Matteo Simone
Il mondo dello sport è affascinante, riabilitativo, bizzarro, straordinario; lo sport ti rimette al mondo ogni volta con nuove modalità, felicemente e resilientemente, sono tante le persone che attraverso lo sport si sentono vivi o tornano a vivere come succede per tanti ex fumatori, ex obesi, e anche molte persone con disabilità o a seguito di incidenti tragici.
Grazie alla
mia amica ultrarunner Sonia Lutterotti ho avuto
notizia delle imprese di Mauro Tomasi che è stato gentilissimo e disponibilissimo
a raccontare la sua passione, le sue imprese attraverso risposte a un mio
questionario che riporto di seguito.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Dipende da come si interpreta la parola, io non mi
ritengo un campione da podio non sarò mai competitivo con altri, sono solo io
al mondo a fare sport maratone nella mia condizione fisica. Potrei essere un
campione se fossi visto come un esempio per persone che credono anche loro di
riuscire a fare, se ce l’ho fatta io possono farcela anche loro, ma questo non
posso dirlo io.
Io sono solo uno che fa, che si mette in gioco e perlomeno ci
prova. Ho completato più di 50 maratone e anch’ io alla maratona di Roma 2017
ho ottenuto il titolo di campione italiano di maratona in carrozzina nella
categoria T51, i titoli e i risultati servono, ma servono più per dare
credibilità e visibilità a quello che si fa. Se hai degli obiettivi raggiunti
puoi parlare e puoi aiutare, altrimenti chi ti ascolta? Se non sei riuscito ad
ottenere nulla!! Ormai la gente è stufa di parole...solo i fatti contano.”
Un grande Mauro Tomasi, un
esempio per tutti, uno che fa fatti, passa all'azione, non aspetta, non
temporeggia, uno che vuole davvero vivere ogni momento, ogni minuto
sperimentando il più possibile, uscendo sempre più fuori dalla zona di confort,
perché è fuori che si vive davvero.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Dopo l’incidente, ad Ala, dove abitavo io, uscivo solo in carrozzina elettrica, Ala è tutta in salita e pavimentata a ciottoli. Dopo il trasferimento a Riva del Garda nel 2010, ho cominciato a uscire in carrozzina normale per pochi km, aumentando sempre di più e arrivando anche a 50 km e 8 ore di movimento. Più facevo e più mi accorgevo che stavo meglio fisicamente e mentalmente.
Poi ho capito il perché: perché come si sa con il movimento (estremo) si creano le endorfine, che sono un analgesico un antidolorifico naturale molto potente, infatti più facevo e più mi accorgevo che con il movimento stavo meglio, con il movimento sono riuscito a togliere completamente gli antidolorifici. Visto che riuscivo ormai a fare 50 km e stare nei tempi di una maratona, ho deciso di iscrivermi alla mia prima maratona: la International Lake Garda Marathon di 42 km del 12 ottobre 2012, da lì poi ho continuato e continuo tuttora.”
A volte è importante prendere le redini della propria vita, prendere
decisioni anche importanti di cambiamento di vita o di stile di vita,
comprendere quello che è meglio per noi e passare all’azione.
Nel 2000, in conseguenza di un incidente motociclistico, Mauro è rimasto paralizzato dalla cinta in giù, perdendo l'uso del braccio sinistro. Il dopo incidente lo ha vissuto ad Ala fino a maggio 2010, quando ha deciso di trasferirsi a Riva del Garda.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o
alla tua performance? “I fattori che contribuiscono al mio benessere sono
miei interni, quindi durante una gara mi creo degli stati d’animo positivi,
parto entusiasta e do sempre il mio massimo, ormai questo stato riesco a
crearlo facilmente, il mio corpo sa, non devo pensare, lui sa, io devo solo
partire. Nella performance invece dipende molto dal percorso e situazioni meteorologiche (acqua, vento) lo stesso percorso in condizioni meteorologiche diverse per me
cambia completamente. Quindi ogni gara è a se, nella performance.”
