martedì 1 settembre 2015

NO al Doping, uno sport pulito per una consapevolezza migliore

Purosangue Athletics Club nasce con l’obiettivo di offrire a dei giovani atleti una vera e propria scuola di vita basata sui valori sani dello sport pulito. Una squadra di campioni dove la vittoria è intesa come traguardo da raggiungere nello sport così come nella vita.
Si tratta di un’associazione sportiva che ha come fulcro il messaggio NO DOPING, a sostegno della vision di Purosangue Athletics Club è stato girato il Film Purosangue, miglior cortometraggio allo Sport Film Festival di Palermo, in cui viene espressamente condannato il doping.
L’Associazione Sportiva Dilettantistica A.S.D. PARDU NOU Corre e Cammina in collaborazione con i Comuni di Siamaggiore e Solarussa, con la A.S.D. “Marathon Club Oristano” le varie Associazioni locali di Siamaggiore, Solarussa, il C.S.I. Nazionale, Regionale e Provinciale, la FIDAL Regionale, organizza la "6° Edizione PARDU NOU CORRE e CAMMINA" - “TROFEO PUROSANGUE”, manifestazione regionale di corsa su strada della distanza di Km 13,750 - Pardu Nou, 11/12/13 settembre 2015, con la partecipazione della società “Purosangue Atletics”.
PROGRAMMA:
Venerdi 11 settembre 2015, dalle ore 17,00, apertura Sport Village con la partecipazione di numerose società sportive che presenteranno le loro discipline: calcio, beach volley, basket in carrozzina, mini basket, pallavolo, tiro con l’arco, bocce, balli di gruppo, lions fusion, military training, zumba, spinning,
Sabato12 settembre 2015, con inizio alle ore 17,30 presso il centro servizi in piazza Santa Maria a Pardu Nou si terra' il convegno “NO al DOPING ” con la partecipazione straordinaria di MAX MONTEFORTE, che presentera’ il progetto “Purosangue” raccontando la loro esperienza.

Intervista a tre ultrarunner del gruppo facebook 365 giorni di sport


Tra gli ultramaratoneti intervistati, in particolare tre atleti Silvio Cabras, Alessandro Torchiana e Susanna Forchino fanno parte di un gruppo facebook dal nome 365 giorni di sport che ha l’obiettivo di coinvolgere le persone a fare sport, a raccontare del proprio sport, degli attrezzi che utilizzano, dei luoghi di allenamento o di gara.
Il gruppo 365 giorni di sport, nato su Facebook ha lo scopo di condividere  una serie di pillole di esercizio fisico a costo zero, per prevenire tristezza e insoddisfazione, agevolare il metabolismo e aumentare l’autoefficacia; si svolge tutto con gradualità e regolarità, rispettando i tempi e i ritmi dettati dal corpo.
In pratica, chi si iscrive deve condividere sul social network l’attività fisica che svolge quotidianamente e per almeno 30 minuti continuativi al giorno, per 365 giorni l’anno, con un solo giorno di interruzione settimanale; ogni attività sportiva è consentita, l’importante è sudare e far partecipi gli altri del proprio impegno. Si può iniziare in qualsiasi momento aggiungendo una foto, un aggettivo o una breve frase con cui arricchire il profilo descrivendo il proprio stato d’animo alla fine di ogni allenamento. A completamento dell’anno l’iscritto riceverà un attestato di partecipazione.
Riporto di seguito le interessanti risposte di Silvio Cabras, Alessandro Torchiana e Susanna Forchino.
Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta?
Silvio: Ho iniziato a correre una decina d'anni fa per perdere peso, in quanto ero sovrappeso, dopo un po di tempo ho cominciato a vedere dei risultati, allora siccome da ragazzo avevo partecipato a qualche garetta ho pensato di iscrivermi ad una società per poter partecipare a qualche gara, da allora piano piano sono entrato nel mondo del podismo e gradatamente ho aumentato il kilometraggio...dalle gare di 6 km. 10 km. e via via fino ad arrivare all'ultramaratona!
Alessandro: La passione per la natura e per la corsa mi ha portato a scoprire questo fantastico mondo (ultratrail) che mi permette di unire le due passioni.
Susanna: Ho iniziato una decina di anni fa con gare non competitive da 5/10km, poi ho corso qualche mezza (ma questa é una distanza che non mi piace) e quasi subito sono passata alla maratona. Da quel momento ho sempre pensato di aumentare la distanza.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?

