mercoledì 24 maggio 2023

Marinella Satta, ultramaratoneta: Vincere o salire sul podio è sempre un piacere

 Non mi sono fatta scappare il secondo treno della nazionale 
Matteo SIMONE 
 

Il mondo dello sport a volte sembra bizzarro, soprattutto il mondo dei maratoneti e ultramaratoneti, si fanno delle cose impensabili da guinness dei primati come è solito fare la veterana delle ultramaratone Marinella Satta, che ha vestito la maglia della Nazionale Italiana di ultramaratona dopo aver militato a basket in età più giovane. 

Di seguito, Marinella (A.S.D. Borgaretto 75) racconta la sua esperienza, rispondendo ad alcune mie domande. 
Che significa aver indossato la maglia azzurra? Una grandissima soddisfazione personale, un sogno per tutti gli atleti che praticano sport. In carriera sportiva, mi si è presentata l'opportunità in gioventù. Praticamente, dopo il 1° Campionato Italiano di maratona femminile del 12/10/1980, nel 1981 iniziarono i primi raduni femminili di maratona a Ostia e convocarono pure me, chiaramente accettai molto volentieri, anche se in quel periodo continuavo a giocare a basket, mi alternavo con la corsa, giusto per fare fiato per le partite di pallacanestro. Mi sono lasciata scappare il treno, si vede che non era il momento per la maglia azzurra. Però, il treno è passato una seconda volta e non mi sono fatta scappare il secondo treno della nazionale.  

Il 12 ottobre 1980, a Rieti
si svolse il 1° Campionato Italiano femminile di maratona, vinto da Maria Pia D’Orlando in 2h4922, precedendo Lucia Soranzo, Elena Rastello, Mary Marsiletti, Rita Ligi, Marinella Satta.
Che significa una maratona con 2 palloni da basket? La realizzazione di un sogno personale che mai più avrei pensato di poter realizzare. Quando iniziai a correre e fare maratone, mi balenò l'idea di fare una maratona palleggiando con 1 o 2 palloni) però era solo un sogno e niente più. Come tutte le cose che faccio, anche questa pazzia personale è capitata per puro caso, non sapevo se sarei riuscita a fare una impresa del genere per di più dopo i 50 anni con 1 pallone e addirittura dopo 60 anni con 2 palloni.  Molto più complicato che a 20/30 anni, nel pieno della tua carriera atletica 
Per quanto riguarda la maratona palleggiando con 1 pallone
, a 52 anni capitò che andai a decathlon per acquisti sportivi e capitai nella sezione palloni, al che ne presi uno e cominciai a palleggiare, siccome la settimana dopo si correva la maratona di Torino, sul momento decisi di comprare il pallone adatto alla strada e tra me e me dissi, domenica corro la maratona palleggiando. Provai subito ad allenarmi 1 ora palleggiando per le strade di Pianezza, e mi accorsi che non avevo perso la mia grinta e la tecnica del palleggio. Quindi la settimana prima della maratona, mi feci 3 allenamenti di circa 1 ora palleggiando. Tra me e me pensavo che se riesco a palleggiare 1 ora potrei riuscire anche a palleggiare per 4/5 ore. Non ne ero sicura, ma se non provavo non sapevo il mio limite.
Così il giorno della gara
mi presentai in Piazza Castello, pronta per la maratona. Combinazione il giorno della gara, pioveva, non sapevo se farla palleggiando o meno, provai a palleggiare, il pallone rimbalzava molto bene, decisi così di provarci. Se non ci fossi riuscita, non sarebbe stato un problema, finivo la gara normalmente. Poi, capitò anche che verso fine gara, praticamente verso il 38° km, il pallone cominciò, leggermente, a deformarsi, dopo tanta fatica rinunciare all'impresa mi sarebbe dispiaciuto. Riuscì nella mia pazzia, sempre palleggiando e correndo in 4h32. In seguito a questa maratona, tramite Gianni Interbartolo, venni invitata anche in altre manifestazioni: Napoli marathon, Amalfi-Sorrento, la Reggia di Caserta. 
 
Per quanto riguarda la maratona con 2 palloni
, anche qui capitò per caso. Dopo aver corso la maratona di Rimini come spingitore di Luigi, insieme alla squadra dei Corsari, visto l'ambiente allegro della maratona di Rimini, feci una battuta all'organizzatore della maratona Gelo Rosa Brusin, dicendo: "Questo è l'ambiente ideale per poter fare maratona con 2 palloni", Gelo, essendo un ex giocatore di basket di Serie A, non ci pensò 2 volte e mi invitò alla sua maratona dell'anno successivo. Palleggiare con 2 palloni è più complicato, però non mi sono tirata indietro. Ho cominciato l'allenamento per la maratona con 2 palloni, 2 mesi prima della gara, facendo 2 allenamenti settimanali di circa 1h/1h30. Durante la gara, sono riuscita sempre a palleggiare, perdendo palla solo 2 volte per via che ho trovato dei piccoli sassolini. Sono stata accompagnata, ridendo e scherzando da Cristiana Pietrantonio e Massimo Faleo, finita in 6h30, gli ultimi 2 km sterrato e pavé, ho dovuto rallentare, però con più difficoltà sono riuscita a terminare la gara.
Dopo Rimini, fui invitata, sempre tramite Gianni,
anche alla maratona di Roma. Non ero molto convinta di partecipare, per via del percorso di Roma, con tanto pavé. Sapevo della maggiori difficoltà. Accettai di partecipare, anche quel giorno una gran bella pioggia non poteva mancare, però ero lì e non mi sentivo di rinunciare, almeno provarci. Con la mia testardaggine riuscì a terminare la maratona.
 

