Matteo SIMONE
Nella vita ci sono momenti e treni, ci sono momenti per giocare e momenti per competere, momenti per pensare al divertimento e momenti per pensare alla performance, importante è cavalcare sempre il momento presente, seguire la direzione che vogliamo prendere verso mete e obiettivi sfidanti ma raggiungibili per sperimentare benessere fisico e mentale.
Di
seguito Lara La Pera ci racconta la sua esperienza di atleta attraverso
risposte a un mio questionario.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Ho finito da poco di leggere, anzi di
divorare uno dei tuoi libri….Ultramaratoneti e gare estreme....È stato
bellissimo conoscere l'anima e il cuore di chi fa quello che faccio io….Tra
pochi giorni correrò una gara veramente estrema, Etnatrail 90km, che lo
scorso anno non ho concluso….Farò tesoro di tutto quello che ho letto. E’ stato l’unico ritiro della mia vita…che ancora mi brucia. Ma alle
volte ritirarsi è da saggi, andare avanti a oltranza è da stupidi. Ho appena
realizzato un sogno…la settimana scorsa ho corso la Tuscany Crossing 103Km,
gara che preparavo da mesi e che speravo di chiudere in 12h30’. Ero consapevole
che era un tempo molto ambizioso ma non impossibile. Ho tagliato il traguardo
dopo 12h30’18’’.”
Concordo con Lara, non mollare va bene ma è importare sapersi
monitorare, comprendere se durante una gara c’è una crisi solo mentale o una
crisi fisica che può compromettere un muscolo, o altro organo cardiaco o renale,
o qualcos'altro, si può fare tutto, superare i limiti ma con estrema attenzione
e prendendosi cura di se stessi. Lo sport da tanto e a volte toglie anche.
Il 22 aprile 2017 si è svolta la ‘Tuscany Crossing 100 km trail’ e il vincitore è stato Carlo Salvetti in 9h09’44”, precedendo il francese Franck Manivoz 10h14’48” e Daniele Donna 10h17’01”.
Tra le donne ha vinto Simona Morbelli in 10h49’26”, precedendo Elisabetta Lenotti 11h50’19” e Lara La Pera 11h53’34”.
Successivamente, il 23 luglio 2017, Lara ha corso il ‘4° Etna Trail 94km’, il cui vincitore è stato Mirko Muscia in 13h20’52”, precedendo Marco Visintini 13h26’05” e Paolo Massarenti 13h27’17”.
Tra le donne, la vincitrice è stata Cecilia Poci in 16h33’06”, precedendo la svedese Susanne Olvback 17h10’58” e Lara La Pera 17h14’57”.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? “Ho iniziato a fare sport a
livello agonistico a 12 anni….ne ho 41 e non ho ancora smesso. Ho iniziato con
la pallanuoto, poi nuoto in acque libere e a 30 anni sono passata dall’acqua
alla terra ferma, dedicandomi esclusivamente alla corsa. Ho iniziato subito a
correre maratone con risultati soddisfacenti, poi mi sono dedicata alla corsa
in natura (trail) su lunghe distanze.”
Nello sport quali fattori contribuiscono al benessere e
performance ? “Stare bene fisicamente e soprattutto mentalmente.”
Per
continuare a portare avanti una passione è importante sperimentare benessere
fisico e mentale, è importante avere sempre buone sensazioni fisiche e
percepire benessere mentale, serenità, entusiasmo, fiducia in sé, condivisione
con familiari e amici,
Un episodio divertente della tua attività sportiva? “Mi diverto molto quando
sulle lunghe distanze dopo metà gara…da lontano avvisto mio marito e lo
raggiungo. Lui è più veloce di me, ma io sono più resistente e sulle lunghe
distanze ha la meglio chi va piano e resiste.”
Le donne alla lunga si dimostrano più brave, resistenti, resilienti,
sembrano avere una marcia in più rispetto all’uomo, succede che in gare di
endurance vincono donne.
