domenica 29 settembre 2024

Claudio Marchiori: Il running è uno sport che ti dà molte emozioni

  Matteo Simone 
 

L’atletica, podismo, running, corsa, maratona, ultramaratona sono molto faticose ma anche molto introspettive e terapeutiche. 

Si corre e si fatica da soli e in compagnia, si corre per se stessi, per una squadra, si vince da soli o in squadra, e a volte le emozioni e le sensazioni sono uniche, intense e liberatorie. 
Di seguito Claudio (Atletica La Sbarra) racconta la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Come ti definisci sportivamente? Sportivamente mi definisco un appassionato dello sport, in particolare del running anche perché è uno sport che ti dà molte emozioni ….  
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Le gare che mi hanno dato tanto così senza pensarci troppo sono state 2. La prima il Passatore che francamente non giudico una gara ma un viaggio interiore dove all'80° km ho avuto dei seri problemi che mi hanno rallentato, ma il solo pensiero che avevo fatto una promessa mi ha dato la forza di finirla in 10 ore, poi la seconda è stata la “Scorrendo con il Liri 65km dove ho vinto e negli ultimi 10km, dove ormai il divario era tanto, mi sono fatto prendere dalle emozioni e, mentre correvo, piangevo fino all'arrivo.  

Il 25 maggio 2019, Claudio ha corso la “100 km del Passatore, Firenze-Faenza" in 10h02’07”
. Come dice Claudio, trattasi di un vero viaggio interiore di conoscenza di se stessi attraverso la fatica, difficoltà, ma anche attraverso il riuscire a portarla a termine, nonostante tutto, dopo mesi di impegno per la preparazione adeguata.
 
Dopo qualche mese, il 22 settembre 2019, vinse la “Scorrendo con il Liri”, 40mi corsa su strada, con il crono di 4h5209”, precedendo Mauro Rea 5h0039” e Luca Piccinini 5h0219”. Tra le donne, vinse Alessandra Scaccia 5h0714”, precedendo Maria Luisa Meniconi 5h3101” e Roberta Varricchione 5h4957”. 
Vincere una gara è molto emozionante, soprattutto se si tratta di una ultramaratona che mette a dura a prova corpo e mente. 
Il tuo vissuto prima, durante, dopo una gara? Prima di ogni gara ho sempre un po' di ansia di gara che cerco sempre di non fare apparire, ma questo penso che capita un po' a tutti i runner che vogliono fare prestazione. Durante poi sono molto professionale, cerco sempre di ascoltare il mio corpo e la testa per trovare la tranquillità e a fine gara cerco sempre di andare a incoraggiare gli altri runner.  

Partecipare
a una gara è davvero una ricca e intensa esperienza che ha inizio nella decisione di fare proprio quella gara e nella organizzazione che può essere mirata e specifica e dettagliata e al momento della partenza possono venire in mente dubbi, perplessità, insicurezza, paure, tensioni ma quando si parte si scioglie tutto e si cerca di dare il massimo, attraversando ogni crisi e difficoltà ognuno con le proprie strategie che possono essere fiducia, pazienza, respirazione, meditazione, fede in qualcosa, preghiere. Alla fine si è stanchi e soddisfatti in qualsiasi modo sia andata la gara e si confronta con gli altri che hanno sperimentato un’avventura analoga.
 
Segui un piano di allenamento, programmi gli allenamenti? Certo non si può fare questo sport da autodidatta serve un esperto del settore che ti sostiene anche nei momenti difficili.
Gli allenamenti più importanti? Io li chiamo lavoretti si dividono in tre fasi lento, ripetute in base al programma e medio veloce.  
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? In ogni gara do sempre il massimo, certo fino a qualche anno fa. Anni fa le gare erano sofferenti perché davo più di quello che avevo, ero molto istintivo e autodidatta, poi ho cambiato il metodo anche perché ho avuto un brutto infortunio (frattura del bacino in una maratona) e da lì ho deciso di farmi seguire negli da un coach professionista (Daniele Troisi) e da è cambiato tutto.  

