Matteo
SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net
L’11
ottobre 2020, si è svolto a Chiavenna (SO) il 25° KV Chiavenna-Lagunc valido
come Campionato Italiano Vertical e il titolo italiano è andato a Henri Aymonod
(Sportification) che ha percorso 3,3 km con 1000 metri di dislivello in 32’31”,
precedendo di soli 2” Tiziano Moia (Gemona Atletica).
Di seguito approfondiamo la conoscenza
di Henri attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Cosa
contribuisce al tuo benessere e/o performance? “Il mio percorso dello sport parte con il nuoto che ho iniziato a
praticare praticamente da quando ho memoria (3-4 anni). Ho praticato nuoto per
8 anni e lateralmente, 4 anni dall’inizio di nuoto ho incominciato con lo sci
di fondo e poi con il biathlon. Nella stagione estiva ho sempre corso per svago
senza fare gare serie fino al 2014. In quell’anno ho deciso di partecipare ai
campionati italiani di corsa in montagna (junior) e ho centrato la qualifica
per i mondiali a Casette di Massa. Quella gara è stata un po’ la mia svolta:
durante il mio primo raduno a Sestriere di preparazione per i mondiali ho
capito cos’è allenarsi; fino ad all’ora non avevo mai seguito una
programmazione di allenamento e tantomeno non avevo mai fatto una ripetuta,
ecc. Nel 2013 ho cessato con il biathlon in inverno e mi sono spostato allo sci
alpinismo. Non avevo mai fatto discesa in vita mia e non nego che le prime
discese con gli sci sono state difficili e anche molto comiche, poi con il
tempo ho perfezionato la mia tecnica e le mie conoscenze. Nel 2016 mi sono
iscritto a scienze motorie e sportive e nel 2018 mi sono laureato. Ho imparato
molto e quelle conoscenze apprese mi tornano utili anche nella mia vita attuale
da atleta.”.
Interessante
l’esperienza sportiva di Henri che non è fatta solo di allenamenti e gare ma
anche di studio ed esperienze di performance riuscendo a competere ad altri
livelli, ottenendo la qualificazione per un mondiale di Corsa in Montagna,
laureandosi in scienze motorie, vincendo un titolo italiano. Insomma lo sport
rende le persone consapevoli, autoefficaci, resilienti, parti di un gruppo che
contribuisce al benessere e anche alla performance diventano ognuno riferimento
per gli altri.
Un'esperienza che ti può dare la convinzione
che ce la puoi fare? “Le vittorie inaspettate sono sicuramente
quelle che mi danno sempre la forza maggiore e la consapevolezza di potercela
fare. La vittoria per esempio dopo il lockdown al Vertical PizTri è
l’esempio perfetto. Arrivavano tutti da mesi difficili, senza confronti e senza
grossi allenamenti. Abbiamo gareggiato tutti per la prima volta dopo questo
periodo di chiusura un po’ ad armi pari. Vincere li e battere atleti di fama
internazionale è stato bellissimo”.
Henri Aymonod ha vinto per la seconda
volta consecutiva il PizTri Vertikal di Malonno (BS) precedendo Davide Magnini
e i gemelli Dematteis e sfiorando per 1” il record del vertical da 3 km con
1000 m D+ di Francesco Puppi nel 2017.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei familiari mi hanno sempre sostenuto
con i mezzi che avevano. Non vengo da una famiglia di sportivi ma i miei
genitori ci hanno sempre fatto fare sport (uso il plurale perché siamo 3
gemelli) e ammetto che hanno fatto anche molti sacrifici. Non smetterò mai di
ringraziarli. Gli amici anche mi hanno sempre sostenuto e con molti di loro
condivido i miei allenamenti quando posso”.
L’atleta
ha bisogno di provare per scoprire, conoscere, capire quale può essere la
propria specificità in uno sport che unita alla forte passione e all’impegno
può diventare uno sport da praticare cercando di eccellere ottenendo risultati
importanti.
Un episodio curioso o divertente della tua
attività sportiva? “Di esempi ne avrei molti. Ma mi viene in
mente quando in una gara a staffetta ho sbagliato percorso. Ero in testa e sono
arrivato in una strada cieca. Li ho incontrato un cancello di in abitazione, è
uscita una signora anziana e io le ho chiesto dove passasse la gara. Lei mi ha
risposto che dovevo tornare indietro ma che se volevo potevo fermarmi a
prendere un caffè”.
Nello sport può succedere di tutto,
soprattutto in sentieri di montagna dove a volte le segnalazioni non sono ben
visibili o si è distratti da qualcos’altro, importante è trasformare ciò che
succede in esperienze comunque utili e importanti.
Chi ha contribuito nello sport al tuo
benessere e/o performance? “I miei genitori e i miei fratelli hanno
sicuramente contributo al benessere e ammetto di essere fortunato di essere
nato in una famiglia che mi ha permesso di fare sport. Più tardi anche la mia
fidanzata mi ha dato molta serenità mentale e mi sostiene tantissimo in quello
che faccio, in più è fisioterapia. Senza dimenticare il mio allenatore, un
amico prima di tutto in cui si è instaurato un rapporto di estrema fiducia.
Infine i miei amici che mi fanno sempre divertire (sono una persona che ama
anche ogni tanto fare festa e svagare) penso faccia molto bene non prendere le
cose (e quindi anche lo sport) troppo sul serio e anche quei momenti, nella
vita di un atleta, sono importanti”.
E’
importante per un atleta essere circondato da persone che sostengono, spronano,
aiutano, consigliano. Soprattutto un bravo allenatore per tirare fuori il
meglio di un atleta e un gruppo di amici per potersi svagare e rendere le cose
più leggere.
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.hHYPERLINK
"http://www.psicologiadellosport.net/eventi.htm"tm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
Nessun commento:
Posta un commento