giovedì 11 maggio 2023

Giovanni Checchin: Il lavoro duro e costante compensa o supera il talento

 La testa può aumentare la nostra performance
Matteo Simone
 

Cortina Snow Run

Per eccellere bisogna aver talento, volersi e sapersi impegnare per arrivare ai massimi livelli e cercare di ottenere la propria peak performance, a volte non basta avere il talento se non c’è motivazione e non si lavora a sufficienza e costantemente. 

Mentre la forte passione e motivazione può tirare fuori forze ed energie impensabili e nascoste ottenendo risultati prestigiosi.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho giocato a calcio per 19 anni, giocando in prima, seconda e terza categoria. Ho continuato a correre saltuariamente, ma poi, dopo essermi iscritto e aver terminato un trail da 20km, ho iniziato a correre con più continuità, in parte anche grazie al Covid. La prima gara, una manifestazione a cui sono affezionato, la Delicious Trail, corsa nel 2019 la 20km e la 45km lo scorso settembre. Ho iniziato ad allungare le distanze, ma una volta finito un Trail da 60km ho capito che avevo bisogno dei consigli e la guida di un allenatore. Ora è poco più di un anno che Francesco segue i miei allenamenti. Non mi sento però un atleta, visto il tempo ridotto che dedico allo sport.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? Il primo trail è stato folgorante, ma la prima ultra è qualcosa difficile da raccontare. Ricordo i brividi e la pelle d’oca una volta superata la distanza della maratona. Non faccio molte gare, spesso mi organizzo in modo autonomo delle giornate speciali, come la mia prima maratona: casa-Venezia-casa, di notte, con la scusa di fare due passi nella città più bella del mondo. È stata la mia prima maratona…memorabile! L’ho corsa solo dopo aver fatto un paio di ultratrail tra le Dolomiti Sono passato da correre una mezza su strada a un ultra da 48km in montagna.
Dolomiti Extrem Trail
La tua gara più estrema o più difficile?
A oggi la gara che mi ha fatto penare di più è stata la Dolomiti Extreme Trail da 55km...sono un runner di pianura e quasi 4000m D+ sono tanti, se non si è allenati al dislivello. La più estrema, direi che è stata la Cortina SnowRun, dove abbiamo risalito le piste da sci con i ramponcini, un vento gelido e il termometro sempre sotto lo zero, abbondantemente...però mi è piaciuto e questo inverno mi sono allenato a -19° attorno al lago di Dobbiaco. Mi sentivo un partecipante della Yukon! Tornando al discorso del limite, mi piace sentirmi libero; quindi, sapere di potermi concedere distanze più lunghe, l’esperienza di uscire con meteo sfavorevoli, andate a ritmi diversi, non mi fa sentire ingabbiato.
 
Il 12 giugno 2021, Giovanni corre, con il crono di 12h49’07”, la sua prima gara di ultratrail: “Dolomiti Extreme Trail 55km”, vinta dal greco Dimitrios Eleftheriou in 6h42’04” e successivamente, il 20 novembre 2021, in 10h47’18”, corre il “Trail del Cinghiale 63 Km, vinto da Matteo Anselmi in 6h44’55”.
Il 26 febbraio 2022, si è svolta, sulle piste di sci, la “Cortina Snow Run”, trail di 17km D+1380m su terreno innevato con tratti anche ghiacciati, Giovanni l’ha conlusa in 1h56’11”, mentre il vincitore è stato Raffaele Teza in 1h24’12”.
-19 gradi a Dobbiaco
Come sei cambiato attraverso lo sport?
Premetto che amo lo sport. Amo praticare e provare nuove discipline, ma anche godermi eventi sportivi, se posso, dal vivo, sia di atleti professionisti, sia dilettanti. Quando dico qualsiasi sport..lo è veramente. Amo guardare hockey su ghiaccio e basket in particolare. Lo sport di squadra mi ha aiutato a crescere a contatto con altre persone, insegnato ad affrontare relazioni non sempre facili, a collaborare per uno scopo comune, lavorando su se stessi per migliorare la prestazione collettiva. Il calcio in particolar modo ha nutrito l'agonismo e alimentato il desiderio di vittoria, che ho avuto modo di raggiungere. Mi ha dato anche tante sconfitte, di squadra, come personali. La corsa invece mi aiuta a conoscere meglio il mio corpo: capacità, limiti, meccanica, tempi di recupero. Ho imparato a godere del processo, dei miei miglioramenti, del risultato personale (tempo o distanza) indipendentemente dalla classifica. Mi ha mostrato il lato più genuino e nobile dello sport, quello che purtroppo non vedevo più nei campi e negli spogliatoi di calcio.
 
