En abril de 2023 hice 6h36 en el Campeonato de España, quedando segundo
Matteo SIMONE
L’1-2 aprile 2023, si è svolto il III Festival de Ultrafondo G.P. Ciudad de Burjassot, 100km (ESP), vinto da Antonio Jesus Aguilar Conejo, precedendo Manel Deli Andujar 6h36’39” e Francisco Mariano 6h49’19”.
Tra le donne ha vinto Mireia Sosa Perez in 7h52’21”, precedendo Maria Mercedes Pila Viracocha 7h58’40” e Alicia Anton Moreno 8h37’02”.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Manel Deli Andujar attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stata la tua carriera professionale nello sport? Ho iniziato a correre nel 2011, a 35 anni, due giorni a settimana, per dimagrire e ridurre il colesterolo. In 6 mesi ho perso 10 chili e recuperato i miei livelli di salute. Così ho iniziato a fare gare di media montagna.
Con il tempo mi sono reso conto di essere davanti ai miei avversari nei tratti senza pendenza positiva o negativa, in piano. Per questo a 40 anni ho deciso di iscrivermi all'atletica e lasciare la montagna.
Nell'atletica mi allenavo quotidianamente, mi stavo preparando per la maratona. Sono migliorato velocemente e nel 2018, a 43 anni, ho fatto 32'45" nella 10k, 1h09'53" nella mezza maratona e 2h28'31" nella maratona. Sono tempi notevoli come atleta master, niente di più. La pandemia di Covid è arrivata e le maratone sono state cancellate perché erano gare di massa. Ho deciso di fare il salto all'ultramaratona pensando che sarebbero state gare limitate a meno persone e che non sarebbero state cancellate. Nel 2021 sono stato Campione di Spagna (assoluto, non master) al mio debutto nella 100km, 6h55' che è anche un crono internazionale (world top 10) e mi ha portato a essere un atleta internazionale. Nel 2022 ho corso il Campionato del Mondo di 100 km a Berlino, 6h30’24", 8° nel mondo assoluto, record del mondo M45, record catalano assoluto. Un successo totale. Nell'aprile 2023 ho fatto 6h36’ nel Campionato Spagnolo, arrivando secondo. Attualmente è il quarto miglior crono mondiale dell'anno.
Il 31 Dicembre 2017, Manel corre la “Cursa dels Nassos” 10K in 32’45”. L’11 febbraio 2018 corre la “Barcelona Half Marathon” in 1h09’55”. Il 25 febbraio 2018 corre la “Sevilla Marathon” in 2h28’31”.
Il 12 giugno 2021, ha vinto la 100 km Internacionales de Cantabria (ESP) in 6h55’21”, precedendo il francese Julien Nison 7h02’21” e lo spagnolo Jose Antonio Castilla Rodriguez 7h05’32”.
Manel è al primo posto nella Classifica di Tutti i Tempi 100km uomini Categoria M45 con il crono di 6h30’24”, ottenuto il 27 agosto 2022 a Bernau (GER), precedendo il francese Roland Villemenot (21.08.1946) 6h30’35” il 22 maggio 1993 a Chavagnes en Paillers (FRA) e il russo Anatolii Kruglikov (09.10.1957) 6h37’07” il 19 aprile 2003 a Chernogolovka (RUS).
Manel è al primo posto anche nella Classifica Tutti i Tempi 6h uomini Categoria M45, con 92,406 km il 5 marzo 2023 a Barcelona, precedendo il francese Roland Vuillemenot 89,080 km il 7 novembre 1993 a Cébazat (FRA) e il serbo Mihal Sulja (07.10.1974) 88,915 km il 6 novembre 2021 a Belgrad (SRB).
Come sei cambiato attraverso lo sport? Sono un atleta in ritardo. Ho iniziato ad allenarmi quotidianamente all'età di 40 anni. Lavoro in azienda mattina e pomeriggio e mi alleno a fine giornata, tutti i giorni, per 90-120 minuti. Avevo già organizzato la mia vita, la mia famiglia... tutto. Ciò che è cambiato è che mi sento ringiovanito, forte, psicologicamente abilitato a sopportare la vita lavorativa sempre più dura e stressante.
