mercoledì 25 settembre 2024

Sabrina Verjee, Tor des Géants 330km: Soddisfatta del secondo posto

 Happy with second 
Matteo Simone 
  

Dall'8 al 14 settembre 2024 si è svolto il TOR330 - Tor des Géants, gara di endurance trail di 330 km e 24.000 m D+.  

Tempo massimo: 150 ore. Partenza e arrivo: Courmayeur - Valle d’Aosta. 530 finisher, 555 ritirati e 1 squalificato. 
Tra le donne ha vinto la svizzera Katharina Hartmuth 79h10’40” (settimo posto assoluto), precedendo la britannica Sabrina Verjee 84h03’21” e la francese Claire Bannwarth 85h02’47”.  
Il vincitore è stato il francese François D’Haene, alla prima esperienza in 69h8’32”, precedendo il connazionale Beñat Marmissolle 73h10’18” e lo svizzero Martin Perrier 75h35’59”.  
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Sabrina attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per il secondo posto al Tor, soddisfatta? Grazie. Sì, contenta del secondo posto: mi ero rotto il menisco sinistro a giugno e mi ero slogato la caviglia destra una settimana prima del Tor, quindi non ero sicura di poter correre; quindi, Sono così felice di aver concluso al secondo posto e per un atleta professionista è il massimo, il meglio che potessi sperare.  
Problemi? Difficoltà? Il freddo a Loson ha causato una riacutizzazione della mia asma dopo che la respirazione era molto difficile; quindi, non potevo spingere in salita. 

Gli atleti di endurance, soprattutto gli ultrarunner sembrano essere molto resilienti affrontando tante situazioni difficili sai per i tanti chilometri di gara da percorrere, sia per le condizioni climatiche avverse, sia per eventuali infortuni che non impediscono di portare a termine le loro imprese.  
Sembra che per Sabrina il meglio debba ancora venire essendo in grado di arrivare seconda in una gara molto dura, nonostante i suoi recenti infortuni che non gli hanno permesso di presentarsi in grandissima forma alla partenza. 
Cosa significa per te un podio al Tor?
È una sensazione incredibile salire sul podio in una gara così importante. In un certo senso è stato bello non vincere perché c’è molta meno attenzione da parte dei media.   

Davvero una grande impresa arrivare secondi in una gara di livello mondiale dove partecipano le più forti atlete di tutto il mondo. 
Quali tue caratteristiche sono state importanti per questa performance? Sono tenace, costante, esperta nella resistenza.    
Cosa pensano famiglia e amici di questa impresa? Pensano solo che io sia strana. Mio marito è venuto a sostenermi ma non gli interessa. 

Gare considerate estreme dove bisogna essere molto resistenti, persistenti, resilienti, consapevoli, ottimisti e dove si è considerati strani e bizzarri per mettersi in gioco in percorsi con tante variabili e tante difficoltà da gestire. 
Un episodio curioso, divertente, bizzarro prima, durante e dopo la gara? Mi sentivo molto strana al Barma e probabilmente avevo davvero bisogno di dormire un po' ma ho deciso di non farlo: sapevo che dovevo rimanere forte e concentrata per evitare di addormentarmi sul percorso e speravo in qualcosa poi mi sono imbattuta in Volker e Alessandro che arrivarono secondo e terzo al Tor des Glaciers ed è stato davvero fantastico fare insieme questa sezione a La Gruba: adoro quanto sia facile fare amicizia in montagna. È stato anche molto strano incontrare un altro corridore del Tor des Glaciers di nome Matteo a Miserin nello stesso luogo in cui ci eravamo incontrati sul percorso nel 2023!  

Gare durissime e lunghissime dove bisogna capire quanto spingere e se c’è bisogno di riposarsi un po’ ma il rischio è di addormentarsi ed essere confusi quando ci si sveglia.  
Gare considerate estreme dove si condividono dei tratti di percorsi con altri atleti incontrati in precedenti gare e dove è facile fare amicizia soprattutto quando si è in difficoltà, e metaforicamente si è sulla stessa barca.  
Gli
ultrarunner vanno oltre, superano tutto, andando avanti e condividendo tanto con gli altri che incontrano, fatica, difficoltà, gioia, soddisfazione, una grande e bella famiglia.
 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? I ricordi, gli amici e io abbiamo lasciato le mie ferite e le mie scuse sulle colline!  