E’
importante l’approccio positivo, fidarsi di se stesso, e poi tutto sta a
iniziare, il resto viene da sé.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua
performance? “Nello sport il mio benessere è dato dal mio movimento
estremo che mi crea le endorfine, infatti io vado meglio dopo 3 ore e a volte
anche dopo, il mio massimo lo do lì, a fine gara poi sto sempre bene, non
ricordo di ricordare dolore all’arrivo, stanco sì, ma dolorante no. La
performance dipende molto dai percorsi che trovo, se sono in salita o in
discesa e dalle condizioni meteorologiche che trovo. Per il resto contribuisco
solo io a gestirmi le risorse e le energie necessarie per arrivare alla fine.”
E’
una sorta di auto carica, più mi metto in gioco e più sto bene per quello che
sperimento, per quello che provo, per quello che sento, per quello che riesco a
fare e più voglio fare, un circolo vizioso positivo di benessere e performance.
La gara dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le
emozioni più belle? “In tutte io ho dato il meglio e il massimo di me,
io arrivo quasi sempre nelle 6 ore che è il tempo massimo, quindi non posso mai
rilassarmi. Le emozioni più belle comunque le ho avute alla Maratona di New
York, a Barcellona e Valencia.”
la tua gara più difficile? “La gara più
difficile è stata sicuramente la Maratona di Roma 2015, pioveva ho preso acqua
dalle 5:30 alle 12, cioè prima e durante la gara e in più ho forato 2 volte,
alla seconda foratura ho fatto gli ultimi 3 km con la ruota di sinistra bucata,
ma l'ho conclusa ugualmente sotto il tempo massimo delle 7 ore. L'ho
intitolata la13^ fatica di Ercole…sul mio sito c’è il racconto dettagliato.”
Davvero
un grande Mauro, bellissimi i suoi racconti e i suoi aneddoti, bizzarri e
impensabili, una buona compagnia per chi ha un periodo buio di stress o di
tristezza, bisognerebbe frequentarlo.
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione
che ce la puoi fare? “Non mi sono mai ritirato da nessuna gara, fino ad ora
e ne ho fatte più di 50. Una volta in una scuola un ragazzo mi fece questa
domanda che è simile: “visto che ha trovato pioggia, e molto vento perché non
si è ritirato? “Ho risposto cosi: “I vincenti non mollano mai, i perdenti
mollano sempre”. Spero che questa mia affermazione se la ricordi in futuro e
“la usi” se dovesse averne di bisogno. Anch’io a volte ho bisogno…e penso a
questo e vado avanti, avanti e avanti. Vietato fermarsi.”
E’
nelle difficoltà che esce fuori il carattere, che la persona si conosce di più,
che apprende dalle difficoltà della vita, se ogni volta ti fermi rimane come
sei, non si impara mai.
Un episodio curioso o divertente della
tua attività sportiva? “Un episodio che ricorderò sempre è stato durante il
finale della maratona di Valencia, in Spagna. Lì, causa vento e per la rottura
dello schienale della carrozzina, dopo la mezza, cioè dopo i 21,095 km, ho perso
molto tempo, sono arrivato all’arrivo 20 minuti dopo il tempo massimo delle 6
ore. Pensavo di non trovare più nessuno, invece mi hanno aspettato e ho fatto gli ultimi 300 metri del finale con dietro di me tutti gli organizzatori
della maratona che mi incitavano…poi ho tagliato il traguardo con uno striscione
sul quale c’era scritto: 'El ultimo esfuerzo tiene recompensa', non ho mai
avuto un accoglienza all’arrivo cosi…sembrava che fossi arrivato primo…con
intervista e congratulazioni varie, indimenticabile!”