Ce l’ha fatta Marinella Satta a trasformare il suo sogno in realtà, con impegno, determinazione e crederci tanto, con l’aiuto di tanti supporter. E’ entrata nel guinness dei primati correndo la maratona Rimini palleggiando con due palle da basket in 6h31’. La filosofia di Marinella è un passo alla volta senza fretta ed è stato così che un palleggio alla volta è arrivata fino al traguardo. Marinella ha fatto dello sport l’essenza della vita fino ad arrivare a indossare la maglia azzurra della Nazionale:  
Che significa per te una 6 giorni di corsa?
Innanzitutto, una sfida con te stessa, ti poni il tuo obiettivo senza guardare l'avversario. E' una gara più mentale che fisica. Sinceramente, dopo che corro/cammino per 6 giorni, paradossalmente, a parte la stanchezza, sono molto più rilassata. Si vede che facendo questo tipo di gara scarico tutta la tensione accumulata nella vita quotidiana.  

Interessanti le esperienze degli ultrarunner, fanno cose che sembrano assurde, bizzarre, impossibili, con tanta semplicità e serenità, ottenendo vantaggi sorprendenti. 
Che significa per te correre oltre i 60 anni? Scaricare la tensione, stare in salute, vedere tanti amici con la stessa passione. Non potrei fare a meno dell'attività fisica. Mi sento viva, giovane dentro, coraggiosa. Spero di poter ancora continuare per molti anni. Ho sempre praticato lo sport.  Ho iniziato a 12 anni, non ho mai smesso, non riesco a stare inattiva. 

La pratica di uno sport permette di aver cura di se stessi, sentirsi attivi e in relazione con tanti altri che condividano la stessa passione con fatica e senza stress. 
Che significa per te un podio o vincere a 60 anni?
Vincere o salire sul podio è sempre un piacere. La cosa più importante, per me, a questa età è partecipare e arrivare fino in fondo alla competizione, senza stress ma per il piacere di esserci. Se poi, arriva anche il risultato, doppia felicità. 

In realtà, Marinella compirà 66 anni il prossimo 15 settembre e continua a correre facendo grandi imprese e continuando a vincere titoli della sua categoria, tra le sue ultime prestazioni da menzionare la partecipazione dal 12 al 18 marzo 2023 al Campionato del Mondo della 6 Giorni di corsa su strada “1^ GOMU 6 Days World Championship, dove il vincitore è stato l’ungherese Gabor Rakonczay, totalizzando in 6 giorni 848,518 km, precedendo il tedesco Adrian Rewig, 825,196 km e il polacco Pawel Zuk 806,986 km.
Tra le donne ha vinto l’ungherese
Viktoria Brown 685,379 km, precedendo la rumena Mara Alexandra Guler-Cionca 646,418 e l’ungherese Krisztina Drabik 622,875.
 
Marinella Satta ha vinto la sua categoria SF65 con km 487,106 km. Da menzionare gli atleti meno giovani, tra gli uomini lo spagnolo, classe 1941, Ricardo Vidan Melendez, 444,021 km e tra le donne, la tedesca, classe 1944, Edda Bawer, 405,721 km. 
Marinella è menzionata nei seguenti libri:
Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni", pubblicato da Progetto Cultura. 
Sogni olimpici. Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”, edito da Aracne Editrice. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione: Sonia De Leonardis.   
https://www.aracneeditrice.eu/it//pubblicazioni/sogni-olimpici-matteo-simone-9791259943088.html  
"Lo sport delle donne", edito da Prospettiva Editrice. 
Sport, benessere e performance”, edito da Prospettiva Editrice, dove Marinella descrive i suoi tanti sogni che sono già divenuti realtà “Già il fatto di continuare a praticare lo sport è una grandissima soddisfazione. Forse non me ne rendo conto, però, se vado a vedere la mia carriera sportiva, sono riuscita a fare tantissimi risultati: la maratona, correre 12-24 e 48 ore su tapis-roulant; correre la maratona palleggiando; aver corso i 2˙000 m siepi senza aver mai provato le siepi; durante i World Master Game di Torino 2013, e fare pure il record italiano dei 2˙000 m siepi è una grande soddisfazione. Aver rappresentato l’Italia ai Campionati Mondiali della 24 ore e la 100 km per ben 8 volte. Essere riuscita a correre la 6 giorni.”
Inoltre,
Marinella racconta la gara della vita: “
Forse quando ho vinto la 15a edizione della Stratorino. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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