L’
esperienza aiuta a far meglio, ad apprendere dagli errori, ad avvalersi di professionisti come Daniele Troisi che è anche un ottimo atleta.
 
La tua gara più estrema o più difficile? La 50 km del Gran Sasso. Fatta due volte e per due volte ho sbattuto il grugno 😅 forse dato dalla pressione di far bene, partivo benissimo ma 3/4 di gara, più o meno, su a Campo Imperatore arrivava il muro, un blocco fisico e mentale che in una edizione mi ricordo ci fu un nevischio che ti metteva a dura prova, nonostante era luglio. 

Claudio ha corso la 50km del Gran Sasso nel 2019 e nel 2021 con i crono rispettivamente di 3h56’07” (undicesimo assoluto) e 4h00’16”.  
Le gare di ultramaratona risultano essere sempre molto difficili da preparare e da interpretare, in particolare la 50km del Gran Sasso dove a volte si può trovare troppo caldo, a volte pioggia o freddo e le salite sono notevoli, un bel percorso turistico che mette a dura prova. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Penso che sia utile nella vita quotidiana lavorativa e nello sport, anche se noi runner nel durante ci facciamo molte domande ed è come se parlassimo con noi stessi, io dico sempre che ci confrontiamo con la nostra coscienza.  
Sogni realizzati?
I sogni realizzati? Non ci ho mai pensato sai, però vedere mio figlio che condivide la mia stessa passione mi farebbe sognare.  

Condividere momenti con i propri cari è sempre piacevole, soprattutto se si tratta di una passione sportiva dove si vuol far sperimentare le emozioni e sensazioni analoghe. 
C’è qualcuno che ti incoraggia nella pratica del tuo sport? Chi mi incoraggia? Sinceramente sono auto stimolante, mi stimolo da solo.  
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Sportivamente parlando a breve scendere sotto i 34' nei 10km. Medio e lungo termine arrivare ai 50 anni con la stessa condizione di oggi così da poter dire la mia a livello nazionale Master 50.  

Credo che per Claudio il meglio debba ancora venire con le sue ambizioni agonistiche di performance a breve e nei prossimi anni, trovando sempre stimoli per allenarsi e gareggiare. 
Ti ispiri a qualcuno?
Francamente no, ma guardo spesso il video della maratona di Seul di Bordin, fece un capolavoro che solo a pensarci mi emoziona. 

Gelindo Bordin (classe 1959), come altri maratoneti e runner degli anni passati, è un grande riferimento per gli atleti che si caricano vedendolo nelle sue imprese. Campione Olimpico a Seul nel 1988 in 2h10'32", primo italiano a vincere la maratona olimpica (https://www.youtube.com/watch?v=wlevmAsfSI0). 
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? I miei familiari, mia moglie soprattutto, è abbastanza intelligente da capire che per me la corsa è parte integrante della vita quindi mi sopporta, i miei amici mi stimano moltissimo e per alcuni sono stimolo per iniziare a fare sport.  
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Ormai, per me non posso immaginare una vita senza scarpette quindi l'unica cosa che mi toglie è quell'oretta che non sono con la famiglia ma sinceramente cerco sempre di trovare orari che non sono compromettenti.  

Bisogna sempre trovare un giusto equilibrio per la passione
sportiva e gli altri impegni lavorativi e familiari, si ha bisogno di svago e di attività fisica e si può trovare nella giornata uno spazio tempo per allenarsi.
 
Cosa hai scoperto del tuo carattere facendo sport? Ho scoperto di avere una costanza che non conoscevo e molta passione.  
Quali sono gli ingredienti del successo? Gli ingredienti sono: passione e credere in sé stessi, perché tutti abbiamo un diavolo da tirare fuori. 

Il motore principale per la pratica di uno sport, soprattutto a livelli elevati, è la forte passione e poi bisogna aver fiducia in se stessi, essere pazienti e allenarsi bene in alla ricerca di risultati soddisfacenti che ripagano fatica e sacrifici. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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