La vita è davvero sorprendente, si fa sempre in tempo a cambiare stile di vita, tanti iniziano a fare sport in età avanzato scoprendo una passione e delle potenzialità notevoli con risultati e record nazionali e mondiali eccezionali.
Chi e cosa contribuisce al tuo benessere e alle tue prestazioni? Cerco di non lasciare che la mia preparazione influisca sugli orari familiari, ma è impossibile non incidere un po'. La famiglia dovrebbe aiutarti e rispettarlo, se no è impossibile. Per fortuna ho una famiglia (che odia lo sport) ma mi danno la libertà di allenarmi. Per quanto riguarda il livello delle prestazioni, è molto importante avere un gruppo di allenamento. L'atletica è chiaramente uno sport collettivo. È solo individuale il giorno della competizione. Ma l'allenamento dura 6 mesi per ogni prova di 100 km che preparo. Senza gruppo è molto difficile.
La pratica di uno sport impegnativo come l’ultramaratona richiede tanti allenamenti della durata anche di alcune ore e bisogna trovare i periodi per allenarsi al di fuori dell’orario lavorativo e senza interferire troppo con gli impegni familiari. Importante è avere un gruppo o qualche amico dello stesso livello per gli allenamenti più impegnativi quantitativi e qualitativi per faticare insieme e condividere situazioni e momenti anche difficili.
La gara in cui hai vissuto le emozioni più belle? Dalla maratona ai 100 km è quando mi piace gareggiare. Nelle gare più brevi c'è solo sofferenza. Dai 42km c'è sofferenza ma anche epica. C'è un momento nella maratona o nella 100km in cui non è più una questione di forma fisica, entra in gioco la parte mentale, il miglioramento personale. Allenarsi ad andare velocissimo per 3, 4 o 7 ore per 6 mesi e poi raggiungerlo il giorno della gara è la cosa più bella.
La maratona e l’ultramaratona richiedono periodi intensi di allenamento per abituarsi a soffrire allenando corpo e mente alla fatica che si fa sentire dopo alcune ore di gara quando si compete ad altissimi livelli, per esempio, in un campionato nazionale, europeo o mondiale. Bisogna sviluppare capacità mentali che possano gestire la prestazione senza arrendersi alla prima crisi, senza mollare subito, senza scoraggiarsi ma gestendo ogni situazione avversa.
Cosa ne pensano la tua famiglia e i tuoi amici della tua attività sportiva? Soprattutto da quando faccio 100 km lo trovano ammirevole. Correre così veloce per così tanto tempo comporta tanto allenamento e tanto sacrificio. Pensano anche che sia una follia e che a un certo punto ne pagherò le conseguenze…
Sempre più persone si avvicinano alle ultramaratone anche giovanissimi, importante è non strafare e permettere al fisico e alla mente di recuperare opportunamente. Come dice Manel ci vogliono 6 mesi per preparare una 100km, così ci si arriva pronti e senza stress con la consapevolezza di mettersi in gioco e capire quanto si vale quel giorno cercando di fare il proprio personal best oppure vincere una gara o un titolo nazionale o internazionale.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? La mia forza mentale. Sto battendo gli olimpionici internazionali nelle competizioni. I loro tempi sulle distanze più brevi sono molto migliori dei miei; invece, quando inizia la super sofferenza io continuo a correre veloce e loro rallentano molto. È tutta mente. Non è allenamento fisico.
Hai vissuto l'esperienza limite nella tua carriera? Raramente. Se ti alleni molto e bene, raramente incontrerai grossi problemi il giorno della competizione. Sono arrivato a situazioni estreme solo quando ho osato gareggiare senza essermi allenato a sufficienza (a esempio a causa di un infortunio che ha interrotto l'allenamento).
