A Manfredonia ho presentato il mio libro
Ultramaratoneti e gare estreme,
Prospettiva editrice,
con l’ospite di eccezione il Campione Italiano
di Maratona Dario Santoro.
Nel mio libro sugli Ultramaratoneti e gare
estreme a pag. 49 riporto la vittoria del titolo Italiano di maratona di Dario che
ha scoperto la passione della corsa grazie al suo professore di educazione
fisica della scuola superiore: “Abbiamo
iniziato a fare degli allenamenti extra scolastici 2 volte a settimana,
vincendo il titolo regionale scolastico e approdando alle nazionali”.
Lo sport ti fa uscire all'aperto, allo
scoperto, ti fa mettere in gioco senza sé e senza ma. Lo sport ti rende
protagonista, sia che vinci sia che arrivi ultimo, tanti i protagonisti ad
Adelfia in occasione della “Correndo tra i vigneti” una gara di circa 9,300 km
i cui vincitori sono stati i giovanissimi Dario Santoro con l’ottimo crono di
28’10”, già campione Italiano di Maratona nel 2015 e tra le donne Viola Giustino,
la fortissima atleta pugliese residente a Cassano delle Murge.
Tra i tanti protagonisti il grande
ultrarunner centista Giorgio Calcaterra sempre umile e disponibile capace a
fine gara di rifare il giro per accompagnare l’ultimo atleta arrivato, il
grandissimo Lomuscio Eligio, oramai tra di loro c’è feeling, si può dire che si
vogliono bene, questo è lo sport che vogliamo, già nel 2016 in occasione della
maratona di Roma, Calcaterra dopo aver terminato la sua performance, ha rifatto
la maratona avendo promesso di accompagnare l’ultimo atleta arrivato e anche in
quell’occasione Eligio Lomuscio fu l’ultimo arrivato, il grandissimo atleta
della società “la Barletta Sportiva” che ho incontrato a Barletta in occasione
del convegno sul cammino, così come ho incontrato la grandissima coppia di
ultrarunner Angela Gargano e Michele Rizzitelli.
Altro protagonista, alla “Correndo tra i
giardini”, la mia sorella Giovanna che a 50 anni ha indossato il completino
della società “La Sbarra & I Grilli” e ha iniziato a correre trovando tanti
benefici.
Di seguito approfondiamo la conoscenza del
vincitore Dario, attraverso risposte a mie domande.
Ti sei sentito campione almeno un giorno
della tua vita o sempre un comune sportivo? “Secondo il mio punto di vista ogni persona che pratica sport
è un campione, perché si mette in gioco con se stesso! Io personalmente non mi
sono mai sentito un campione, ma sempre un comune sportivo, certo con qualche
abilità un po’ più spiccata rispetto ad altri miei coetanei, però sicuramente
mi sento sempre un ragazzo a cui piace praticare lo sport per il proprio
benessere e per sfidare le mie capacità fisiche!”
Vero, campioni significa anche solo
mettersi le scarpe e partecipare, una grande sfida, faticare divertendosi,
partire e arrivare.
Come ha contribuito lo sport al tuo
benessere? “Lo sport è un
toccasana naturale, che non ha medicinale e cure imitabili, per raggiungere il
proprio benessere fisico e mentale! A me personalmente lo sport ha contribuito
tanto per il mio benessere mentale e fisico, soprattutto perché ti trasmette una forte
autostima, e ti da quella marcia in più di guardare tutte le cose della vita
con gli occhi diversi e in modi diversi, cioè ti trasmette tanto ottimismo, e
tante motivazioni!”
Lo sport diventa una terapia naturale meglio di tanti
farmaci, diventa un addestramento alla vita, incrementa consapevolezza nei
propri mezzi e proprie capacità, incrementa fiducia in sé, aiuta a stare al
mondo con una visione positiva e propositiva, a stare con gli altri
confrontandoti e condividendo gioia e fatica.
