, Salone del libro “Più libri, più libero”, mercoledì 7 ore 14.30 al Piano Forum, Stand Regione Lazio L05. 

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