Mentre
leggevo questo aneddoto mi veniva la pelle d’oca, Mauro trasmette davvero
entusiasmo, vitalità attraverso la fatica immensa e infinita, attraverso la
gioia di vivere e sopravvivere, di arrivare sempre in ogni modo, qualcosa di
fantastico.
Quali sono le sensazioni che sperimenti facendo sport? “Le sensazioni
sono di benessere, la mia base è proprio per stare meglio, sento meno dolori e
mi fa sentirmi meglio, sia fisicamente che psicologicamente. Si è a contatto
con molte persone, si condividono esperienze con persone che hanno la stessa
passione…la corsa…io la pratico in modo diverso, ma alla fine il risultato è
uguale. Si parte e si arriva.”
Lo
sport, la corsa, sono medicine, e terapia, benessere fisico e mentale,
benessere emotivo e relazionale, da far prescrivere a tutti uomini e donne, grandi
e piccoli.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare
attenzione nel tuo sport? “Le difficoltà per me sono sicuramente spingere la
carrozzina con un braccio solo, specialmente su certi tipi di percorsi, o in
salita, o con pendenze laterali, lì le ruote anteriori seguono la pendenza
laterale, devo frenare uno e spingere l’altro per andare diritto. Se piove poi
è ancora peggio perché in questo caso non riesco più a manovrare e spingere la
carrozzina, si bagna il guanto e aderisco poco sui 2 volani spingi ruota, io ne
ho 2 sul lato destro e per andare diritto devo sempre spingerli assieme e a
volte freno uno e spingo l’altro…tutto con la stessa mano comunque, non è
facile con il guanto asciutto, se bagnato in discese ripide è impossibile, devo
andare pianissimo, oppure farmi tenere indietro da qualcuno. Attenzioni
particolari nelle gare anche se sono assieme a podisti non ne ho, riesco a
convivere con loro, mi muovo bene, anche perché io in media faccio dai 6/8
all’ora in pianura, in discesa anche di più ma non ho mai avuto nessun problema
in nessuna gara. Altre attenzioni devo farle solo su di me, io non avendo
sensibilità in varie zone del corpo devo “controllarmi” e molto spesso
ricontrollarmi che non abbia niente che mi rechi compressioni o danno.”
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti inducono
a fare una prestazione non ottimale? “Fisiche
porrebbero essere un eccessivo sforzo prolungato se trovassi un percorso in
salita, sconnesso e per me difficile. Ambientali con vento e acqua, sicuramente
se trovassi questi 2 assieme sarebbe molto dura, gli ho trovati ancora e so la
fatica che ho fatto.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Per prima cosa
mi piace, poi è un benessere fisico e psicologico, sono a contatto con molte
persone e posso anche essere di esempio, dare un input a tanti per credere o
ricredere in loro stessi. Se sono riuscito io a fare tante “cose” nella mia
condizione fisica, potrebbe farcela chiunque se si impegna. Volendo si possono
fare tante cose che sembrerebbero impossibili, solo perché nessuno le ha mai
fatte non significa che non si possano fare…io non ho avuto nessun modello da
seguire, nessuno ha mai fatto maratone con un braccio solo…eppure io lo ho
fatto…cominciamo a provare a ragionare con la nostra testa e metterci in gioco
in discussione…e soprattutto proviamo a fare…se alla fine non si ottiene il
risultato pazienza, si cambia, si fa qualcos’altro.”
Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni? “La crisi nella fase
dopo incidente, durata circa 9 anni, l’ho superata trovando 'L’input' per
ricredere nella vita, vedendo persone che erano messe molto peggio di me
fisicamente, ma psicologicamente messe meglio, mi riferisco a tetraplegici e
varie malattie degenerative, loro erano felici, entusiasti, nonostante che
tanti non si muovevano per niente. Questo si può
notare dagli occhi, le persone felici hanno gli occhi lucidi, le persone tristi
gli hanno spenti opachi, se guardo anch’io le mie foto fino al 2009 erano
spenti. Vedendo loro ho cambiato anch’io la visione di quello che mi è successo
da negativo in positivo, accettando quello che mi era successo come
un’opportunità, un’occasione diversa di vivere la vita. E li veramente ho
cominciato a vivere, accorgendomi di quante cose avrei potuto fare nella mia
“nuova occasione” che mi è stata donata, il mondo cambia solamente se cambiamo
noi e le nostre decisioni e convinzioni in questo sono determinanti. “Non
importa come sia una persona fisicamente, dove viva, cosa faccia o dovrà fare,
importa solo quello che vuole essere e come vuole stare”, se vuole stare bene
starà bene, se vuole stare male starà male, la scelta è solo sua.
Le nuove
scelte e decisioni, mi hanno portato a delle fasi di cambiamento volute, il mio
trasferimento da Ala dove vivevo prima dell’incidente a Riva, ho voluto anche
avere altre fasi, sia nello Sport, con più di 50 Maratone ed eventi sportivi, e
dal 2016 sono anche ritornato a scuola, frequentando le scuole serali, se uno
vuole può “fare”, basta che lo voglia, o almeno che ci provi. Tante volte non
si apprezza e non si dà valore a quello che si ha, oppure se ne accorge solo
quando non si ha più, 'c’è chi ha tutto e non ha niente e c’è chi non ha niente
e a tutto'. Le sconfitte, si vivono come qualchecosa di non riuscito, di un
obiettivo non raggiunto, non sono un problema, anzi servono per migliorare e
cambiare.
Infortuni ne ho avuti molti, d'altronde io faccio cose estreme e
basta che non mi accorga di un piccolo dettaglio per recarmi danno. Nel 2016 ho
fatto 4 mesi di ospedale per 2 piaghe da decubito, causate da un cuscino bucato
sul quale ci ero seduto sopra e dallo schienale, inclinato troppo. Ma ho
passato anche questi incidenti…e non ci penso…se dovessi stare attento a tutto
per tanti non dovrei nemmeno muovermi, dovrei usare solo la carrozzina
elettrica e non fare nulla, come fanno tanti nella mia situazione di disabilità.
Io sono l’unico al mondo “riconosciuto” iscritto alla FIDAL (normale) e CIP Paralimpico
a fare gare su pista maratone, con una carrozzina normale monoguida, che spingo
con un braccio solo, non ho mai avuto modelli simili a me per poterli “copiare”
o prendere spunto. I nostri limiti sono nella nostra testa e tante volte sono
fatti da altri.”
Bella testimonianza di una persona resiliente che ha
sperimentato una crescita post traumatica, un esempio per tanti.
Un messaggio per avvicinare persone allo
sport e per sconsigliare l’uso del doping? “Il mio
messaggio che voglio dare è che lo sport deve essere accessibile a tutti, o
meglio a tutti quelli che possono farlo, per fare sport uno deve essere
fisicamente apposto con un certificato medico che specifichi che può farlo. Una
volta che uno è apposto deve essere lui a decidere come farlo e con quale
mezzo, stando ai regolamenti naturalmente. Lo sport deve essere anche
divertimento, capisco che la competizione e il “podio” è alla base dello sport.
Senza competizione non esisterebbe nemmeno. Ma se non si hanno le
caratteristiche e le potenzialità da podio è giusto praticarlo ugualmente,
dando comunque il proprio massimo, come nel mio caso. Non bisogna per forza essere
da podio, tanti si dopano per avere più risultati, ma non sono più loro! Purtroppo
si rovinano, si prendono in giro da soli.”