12 ore di corsa su tapis roulant per battere il record mondiale

LET’S MOVE FOR A BETTER WORLD per combattere la malnutrizione è lo slogan che accompagnerà i 3 atleti nazionali Daniele Baranzini,  Ivan Cudin e Vito Intini durante la loro performance presso EXPO di Milano nell’arena della Technogym il 6 settembre 2015 dalle ore 10.00.
Con i loro KM che percorreranno, doneranno dei pasti. Più Km = più Pasti.
Quali sono le performance che tenteranno?
Daniele Baranzini  cerca di confermare la seconda prestazione mondiale ottenuta l'anno scorso (142.56km). Il tentativo vero è di superare la prima posizione a 145.55km del tedesco Robert Wimmer del 2009!
Mentre Ivan Cudin e Vito Intini, esperto sul tappeto e fresco di una prestazione mondiale sulla 50miglia ed una europea sulla 50 Km ottenute l'anno scorso, si alterneranno in staffetta da 10km sullo stesso tempo di 12 ore...per battere il record mondiale in staffetta di 170.53km del duo svedese Christian Malmstrom e David Högberg del 2013!
Il cambio avverrà sullo stesso tapis roulant. 
Ogni giorno Technogym App propone delle Wellness Cards con consigli, programmi e contenuti per l’esercizio, lo sport e la salute; in pratica un’agenda del wellness che aiuta a trovare il tempo per il proprio benessere. Le soluzioni proposte includono una galleria di video-esercizi e consigli wellness su movimento, alimentazione ed approccio mentale. 

Ai Campionati Mondiali gli arcieri azzurri centrano l’obiettivo principale

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.                                      William Hart  (1)

Ai Campionati Mondiali che si sono svolti a Copenaghen (DEN) dal 27 luglio al 2 agosto 2015, per gli azzurri Michele Frangilli, Mauro Nespoli e David Pasqualucci arriva un brillante argento.

Non riescono nell’impresa di battere la Corea del Sud nella finalissima dell’arco olimpico maschile e alla fine possono solo fare i complimenti agli avversari. 

Da segnalare anche la qualificazione olimpica di Frangilli e Nespoli come squadra maschile quella individuale femminile per Guendalina Sartori.
Di seguito le dichiarazioni di alcuni atleti. (2)
Michele Frangilli: "Nel complesso un Mondiale ottimo: siamo venuti per la qualificazione olimpica, era l'obiettivo principale e l'abbiamo centrato. Siamo riusciti ad arrivare anche in finale e sono veramente contento perché la prima medaglia d'argento al Mondiale l'avevo vinta venti anni fa: dopo tutto questo tempo essere ancora a questi livelli e salire sul podio è davvero tanta roba. La finale? Ho tirato anche bene, ma nelle prime frecce ho avuto un po' di problemi nel regolare il mirino. Ringrazio i miei compagni di squadra Mauro e David per come siamo arrivati fino a qui, hanno tirato forte e hanno tenuto duro. David è un po' arrabbiato per come è finita la finale, lo capisco, ma era la sua prima esperienza mondiale e gli auguro di fare una lunga carriera come la mia e come quella che sta facendo Mauro.”

Chi fa sport aumenta la propria forza di volontà e la propria autostima

Matteo SIMONE

Chi fa sport aumenta la propria forza di volontà e aumenta la propria autostima, si diventa più forti mentalmente non solo fisicamente.

L’attività fisica tesa al benessere fisico e sociale, non solo quale sport per raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche come promozione della salute, prevenzione ed aggregazione sociale.
Uno dei compiti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è di indicare ai governi centrali e locali soluzioni al problema dell’inattività fisica della popolazione basate su evidenza scientifica e realisticamente perseguibili. Tra i campi di lavoro individuati spicca la promozione dell’esercizio fisico e dello sport nella scuola, nel tempo libero e in altri contesti.

Rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere

E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari.” Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work (1)

L’art. 8 della legge 30.3.2001 n. 125 “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati” dispone che il Ministro della Salute trasmetta al Parlamento una relazione annuale sugli interventi realizzati ai sensi della stessa legge da predisporre sulla base delle relazioni che le Regioni e Province Autonome sono annualmente tenute a trasmettere al Ministero ai sensi dell’art. 9 comma 2 della legge medesima. La RELAZIONE relativa all’anno 2014 Riporta le seguenti considerazioni.
Il “Global status report on alcohol and health 2014” ovvero “Rapporto Globale su alcol e salute 2014” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato il 12 maggio 2014, fornisce un profilo nazionale sul consumo di alcol in 194 Stati membri della OMS, sull’impatto sulla salute pubblica e suggerisce le scelte politiche che devono essere perseguite.
Il rapporto enuncia che nel 2012 l’uso di alcol ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti ovvero il 5,9% di tutti i decessi nonché il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura (Disability Adjusted Life Years, DALYs) attribuibili all’alcol.
La Regione Europea risulta essere l’area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati.
L’analisi a livello Europeo condotta dall’OECD evidenzia che Lituania, Estonia e Austria hanno il più alto consumo di alcol pro-capite mentre all’estremo opposto troviamo i paesi del sud (Italia, Malta, Grecia, Cipro) che, insieme con alcuni Paesi nordici (Norvegia, Islanda e Svezia) hanno livelli relativamente bassi di consumo di alcol per adulto. Nonostante i cambiamenti emergenti nei modelli di consumo, l’Italia occupa una posizione migliore rispetto a molti Paesi europei, anche di ambito mediterraneo.

lunedì 24 agosto 2015

La corsa è un gesto naturale, lo amo, farà sempre parte della mia quotidianità

Simona Morbelli, un amante della corsa al naturale, per sentieri, per montagne. L’ho conosciuta in occasione del raduno premondiale della nazionale italiana ultratrail, simpatica, sempre solare, di corsa facile e con un completino in gonnella ma veloce in piano, salita e discesa. Simona racconta di se, delle sue passioni prima di conoscere la corsa, delle sue esperienze in gara, motivazioni, passioni, sogni.
Ti puoi definire ultramaratoneta?  “Mi definisco un ultratrailer anche se in queste ultime due stagioni ho scoperto di trovarmi a mio agio anche in altre tipi di gare, i City Trail ad esempio mi divertono e motivano.” A Simona piace divertirsi faticando, è alla scoperta del nuovo per sorprendere gli altri ma anche se stessa, valida e competitiva atleta in grado di dare filo da torcere alle più agguerrite avversarie.
Mi spieghi il City TrailI city Trail come l’Urban Trail a Lione o l’Eco Trail di Parigi, sono corse nelle città e sulle eventuali colline sopra la città, parchi, etc. I dislivelli sono limitati, a Parigi ad esempio, su 80 km vi sono 1750 di dislivello, 70 km sono su percorso sterrato e parchi, l'asfalto l ho incontrato solo gli ultimi km, quelli che servivano per raggiungere il primo piano della Tour Eiffel. Ho fatto questa gara due volte, all'estero sono gare molto sentite ed importanti. Alla partenza non meno di 1500 concorrenti. Normalmente i City Trail sono sono molto nervosi, scale, cavalcavia, strappetti nei parchi, Parigi ha un percorso più fluido senza però consentire mai al l'atleta di annoiarsi."
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? Essere un ultratrailer significa non solo amare la corsa in natura ma, nel mio caso, l'essere attratta dalle incognite che quest'ultima riserva, dal meteo alle difficoltà del percorso, alla capacità che ha il proprio corpo ad adattarsi all'imprevisto.” E’ attratta dal difficiele, dalle difficoltà ed a lei piace affrontare percorsi e condizioni ostili ed estreme per vedere ogni volta come se la cava e come ne esce fuori, è come dimostrare a se stessa e agli altri di essere in grado, ri riuscire, di essere capace.
Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta?  “Nasco alpinista (parolone) e scalatrice, ho iniziato a correre casualmente per aumentare la capacità polmonare.” Come tanti altri scopre la corsa per caso e se ne innamora.

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