mercoledì 23 dicembre 2020

Henri Aymonod: Battere atleti di fama internazionale è stato bellissimo

 Matteo SIMONE

http://www.psicologiadellosport.net 

L’11 ottobre 2020, si è svolto a Chiavenna (SO) il 25° KV Chiavenna-Lagunc valido come Campionato Italiano Vertical e il titolo italiano è andato a Henri Aymonod (Sportification) che ha percorso 3,3 km con 1000 metri di dislivello in 32’31”, precedendo di soli 2” Tiziano Moia (Gemona Atletica).

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Henri attraverso risposte ad alcune mie domande.

Qual è stato il tuo percorso nello sport? Cosa contribuisce al tuo benessere e/o performance? Il mio percorso dello sport parte con il nuoto che ho iniziato a praticare praticamente da quando ho memoria (3-4 anni). Ho praticato nuoto per 8 anni e lateralmente, 4 anni dall’inizio di nuoto ho incominciato con lo sci di fondo e poi con il biathlon. Nella stagione estiva ho sempre corso per svago senza fare gare serie fino al 2014. In quell’anno ho deciso di partecipare ai campionati italiani di corsa in montagna (junior) e ho centrato la qualifica per i mondiali a Casette di Massa. Quella gara è stata un po’ la mia svolta: durante il mio primo raduno a Sestriere di preparazione per i mondiali ho capito cos’è allenarsi; fino ad all’ora non avevo mai seguito una programmazione di allenamento e tantomeno non avevo mai fatto una ripetuta, ecc. Nel 2013 ho cessato con il biathlon in inverno e mi sono spostato allo sci alpinismo. Non avevo mai fatto discesa in vita mia e non nego che le prime discese con gli sci sono state difficili e anche molto comiche, poi con il tempo ho perfezionato la mia tecnica e le mie conoscenze. Nel 2016 mi sono iscritto a scienze motorie e sportive e nel 2018 mi sono laureato. Ho imparato molto e quelle conoscenze apprese mi tornano utili anche nella mia vita attuale da atleta.”.

 

Interessante l’esperienza sportiva di Henri che non è fatta solo di allenamenti e gare ma anche di studio ed esperienze di performance riuscendo a competere ad altri livelli, ottenendo la qualificazione per un mondiale di Corsa in Montagna, laureandosi in scienze motorie, vincendo un titolo italiano. Insomma lo sport rende le persone consapevoli, autoefficaci, resilienti, parti di un gruppo che contribuisce al benessere e anche alla performance diventano ognuno riferimento per gli altri.

Un'esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?Le vittorie inaspettate sono sicuramente quelle che mi danno sempre la forza maggiore e la consapevolezza di potercela fare. La vittoria per esempio dopo il lockdown al Vertical PizTri è l’esempio perfetto. Arrivavano tutti da mesi difficili, senza confronti e senza grossi allenamenti. Abbiamo gareggiato tutti per la prima volta dopo questo periodo di chiusura un po’ ad armi pari. Vincere li e battere atleti di fama internazionale è stato bellissimo”.

 

Henri Aymonod ha vinto per la seconda volta consecutiva il PizTri Vertikal di Malonno (BS) precedendo Davide Magnini e i gemelli Dematteis e sfiorando per 1” il record del vertical da 3 km con 1000 m D+ di Francesco Puppi nel 2017.

Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?I miei familiari mi hanno sempre sostenuto con i mezzi che avevano. Non vengo da una famiglia di sportivi ma i miei genitori ci hanno sempre fatto fare sport (uso il plurale perché siamo 3 gemelli) e ammetto che hanno fatto anche molti sacrifici. Non smetterò mai di ringraziarli. Gli amici anche mi hanno sempre sostenuto e con molti di loro condivido i miei allenamenti quando posso”.

 

L’atleta ha bisogno di provare per scoprire, conoscere, capire quale può essere la propria specificità in uno sport che unita alla forte passione e all’impegno può diventare uno sport da praticare cercando di eccellere ottenendo risultati importanti.

Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Di esempi ne avrei molti. Ma mi viene in mente quando in una gara a staffetta ho sbagliato percorso. Ero in testa e sono arrivato in una strada cieca. Li ho incontrato un cancello di in abitazione, è uscita una signora anziana e io le ho chiesto dove passasse la gara. Lei mi ha risposto che dovevo tornare indietro ma che se volevo potevo fermarmi a prendere un caffè”.

 

Nello sport può succedere di tutto, soprattutto in sentieri di montagna dove a volte le segnalazioni non sono ben visibili o si è distratti da qualcos’altro, importante è trasformare ciò che succede in esperienze comunque utili e importanti.

Chi ha contribuito nello sport al tuo benessere e/o performance? “I miei genitori e i miei fratelli hanno sicuramente contributo al benessere e ammetto di essere fortunato di essere nato in una famiglia che mi ha permesso di fare sport. Più tardi anche la mia fidanzata mi ha dato molta serenità mentale e mi sostiene tantissimo in quello che faccio, in più è fisioterapia. Senza dimenticare il mio allenatore, un amico prima di tutto in cui si è instaurato un rapporto di estrema fiducia. Infine i miei amici che mi fanno sempre divertire (sono una persona che ama anche ogni tanto fare festa e svagare) penso faccia molto bene non prendere le cose (e quindi anche lo sport) troppo sul serio e anche quei momenti, nella vita di un atleta, sono importanti”.

 

E’ importante per un atleta essere circondato da persone che sostengono, spronano, aiutano, consigliano. Soprattutto un bravo allenatore per tirare fuori il meglio di un atleta e un gruppo di amici per potersi svagare e rendere le cose più leggere.

 

Matteo SIMONE

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