Nella
vela devi sempre ringraziare chi ti ci ha costretto nel praticarla!
Matteo SIMONE
Giancarlo Simeoli nel 1992 è stato arruolato al Centro
Sportivo dell'AM come atleta ed ha partecipato a due campagne olimpiche sulla
classe "49er" maschile.
Principali risultati sportivi: 2018 Medaglia
d'Argento Campionato Italiano per Club J70, 2010 Medaglia d'Argento Campionato
Italiano Este24 e Medaglia d'Oro Campionato Mondiale CISM di vela, 2009
Medaglia d'Oro Campionato Italiano Este24, 2006 Medaglia Oro Mondiale Offshore
a squadre, 2005 Medaglia Argento Europeo Sportboot Este24, 2004 Medaglia d'Oro
Campionato Italiano Este24, 2003
Medaglia d'Oro Campionato Italiano Minialtura Este24, 2001
Medaglia Bronzo Campionato Mondiale
Mumm30, 2000 Medaglia d' Argento Europeo Bénéteau25, 1995 Medaglia d'Oro Campionato Italiano a Squadre J24.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Giancarlo
attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà? A cosa devi prestare
attenzione?
“Nel mio sport le difficoltà sono di natura finanziaria, umana,
ambientale. Devo prestare attenzione a non cadere in acqua”.
Quali abilità bisogna
allenare? “Devo
allenare la mente, la pazienza e la resistenza alle privazioni di benessere
fisico: sonno, cibo, disidratazione. Bisogna conoscere bene la matematica,
fisica, chimica, meteorologia, le lingue. Conoscere tecniche lavorative di
laminazioni con materiali tipo carbonio e kevlar. Bisogna conoscere il funzionamento di
un'azienda e la sua burocrazia. Bisogna avere conoscenze di psicologia di
gruppo e dinamiche dei soggetti. Conoscenze di medicina e pronto soccorso.
Conoscere Normative e legislazioni, saper far funzionare apparati radio e
satellitari. Meccanica - idraulica - elettrica. E bisogna soprattutto stare
molte ore in mare, con conseguente traumi connessi a umidità e carichi di peso
eccessivi”.
Ecco perché campioni non significa avere solo talento ma
anche impegnarsi costantemente, documentarsi, apprendere, studiare, saper stare
con gli altri, imparare nozioni e sviluppare capacità fisiche, tecniche,
strategiche, psicologiche.
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? “Non ho un'alimentazione
controllata, vario molto e con ritmo (purtroppo) piuttosto discontinuo molte
volte le condizioni meteo non permettono di nutrirsi se non con liofilizzati”.
Tanti gli aspetti da considerare e coltivare per
sperimentare benessere e performance nello sport, bisogna conoscersi bene e
capire cosa è meglio per se stessi e l’esperienza insegna sempre a far meglio e
a star meglio.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Non mi sono mai ritirato e non
ho mai pensato che fossero le condizioni fisiche ma quelle mentali per fare una
brutta prestazione sportiva”.
È importante prepararsi e allenarsi bene sia fisicamente che
mentalmente per affrontare situazioni, allenamenti, gare dove bisogna essere
presenti non solo fisicamente ma anche mentalmente focalizzati in quel momento
per quell’obiettivo ritenuto più o meno importante, più o meno difficile,
sfidante ma non impossibile, con grande fiducia e consapevolezza.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? “Una
chiave essenziale per continuare ad avere risultati nel mio sport è di: avere
molta voglia nel continuare a praticarlo”.
Quando lo sport che si pratica diventa un lavoro è
importante avere sempre alta la passione e la motivazione per far sì che la
fatica e le sofferenze non hanno un peso determinante ma è la riuscita e la
soddisfazione finale che ripaga di tutto e diventa il motore per continuare a
mettersi in gioco.
Cosa e chi hanno contribuito nello
sport al tuo
benessere e/o performance?
“La mia famiglia e la mia ragazza, e devo dire che purtroppo non ho mai
avuto le risorse per pagarmi un allenatore personale”.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “I miei genitori non comprendono
molto bene questo sport, ma hanno fatto molto perché potessi praticarlo e i
miei amici pensano che sia tutto sole/mare”.
Dietro l’atleta è preferibile e a volte essenziale e
necessario avere persone, familiari, amici che sostengono e supportano e
soprattutto professionisti che seguono, consigliano, insegnano.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più
belle? “Non
ne ricordo una in particolare ma ho perfettamente ricordo delle volte dove ho
avuto paura di perdere barca + equipaggio e invece tutto è andato per il meglio”.
A volte le cose non vanno per il meglio, soprattutto quando
si tratta di governare una barca e possono capitare avversità climatiche non
prevedibile, bisogna cavalcare con resilienza l’onda del cambiamento con
prontezza, fiducia e resilienza, per mettere al riparo se stessi, il mezzo ma
soprattutto gli amici d’avventura.
