martedì 12 settembre 2017

32 ore di grandi emozioni. Questo è l'UTMB corso da Matteo Colombo


L'Ultra Trail du Mont Blanc (UTMB) è una competizione di Trail Running in semi-autonomia di 170 km 10.000+, Chamonix è il luogo di partenza e di arrivo, tempo limite di 46 ore, si svolge sui tre versanti (francese, italiano e svizzero) del Monte Bianco.
L’edizione del 2006   e del 2007 è stata vinta dall’Italiano Marco Olmo, mentre quest’anno il vincitore è stato François D'Haene con il tempo di 19h01’32” che l’aveva già vinta il 2012 e il 2014, secondo a pochi minuti si classifica Kílian Jornet Burgada che l’aveva già vinta tre volte il 2008, 2009 e 2011. La gara femminile è stata vinta da Núria Picas con il crono di 25h46’43”.
Tra i tanti partecipanti anche l’Italiano ultrarunner Matteo Colombo che ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Matteo che sapore ti lascia l’UTMB?Ho vissuto una bellissima esperienza all'interno di una delle gare di Trail Running più spettacolari e massacranti al mondo. 171 km e 10.000 metri di dislivello positivo attorno al Monte Bianco, attraversando tre paesi: Francia, Italia e Svizzera.”

Immagino il tipo di gara in un contesto naturale ma allo stesso tempo quasi estremo per uno sport continuato nel tempo per ore in altitudine con dislivelli di migliaia di metri, in autosufficienza e con temperature anch’esse considerate estreme.

Arrivato il podio in Ultramaratona, 1° categoria M50 Ultramaratona delle fiabe


Buona la prima a Rapona, una bella accoglienza, un bel percorso ricco di gente che fatica e volontari al tavolo di ristoro, presenti le istruzioni, bravo il fotografo, bravi gli speaker, grande atleta locale Yuri, originato dell'Ucraina, l'ho visto riscaldarsi e gli ho chiesto che ci fai qui, sembri mezzofondista? Ha sorriso e poi gli ho chiesto qual è la tua specialità i 1.500? E sono proprio i 1.500 la sua specialità e si è improvvisato fondista nella gara minore di 23km arrivando 2° assoluto.
Tutti vincitori gli atleti intervenuti a Rapona, a 836 m s.l.m. e circa 800 abitanti, nei pressi di Calitri dove si può frequentare la scuola superiore e in provincia di Potenza dove si può frequentare l'Università.

giovedì 7 settembre 2017

Buona la prima a Rapona (PZ), 1^ edizione Ultramaratona delle fiabe 2017

Matteo SIMONE 

Buona la prima a Rapona, una bella accoglienza, un bel percorso ricco di gente che fatica e volontari al tavolo di ristoro, presenti le istruzioni, bravo il fotografo, bravi gli speaker.

Grande atleta locale Yuri, originato dell'Ucraina, l'ho visto riscaldarsi e gli ho detto: che ci fai qui, sembri mezzofondista, ha sorriso e poi gli ho chiesto: qual è la tua specialità i 1.500? E sono proprio i 1.500 la sua specialità e si è improvvisato fondista nella gara minore di 23km arrivando 2° assoluto.
Tutti vincitori gli atleti intervenuti a Rapona, a 836 m s.l.m. e circa 800 abitanti, nei pressi di Calitri dove si può frequentare la scuola superiore e in provincia di Potenza dove si può frequentare l'Università.
Un successone la 1^ edizione Ultramaratona delle fiabe a Rapona (PZ), circuito di quasi 3km da ripetere 15 volte, con salite spezza fiato e panorami mozzafiato.

venerdì 1 settembre 2017

Alessio Alessandroni: Sogni da realizzare? Le mie prossime maratone

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it 

Bisogna avere sempre un piano B, o comunque reiventarsi sempre, trovare sempre una passione che ci faccia sperimentare benessere e lo sport sembra essere un veicolo di benessere anche se a volte arrivano infortuni o patologie più o meno gravi.

Di seguito, Alessio (ASD Podistica 2007 Tortreteste) racconta la sua esperienza di calciatore e corridore rispondendo a un mio questionario.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Ogni volta che termino una gara o vincevo giocando a calcio.”

Intervista a Loris Cappanna e Stefano Masini, atleta non vedente e guida

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Se si vuole si riesce a fare tante cose, importante è decidere obiettivi e mete, studiarle a tavolino e pianificare il percorso per arrivarci nel miglior modo possibile.

Fare da guida a un atleta non vedente o ipovedente è un’esperienza e un’opportunità unica e arricchente, bisogna proporsi, bisogna sperimentarsi, bisogna essere scelti per fidarsi e affidarsi.
Si seguito Loris e Stefano raccontano la loro esperienza di atleta non vedente e guida rispondendo ad alcune mie domande.

giovedì 31 agosto 2017

Stefano Masini, atleta guida: Correre con Loris è sempre davvero emozionante

Matteo Simone

Fare da guida a un atleta non vedente o ipovedente è un’esperienza e un’opportunità unica e arricchente, bisogna proporsi, bisogna sperimentarsi, bisogna essere scelti per fidarsi e affidarsi.

Si seguito Stefano racconta la sua esperienza di atleta guida rispondendo ad alcune mie domande.
Come hai deciso di fare questa gara di duathlon?Con Loris già da tempo pensavamo di fare una gara di triathlon. Allo scopo abbiamo cercato e trovato uno sponsor, grazie al quale è stato possibile acquistare un tandem. Agli allenamenti di corsa, abbiamo quindi aggiunto uscite in bici e qualche nuotata in piscina. 

Saverio Monti, ultrarunner: Lo sport aiuta a capire molto di se stessi

Matteo SIMONE 

A volte lo sport ti prende, sperimenti performance e successi, va tutto bene, ti alleni duramente, segui programmi di allenamento, segui i consigli dell’allenatore, del nutrizionista, ti confronti con eventuali psicologi dello sport, con altri atleti più forti, ma alla lunga successo e performance possono portare comunque a uno stress peri essere sempre al top della forma.

Non si può fallire, sempre dimostrare di essere efficienti e al top della forma, alla ricerca di sponsor, di ingaggi, di convocazioni, a volte si decide di mollare e dedicarsi allo sport in maniera più distensiva, più partecipativa, più impulsiva e istintuale, è quello che avviene per gli atleti amatoriali che comunque faticano ma con meno stress, senza tante pretese, avventurandosi, sperimentandosi, liberi di provare e mettersi in gioco.

Translate