Le
istituzioni e gli organizzatori devono invogliare e agevolare le persone a fare
sport devono mettere a disposizione dei cittadini strutture e mezzi per tutti.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Ma i primi tempi
essendo un unicità mi chiedevano perché lo facevo, non c’era nessuno che lo
facesse, come sono tuttora l’unico, che fa maratone con una monoguida, che
spinge con un braccio solo. Ora invece la domanda che mi fanno chiunque mi
incontra è: “quando fai la prossima maratona”. Ormai sono abituati a vedermi
come un maratoneta, per tanti io sono uno sportivo che fa maratone, ed è
diventata anche la mia identità.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Ho scoperto dopo l’incidente, quando ho ricominciato
a fare sport, potenzialità che non sapevo di avere. “
Riesci a immaginare una vita senza lo sport? “Lo sport come lo
vivo io ormai è una filosofia di vita, io per sport non mi riferisco solo alle
gare e competizioni ufficiali, ma al movimento, più o meno intenso, che faccio
io con la mia carrozzina su strade e ciclabili della mia zona. Se posso lo
faccio tutti i giorni, minimo faccio 10 km ogni giorno, oppure il mio solito
giro di 18/20 km, il giro “della busa” che sarebbe: Riva del Garda/Torbole/Arco
e ritorno, tante volte lo faccio anche 2 volte e oltre, dipende da cosa voglio
fare. Oppure aggiungo altri percorsi.”
Hai mai pensato di smettere di essere atleta? “Per il momento
no, sono stato fermo per vari periodi, ma poi ho sempre ricominciato e penso
che finché ce la farò andrò avanti.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per
quali aspetti e in quali fasi? “Ma la figura
dello psicologo nello sport può essere utile in tanti casi, se l’atleta sta
passando dei momenti negativi o di insicurezza e vuole una mano per ritornare
un Atleta. Oppure ha bisogno di più autostima, di credere di più in lui, nelle proprie
capacità. In tutti i casi un bravo psicologo può sicuramente aiutare. Questo
comunque è molto soggettivo e dipende da come è la persona e ogni caso è unico
e va trattato singolarmente.”
Prossimi obiettivi? Sogni
realizzati e da realizzare? “I miei prossimi obiettivi sono naturalmente maratone,
al 5 di agosto 2017 sarò alla maratona del lago d’Orta, poi a fine settembre se
mi danno la conferma alla maratona di Varsavia, sto ancora aspettando una loro
risposta. Poi farò a ottobre la nostra del lago la International Lake Garda
Marathon, la mezza di Riva del Garda a novembre e poi penso basta per quest’anno.
Sto valutando di rifare la patente e comperarmi un furgone che possa guidare
direttamente in carrozzina. Se riuscirò a realizzare anche questo potrò fare
più progetti e gare, avrò più autonomia e potrò spostarmi anche da solo, ora ho
bisogno sempre di qualcuno che guidi e mi accompagni.
Ne ho cose da fare, sto
facendo anche le scuole serali: la 3^ geometri. Sogni ne ho realizzati tanti,
tra i più belli ricordo la prima maratona che sono riuscito a fare, che è stata
la International Lake Garda Marathon del 12 ottobre 2012. Poi un altro sogno è
stata la maratona di Roma nel 2013, poi la maratona di New York nel 2014, e per
finire riuscire a essere Campione Italiano di maratona in carrozzina nel 2017
nella categoria T51 del Paralimpico, con la mia carrozzina monoguida, non con
una OLIMPICA…non avrei mai pensato di ottenere tutto questo all’indomani del
mio incidente del 2000…pensavo che la mia vita fosse finita! Invece ho ottenuto
più in questa mia condizione di vita che prima da normodotato. Obiettivi più
avanti ne aggiungerò ancora, ma per il momento penso che ne ho anche troppi.”
Grandissimo,
spero di incontrare Mauro in qualche gara e dargli una mano facendo un po’ di
strada insieme e aiutandoci a vicenda, insieme è meglio, fidarsi e affidarsi,
questo è lo sport sano.
C’è
sempre un nuovo inizio, basta capire come e organizzarsi con nuove
consapevolezze.
Per approfondimenti sugli ultrarunner
segnalo: Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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