Lo sport sembra essere una grande opportunità di insegnamento alla vita che procura benessere sia fisico che mentale. Sembra essere una grande palestra che allena a stare con altri condividendo progetti, mete, obiettivi e anche percorsi per arrivarci, fatti di gioie, soddisfazioni ma anche di fatica, crisi, sconfitte.
Dolomiti Extrem Trail
Nello sport chi e/o cosa contribuisce al tuo benessere e/o performance?
La corsa mi ha dimostrato di quanto la testa sia importante in sport dove si da per scontato che l'allenamento sia fondamentale. La testa può aumentare la nostra performance. Certo, non ci si può improvvisare, ma una mente libera, che pensa positivo, capace di "illudere" le altre parti del corpo, può portare più lontano di quanto si creda. Una mente libera aiuta a non perdere energie inutili, rimanere concentrati e godersi il momento. Correre, camminare o uscire in bicicletta, è il mio momento di benessere quotidiano, dove nasce quel paradosso dove più ti senti stanco e più ti ricarichi.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Facendo riferimento alla corsa su lunghe distanze, inizialmente credevano fossi pazzo o che stessi esagerando. Poi tramite video, foto, vedendo la costanza degli allenamenti e la mia gioia nel raccontare i progressi, han capito cosa mi spinge ad uscire e sono contenti per me. Credo che standomi accanto durante la 6h di Ultramarathon Festival Venice hanno potuto respirare l'atmosfera e il clima che ci sono in queste manifestazioni, comprendendo al meglio le mie sensazioni.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Non ho mai avuto grossi infortuni, per fortuna, però credo che come per le crisi e le sconfitte, bisogna imparare ad accettarle e trarre un insegnamento per migliorare e sfruttare la situazione. Proprio durante la 6h di Venezia ho avuto la mia prima grande crisi, con problemi intestinali...finché pensavo a cosa non avrei potuto più fare non ne uscivo...quando invece mi sono concentrato su ciò che comunque avrei potuto fare da quel momento in avanti, ho ripreso a correre. Non ho chiuso come mi aspettavo, ma sono riuscito a dare il massimo che potevo dare in quella situazione.
 
Ultramarathon Festival Venice
Il 16 aprile 2023 si è svolta l’Ultramarathon Festival Venice 6h corsa su strada e il vincitore è stato Marco Menegardi con 88,952 km, precedendo Massimo Giacopuzzi 86,251 km e Luigi Pecora 81,600 km.
Tra le donne ha vinto Elena Fabiani con 68,160 km, precedendo Sara Marin e Stefania Albiero 62,203 km.
Giovanni Checchin era l’atleta più giovane e ha vinto la categoria M23, totalizzato 61,280 km e classificandosi al 20° posto, preceduto dall’atleta meno giovane, il francese Paul Henri Michel Aillery 62,144 km.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? Questa 6h ha chiuso un bel cerchio. A giugno c'è la 80km di LUT, a Cortina e poi programmo la seconda parte dell'anno. Il sogno è quello di chiudere prima o poi una 100miglia e portare a casa una fibbia, ma prima c'è bisogno di qualche traguardo intermedio.
 
La Sportiva Lavaredo Ultra Trail 2023 prevede cinque percorsi: 120K (120 km 5.800 D+), 80K (80 km 4.600 D+), 50K (50 km 2.600 D+), 20K (20 km 1.000 D+) e 10K (10 km 200 D+).
21 giugno 10K, 22 giugno 20K, 23 giugno 120K e 50K, 24 giugno 80K.
Cosa hai scoperto di te stesso praticando sport? Che il lavoro duro e costante compensa o supera il talento, e che le motivazioni sono il carburante più efficiente che abbiamo a disposizione.
Dolomiti Extrem Trail
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare?
Attualmente ho sempre sperimentato la possibilità di superare ciò che si ritiene un proprio limite...probabilmente mi sono sempre andate tutte bene. Ora sono in quella fase dove, allungando le distanze e spingendo un po' di più per migliorare la prestazione, arrivano le crisi, i problemi di stomaco e so che prima o poi arriverà il primo DNF o arriverò al punto di non avere più benzina e fermarmi..e lì potrò domandarmi se quello è il mio limite.   
 