Quali
capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nello sport? “Pratico corse sia su strada
che in montagna oltre i 50km, quindi è fondamentale avere pazienza, saper
andare piano quando l’adrenalina è alle stelle, ed essere fisicamente
progettato per resistere. E’ vero che la resistenza va allenata…ma secondo me
c’è una grande predisposizione fisica e mentale all’endurance. Nel senso che ci
sono persone che praticano uno sport, esempio corsa o bici, e un bel giorno
cominciano ovviamente ad incrementare i km in allenamento per migliorare la
loro resistenza a fare i “lunghissimi”. Io funziono esattamente al
contrario….corro tanto tutti i giorni da sempre. La mia prima gara di corsa nel
2007 è stata una maratona. Se per caso mi
passa per la testa di fare una mezza maratona, per qualche settimana mi devo
impegnare a correre meno e a fare allenamenti più brevi e brillanti…cosa che mi
riesce difficilissima! Non mi spaventa assolutamente un allenamento di 30km a
5min/km…..ma otto ripetute da 1km a 4min/km potrebbero togliermi il sonno!”
E’ vero ognuno ha una predisposizione fisica e mentale per certe cose,
ognuno è un po’ programmato geneticamente e un po’ nel corso della vita ha
imparato a faticare in un certo modo e sa come funziona in allenamento e in
gara, pertanto l’autoconsapevolezza aiuta a fissare mete e obiettivi e a
predisporsi per trasformare sogni in realtà, questo diventa importante per gli
allenatori che hanno davanti a loro non semplici persone che vogliono
migliorare o vincere ma un mondo che va compreso, aiutato, sostenuto prima di
preparare qualsiasi scheda di allenamento.
Come dice Lara nello sport di
endurance ci vuole tanta pazienza, avere un approccio meditativo e saper
gestire l’attesa, devi capire che hai davanti tante ore di competizione e
quindi non puoi essere esuberante, superbo, impulsivo devi tenere a bada te
stesso e avanzare centellinando le tue energie.
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Per me la corsa è vita,
libertà, sfuggire al tempo che trascorre inesorabile. Da bambina i miei
genitori mi chiamavano “Moto perpetuo” perché non stavo mai ferma. A 41 anni
credo che la mia natura sia ancora quella.”
Meno male che da piccola i genitori non hanno somministrato farmaci a
Lara per tenerla buona, per cercare di fermarla, ognuno ha i suoi tempi, i suoi
spazi, le sue modalità di essere al mondo, le sue curiosità, e ben venga uno
spirito libero che sperimenta alta vitalità con intensità e con passione.
Quali sensazioni sperimenti nello sport? “Corro tutti i giorni innanzitutto per me stessa,
poi per raggiungere determinate prestazioni sportive. Correre mi da un senso di
benessere mentale e fisico aldilà dell’agonismo che comunque ha sempre avuto un
aspetto importante per me nella pratica dello sport.”
A
cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? “La corsa in
natura ed in particolare in montagna è soprattutto rispetto assoluto della
natura che comunque vince sempre. Quindi bisogna rispettare determinate norme
di sicurezza e valutare sempre le proprie condizioni fisiche prima di
imbattersi in corse di 50/100km che ti portano spesso oltre i 2500m di
altitudine. Personalmente sto molto attenta in montagna alle discese, quelle
troppo tecniche e ripide mi fanno un po’ paura….quindi penso prima alla mia
sicurezza e poi all’avversario che mi insegue.”
Va
bene tutto, ma come dice Lara con estrema attenzione e consapevolezza delle
proprie capacità e i propri limiti, anche il Re della 100km Giorgio Calcaterra
mi disse che lui teme le gare di ultratrail perché in discesa non vuol
rischiare e poi perché c’è sempre il rischio di sbagliare strada e perdersi.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport? “La vita è movimento, non è
staticità. La vita è luce, aria, è il cuore che batte, è avere un obiettivo e
lottare per raggiungerlo facendo anche grandi sacrifici. La vita non è
ipnotizzarsi su quei dannati smartphone…quella è una vita finta, virtuale.
Arriveranno a quarant’anni che avranno messo milioni di “mi piace” su facebook
e non sapranno mai cosa sono le emozioni vere. Quando a 13 anni giocando una
partita di campionato a pallanuoto, ho segnato il mio primo gol….ho provato
un’emozione che mi è rimasta appiccicata all’anima e che probabilmente ha
contribuito a fare di me quella che sono oggi. Avevo fatto tanti sacrifici per
guadagnarmi quel posto da titolare ed ero pure riuscita a contribuire alla
vittoria della mia squadra…..era un motivo per continuare con lo stesso
impegno, anzi di più….perché mettere la palla in rete mi piaceva da morire.”