Come hai scelto il tuo sport? “Premetto che ho iniziato a praticare sport a 5 anni, anche
perché mio padre è un grande amante di sport, la corsa l’ho iniziata a
praticare all’età di 16 anni però facevo solo gare a livello scolastico, perché
il mio chiodo fisso, come per la maggior parte di ragazzi era il calcio,
infatti l’ho praticato da 6 anni fino a 18 anni! La mia scelta verso questo
mondo ‘la corsa’ è stata una scelta dettata da delle forte motivazioni che ti
riesce a dare ogni volta che ti alleni oppure ogni volta che affronti una gara!
L’ho scelto anche perché grazie al mio professore di educazione fisica della
scuola superiore che frequentavo, abbiamo iniziato a fare degli allenamenti
extra scolastici 2 volte a settimana sotto la sua guida, con i miei amici di
squadra, vincendo anche il titolo regionale scolastico, approdando alle
nazionali, e da lì ho capito che forse dovevo dare un po’ più importanza a
questo sport che mi regala emozioni e sensazioni fisiche che il calcio o
qualsiasi sport di squadra non ti riesce a regalare!”
Si inizia con il
gioco e poi si può scoprire di avere talento e che tale talento può essere
coltivato con passione e motivazione e può dare ricchi frutti, come sta
succedendo per Dario. All’inizio c’è bisogno di qualcuno che ti indirizza, che
può essere un genitore, un professore, insomma qualcuno che si prenda cura di
te, che ti prenda a cuore, che intravede delle qualità da coltivare e poi il
resto viene da solo con la passione, le emozioni che si sperimentano.
Nella tua disciplina quali difficoltà si
incontrano? “Nella mia
disciplina si incontrano diverse difficoltà come in ogni sport, che sono
infortuni, momenti dove le motivazioni vengono meno a causa di periodi dove i
risultati non arrivano, e allora e lì che entra in azione la forza mentale
dell’atleta e la caparbietà, che non ti fa mollare! Ad esempio in una maratona,
distanza dove mi cimento da pochi anni, si incontrano difficoltà a livello
fisico, che possono essere crampi muscolari, oppure crisi di fame, o carenza di
zuccheri, queste difficoltà non le ho ancora conosciute e spero di non
conoscerle mai, tranne i crampi muscolari che ho avuto nella mia ultima
maratona, con i quali ho dovuto convivere per ben 11 km che sono i chilometri
più fondamentali della gara cioè gli ultimi. Lì è scattato in me la forza mentale
di non mollare e cercare nello stesso tempo di rilassarmi e portare a termine
le fatiche! Per questo dico, che nella corsa il 70% dalla performance è frutto
della forza mentale dell’atleta, della giusta e corretta alimentazione, e del
proprio benessere fisico!”
Come spiega Dario, tanta testa, tanta
forza di volontà, tanta resilienza per fare sport e sperimentare sia benessere
che performance e curare tantissimi aspetti, non
solo talento e allenamenti fisici ma anche affidarsi ad un appropriato
allenamento mentale e a un corretto stile di vita che comprenda un’alimentazione
sana e idonea.
Quale alimentazione segui prima, durante e
dopo una gara? “Di solito io
seguo un’alimentazione abbastanza corretta grazie anche al lavoro del mio amico
Nutrizionista Atanasio De Meo che da anni mette a disposizione la sua
professionalità e competenza per far sì che arrivi in gara nelle migliori
condizioni fisiche a livello alimentare! Certo l’alimentazione varia a seconda
della gara che affronto e della distanza che c’è da fare, ad esempio prima di
una gara di 10 km mangio a colazione un thè con un caffè con 4 fette biscottate
accompagnate dal miele o marmellata, oppure un pezzo di crostata alla
marmellata, poi a pranzo mangio un primo fatto da carboidrati 100-120-grm di
pasta o in bianco o con il sugo, con un po’ di proteine mentre a cena rimangio
i carboidrati con proteine! E la mattina prima della gara faccio una colazione
un po’ più abbondante se la gara è verso l’ora di pranzo! Post gara mangio
sempre o un po’ di carboidrati o proteine accompagnato a volte anche da un
dessert! Se devo affrontare una maratona, eseguo durante la settimana che
precede la gara una alimentazione fatta da i primi 3 giorni di scarico di
carboidrati, mentre a metà settimana faccio il carico di carboidrati
mangiandoli sia a pranzo che a cena, accompagnati sempre da un po’ di proteine
e frutta e verdura!”
