martedì 1 settembre 2015

Intervista a tre ultrarunner del gruppo facebook 365 giorni di sport


Tra gli ultramaratoneti intervistati, in particolare tre atleti Silvio Cabras, Alessandro Torchiana e Susanna Forchino fanno parte di un gruppo facebook dal nome 365 giorni di sport che ha l’obiettivo di coinvolgere le persone a fare sport, a raccontare del proprio sport, degli attrezzi che utilizzano, dei luoghi di allenamento o di gara.
Il gruppo 365 giorni di sport, nato su Facebook ha lo scopo di condividere  una serie di pillole di esercizio fisico a costo zero, per prevenire tristezza e insoddisfazione, agevolare il metabolismo e aumentare l’autoefficacia; si svolge tutto con gradualità e regolarità, rispettando i tempi e i ritmi dettati dal corpo.
In pratica, chi si iscrive deve condividere sul social network l’attività fisica che svolge quotidianamente e per almeno 30 minuti continuativi al giorno, per 365 giorni l’anno, con un solo giorno di interruzione settimanale; ogni attività sportiva è consentita, l’importante è sudare e far partecipi gli altri del proprio impegno. Si può iniziare in qualsiasi momento aggiungendo una foto, un aggettivo o una breve frase con cui arricchire il profilo descrivendo il proprio stato d’animo alla fine di ogni allenamento. A completamento dell’anno l’iscritto riceverà un attestato di partecipazione.
Riporto di seguito le interessanti risposte di Silvio Cabras, Alessandro Torchiana e Susanna Forchino.
Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta?
Silvio: Ho iniziato a correre una decina d'anni fa per perdere peso, in quanto ero sovrappeso, dopo un po di tempo ho cominciato a vedere dei risultati, allora siccome da ragazzo avevo partecipato a qualche garetta ho pensato di iscrivermi ad una società per poter partecipare a qualche gara, da allora piano piano sono entrato nel mondo del podismo e gradatamente ho aumentato il kilometraggio...dalle gare di 6 km. 10 km. e via via fino ad arrivare all'ultramaratona!
Alessandro: La passione per la natura e per la corsa mi ha portato a scoprire questo fantastico mondo (ultratrail) che mi permette di unire le due passioni.
Susanna: Ho iniziato una decina di anni fa con gare non competitive da 5/10km, poi ho corso qualche mezza (ma questa é una distanza che non mi piace) e quasi subito sono passata alla maratona. Da quel momento ho sempre pensato di aumentare la distanza.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?
Silvio: Mi motiva avere sempre nuovi obbiettivi da raggiungere, non sapendo ancora quali siano i miei limiti, e poi mi da la possibilità di esplorare nuovi posti che senza la corsa non avrei visitato!
Alessandro: La passione per la natura e per la corsa mi ha portato a scoprire questo fantastico mondo che mi permette di unire le due passioni.
Susanna: La sensazione di benessere e di completo rilassamento mentale che si prova sia durante la gara che durante gli allenamenti.
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
Silvio: Mi spinge essere alla ricerca dei miei limiti, e poi noi che corriamo sappiamo il benessere psicofisico che ci da la corsa! 
Alessandro: La voglia di scoprire le possibilità, le potenzialità del mio corpo.
Susanna: Il fatto di potermi misurare con i miei limiti, di constatare ogni volta che “volere é potere” e di provare ogni volta una felicità immensa nel portare a termine un’impresa.
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?
Silvio: Cercare di conoscere qualcosa di nuovo in me stesso!
Alessandro: La voglia di misurarsi, di capire “cosa” può darti il tuo corpo.
Susanna: Innanzitutto godermi l’atmosfera di festa, guardare il panorama, sentire i profumi e fare quattro chiacchiere, quando si può. Cerco di gustarmi quei momenti e di distrarmi dalla fatica.
Quale è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?
Silvio: Non ci sono gare che dico che non riuscirei mai, se altre persone son riuscite, perché non riuscirci anch'io?
Alessandro: Penso che se si affrontano nel modo giusto, non ci siano gare “impossibili”.
Susanna: In generale le ultra in montagna come il Monte Bianco. Questo perché le salite mi affaticano molto e poi devo rimanere troppo concentrata sul percorso ed é faticoso mentalmente.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Silvio: Voler scoprire cosa sono capace di fare!
Alessandro: E’ sempre un grande piacere e soddisfazione verificare “cosa “ si è in grado di fare.
Susanna: La sensazione che ci sia ancora molto margine: la prima mezza mi sembrava impossibile, poi la maratona mi sembrava una distanza da eroi,  poi ne ho fatti 50,  75 e 100 e tutto è stato più che sopportabile. Certo, molto oltre non si può andare però questa sensazione mi fa sentire più forte.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema?
Silvio: Significa mettersi sempre in gioco, poi è un'occasione per socializzare con nuove persone cui si crede negli stessi valori!
Alessandro: Vuol dire imparare a conoscermi meglio, a sapere in ogni momento cosa posso richiedere al mio corpo , vuol dire confrontarsi con altri atleti per imparare.
Susanna: Significa prendermi uno spazio tutto per me, fuori dagli impegni quotidiani e fuori dal tempo.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?
Silvio: Avendo un carattere molto timido e introverso, socializzando mi ha dato la possibilità di aprirmi!
Alessandro: La lucidità mentale in ogni situazione.
Susanna: Intanto ho scoperto di saper sopportare il dolore e la fatica e di avere una discreta determinazione, cosa che non avevo affatto chiara. Un collega mi ha chiesto “ come ci si allena per fare 100 km?”  Gli ho risposto che é determinante che  la testa sia “ allenata”,   le gambe lavorano di conseguenza. Lui pesa più di 100 chili, non credo di averlo convinto!
Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti?
Silvio: Se potessi tornare indietro, inizierei con la corsa già da ragazzino!
Alessandro: Sicuramente comincerei prima l’esperienza dei trail. Purtroppo questa          disciplina l’ho scoperta solo a metà 2012.
Susanna: Inizierei prima!
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?
Silvio: Nelle gare di ultramaratona bisogna per forza integrare, uso integratori sotto stretto consiglio del nutrizionista!
Alessandro: No non uso nulla. Anzi la cosa che mi preoccupa un po è che nelle ultra non mangio nulla...
Susanna: No, nessun farmaco;  solo un po’ di magnesio quando fa molto caldo. Inoltre, per quanto riguarda l’alimentazione, da 2 anni sono vegetariana.
Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?
Silvio: Faccio le analisi del sangue 2 volte l'anno!
Alessandro: Cerco centri dove gli esami mi sembra che vengano svolti nella maniera più accurata e professionale possibile.
Susanna: Ogni 2 anni faccio la visita presso il Centro di Medicina dello Sport perché mi dá più sicurezza delle normali visite.
Hai un sogno nel cassetto?
Silvio: Partecipare ad un'ultramaratona nel deserto.
Alessandro: Partecipare al TOR....
Susanna: Ne ho appena realizzato uno concludendo il Passatore con qualche acciacco e avendo contratto la V malattia 15 giorni prima. Comunque mi  piacerebbe poter fare ancora delle ultra.

Quello che emerge è un estremo piacere a praticare l’ultradistanza ed a mettersi in gioco nelle circostanze più estreme ed impreviste alla scoperta di se stessi, di come superano eventuali crisi o difficoltà ed anche il piacere della condivisione di questa modalità di fare sport.

Interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di sport di endurance mi hanno permesso di scrivere il libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva Editrice, Civitavecchia, Collana: Sport & Benessere, anno edizione: 2016, pagine: 298 p., Brossura.


 
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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