martedì 24 dicembre 2019

Erminia Selva: Ho scoperto che sono forte.. più di quanto abbia mai creduto

Matteo SIMONE 

Nel mio libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida (Edizioni Psiconline) scrivo della maratone le seguenti parole:

La maratona, oltre a essere una prestazione sportiva agonistica, è un’esperienza. Percorrere una maratona non significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la performance della vita, cercare di fare il record personale. Percorrere una maratona significa anche fare un’esperienza e cioè organizzarsi per partire, per andare in un posto, mettersi d’accordo con i compagni di viaggio, con gli eventuali amici da incontrare nel luogo della maratona. L’esperienza maratona significa sperimentare l’alimentazione pre-gara, preoccuparsi del tempo atmosferico, pensare all’abbigliamento adatto. L’esperienza maratona comprende la possibile partecipazione agli eventi collaterali, il presentarsi alla partenza, osservare e prestare attenzione al territorio che si attraversa, ai colori, alle abitazioni, ai corsi d’acqua, alla gente lungo il percorso, soprattutto ai bambini che applaudono e che aspettano che gli batti il ‘cinque’ con il palmo della mano.”

sabato 21 dicembre 2019

Ylenia Vignolo, atletica: Non mollare mai perché c'è sempre un'altra possibilità

Il sogno più grande è tornare a correre ai miei livelli precedenti l'infortunio
Matteo Simone

La vita è fatta di fasi e di priorità, c’è il momento del gioco, della crescita e c’è il momento dello studio, del lavoro, della maturazione, della responsabilità. 

Ci sono momenti dove si possono fare più cose, si portano avanti diversi progetti e ci sono momenti dove bisogna fare scelte importanti e decidere del proprio futuro portando avanti progetti sfidanti e importanti e tralasciando qualcosa ritenuto al momento meno importante.
Di seguito, Ylenia racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho sempre praticato sport sin da piccola, iniziando con il nuoto, la ginnastica artistica, l'hockey su ghiaccio e l'atletica leggera, dei quali gli ultimi due, mantenuti contemporaneamente per più anni, arrivando però a 16 anni a scegliere definitivamente di dare la priorità massima all'atletica. Lo sport ha quindi sempre fatto parte della mia vita e di questo ringrazio tantissimo i miei genitori, per aver trasmesso a me e mio fratello questo valore immenso.”

Lilli Gelmini: La mia gara più bella è stata il Triathlon Olimpico di Bardolino

Me la sono giocata fino all'ultimo dovendo però cedere il primo gradino del podio
Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Il XXXVI° Triathlon Internazionale di Bardolino si è svolto il 15 giugno 2019 e la vincitrice è stata l’ungherese Zsanett Bragmayer in 2h08’22” che ha preceduto Lilli Gelmini 2h09’08” e Luisa Iogna-Pratt 2h09’58”. 

Interessante vedere i parziali delle varie discipline dove le prime 2 donne sono rimaste insieme fino all’ultima frazione di corsa percorrendo la frazione di nuoto, rispettivamente 20’07” Zsanett e 20’08” Lilli perdendo 1 solo secondo dalla prima; durante la prima transizione Zsanett guadagna un altro secondo impiegando 01’47” contro 01’48” di Lilli; nella frazione di bici Lilli guadagna 2” impiegando 1h07’08” contro 1h07’10” di Zsanett; l’ultima frazione ha la meglio Zsanett che impiega 38’17” contro i 39’04” di Lilli.
Di seguito Lilli racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Fin da piccola i miei genitori mi hanno portata in piscina e crescendo mi sono data all'agonismo nel nuoto. Quando ero alle scuole medie ho trovato per caso un volantino di una gara di triathlon e ho voluto provare: dopo quella gara ho capito che il triathlon mi piaceva veramente tanto e ho continuato. 

giovedì 19 dicembre 2019

Rigers Kadija, secondo alla Boa Vista Ultra Marathon 150 km

Questa gara mi ha insegnato che si può andare oltre la fatica

La Boa Vista Ultra Marathon 150 km è stata vinta da Duarte Oliveira Jailson Manuel che ha preceduto Rigers Kadija e Corrado Buzzonal. La prova femminile è stata vinta da Mattea Geraci che ha preceduto Francesca Billi. Di seguito Rigers racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Rigers, complimenti, hai fatto tutto da solo?Ciao Matteo! Io ho corso i 150 km da solo, ma la mia preparazione è stata supportata da diverse persone quindi la mia prestazione è il risultato del lavoro di molti.

mercoledì 18 dicembre 2019

Martina Amodio, runner: Nulla si ottiene per caso, soprattutto le performance

Qualche sogno l'ho realizzato, ma non nascondo che ne ho altri nel cassetto
Matteo Simone

Per ottenere qualcosa di importante nello sport e nella vita bisogna essere motivati e impegnarsi con costanza e dedizione, soprattutto se si vuole raggiungere una elevata performance cercando di trasformare sogni in realtà. 

Di seguito Martina racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio percorso non si distacca molto da quello di chi ha cominciato per caso a correre. Ho sempre fatto sport, da quando gattonavo, ma sono sempre stati principalmente sport di squadra dove la forza di tutti faceva il risultato. Poi, le esigenze universitarie mi hanno portata a non poter più seguire certi impegni ma contemporaneamente avevo bisogno di una valvola di sfogo: così ho cominciato a correre, ed era un qualcosa di quanto più lontano da ciò che io intendevo come sport. Ma come in tutte le cose, bisogna provare...e provando, alla fine non ne ho potuto più fare a meno, fino a farlo diventare motivo agonistico.

martedì 17 dicembre 2019

Marilena Milano: Iniziare a correre a 40anni non è stato semplice

L’esperienza più ricca di emozioni è stata senza dubbio la maratona di Verona
Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta

Nella vita prima o poi lo trovi uno sport che fa appassionare, fa mettere in gioco, fa sperimentare benessere e performance. 

Lo sport permette di far parte di una squadra che segue obiettivi condivisi, fa condividere allenamenti e gare, trasferte e viaggi. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marilena attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Diciamo che ho iniziato a fare sport da piccolissima, nuoto dai 4 agli 8/9 anni, poi karate... Pallavolo fino a 18 anni...e fitness in generale. Dedicandomi al functional training e diventandone anche istruttrice per grandi e piccoliTra le altre cose faccio gare ad ostacoli, le OCR in situazioni ‘estreme’, un po' differenti dalla semplice corsa o garetta su strada.

domenica 15 dicembre 2019

Roberta Peron, ultratrail: Il Tor des Geants è nato sotto i miei (e di altri) piedi

Io vivo la montagna, lassù ho sogni realizzati e da realizzare
Matteo Simone

Le passioni permettono di vivere una vita felice e interessante, ricca di interessi, sfide, entusiasmo. 

Soprattutto lo sport fatto all’aria aperta è una passione che dà tanto alle persone in termini di benessere ed esperienze che emozionano e aiutano a conoscersi meglio. 
Di seguito Roberta racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, certo. Mi sono sentita campionessa quando ho realizzato di essere in grado di fare cose che non avrei mai immaginato. Le volte che sono andata a podio invece non mi hanno mai fatto sentire campionessa.”

La passione e la motivazione di fare qualcosa che appassiona è un grande motore che permette di spingersi sempre oltre, di voler fare qualcosa di più difficile, importante e sfidante.

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