Quale esperienza ti dà la sicurezza che ce la puoi fare
nello sport o nella vita?
“Mi danno sicurezza: i personali risultati raggiunti nelle regate e la loro
continua crescita, ma soprattutto anche la responsabilità della direzione
sportiva della sezione sport acquatici e di 9 atleti, che hanno raggiunto
risultati inimmaginabili: dalle olimpiadi, ad un'immagine di eccellenza
consegnata alla forza armata AM e fino alle regate di altura in oceano, creando
un rapporto consolidato e di fiducia tra l'alta finanza e il popolo italiano”.
Lo sport praticato con passione e dedizione può diventare
una grande opportunità di crescita e sviluppo personale ma soprattutto di
squadra e gruppo di appartenenza ricevendo benefici e plausi individuali e
soprattutto di gruppo.
Hai rischiato di incorrere nel doping? Un messaggio per
sconsigliare il doping?
“In questo sporto il caso di doping è molto raro. Nella vela il doping più
forte è di viverla con grinta”.
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano
nello sport?
“Mi ha molto aiutato essere esortato nel non fallire la prestazione”.
Bisogna trovare un sano equilibrio tra lo staff dell’atleta
che a volte invitano l’atleta a impegnarsi per avere risultati eccellenti e a
volte mettono troppo pressioni, sta all’atleta avere una forte e consolidata
personalità per sentirsi sicuro delle proprie risorse, capacità,
caratteristiche qualità per potersi esprime al meglio serenamente.
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Al
centro sportivo veniva organizzata una regolare gara di pallone con il
personale dell'aeroporto, ma il pallone accidentalmente cade in acqua e
la timida brezza del lago di Bracciano allontana il pallone dalla
riva. Non Sapendo cosa fare, vengono chiamati i ragazzi della vela che
armano una barca e vanno a prendere il pallone con un'andatura di poppa. Per
ritornare salgono invece con un'andatura di bolina zigzagando in direzione
della riva che a quel punto vedeva tutti i militari schierati in attesa di
riprendere impazientemente la partita, il comandante del tutto impettito a capo
dello schieramento urlava perentoriamente ai due ragazzi in barca e mimando con
gesti la frase: ‘che fate? Perché andate di qua e di là!! Venite qua diritti”.
Interessanti alcuni aneddoti che diventano un’opportunità
per conoscersi meglio, per stemperare tensioni, per sperimentarsi gruppo
mettendo da parte ogni protagonismo.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività
fisica? “Ho
scoperto che mi serve per tenere allenata la mente”.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Qualche volta sono stato
costretto ma normalmente cerco di non superarlo”.
Certo, con il limite non si scherza, è importante la sfida,
osare ma senza esagerare, apprendendo sempre dall’esperienza che stimola e fa
sentire vivi, capaci, efficienti.
Cosa hai sperimentato nello sport (allenamento, pre-gara,
gara, post-gara?
“Non ho mai sperimentato tecniche particolari, ho cercato di apprendere
studiando dai miei avversari e di concentrarmi sulla sensazione di giusto o
sbagliato”.
Quali sono i tuoi pensieri in gara? "Cerco di non pensare
quando sono in competizione è molto distraente”.
In gara a volte è importante farsi trasportare dal proprio
intuito cercando di entrare nel flow dove tutto fila liscio quasi come si fosse
in trance, facendo bene senza accorgersi grazie alla elevata fiducia in sé,
l’esperienza, la serenità, la consapevolezza di sé.
La tua gara più difficile? “La regata si chiama ‘Sydney to Hobart’ ed è stata
piuttosto dura, stare al timone in mezzo ad un mare in tempesta e per diversi
giorni, con un ottimo posto in classifica da difendere, il freddo dell'artico e
26 persone impegnate a domare in armonia un maxi yacht di 80 piedi tra le onde
gigantesche del Mar di Tasmania”.
Quando si esce fuori da situazioni difficili ci si rende
conto di quello che si è riusciti a fare insieme, attenti e concentrati nella
situazione difficile e sfidante, con l’obiettivo di restare sani e salvi ma
allo stesso tempo cercare di esprimersi al meglio per ottenere il meglio da
ognuno dell’equipaggio con la consapevolezza che più dura è la lotta e più
glorioso è il trionfo.
Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? “Più che utile la figura dello
psicologo lo trovò un elemento essenziale per la formazione di un risultato
sportivo”.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli
avvicinare a questo sport?
“Nella
vela devi sempre ringraziare chi ti ci ha costretto nel praticarla!”.
Prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine? Sogni da
realizzare?
“Sogno di poter avere la fiducia e i mezzi per portare l'Italia a navigare
in oceano. Spero di poter contribuire attivamente nel risolvere storiche
problematiche nello sport militare e di trovarmi un aiuto al lavoro alla
direzione sportiva AM. Infine di chiudere il calendario regate con ottimi
risultati sportivi e di acquistare una nuova imbarcazione”.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230
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