Un
sogno ancora da realizzare è andare alle olimpiadi
Marco Rech Daldosso, Tennistavolo da piccolo ha fatto parte della nazionale giovanile e dal 2009 fa parte della nazionale assoluta partecipando a Campionati Europei e Mondiali.
Dal 2011 fa parte del Gruppo
Sportivo Aeronautica Militare. Nella gara a squadre ai Giochi del Mediterraneo
del 2013 ha conquistato la medaglia d'Argento di squadra.
Ha
conquistato i seguenti titoli: Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti
2014, 2015, 2016, 2017
(Doppio Misto; Doppio Maschile); Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti
2016 (Singolo); Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti 2018 (Doppio
Maschile), Medaglia d'Oro alla Coppa Italia Assoluta 2020.
Di
seguito approfondiamo la conoscenza di Marco attraverso risposte ad alcune mie
domande di nu po’ di qualche anno fa.
Come
hai scelto il tuo sport?
“Iniziando a casa con mio padre e mio fratello, mi sono definitivamente
convinto con le prime vittorie nelle categorie giovanili”.
In
che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Mi ha aiutato ad essere più
sicuro di me ed anche a credere di più in me”.
Lo
sport a volte può essere considerato un veicolo di consapevolezza,
autoefficacia e resilienza. Se si inizia da piccoli in famiglia o a scuola poi
si può scoprire di avere potenzialità e passione e gradualmente si può
sperimentare di eccellere vincendo abbastanza facilmente e si può pensare che
lo sport possa diventare un lavoro redditizio come è avvenuto con Marco
riuscendo ad arruolarsi presso il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare.
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Quali abilità bisogna allenare? “Sicuramente una grossa
difficoltà è la tenuta emotiva e la capacità di restare sempre molto
concentrati durante un intero incontro. Bisogna essere poi bravi (questo sotto
un punto di vista più tecnico) a cambiare la tattica di gioco durante la
partita se si nota non essere efficace”.
Interessante
e utile la testimonianza di Marco, come nella vita anche nel tennis bisogna
saper gestire una partita cercando di essere abili nel cambiamento, in sostanza
bisogna sviluppare e praticare resilienza per cercare di spiazzare
l’avversario, così come nella vita bisogna essere pronti a cambiare la routine
quando si presentano imprevisti e avversità come in questo lungo periodo di
pandemia dovuto al COVID, dove tutto ciò che era certo, ora è insicuro e
confuso e bisogna rimodulare propri piani programmi e obiettivi senza mollare
con fiducia e resilienza.
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Oltre alla ovvia passione e al
piacere che mi da giocare, credo che una forte spinta a continuare è la
soddisfazione che provo nel vincere degli incontri. Direi quindi i risultati”.
La
passione è un grande motore che spinge a fare sport, poi se si è in grado di
eccellere e vincere gare prestigiose nazionali e internazionali si è spinti
sempre più a continuare e cercare di fare sempre meglio potenziando anche
eventuali aspetti critici.
Pensi
che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? “Penso possa essere utile, ma
non fondamentale per tutti”.
Quali
persone contribuiscono nello
sport al tuo benessere e/o performance? “Sono molte, dalla famiglia ai
dirigenti della società fino ai compagni di squadra. Direi che sono tutte
quelle persone che hanno creduto e credono in me”.
Dietro
l’atleta ci sono persone che incoraggiano, sostengono, consigliano, coccolano
l’atleta cercando di farlo sentire sereno ed entusiasta delle sue prestazioni.
Un’esperienza
che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare? “Le vittorie. Il ricordo di
alcune vittorie porta la sicurezza necessaria per convincermi che ‘posso
farcela’”.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “I recenti Campionati Italiani
Assoluti (03/2016)”.
Certo,
essere campione italiano per 3 volte lo stesso anno (doppio maschile, misto e
singolo) significa risperimentare più volte euforia e sensazioni molto intense
che ripagano la fatica degli allenamenti e danno la carica per continuare a
crederci e impegnarsi per il futuro da solo e in coppia consolidando amicizie e
relazioni.