Esperienze ricche e intense, dove si fa un grande carico di sensazioni ed emozioni da portare con , che servono per ricordarsi quanto è stata dura, ma anche come si è riusciti a risolvere tutto e andare avanti nonostante tutto. 
Qual è stata la tua esperienza prima, durante e dopo la gara? Ho trascorso tre settimane prima della gara correndo sulle colline di Aosta, mi è piaciuto moltissimo, ho conosciuto tanti nuovi amici, immagino sia lo stesso durante la gara. Dopo la gara il recupero è stato duro, ero molto stanca e avevo molta infiammazione a causa degli infortuni, ma ora sto bene. 

Gare di ultratrail permettono di visitare luoghi bellissimi e incontaminati e si approfitta anche a fare una vacanza godendosi il paesaggio prima, durante e dopo la gara, soprattutto dopo cercando di riposare e recuperare le tantissime energie spese. 
Quali capacità fisiche e mentali sono necessarie per allenarsi per questa competizione?
Penso che sia necessario godersi la montagna, sia da soli che in compagnia, e avere l'esperienza e le capacità fisiche, oltre alle conoscenze, per sapersi prendere cura di sé sia fisicamente che mentalmente. Come persuaderti quando ti senti giù e moderarti all'inizio, in modo da non esagerare all'inizio.   

In effetti, per affrontare gare durissime di 330km in montagna con un elevato dislivello di 24.000 metri ci vuole tanto passione e amore per l’ambiente e per se stessi.  
Bisogna saper faticare e allenarsi per bene per essere pronti a gestire momenti difficili lungo il percorso ma bisogna sapersi ance prendere cura di se soprattutto prima e dopo la competizione, volendosi bene. 
Cosa hai scoperto di te in questa esperienza? Che sono più dura e più resistente di quanto pensassi.   
Quando ti sei sentita campionessa dello sport? Ho vinto la mia prima ultra e da quel momento ho capito che, anche se non sono brava a correre, sono bravo a resistere.   

In effetti, le gare ultra sono una disciplina a parte e molto differente dall’atletica, non si tratta di fare solo velocità, forza, resistenza come le gare veloci, mezzofondo, fondo ma gare lunghissime e in condizioni avverse dove ci vuole tantissimo coraggio, consapevolezza, responsabilità fiducia, resilienza.
 
La corsa della tua vita, dove hai vissuto le emozioni più belle? Tor 2022.   

L’11 settembre 2022, Sabrina ha dimostrato di essere una fortissima atleta di livello mondiale, vincendo il Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta e arrivando al quinto posto della classifica generale con il crono di 80h19’38”, precedendo la spagnola Silvia Ainhoa Trigueros Garrote 82h58’55” e la francese Sandrine 89h40’04. 
Il vincitore assoluto è stato  lo svizzero Jonas Russi 70h31’36”, precedendo Simone Corsini 71h27’33” e Andrea Macchi 76h43’50”. 
La tua gara più estrema o difficile e quale non faresti mai? Cape Wrath - Non ho trovato il sentiero stimolante perché gran parte si trovava nella valle - ho continuato a guardare le montagne desiderando di essere lì.   

Tra il e l’8 agosto 2021, Sabrina ha corso la Cape Wrath Ultra (GBR) 400km/8tappe corsa a tappe, arrivando terza donna (decima assoluta) con il crono di 58h16’47”, preceduta dalle connazionali Lisa Watson 53h25’10” (seconda assoluta) e Sally Fawcett (terza assoluta) 52h56’23”. Il vincitore assoluto fu il connazionale Ian Stewart 50h39’44”, completano il podio i connazionali Ritchie 55h51’02” e Gerorge Winkley 55h56’35”. 
Nelle ultramaratone le donne si avvicinano molto agli uomini, certe gare arrivano prima degli uomini, sono molto determinate e focalizzate. Bello il senso di libertà e il vissuto in montagna e nella natura prima, durante e dopo la gara.  
Ritieni utile lo psicologo nello sport, per quali aspetti e in quali fasi? È difficile da spiegare, ma quando corro sono felice che mi senta a mio agio e sia giusto: sedersi è estenuante e può essere doloroso correre, ma non lo è. Quando corro per una lunga strada, cerco solo di stare a mio agio e soprattutto la corsa calma la mia mente impegnata a cui non piace dormire!   
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi?
Così tanti! C’è così tanto da fare che mi piacerebbe fare il Tor des Glaciers ma amo così tanto il Tor des Géants che è davvero difficile scegliere… forse dovrei provare prima a tornare al mio record e poi fare i ghiacciai… vedremo! 