In gare di ultramaratone vince chi è bravo a gestire la “super sofferenza”, bisogna saperla cavalcarla senza evitarla, cercarla in allenamento per farsela amica e per sentirsi forti e resistenti il giorno della gara.
La tua gara più estrema o più difficile? Corro sempre più veloce che posso. Corro i 100 km a 3'54" per chilometro, ovvero 15,5 km/ora. È piuttosto estremo. Per me correre è correre forte, non fare jogging. Rispetto i corridori che fanno jogging e si divertono a correre, che sanno parlare e assaporare le gare. Non è il mio caso, massimizzo il potenziale del mio corpo, per me ogni gara è estrema perché arrivo al traguardo esausto e non riesco a fare un altro passo, ecco perché se non ti alleni bene e hai il coraggio di gareggiare senza esserti allenato bene, la gara può diventare una tortura e la ricorderai come la più difficile.
A volte le gare lasciano il segno proprio perché non ci si arriva preparati adeguatamente, è importante arrivarci pronti e preparati con allenamenti adeguati sia quantitativamente che qualitativamente non trascurando alimentazione e abbigliamento tecnico e il tutto andrebbe provato il più possibili negli allenamenti o altre gare propedeutiche.
Un messaggio per avvicinare le persone alle ultramaratone? La soddisfazione di sapere che riuscirai a portare a termine una gara estrema in un tempo molto inferiore a quello inizialmente previsto non ha eguali. Il sacrificio quotidiano porta al successo nel giorno e l'ora della gara. Raccogliere i frutti del proprio impegno, quando sembrava una sfida impossibile, è enorme. Ed è alla portata di molti. Devi solo allenarti. Piangere per l'emozione è il risultato finale.
In effetti si può fare tutto quanto si vuole con impegno, passione e determinazione, allenamenti costanti e quotidiani mirati per raggiungere il risultato voluto e sperato in un dato giorno a una data ora e se ciò si verifica e può verificarsi credendoci, la gioia è immensa e ripaga ogni fatica, ogni sofferenza.
Perché pensi che lo psicologo sia utile nello sport? Per molte ragioni. Devi lavorare su molti aspetti: paura di fallire, superare le avversità, ego, frustrazione per infortunio e successivo recupero, ansia per competizione e rivali…
Sogni realizzati? Prossimi obiettivi? A settembre gareggerò in Europa centrale, cercando un circuito pianeggiante con buone temperature, per migliorare il mio traguardo dei 100 km (magari un record spagnolo? Si spera) e in futuro vorrei fare il salto all'altra competizione ufficiale che esiste nell'ultramaratona su strada: la 24 ore.
Gli atleti sono sempre alla ricerca di record personali ed eventualmente nazionali e sfide da intraprendere, provare cercando di trasformare sogni in realtà.
Il prossimo 9 settembre 2023 ci sarà la 100 km a Winschoten in Olanda e potrebbe essere un’ottima opportunità per cercare di fare una prestazione eccellente.
Il record nazionale spagnolo è di 6h23’44” di Jose Maria Gonzalez Munoz (19.03.1965) stabilito il 17 giugno 2006 a Torhout (BEL), a seguire Jorge Aubeso Martinez (05.12.1966) 6h26’38” il 16 marzo 2003 a Madrid e Antonio Jesus Aguilar Conejo (10.09.1979) 6h27’38” il 2 aprile 2023 a Burjassot (ESP). Manel risulta avere la 4^ miglior prestazione tra gli spagnoli.
Sei ispirato da qualcuno? No, ma ammiro il più grande atleta di tutti i tempi: Kilian Jornet.