Gli ultramaratoneti sono alla ricerca continua della sperimentazione, dell'esperienza per conoscersi e per apprendere, per capire come fare e cosa fare per affrontare, gestire, superare ogni situazione, sentendosi più arricchiti dentro, più sicuri, più forti attraverso lo sport che si pratica con passione e rispetto.
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara? Non sempre ho voglia di uscire a correre, soprattutto quando fa freddo, piove, mi sento stanco, se la giornata al lavoro è stata stressante oppure ho la testa piena di cose da fare...ma quando rientro a casa dopo l'allenamento ringrazio ogni singolo passo, perché sto meglio. È dopo un allenamento duro, o che non volevo fare, che mi sento migliorato e in qualche modo più forte, quantomeno nella dedizione e nella mentalità.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?
Diciamo che mi lascio il primo quarto d'ora di corsa per mettere da parte tutte le questioni quotidiane o tutti quei dolorini che chiamo "alibi da divano". In allenamento cerco ci concentrarmi sul programma del giorno, in gara a scorgere qualche punto di riferimento del percorso, oppure sto attento a respirazione, ritmo, movimenti. In base a dove sono mi godo il paesaggio, quando sono in campagna o in montagna osservo gli animali. A oggi ho sempre scelto gare che per ubicazione, storia, nome, erano collegate a qualche aspetto della mia vita; quindi, penso molto alla motivazione che mi ha spinto a iscrivermi. Se rimango concentrato su questo, sono sempre con pensieri e sensazioni positive che aiutano molto nei momenti di difficoltà.
 
Ogni allenamento e gara necessita di focalizzazione, studio, voglia di far bene, testarsi, capire a che punto del percorso sportivo si è.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?
Potrei e vorrei dedicare più tempo allo sport, ma deve essere sostenibile alla mia vita, dove sono molto impegnato come Capo Scout, ruolo che richiede tempo ed energie…però senza sport non so stare, mi aiuta a sfogare e ricaricarmi. Quindi cerco di trovare un equilibrio e sono fortunato che prima la mia famiglia e ora mia moglie hanno accettato di vivere con accanto uno "Sempre di corsa"!
 
Nella vita ci sono sempre scelte da fare, priorità da rispettare e tempi da dedicare a passioni, relazioni, lavoro, studio, volontariato.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Rendi la tua vita una figata! Allaccia le scarpe ed esci lì fuori! Se resti in divano il massimo che puoi vincere è il monopolio del telecomando. Prova sport e discipline e poi concentrati su quelli che ti piacciono di più, ti fanno sentire vivo o ti rendono felice.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nello sport? Non ho mai avuto esperienza di uno psicologo vicino all'attività sportiva, ma credo che possa aiutare a fare in modo che l'atleta sia concentrato sulla gara e non spenda energie inutilmente o si faccia schiacciare da ansie e paure. Non ho mai nascosto che la corsa e il rivolgermi a una professionista mi hanno aiutato a superare un “periodo no”, quindi se uno sente la necessità di farsi aiutare, perché no?  
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà?
Mi ripeto sempre una frase tipica veneziana: "Duri i banchi"...
 
L'espressione 'duri i banchi' nasce durante l'epoca della Serenissima quando durante le battaglie di difesa o di conquista in mare, nel momento prima di sparare cannonate o di speronare una nave, ai rematori delle galee veniva intimato dal ponte di comando 'duri ai banchi!' per avvertirli di mollare la presa ai remi e di tenersi saldamente ancorati alle panche in vista dell'imminente impatto.
Questo modo di dire, in nuovi contesti, viene usato per incoraggiare e supportare e sta a significare 'tieni duro!', 'non mollare'! Questo incitamento è diventato la frase simbolo dopo l'acqua alta del 12 novembre del 2019. La marea continuava a crescere fino a raggiungere il livello record di 187 centimetri. I suoi abitanti alla vista di tanta devastazione, per farsi coraggio l'un l'altro, accompagnavano un'affettuosa pacca sulla spalla con il tradizionale motto 'duri i banchi!'.
Ti ispiri a qualcuno? Seguo diversi atleti professionisti, con alcuni ho anche avuto modo di scambiare due parole prima o dopo le gare…ma ammiro di più chi vive lo sport come lo sto vivendo io: ritagliando il tempo tra lavoro, famiglia, figli, cane e tanti impegni..solo che loro vanno forte il doppio di me!
Come ti vedi tra 10 anni?
Tra 10 anni mi piacerebbe continuare a divertirmi correndo e praticare sport, se ne avrò l'opportunità, con mio figlio.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Toglie sicuramente tempo a cattive abitudini, ma oltre a dare salute, consente di fare amicizie, gioire dei propri risultati, ma festeggiare anche quelli altrui. A me lo sport ho donato albe e tramonti pazzeschi, incontri nella natura e la possibilità di conoscere posti nuovi, persone che stimo. Certo, può togliere tempo a tante cose, però bisogna darsi delle priorità e capire quando è tempo di dedicarsi a cose più importanti.
 
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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