lunedì 20 aprile 2015

Ultramaratone per conoscere sempre più se stessi e paesaggi sempre diversi

La corsa diventa un viaggiare e sperimentare dimensioni altre, fare un lungo percorso equivale ad entrare dentro se stessi in profondità e ripercorrere la propria vita fino al momento presente, e partendo poi dal “qui e ora” è possibile fare una progettualità futura, vedersi avanti nel tempo, interessanti le risposte alla domanda: “Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?”, di seguito le risposte ricevute:
“Devo vedere cosa c’è dietro quella curva che non ho mai superato.”
“Il viaggio, l’avventura, i lunghi percorsi, 24 ore e più a non pensare allo stress lavorativo, sembra di essere entrato in un'altra dimensione, dentro se stessi.”
“Fermarmi ormai sarebbe decisamente noioso.”
“L’ultramaratona è un esercizio fisico e mentale che aiuta a vivere bene, non eccedendo mai rispetto alle proprie possibilità.”
“Mettermi ancora alla prova nonostante passino gli anni.”

giovedì 9 aprile 2015

Notevole importanza assume lo sport per disabili

 “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in se’ il genio, potere e magia. Comincia adesso!
J.W. Goethe

Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Costituzione Italiana, art. 3


 La scuola continua a riservare all’attività motorio-sportiva degli alunni diversamente abili uno spazio esiguo e marginale. Nel panorama educativo del disabile deve essere recuperata, a livello scolastico, la dimensione corporea delle attività.
Di fronte a difficoltà sul piano cognitivo, è proprio la dimensione motoria, unita a quella emotiva, che può creare un clima psicologico favorevole e orientato verso la pedagogia stimolante del successo.
Craft e Hogan (1985), a tale proposito, individuano, durante il processo di maturazione e sviluppo degli alunni, la possibilità di favorire, tramite l’attività motoria, i sentimenti di successo e di valore personale. Questa finalità si ricollega a due importanti concetti teorici, il senso di efficacia personale (self-efficacy) ed il concetto di sé. La self-efficacy rappresenta la convinzione di essere o meno capaci di mettere in atto con esito corretto un certo comportamento richiesto; condiziona la decisione di iniziare o meno un’attività, la quantità di sforzo impiegato ed il grado di perseveranza nell’impegno. (1)
 L’atleta FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale) Alessandro Tomaiuolo parteciperà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona km 21,095 INAS in Portogallo (Douro Valley) il prossimo 17 maggio, rappresentando l’unico atleta italiano ad indossare la maglia "azzurra".
Il giorno 14 aprile 2015 alle ore 19.00 presso il Laboratorio Urbano Culturale in Lungomare Nazario Sauro, avrà luogo una cerimonia di presentazione dell'atleta di Manfredonia Alessandro Tomaiuolo, in forza all’A.S.D. Gargano 2000 Manfredonia, e del progetto "Adotta un atleta" per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla notevole importanza assume lo sport per disabili nell'ottica della ricerca di un’integrazione che a livello sociale spesso non è adeguata.

Cerimonia di presentazione del progetto "Adotta un atleta"


Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Costituzione Italiana, art. 3

Il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), Luca Pancalli ci tiene a precisare che: “Il movimento paralimpico italiano è un pianeta fatto di protagonisti straordinari, di storie meravigliose, di emozioni pazzesche, di gioie e delusioni, di sogni che diventano splendide realtà. Un mondo da conoscere, da vivere, una dimensione in cui investire entusiasmo e passione, con la certezza di chi crede che lo sport è uno soltanto. E non ammette differenze.
Storicamente, i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie riabilitative.
Nel 1952 per la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)
Da alcuni anni si apprezzano le notevoli prestazioni di Alessandro Tomaiuolo atleta FISDR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) e FIDAL in forza alla “Gargano 2000 Manfredonia”, il cui Presidente Giovanni Cotugno Giovanni Cotugno, con un passato di atleta si è già adoperato per la performance di altri atleti quali Gildo Tomaiuolo che riuscì ad ottenere la medaglia di argento nei mt 800 di New Haven 1993; inoltre, ha contribuito al conseguimento delle maglie azzurre di Matteo Palumbo e Dario Santoro, reduce da un eccellente 8° posto ai Campionati Italiani di Cross tenutisi a Fiuggi il 15 marzo 2015, trasmettendo le sue esperienze e sostenendoli sensibilizzando anche le istituzioni pubbliche.