Il TOR450 - Tor des Glaciers è una gara riservata unicamente a duecento corridori, selezionati per affrontare le vie e le creste della Valle d’Aosta. Il percorso si snoda per gran parte dei suoi 450 chilometri lungo le Alte Vie 3 e 4 e lambisce gli antichi ghiacciai. Tempo massimo di 190 ore. Per partecipare è necessario aver concluso una edizione del TOR330 - Tor des Géants in un tempo inferiore alle 130 ore. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
 
Sabrina Verjee, Tor des Géants 330km: Happy with second 
Soddisfatta del secondo posto 
Matteo Simone 
 
Congratulations for second place at the Tor, satisfied?
Thank you. Yes, happy with second - I had torn my left meniscus in June and sprained my right ankle one week before Tor so I was not sure I’d be able to run at all so delighted to finish second place and to a professional athlete is the best I could hope for. 
Problems? Difficulty? The cold weather on Loson caused my asthma to flare up after that breathing was very difficult so I couldn’t push uphill.
What does a podium at the Tor mean to you? It’s an incredible feeling to podium at such a big race. It was quite nice not to win in a way because there is much less media attention. 
What characteristics of yours were important for this performance? I’m tough, steady, experienced at endurance.  
What do family and friends think of this venture? They just think I’m weird. My husband came to support me but he’s not that into it. 
A curious, funny, bizarre episode before, during and after the race? I felt very strange at Barma and probably really needed some sleep but decided not to - I knew I needed to stay strong and keep focused to avoid falling asleep on the trail and I was hoping for something then I came across Volker and Alessandro who were 2nd and 3rd on the Tor des glaciers and it was just so brilliant to do this section together to La Gruba.
I love how easy it is to make friends in the mountains. It was also very strange that I met another glacier racer called Matteo at Miserin at the same place and time that we had met on the course in 2023! 
What did you bring home and what did you leave there? Memories, friends and I left my injuries and excuses behind on the hills! 
What was your experience before, during and after the race? I spent 3 weeks before the race running in the Aosta hills I loved it - made lots of new friends, I guess it’s the same during the race. After the race recovery was hard, I was very tired and had a lot of inflammation due to the injuries but I’m okay now. 
What physical and mental skills do you need to train for this competition? I think you need to enjoy being in the mountains both alone and in company and have the experience and physical skills as well as knowledge to know how to look after yourself both physically and mentally.
How to coax yourself when you’re feeling low and temper yourself at the beginning, so you don’t go off too hard at the start. 
What did you discover about yourself in this experience? That I am tougher and more resilient than I realised. 
When did you feel like a champion in sport? I won my first ultra so from that moment I realised although I’m not good at running I am good at enduring. 
The race of your life, where did you experience the most beautiful emotions? Tor 2022. 
Your most extreme or difficult race and which one would you never do? Cape Wrath - I didn’t find the trail inspiring because so much of it was in the valley - I kept looking up at the mountains wishing I was there. 
Do you consider the psychologist useful in sport, for what aspects and in what phases? It’s hard to explain but when I’m running, I’m happy it feels comfortable and right - sitting down is exhausting and can be painful running isn’t. When I’m running a long way, I’m just trying to stay comfortable and particularly the running soothes my busy mind that doesn’t like to sleep! 
Dreams realized and to be
realized? Next goals?
So many! There’s so much to do I would like to do Tor des Glaciers but I love tor des Géants so much it’s really hard to chooseperhaps I should try to get to my record back first then do glacierswe will see! 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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