Quali
meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “La voglia di voler dimostrare
che potevo riuscire”.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare sport? “Che la determinazione nel
perseguire un obiettivo può farti far cose che normalmente non riusciresti a
fare”.
Quali
sono i tuoi pensieri relativi a quanto investito in termini di allenamenti? “Nell’ultimo anno penso di aver
raggiunto certi risultati solo per la voglia di dimostrare che potevo farcela,
e zittire che pensava il contrario”.
Se
veramente si vuol ottenere qualcosa di importante bisogna impegnarsi duramente
senza evitare la fatica e crederci sempre.
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? “Le sensazioni cambiano in base
all’importanza dell’incontro o della gara che sto preparando. Ultimamente mi è
capitato di essere molto nervoso nei giorni precedenti alla gara per poi invece
arrivare al giorno prima della gara o la mattina stessa molto tranquillo e
sereno. Gli allenamenti a ridosso di una gara importante mi spronano a fare
sempre una qualcosina in più”.
Quale
è stata la tua gara più difficile? “La gara più difficile, e credo che sia così per ogni
atleta, è la capacità di reagire ad un insuccesso. La voglia di rimettersi in
gioco e vincere”.
In
ogni incontro l’atleta può uscirne vincente o sconfitto ed è dura poi
riprendersi pensando che bisogna continuare a lavorare duramente e cercare e
capire cosa si può migliorare, cosa bisogna apprendere da quell’incontro, a
cosa è servito perdere l’incontro è un lavoro minuzioso e delicato da fare
insieme a un allenatore, un compagno, uno psicologo.
Hai dovuto scegliere lasciare uno sport a causa di studi o carriera lavorativa? “Per ora non ho ancora rinunciato a niente. Faccio attività sportiva a tempo pieno e allo stesso tempo porto avanti gli studi universitari (seppur molto a rilento)”.
Hai
rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “No. Non ho mai neanche pensato
di poterlo fare”.
Riesci
a immaginare una vita senza sport? “Qualche volta provo ad immaginare come potrebbe essere
(o come sarebbe stata) la mia vita senza sport, ma mi è difficile. Potrei
cambiare lavoro, non dedicare più tutta la mia giornata agli allenamenti, ma
credo che non potrò mai eliminare completamente lo sport dalla mia vita”.
A volte lo sport diventa un grande compagno di vita, una necessità vitale come respirare, bere, mangiare. Una pratica quotidiana e salutare, uno stile di vita da cercare di conservare il più a lungo possibile.
Come
hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con pazienza. E con la voglia
di tornare”.
Hai
mai pensato per infortuni
o altro di smettere di essere atleta? “Momenti difficili ci sono stati e i dubbi su cosa fare e
come organizzare la vita anche…ma con pazienza (e grazie anche a certi
risultati) ho ritrovato la fiducia necessaria per andare avanti”.
Con
l’esperienza l’atleta impara a mettere in conto crisi e infortuni, periodi più
o meno bui e bisogna avere pazienza e fiducia nel saper aspettare e
nell’espettarsi di riuscire a riprendersi dimostrando a sé stesso e agli altri
che si può sempre riprovare in modo diverso e che la perseveranza paga sempre.
Quale
messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Questa domanda mi viene fatta
ogni volta e penso sempre sia la più difficile. Ad un ragazzo consiglierei il
nostro sport per due motivi: il primo è che il nostro è uno sport individuale e
quindi quando vinci, sei tu che vinci; il secondo è che (sempre perché è uno
sport individuale) ti responsabilizza molto, perché sei tu che devi prepararti
per una gara e non potrai nasconderti dietro a nessuno se non lo farai al
meglio”.
Obiettivi
a breve, medio e lungo termine? Sogni realizzati e da realizzare? “Un sogno realizzato è
sicuramente l’aver vinto il titolo italiano quest’anno. Mentre un sogno ancora
da realizzare è andare alle Olimpiadi. Per quanto riguarda gli obiettivi, non
mi pongo dei limiti e spero di fare sempre il massimo. Spero di raggiungere
risultati importanti a livello internazionale, magari sfruttando il buon
momento già dai prossimi Campionati Europei di singolo”.
Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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