L’ultratrail
è uno sport poco conosciuto per diversi
motivi. Trattasi di corsa a piedi ma non in piste di atletiche e nemmeno su
strade, bensì per sentieri di montagna e con dislivelli di altimetria.
Prevede
distanze lunghissime e quindi un tempo di gara che
può superare anche le dieci ore, si compete anche in orari notturni e quindi le
condizioni di gara sono impegnative non solo dal punto di vista del
chilometraggio, del percorso fatto di sassi, fiumi, montagne, radici ed altro
ma anche per le condizioni atmosferiche avverse che vanno dal freddo o gelo che
si può sperimentare in altitudini di montagna o anche tanto caldo dovuto alla
temperatura elevata.
Insomma è uno sport non semplice ma lo ritengo interessante per mettersi
alla prova come esperienza di vita e come metafora per affrontare la vita
giorno per giorno come si affronta chilometro per chilometro con la convinzione
di avere la passione e la gioia così come si può avere la passione e la gioia
di correre tra la natura superando qualsiasi avversità ed apprezzando il bello
dell’esperienza e quello che si apprende ogni volta se si è aperti al nuovo.
Domenica
31 maggio si sono svolti i Mondiali Ultratrail e Lisa è riuscita, grazie alle sue capacità fisiche e mentali ma anche
grazie alla squadra Italia ed alla squadra Famiglia, a portare l’Italia
Femminile sul podio, forse inaspettato, arrivando 11^ donna al mondo e seguita
da altre due atlete che portavano punteggio alla squadra femminile, Sonia Glarey e Virginia
Oliveri che ha indossato la maglia
azzurra per la settima volta dichiara dichiara: “Sono contenta ma molto
dispiaciuta per la mia prestazione. È stata una giornata no e come dice Pablo
ho ottenuto il massimo che potevo in una giornata così. Sono riuscita a finirla
grazie alla mia testa che c'era e a quella medaglia che quando mi hanno detto
che c'era la minima possibilità non ci poteva sfuggire”, ma anche tutte le altre atlete hanno
contribuito al bronzo della nazionale femminile, Cecilia Mora, Gloria Amadori che ha finita la gara solamente per la maglia e la squadra, infatti
dichiara: “Arrivataaaaa. Fatica nauesea e problemi di
intestino. Più di così non potevo fare, l’ho finita per la maglia e la mia
squadra”, Cinzia
Bertasa e Simona Morbidelli che per un piede dolorante ha dovuto
mollare per salvaguardare la propria salute, infatti dichiara: “Questa era una gara che sarebbe dovuta terminare molto prima ma essendo
un mondiale non ce l’ho fatta a fermarmi. Purtroppo a causa delle continue
salite ad aprile per prepararmi alla gara mi è tornato il problema in salita
alla gamba. Dopo 2 km ha iniziato a indurirsi facendomi male dal piede
intorpidito alla schiena. Ho voluto provare ma li ci sono solo salite e discese
e andava sempre peggio. Ero almeno terza e non volevo mollare per la medaglia
team. In discesa ho zoppicato e quasi a 15 km dalla fine è arrivata Virginia.
Il mio sollievo. Ho potuto, in pace con me stessa, togliermi il pettorale
sapendo che lei poteva continuare al posto mio e ritirarmi al posto acqua dopo
qualche km. Non credevo di poter fare una cosa del genere, ovvero di rischiare
la mia salute per una maglia. In qualsiasi altra gara mi sarei giustamente
ritirata subito. Ma un mondiale è diverso”.