Dario ha le idee
chiare, non improvvisano, sanno che per eccellere deve andare tutto alla
perfezione e non devono trascurare il minimo.
Quali sono le condizioni che ti hanno
indotto a fare una prestazione non ottimale? “Per fortuna fino ad ora quelle poche volte che è successo
sono state cause dovute a cadute oppure infortuni rimediati durante la
prestazione come slogature oppure forti crampi muscolari!”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “In
un’occasione mi sono trovato avanti ad un bivio, se continuare a fare questo
sport o meno, scelta dettata dai numerosi infortuni e da un infortunio serio
che non riuscivo a risolvere nonostante tutte le terapie del caso. L’anno 2011
avevo deciso di mollare tutto perché non riuscivo più ad allenarmi per via di
una forte infiammazione tendinea che non riusciva a passare, e ogni volta che
iniziavo a correre mi faceva fermare per il forte dolore, e fu così che un
giorno telefonai ad un mio amico fraterno, di amici nella vita ce ne sono tanti
ma di veri amici ce ne sono pochi, che riescono a capirti e a starti al fianco
nel momento di difficoltà, uno di questi è un ex atleta di Manfredonia, Michele
Quitadamo e la moglie. Michele ha fatto sì che io non lasciassi questo sport,
mi spronò tantissimo e mi accompagnò per un periodo durante tutti i miei
allenamenti nonostante le sue condizioni fisiche di peso non glielo
permettevano! Sicuramente un grande ruolo di continuare a fare sport l’ha avuto
la mia grande forza mentale di rimettermi in gioco e le mie grandi motivazioni,
che riesce a darmi questo sport!”
Chi ha contribuito al tuo benessere nello
sport o alla tua performance? “Al
mio benessere nello sport sicuramente ha contribuito la mia voglia di mettermi
quotidianamente in gioco con me stesso allenando le mie capacita fisiche, e
mentali, dando un equilibrio costante a entrambi le cose!”
Per essere campioni c’è bisogno di essere supportati da
amici, famigliari, istituzioni, e continuare a credere in quel che si fa ed
andare avanti con impegno e determinazione.
Qual è stata la gara
della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Per me ogni gara fa
parte di un pezzo di storia della mia vita e regala sempre emozioni belle ma
diverse l’una dall’altra, sicuramente ci sono gare dove si gioisce o dove si è
più rammaricati per la performance, per me tutte le gare che ho vinto sono le più
belle, ma le più belle sono anche tutte le gare dove anche non avendo vinto so
di aver dato il 100% di me stesso!”
Qual è un’esperienza
che ti da la convinzione che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Non ci sono esperienze che ti possono dare la convinzione di
riuscire in qualcosa, ma la convinzione di potercela fare sia nello sport
che nella vita bisogna averla dentro se stessi, cioè avere la determinazione se
va male pazienza, l’importante è che fino a quel momento una persona ci ha
creduto e ha dato il meglio di se e ha avuto la convinzione di poterci
riuscire!”
Crederci sempre ed andare avanti, la forza di volontà,
l’impegno, la passione, la costanza sono le chiavi del successo.
Quali i meccanismi psicologici
ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “A livello personale la nascita di mio figlio mi ha
fatto scattare quel meccanismo psicologico che si chiama 'Responsabilità'. Da
quel momento dentro di me è scattata una forza che non credevo di possedere, e
quindi affronto tutto con più determinazione e impegno!”
Cosa pensano i
tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Molti miei coetanei del paese
dove vivo, ammirando il mio impegno costante e il mio benessere fisico sono
stati trascinati anche loro a fare una sana attività fisica, i miei familiari
sono i miei primi tifosi e quindi ho la loro piena ammirazione in quello che
faccio!”
Nessun commento:
Posta un commento