Lara con i suoi racconti mi aiuta a spiegare una delle quattro fonti
dell’autoefficacia che consiste nelle precedenti esperienze di successo, nel
caso suo è il suo primo gol all’età di 13 anni, questa è un’esperienza che non
va mai dimenticata, sempre tenuta a memoria, ogni tanto bisogna chiudere gli
occhi e visualizzare quell’esperienza e sentire in quel momento le sensazioni
sperimentate, che rappresentano la seconda fonte di autoefficacia.
Ritieni lo psicologo dello sport? “Sicuramente può essere
utile per gli adolescenti e per gli atleti professionisti che subiscono
quotidianamente fortissime pressioni che alle volte li può spingere a errori
clamorosi come l’uso di sostanze dopanti.”
Vero, non bisogna aspettare di avere problemi quali l’ansia di
prestazione per rivolgersi allo psicologo dello sport ma ci deve essere una
mentalità predisposta al lavoro mentale che aiuta a gestire sconfitte,
infortuni ma anche vittorie, aiuta a pianificare, programmare, valutare e
modulare mete e obiettivi con atleta e allenatore e tanti altri aspetti da
curare.
Qual
è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Sono nata e cresciuta in
Sicilia, ho sempre vissuto sul mare, da bambina i miei genitori mi portavano
sempre e solo in vacanza al mare….la montagna non la prendevano nemmeno in
considerazione. Adesso in età adulta ho affrontato corse su montagne difficili
come il Monte Bianco o le Dolomiti, percorsi over 100km completamente sola di
giorno e di notte…raggiungendo sempre il traguardo. Per noi “Gente di mare” che
ci alleniamo su colline alte 500/600m non è una cosa scontata.”
Più dura è la lotta, più grande è il trionfo, questo sembra essere il
motto di Lara nello sport e nella vita. Sembra essere molto resiliente, decisa,
determinata, sa quello che vuole e come ottenerlo.
Quali sono le
sensazioni relative a precedenti esperienze di successo? “Quando una gara va bene sono sempre molto
soddisfatta ma non sono il tipo di persona che spiattella i suoi successi su
Facebook o ne parla…e qualche gara nella mia vita l’ho anche vinta. Ma credo
che la gloria più intensa sia quella che si assapora in completa solitudine.”
Hai un modello di
riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Mio padre che non c’è più ….lui mi
ha insegnato ad amare il movimento, lo sport, la competizione.”
C’è una parola o
una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci e impegnarti? “Einstein e il calabrone: 'La struttura alare del calabrone, in
relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso'.
Ogni tanto faccio il calabrone….e spesso ci riesco a volare!”
A
volte i limiti sono mentali, soprattutto nella nostra cultura occidentale dove
tutto è stabilito, si sa dalla nascita quello che possiamo e dobbiamo fare,
come dobbiamo essere.
Come hai superato
eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà? “Ho avuto solo un infortunio nella mia
carriera sportiva ed è stato molto lungo. Un banale strappo muscolare non è
stato diagnosticato nel modo giusto e mi ha costretta a uno stop di 5 mesi…in
quel periodo mi sono un po’ depressa perché non né venivo fuori a causa del
medico che non aveva capito assolutamente nulla. Poi un bravissimo preparatore
atletico mi ha tirato fuori da questo tunnel di incomprensione del problema e
mi ha ridato fiducia in me stessa. Da allora ho iniziato a studiare molto per
cercare di capire quali sono tutti i processi meccanici e fisiologici a cui il
nostro corpo va incontro quando corriamo. La comprensione del problema e la
conoscenza mi hanno dato la serenità per andare avanti, superare l’infortunio e
ripartire. Adesso in generale nello sport e nella vita se ci sono dei momenti di difficoltà, invece di andare
avanti a oltranza, mi fermo e cerco di capire. Se capisco mi sento padrona
della situazione e riesco a gestirla.”
Quando c’è un problema, una difficoltà, una crisi, si tratta di fermarsi e organizzarsi, comprendere quello che c’è e capire cosa fare per poter risolvere con pazienza e cercando aiuto adeguato.
Un’intervista a Lara è riportata nel libro “Cosa
spinge le persone a fare sport”, edito da Aracne.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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