Kílian Jornet (27 ottobre 1987), scialpinista, ultramaratoneta e skyrunner spagnolo. Campione mondiale sci alpinismo Individuale 2011 e 2015. Campione mondiale sci alpinismo Vertical race 2010, 2011, 2013, 2015 e 2017.Campione del mondo Espoir vertical race e lunga distanza 2008. Vincitore Coppa dei Campioni Grindelwald 2007. Campione del mondo Cadetti Vertical Race 2004. Campione del mondo skyrunning Kilometro verticale 2014 (Mont-Blanc Vertical KM). Campione del mondo Buff Skyrunner World Series 2007, 2008, 2009, 2012, 2013, 2014, 2018. Campione del mondo Skyrunner World Series Ultra 2010, 2014. Campione del mondo skyrunning 2010 (Giir di Mont), 2014 (Mont-Blanc Marathon).
1º alla Western States Endurance Run 2011 in 15h34', primo vincitore non statunitense; al 2011 terzo tempo di sempre, vincitore in assoluto più giovane in tutte le 38 edizioni della gara. Record della traversata dei Pirenei (8 giorni e 3 ore) 2010. Record GR 20 (32h54') 2009. Record Tahoe Rim Trail (38h32') 2009.
Come ti vedi tra 10 anni? Gareggiando.
Cosa ti spinge a fare sport? La salute mentale che fornisce, anche fisica ma soprattutto mentale.
Cosa c'è dietro una vittoria? Quasi niente, a volte qualche riconoscimento pubblico. Il giorno dopo la vittoria devi iniziare a preparare quella successiva.
Ogni gara è un obiettivo concluso, un test, una ripartenza per nuovi mete e obiettivi con relativi programmi e percorsi da attraversare.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Manel Deli Andujar: Abril 2023, 2° en el Campeonato de España, 6h36
Nell'aprile 2023 ho fatto 6h36’ nel Campionato Spagnolo, arrivando secondo
Matteo SIMONE
¿Cuál fue tu trayectoria profesional en el deporte? Empecé a correr en 2011, con 35 años, dos días a la semana, para bajar de peso y reducir el colesterol. En 6 meses perdí 10 kilos y recuperé los niveles de salud. Entonces empecé a hacer carreras de media montaña. Con el tiempo me di cuenta que avanzaba a mis rivales en los tramos sin desnivel positivo ni negativo, en el llano. Por eso con 40 años decidí apuntarme a atletismo y dejar la montaña. En atletismo ya entrenaba a diario.
Preparaba la maratón. Progresé rápido y en 2018, con 43 años, hice 32'45" en 10k, 1:09'53" en media maratón y 2:28'31" en maratón. Son marcas destacables como atleta máster, nada más. Llegó la pandemia del Covid y las maratones se anularon por ser carreras masivas.
Decidí dar el salto al ultrafondo oficial pensando que serían carreras limitadas a menos gente y que no las anularían. Acerté. En 2021 quedé campeón de España (absoluto, no máster) en mi debut en 100km. 6h55' que además es una marca a nivel internacional (top 10 mundial) y me llevó a ser atleta internacional. En 2022 corrí el campeonato del mundo de 100km en Berlín. 6h:30`24". 8º del mundo absoluto. Récord del mundo M45, récord de Catalunya absoluto. Un éxito total. En abril de 2023 hice 6h:36 en el campeonato de España, quedando segundo. Actualmente, es la cuarta mejor marca mundial del año.
¿Cómo has cambiado a través del deporte? Yo soy un atleta tardío. Empecé con 40 años a entrenar a diario. Trabajo en una empresa mañana y tarde y entreno al final del día, cada día, durante 90-120 minutos. Ya tenía mi vida montada, mi familia...todo. Lo que ha cambiado es que me siento rejuvenecido, fuerte, psicológicamente beneficiado para soportar la vida laboral cada vez más dura y estresante.
¿Quiénes y qué contribuyen a su bienestar y desempeño? Trato de que mi entrenamiento no afecte a los horarios familiares, pero es imposible no afectar un poco. La familia debe de ayudarte y respetar eso, si no es imposible. Por suerte yo tengo una familia (que odia el deporte) pero me dan libertad para entrenar. En cuanto al nivel de desempeño, es muy importante disponer de un grupo de entrenamiento. El atletismo es un deporte colectivo claramente. Únicamente es individual el día de la competición. Pero el entrenamiento dura 6 meses por cada prueba de 100km que preparo. Sin equipo es muy difícil.