L’essenza della vita è sperimentare le proprie capacità personali

Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:
“Della mia esperienza ultra decennale da maratoneta e poi da ultramaratoneta, ho scoperto un lato del mio carattere che nella vita di tutti i giorni invece non è proprio cosi: quello di avere una fermezza decisionale e una sicurezza caratteriale prima e durante le gare che sono quelle che ti fanno arrivare al traguardo!”
Non credevo di esserne capace, fino al 2004 pesavo 105kg e non facevo sport.”
Sicurezza, ho vinto la mia timidezza, la mia forza, non pensavo di avere tutta questa volontà mentale.”
“Di avere un carattere che non si abbatte mai e che sa trovare in se stesso la forza per superare gli ostacoli con tenacia che a volte sfiora l’ostinazione. Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili quanto non sollecitati a dovere. Ho scoperto anche di avere delle buone qualità di leader e di saper condurre anche gli altri al traguardo, sapendo suscitare in loro le giuste motivazioni e dando sempre l’esempio.”
 “Ho scoperto di avere una mente forte, in grado di non pensare a niente se non a correre per tantissime ore, in grado di focalizzarsi su un impegno senza lasciarsi distrarre da pensieri, soprattutto negativi.”

mercoledì 8 aprile 2015

Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili

Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work, spiega l’importanza di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo nella prefazione del libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport: “La nostra mente ha dei poteri immensi di intervenire sul corpo e una via per poter accedere a questa misteriosa e sconosciuta forza è quella di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo che è presente nella nostra mente inconscia. Rilassamento, immaginazione, meditazione e capacità di adattamento sono vie estremamente efficaci per migliorare la propria condizione. Noi viviamo in una società che predilige principalmente le funzioni logiche dell'emisfero sinistro mentre  rifiuta in larga misura  quelle proprie dell'emisfero destro ed è proprio a causa di ciò i nostri poteri dell'immaginazione, della visualizzazione e della fantasia vanno sempre più atrofizzandosi.
L’utilizzo di questo potere, anche definito resilienza, di cui in realtà non si conoscono ancora i confini, sembra stare nella nostra capacità di governare questo nostro ologramma corporeo, ovvero i nostri costrutti personali modellati dalle nostre convinzioni pre-costituite che determinano la nostra visione. Le immagini mentali tendono a suscitare le emozioni, e a produrre le condizioni fisiche e gli atti ad esse corrispondenti. Pertanto maggiore sarà la nostra consapevolezza e maggiori saranno le opportunità di superare i nostri limiti. L’atteggiamento da aversi nell’esplorazione della nostra dimensione interiore, qualunque ne sia il fine, sia esso di natura corporea, psicologica o spirituale, dovrà essere quello del testimone imparziale, ovvero coltivando ciò che il filosofo fenomenologo Husserl chiama epoché che è l’atteggiamento del sospensione il giudizio applicando la posizione della mente che semplicemente contempla il proprio territorio interno. E’ infatti ben dimostrato che l’attività di giudizio inibisce il fluire spontaneo della manifestazione interna, è come se il fiume della consapevolezza venisse interrotto da una diga, appunto quella del giudizio, che è la resistenza principale nell’osservazione di sé.”
Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:

Gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi


Nella città di Manfredonia si può riscontrare un incremento delle persone che praticano attività fisica con diverse modalità. Ci sono i camminatori del Lungomare, i corridori di diversi team, tra i quali Gargano ONLUS, la neonata Manfredonia Corre, gli ultra-camminatori eco-spirituali del Team Frizzi e Lazzi che si cimentano sia in distanze brevi e facili aperte a tutti, sia in distanze più lunghe e percorsi impegnativi a cui si arriva gradualmente.
Tra gli atleti di spicco ci sono Dario Santoro, un atleta a livello nazionale allenato dal mitico Domenico Ricatti, Campionissimo Barlettano del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare ed, inoltre, l’atleta FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale) Alessandro Tomaiuolo che parteciperà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona km 21,095 INAS in Portogallo (Douro Valley) il prossimo 17 maggio, rappresentando l’unico atleta italiano ad indossare la maglia "azzurra".
Tra i prossimi impegni per il Team Frizzi e Lazzi vi è sabato mattina 11 aprile e domenica 12 aprile la prima 100km nel Gargano, con partenza da Vico del Gargano, attraversamento della Foresta Umbra, Vieste (arrivo della maratona) Peschici, Rodi del Gargano e arrivo a Cagnano Varano.

giovedì 26 febbraio 2015

CONVEGNO “Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva”

Matteo SIMONE 

Il 25 febbraio 2015, presso il Palazzo Ducale di Camerino ha avuto luogo l’evento “Psicologia e Sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva, organizzato dall'associazione Acrusd-Camerino in Corsa e promosso in collaborazione con Unicam, Cus e Liceo Sportivo di Camerino.

