Matteo SIMONE
Più di 30 anni fa Orlando Pizzolato era un fortissimo maratoneta di livello internazionale e vinse per ben due volte consecutive la maratona di New York negli anni 1984 e 1985, vinse le Universiadi a Kobenel 1985 e la Venice Marathon nel 1988.
Inoltre il 1986 arrivò 2° ai Campionati Europei di Stoccarda e 3° alla Boston Marathon. Arrivò 6° ai Campionati Mondiali di Roma nel 1987.
Nel 1992, finita la carriera di maratoneta,
ha iniziato ad allenare podisti amatori ed è rimasto nel mondo dello sport anche quale direttore
responsabile della rivista mensile Correre, commentatore tecnico RAISPORT,
giornalista collaboratore di diverse testate, consulente sportivo di aziende,
consulente sportivo di Terramia Viaggi.
In
questo periodo di incertezza e preoccupazione, dovute al COVID 19, ho fatto
alcune domande a Orlando relativamente alla sua esperienza di atleta e
allenatore.
Cosa
toglie e cosa dà lo sport?
“Lo sport che io pratico ed ho praticato, la corsa di resistenza, dà maggior
efficienza fisica ed anche una sorta di euforia mentale per il piacere di
sentire il corpo in forma. A me non ha tolto nulla perché l'ho sempre praticato
con piacere. In qualche occasione ho avvertito un senso di impegno mentale
quando però non era solo uno sport amatoriale ma la mia professione”.
In
effetti la corsa è un’opportunità per trasformare le persone in sane ed
efficienti dal punto di vista fisico e mentale, in grado di resistere ad
allenamenti sostenute e gare impegnative come le maratone e anche a gestire
momenti e situazioni che hanno a che fare con pressione e stress prima di una
gara importante o un test di verifica dove si tratta di comprendere se il
lavoro, la fatica e i sacrifici fatti hanno prodotto un risultato degno di
quanto si è investito in termini di tempo, denaro, e rinuncia ad altre
attività.
Quali
sono gli allenamenti più importanti e decisivi per un maratoneta? “Senza dubbio la resistenza
alla distanza per migliorare la tenuta strutturale, e anche il miglioramento
del ritmo gara”.
Per
esprimersi al meglio in maratona, come suggerisce Orlando, bisogna farsi amica
la fatica, la resistenza fisica alle lunghe distanze, cercare di avere ritmi
elevati per diversi chilometri e recuperare il meno possibile per abituare
corpo e mente a qualche ora di esercizio fisico sostenuto per cercare di
ottenere quanto desiderato, che sia il terminare una maratona o vincerla.
Cosa
consigli a chi predilige il divano? “Se un soggetto non avverte il desiderio di
svolgere attività fisica per il proprio benessere, è probabile che non abbia un
interesse a fare una cosa che non gli piace, e difficilmente le mie parole lo
motiverebbero proprio perché non ha questo interesse. Tanti soggetti non amano
fare delle cose che non appassionano”.
Però se qualcuno iniziasse a compiere i primi
passi potrebbe anche aver voglia poi di partecipare a uno stage che organizza
lo stesso Orlando in posti dove prerogativa è la natura e l’aria aperta e
potrebbe apprendere l’arte di correre.
Per info mandate una mail a stage@orlandopizzolato.com
Come
stai affrontando, gestendo, superando il periodo covid 19? “Non ha modificato molto il
mio modo di vivere perché lavoro da sempre in casa. Tuttavia ha limitato il mio
rapporto con i ragazzi che alleno, ma seguendo le regole del contenimento del
contagio sono riuscito a far svolgere una regolare preparazione. Purtroppo sono
mancate più occasioni di fare gare ed in questo caso ho dovuto motivare i
ragazzi proponendo obiettivi tecnici e non agonistici”.
Cosa
consigli ad atleti e allenatori in questo periodo di pandemia? “Mantenere la motivazione agli
allenamenti puntando a migliorare gli aspetti tecnici e fisici che
rappresentano dei punti deboli. In questo caso i progressi sono piuttosto
tangibili in breve tempo. Per mantenere la carica agonistica ho proposto invece
di fare dei test controllati”.