¿La carrera en la que experimentaste las emociones más hermosas? De maratón a 100km es cuando me gusta competir. En carreras más cortas solo hay sufrimiento. A partir de los 42km hay sufrimiento pero también épica. Hay un momento en la maratón o en el 100km que ya no es una cuestión de forma física, entra en juego la parte mental, la superación personal. Entrenar para ir muy rápido durante 3, 4 o 7 horas durante 6 meses y luego conseguirlo el día de la competición es lo más bonito.
¿Qué opinan tus familiares y amigos sobre tu actividad deportiva? Sobre todo desde que hago 100km lo encuentran admirable. Correr tan rápido durante tanto tiempo implica mucho entrenamiento y mucho sacrificio. También opinan que es de locos y que en algún momento pagaré las consecuencias...
¿Qué has descubierto de ti mismo practicando deporte? Mi fuerza mental. Estoy venciendo en competición a atletas olímpicos internacionales. Sus marcas en distancias más cortas son mucho mejores que las mías, en cambio, cuando empieza el supersufrimiento, yo sigo corriendo rápido y ellos bajan mucho el ritmo. Es todo mental. No es entrenamiento físico.
¿Has vivido la experiencia límite en tus carreras? Pocas veces. Si entrenas mucho y bien, rara vez encontrarás grandes problemas el día de la competición. Solamente he llegado a situaciones límite cuando me he atrevido a competir sin haber entrenado lo suficiente (por ejemplo, por culpa de una lesión que ha interrumpido el entrenamiento).
¿Tu carrera más extrema o más difícil? Yo corro siempre a la máxima velocidad que puedo. Corro el 100k a 3'54" por kilómetro, que es a 15'5km/hora. Es bastante extremo. Para mí correr es correr a tope, no trotar. Respeto a los runners que trotan y disfrutan corriendo, que pueden hablar y saborear las carreras. No es mi caso. Yo maximizo el potencial de mi cuerpo. Para mí cada carrera es extrema porque llego exhausto a meta y no puedo dar ni un paso más. Por eso si no entrenas bien y te atreves a competir sin haber entrenado bién, la carrera se puede convertir en una tortura y la recordarás como la más difícil.
¿Un mensaje para acercar a la gente al tipo de resistencia? La satisfacción de saber que vas a conseguir acabar una carrera extrema en un tiempo mucho más bajo de lo inicialmente esperado no tiene parangón con nada. El sacrificio diario lleva al éxito en el día D a la hora H. Recoger el fruto de tu esfuerzo, cuando parecía un reto imposible, es enorme. Y está al alcance de muchos. Solamente hay que entrenar. Llorar de emoción es el resultado final.
¿Por qué crees que el psicólogo es útil en el deporte? Por muchos motivos. Hay que trabajar muchos aspectos: el miedo al fracaso, superar adversidades, el ego, la frustración de la lesión y la recuperación posterior, la ansiedad por la competición y por los rivales...
¿Sueños realizados y por realizar? Próximos objetivos? En septiembre voy a competir en Centroeuropa, buscando un circuito plano y con buena temperatura, para mejorar mi marca en 100km (¿quizás récord de España? Ojalá) y en el futuro me gustaría dar el salto a la otra competición oficial que existe en el ultrafondo en ruta: las 24h.
¿Una frase o palabra que te ayude en las dificultades? Voy a vender la victoria cara.
¿Estás inspirado en alguien? No, pero admiro al deportista más grande de todos los tiempos: Kilian Jornet.
¿Cómo te ves dentro de 10 años? Compitiendo.
¿Qué te impulsa a hacer deporte? La salud mental que aporta, también la salud física, pero sobre todo la mental.
¿Qué hay detrás de una victoria? Casi nada, a veces algo de reconocimiento público. Al día siguiente de la victoria hay que empezar a preparar la siguiente.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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