Hanno portato i loro saluti il prorettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari, il presidente del Cus Camerino Stefano Belardinelli, il Dirigente Scolastico dei Licei di Camerino, il docente del Liceo Sportivo di Camerino Alberto Montecchia, il rappresentante dell'Acrusd Giacomo Nalli e la coordinatrice del corso di laurea Unicam in Scienze e Tecnologie del Fitness e dei Prodotti della Salute Rosita Gabbianelli. Al convegno, cui hanno partecipato le prime due classi del Liceo Sportivo, sono intervenuti il dott. Matteo Simone, autore del libro “Psicologia dello sport e non solo”, che ha illustrato come incrementare autoefficacia e resilienza per gestire lo stress e raggiungere obiettivi. A seguire Luigi Del Buono, Campione Europeo Master 2014 sui 3000 siepi, ha trattato l'aspetto mentale nella disciplina della Maratona presentando il libro "Maratona! my friend". 
Nel corso del Convegno “Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva” organizzato dall’associazione "A.C.R.U.S.D. Camerino in corsa", in collaborazione con l’Università degli Studi di Camerino, ho invitato un alunno della 1^ e 2^ classe del Liceo Sportivo di Camerino a leggere un brano della Prefazione di Sergio Mazzei (Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari) al libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport:
A mio avviso, l’essere campioni non significa necessariamente ed esclusivamente primeggiare nelle pratiche sportive ma soprattutto riuscire a realizzare ciò che serve attraverso un processo irto di difficoltà. E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari. E’ un campione lo studente che supera gli esami del suo corso di studi o il timido e imbranato ragazzo che riesce a dichiararsi alla ragazza sognata nonostante la paura del rifiuto. Altrettanto è un campione colui che perseverando attraversa tutti gli ostacoli che si presentano nel suo cammino verso la realizzazione dei suoi obiettivi. Anche dal punto di vista della pratica psicoterapeutica è un campione il paziente che ha il coraggio di osservare se stesso e la propria vita e che impara a usare propria consapevolezza. 
In fondo il campione è colui che spinto dalla propria autoregolazione organismica, che è la funzione che permette agli esseri viventi di raggiungere la salute e la libertà, è capace di assecondarla e favorirla tollerando sofferenza e frustrazione allo scopo di realizzare il proprio obiettivo: esprimere se stesso. Erving Polster, uno dei più autorevoli gestaltisti viventi ha scritto un libro dal titolo “Ogni vita merita un romanzo” che evidentemente sottolinea come il valore delle azioni vada ritrovato nella difficoltà relativa di ogni individuo che affronta la propria vita. Ben lungi quindi dal mito della prestazione fisica, del riuscire a realizzare il primato o l’eccellenza in qualche riuscito risultato sportivo, il valore dell’individuo andrebbe visto in relazione al vissuto soggettivo e quindi a quanto è difficile per qualcuno compiere una qualche azione
.”

Inoltre ho invitato Luigi Del Buono, Campione Europeo Master 2014 sui 3000 siepi ed autore del libro “Maratona! My friend”, a leggere un brano del libro “Psicologia dello sport e non solo” relativo l’affrontare al meglio una maratona:
Una maratona oltre ad essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore e che può protrarsi anche per 6-8 ore, pertanto affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione fisica e mentale, direi una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta.
Pertanto, a pochi giorni dalla partenza della maratona, l’atleta non può far altro che fare il punto delle sue condizioni in base ai test di allenamento e alle sue percezioni di benessere fisico/mentale.
L’atleta conoscendo il suo modo di affrontare questo tipo di competizione potrebbe essere già a conoscenza dei suoi errori durante la stessa competizione e potrebbe non far niente per evitarli avendo la presunzione che questa volta non cadrà negli stessi errori, un consiglio è pensare che questa è la volta buona per non fare errori, per esempio:
- non partire troppo veloce rispetto alle proprie potenzialità di prestazione ed evitare la solita crisi del dopo 30/35 km, in questo caso il suggerimento è di immaginare di percorrere una competizione di 37 km e 197 metri, considerando altri 5 iniziali di riscaldamento ad una andatura di una decina di secondi al km più lenti del ritmo gara in modo da evitare di correre i primi km ad una velocità troppo sostenuta rispetto al ritmo prefissato, perché il sentirsi freschi e l’adrenalina in circolo invitano a strafare. Si sa che la partenza ad una velocità superiore a quella prefissata brucia subito le riserve di zucchero e dopo di che diventa il grasso il carburante ma non è altrettanto redditizio.
- Un altro errore frequente è arrivare alla disidratazione, a causa della mancanza di sete durante la prima parte di gara e il non voler sforzarsi a bere per non perdere secondi ritenuti preziosi o per evitare di inciampare nei pressi dei tavolini del ristoro o nel non rischiare di perdere il gruppo di amici che hanno lo stesso ritmo di corsa. Un consiglio potrebbe essere nell’allearsi dall’inizio con un altro atleta che ha più o meno la stessa andatura di gara e decidere di alternarsi nel recuperare bevande ai ristori.
- Altro errore che in genere potrebbe incorrere il maratoneta è un ritmo non costante, perché può capitare che si viene superati e allora si cerca di seguire l’altro ad una velocità che anche se è leggermente superiore, alla lunga fa pagare le conseguenze.
- Altro errore è di partecipare alla competizione anche se non ci si sente preparati, e questo perché si e già organizzato il viaggio, si sono presi degli impegni, ecc., il rischio è di farsi del male, pertanto si fa sempre in tempo a rinunciare rimettendoci anche qualche soldo ma, in compenso, si preserva la propria salute nonché la propria forma fisica in modo da potersi preparare per una successiva competizione. Se non si è pronti si può anche valutare di optare per un test di distanza minore ma importante per una successiva maratona, tale distanza potrebbe essere tra i 21km 97 metri e i 25/35 km, in considerazione anche del fatto che ci sono poche gare di distanze intermedia tra mezza e maratona.”

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