Purtroppo quando ci sono imprevisti e
avversità come questo lungo periodo dovuto alla pandemia causa COVID, si tratta
di accettare l’accaduto e riorganizzarsi cavalcando l’onda del cambiamento, non
si può mollare del tutto ma cercare di comprendere come riorganizzarsi per
rimodulare piani e programmi, visto che le gare sono quasi cessate del tutto,
bisogna far trovate soprattutto ai ragazzi nuovi stimoli per non mollare ma
continuare a trovare entusiasmo e stimoli utili per mantenere la forma e non
abbandonare lo sport che risulta essere sempre una risorsa importarne e
indispensabile per le persone.
Cosa
diresti ad atleti e allenatori per non mollare e continuare a crederci? “La situazione sanitaria attuale
non è favorevole ma la possibilità di avere presto disponibile il vaccino dà
speranza che in primavera si potrà tornare a gareggiare con più frequenza. È
quindi una questione di concentrazione e determinazione”.
In
effetti in questo periodo di stop dalle gare ci si può focalizzare su aspetti
che in genere si lasciano in sospeso perché si ritiene di non aver tempo per
tutto e si prediligono carichi di lavoro che assicurano una preparazione idonea
alle gare imminenti, ora è il momento di coltivare metodi e tecniche comunque
importanti che possono contribuire alla performance dell’atleta.
Quali
sensazioni sperimentavi in maratona? “Di base era una questione di fatica e disagio, sia
fisico sia mentale, anche molto elevato - soprattutto nel tratto finale, ma si
sa che queste sensazioni sono condizionate dall'esito della prova. Nel momento
in cui la prestazione è positiva, fatica e stanchezza sono elementi che si
percepiscono con minor rilevanza perché il pensiero è attratto dalla situazione
favorevole. Pertanto, la maratona è una prova nella quale ci si deve impegnare
a ricreare uno stato positivo e favorevole per sé stessi”.
La
maratona offre la possibilità di sperimentare un’enorme quantità di sensazioni
ed emozioni, si elaborano pensieri e situazioni durante una maratona e tutto
ciò dipende dal livello del maratoneta, chi ha ambizioni di vincita o podio
deve concentrarsi e focalizzarsi per quel poco più di un paio d’ore che
comporta fatica continuata ma con l’aspettativa di portare a casa almeno un
ottimo crono e possibilmente un riconoscimento o premio che può essere una
vittoria o un podio.
Per gli altri c’è la possibilità di faticare e pensare,
avanzare senza mollare, lavorare tanto sull’autoefficacia, sulla fiducia di
potercela fare, poter fare un tempo migliore rispetto al precedente perché si
ha più esperienza, perché si è lavorato bene, perché si riesce ad adattarsi
alla fatica prolungata, perché ci si è affidati a un bravo e competente
allenatore con esperienza e competenza.
Cosa
consigli ad atleti e allenatori per affrontare le competizioni serenamente? “Senza dubbio un'adeguata
preparazione, un approccio realistico correlato alle proprie possibilità
fisiche e mentali ed in questo contesto cercare soddisfazione dall'esaltare i
propri punti di forza e allo stesso tempo essere consapevoli che i punti deboli
non sono degli svantaggi ma occasioni per aumentare le proprie capacità
prestazionali”.
Ringrazio
Orlando per la sua disponibilità e il tempo dedicato a rispondere ad alcune
domande che potrebbero essere utili sia in questo periodo di incertezza e
confusione, sia in futuro per chiarirsi bene le idee sui che cosa si vuol fare
e come pensare di ottenere i migliori risultati eventualmente affidandosi a
persone esperte.
Un'intervista
a Orlando è riportata nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici
di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Orlando è menzionato nei libri
“Sport,
benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e
performance dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, edito
da Aracne Editrice
Matteo SIMONE
+393804337230
Psicologo, Psicoterapeuta
Nessun commento:
Posta un commento