5 donne, lavoratrici, madri, amiche con la passione della corsa
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
http://www.psicologiadellosport.net
Non c’è un’età per iniziare a correre e non c’è un’età per smettere. Prima o poi la corsa arriva nella vita di un a persona, si fa sempre i tempo a iniziare a correre per sperimentare soprattutto benessere da soli o in compagnia.
Dalle avversità nascono delle
opportunità, si parla di crescita post traumatica, dalle sconfitte si traggono
insegnamenti, insomma tutte opportunità per sviluppare resilienza che,
soprattutto in questo lungo periodo di pandemia, confusione, incertezza,
destabilizzazione, serve ad andare avanti mettendo un po’ da parte mete,
obiettivi e sogni.
“L'idea del criceteam nasce durante la pandemia.
Cricete perché́ ci siamo disperatamente legate a quel raggio di spostamento
consentito: in quei 200 metri abbiamo corso inventandoci gare esclusive come la
Maratona della Ruota. Ci siamo sostenute a distanza, senza arrenderci. Ci siamo
galvanizzate a vicenda perché́ L'ALLEGRIA È CONTAGIOSA. Arriviamo con questo progetto
che non sappiamo dove ci porterà̀, ma intanto partiamo insieme. L'allegra
brigata di matte, lottatrici e sognatrici parte: chi corre con noi?”
https://www.facebook.com/criceteam
Di seguito approfondiamo la conoscenza
di alcune di sabri attraverso risposte ad alcune mie domande.
Può succedere che si incontra la corsa e
non si riesce a liberarsene perché diventa una cara amica, un’opportunità per
sperimentare benessere, per mettersi in gioco, per sperimentare e apprendere
dall’esperienza.
Un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Mi sono pentita di avere scoperto questa
mia versione ‘tardi’. Pensando ai tanti anni senza marito, figli e troppe
responsabilità. Il divertimento non è solo discoteca e serate interminabili. Ci
sono tante amicizie e dinamiche diverse che si innestano grazie allo sport.
Provare per credere”.
Cosa
o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
“La mia cocciutaggine e costanza. Poi mio
marito e mia mamma mi permettono di allenarmi tenendo la mia bimba 3enne”.
Non ci sono scuse per volersi bene, per
pensare a se stessi, per coltivare un hobby, per trovare il tempo per correre
durante la giornata, è sempre il momento per il movimento.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività̀ sportiva?
“In famiglia, dopo tempo, ho trovato
appoggio. All’inizio non era così. Quando ho imparato a camminare con le mie
gambe, da parte di mio marito è cambiato tutto. Mi appoggia in qualsiasi
impresa. Sugli amici invece ho più difficoltà. I divanari faticano a
comprendere e condividere, il segreto è farsi nuovi amici”.
Quale
esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ho dovuto affrontare molte cose brutte nella
mia vita. Ma si può vincere”.
L'evento
sportivo dove hai sperimentato le emozioni più̀ belle?
“La mezza delle terre Verdiane. L’ho
dedicata a mio padre e a tutti quelli che non possono più correre”.
Bisogna andare sempre avanti con le
risorse residue con piani e programmi per raggiungere mete e obiettivi sfidanti
cavalcando sempre l’onda del cambiamento.
Un
episodio curioso o divertente nella tua pratica sportiva?
“In MTB il mio gruppo CAI l'anno scorso
mi ha portato in cima al Monte Cusna, una montagna alta 2121 m, è stato un giro
molto divertente e insolito”.
A
cosa devi prestare attenzione nella pratica del tuo sport?
“In un mondo sicuro solo agli infortuni.
In questo mondo anche alla gente. Correndo all’alba, ogni tanto, capita di
incontrare soggetti poco raccomandabili”.
Bisogna avere sempre gli occhi aperti ed
essere pronti a tutto ma con coraggio e resilienza per non evitare esperienze
ricche e intense. Per ogni cosa che si fa bisogna essere molto attenti a non
strafare, a sentire il proprio corpo, ad
apprendere dall’esperienza.
Hai
rischiato di mollare? “Quando
mio marito non mi appoggiava sì”.
Come
hai superato crisi, sconfitte, infortuni? “Pensando al futuro. Sempre”.
Concordo, bisogna sempre guardare
avanti, essere fiduciosi, avere programmi non troppo rigidi da poter rimodulare
in caso di avversità o imprevisti come questo lungo periodo di pandemia dove
bisogna congelare o rimodulare sogni e progetti.
Ritieni
utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi?
“Si. A livello amatoriale per riuscire a
tenere la costanza e la motivazione per affrontare sfide da professionista.
Vorrei correre una maratona. Penso di averla già nelle gambe ma è la testa che
non deve mollare”.
Dice bene Sabri, a volte gli atleti
amatoriali si comportano come i professionisti, si allenano duramente e
costantemente per ottenere sempre risultati migliori ma senza aver cura di
aspetti che contribuiscono al benessere e alla performance non avendo a
disposizione lo staff tecnico professionale che hanno i professionisti.
La
tua situazione sportiva più̀ difficile? “Il post parto. Per ripartire serve tanta fatica, forza e determinazione”.
Nel mio libro “Lo sport delle donne”
riporto le seguenti parole:
“Le donne sono evolute per portare a termine le cose e nel miglior modo
possibile, come può essere una gravidanza con tutte le accortezze che ci
vogliono rispettando i tempi e occupandosi di se stesse. Così avviene sia per
gli allenamenti che per la durata della gara, sanno tenere di più l’attenzione,
tengono a mente parole e ancoraggi dei loro allenatori. Se l’allenatore dà un
consiglio, loro usano tale consiglio come un mantra per tutta la gara”.
https://www.amazon.it/donne-sempre-determinate-competitive-resilienti/dp/8894995151
Cosa hai scoperto di te stessa nello sport? “La tenacia. Correre una distanza prefissata mi dimostra ogni volta che posso fare qualcosa anche di grande nella vita”.
Ti
ispiri a qualcuno? “Nessuno
in particolare. Seguo molti atleti italiani. Baldini, Valeria Straneo, Sara
Dossena”.
Una
parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?
“Non arrenderti mai”.
A volte per raggiungere obiettivi
sfidanti c’è bisogno di crederci, di avere un’alta motivazione, di saper
affrontare, gestire e superare allenamenti duri, avversità, infortuni, crisi.
Un grande lavoro fisico e mentale.
Prossimi
obiettivi? “Maratona.
Doveva essere quella di Reggio che, annullamento a parte non avrei potuto fare
perché ho contratto il COVID”.
Come
ti vedi a 60 anni? “Prossima
alla pensione (forse) e runner libera”.
Come
hai scelto la tua squadra? “Ci siamo scelte insieme. Ed è stata una delle cose più belle che mi sia
mai capitata”.
Matteo SIMONE - 21163@tiscali.it
+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta
https://ilsentieroalternativo.blogspot.it/
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
Nessun commento:
Posta un commento