giovedì 10 dicembre 2020

Pablo Barnes: La gara più bella? La prima volta che vinsi il Cromagnon

Matteo SIMONE 

Pablo Barnes è un atleta Argentino che ha partecipato ai Campionati Mondiali di Ultra Trail, 85 km e 4.800 m di dislivello, che hanno avuto luogo in Portogallo nel 2016. 

In questo sport considerato anche estremo e non alla portata di tutti, bisogna essere cauti, è importante essere in contatto con il proprio corpo e le sensazioni corporee, ed è fondamentale approcciarsi con umiltà e gradualità. 
Di seguito Pablo ci racconta della sua gara e della sua passione per le lunghe distanze. 

Ciao Pablo, com'è stata la gara, hai avuto crisi? Eri riposato prima della gara? "La gara è andata bene, io ero un po’ stanco per i tanti chilometri fatti in tante gare quest’anno, però mi sentivo abbastanza bene, sono partito con calma ma più di quello non potevo anche se avessi voluto". 

Pietro Camporesi, canoa: Ho realizzato il sogno di partecipare a un'olimpiade

 La fatica fatta poi appaga sempre, soprattutto a livello mentale 
Matteo SIMONE 

Psicologo, Psicoterapeuta 
 

Pietro Camporesi (Società Aeronautica Militare) nel 2003, a 16 anni, ottiene la prima convocazione per gli Europei Junior. 
Dal 2007 gareggia nella Canoa Canadese biposto con Niccoló Ferrari. 
Nel 2012 conquista la Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Valstagna (VI) 2012 C2-Slalom e partecipa alle Olimpiadi di Londra, in equipaggio con Niccolò Ferrari.  
Nel 2014 ottiene la Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani a Mezzana (TN) C2-Slalom. 
Nel 2015 si classifica al 6° posto ai Campionati Europei di Markleeberg (GER) C2-Slalom e Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Valstagna (VI) C2-Slalom. 

lunedì 7 dicembre 2020

Orlando Pizzolato (1° New York Marathon 1984 e 1985) allena podisti amatori

Matteo SIMONE 

Più di 30 anni fa Orlando Pizzolato era un fortissimo maratoneta di livello internazionale e vinse per ben due volte consecutive la maratona di New York negli anni 1984 e 1985, vinse le Universiadi a Kobenel 1985 e la Venice Marathon nel 1988. 

Inoltre il 1986 arrivò 2° ai Campionati Europei di Stoccarda e 3° alla Boston Marathon. Arrivò 6° ai Campionati Mondiali di Roma nel 1987. 
Nel 1992, finita la carriera di maratoneta, ha iniziato ad allenare podisti amatori ed è rimasto nel mondo dello sport anche quale direttore responsabile della rivista mensile Correre, commentatore tecnico RAISPORT, giornalista collaboratore di diverse testate, consulente sportivo di aziende, consulente sportivo di Terramia Viaggi.
In questo periodo di incertezza e preoccupazione, dovute al COVID 19, ho fatto alcune domande a Orlando relativamente alla sua esperienza di atleta e allenatore.
Cosa toglie e cosa dà lo sport?Lo sport che io pratico ed ho praticato, la corsa di resistenza, dà maggior efficienza fisica ed anche una sorta di euforia mentale per il piacere di sentire il corpo in forma. A me non ha tolto nulla perché l'ho sempre praticato con piacere. In qualche occasione ho avvertito un senso di impegno mentale quando però non era solo uno sport amatoriale ma la mia professione”. 

martedì 1 dicembre 2020

Marco Iannò, calciatore: Lo sport fa bene sia dal punto di vista fisico che mentale

 Durante la gara provo adrenalina, divertimento e trans agonistica 
Matteo SIMONE 

Lo sport è una grande opportunità per sperimentare benessere sia a livello fisico che mentale. Sono tante le sensazioni e le emozioni che si sperimentano attraverso lo sport soprattutto in gara dove si tratta di lottare per un risultato vincente di squadra. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marco attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Dalla stagione calcistica 2005-2006 alla stagione 2017-2018 sono stato un tesserato della società Reggina Calcio, dalla stagione 2018-2019 sono stato un atleta della società A.S.D Città di Acireale, nella stagione 2019-2020 sono stato un atleta del Taranto Calcio e dell’A.S.D. Marina di Ragusa. Dal 2018 al 2020 ho militato nella Serie D girone I ed H”. 

lunedì 30 novembre 2020

Gianmarco Sforna, calcio: Fallire è il miglior modo di imparare

In 4 anni sono passato dal rimpiazzo del mister al titolare fisso 
Matteo Simone   

Lo sport insegna a vincere e a perdere, insegna a rialzarsi sempre, a riprovare di nuovo in modo diverso, ad allenarsi duramente per raggiungere obiettivi, per superare prove. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Gianmarco, della Polisportiva Quadraro Cinecittà, attraverso risposte ad alcune mie domande. 

domenica 29 novembre 2020

Alessio Luca Cerrone, judo: Ho superato le sconfitte continuando ad allenarmi

 Nel judo la parola del maestro da molto conforto e sicurezza 
Matteo SIMONE 

Se si è veramente intenzionati a ottenere qualcosa non spaventano sconfitte, infortuni, crisi ma si continua a impegnarsi, allenarsi con costanza e determinazione cercando di portare a compimento propri desideri e obiettivi. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Alessio attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Ho praticato nuoto per 8 anni, poi triathlon per 1 (ho smesso per via dei costi della mia squadra) e poi sono passato al judo, che pratico da ormai 4 anni”. 

Maria Elena Trulli: Lo sport mi ha curata, la corsa mi fa stare bene

 Un'amica, iscritta alla Podistica Solidarietà, mi ha iniziata al podismo 

Matteo SIMONE

A volte lo sport diventa la cura per le persone, lo sport fa star bene coltivando una passione impegnativa con costanza e in compagnia. Si fa sempre in tempo a praticare sport di propria iniziativa o coinvolti da amici o altri. 

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Maria Elena attraverso risposte ad alcune mie domande. 

Qual è stato il tuo percorso nello sport?Percorso tradizionale, da alunna...medie...liceo...etc. palestra, tanto nuoto. Poi, ‘da grande’, ho iniziato in modo malato a frequentare la palestra. Ogni tipo di attività compensava il mio malessere. Poi spinning e il camminare all’aperto. Ma ero appagata e mi mettevo alla prova: io, pigrona e casalinga, mamma tuttofare e docente impeccabile, mostravo a me stessa un lato nascosto, latente, potenzialmente eccitante”.

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