“E’ un campione
l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il
tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia
che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari.”
Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work (1)
L’art. 8 della legge
30.3.2001 n. 125 “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol
correlati” dispone che il Ministro della Salute trasmetta al Parlamento una
relazione annuale sugli interventi realizzati ai sensi della stessa legge da
predisporre sulla base delle relazioni che le Regioni e Province Autonome sono
annualmente tenute a trasmettere al Ministero ai sensi dell’art. 9 comma 2
della legge medesima. La RELAZIONE relativa all’anno 2014 Riporta le seguenti
considerazioni.
Il “Global status
report on alcohol and health 2014” ovvero “Rapporto Globale su
alcol e salute 2014” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,
pubblicato il 12 maggio 2014, fornisce un profilo nazionale sul consumo di
alcol in 194 Stati membri della OMS, sull’impatto sulla salute pubblica e suggerisce
le scelte politiche che devono essere perseguite.
Il rapporto enuncia che
nel 2012 l’uso di alcol ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti ovvero il
5,9% di tutti i decessi nonché il 5,1% degli anni di vita persi a causa di
malattia, disabilità o morte prematura (Disability Adjusted Life Years, DALYs)
attribuibili all’alcol.
La Regione Europea
risulta essere l’area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati.
L’analisi a livello
Europeo condotta dall’OECD evidenzia che Lituania, Estonia e Austria hanno il
più alto consumo di alcol pro-capite mentre all’estremo opposto troviamo i
paesi del sud (Italia, Malta, Grecia, Cipro) che, insieme con alcuni Paesi
nordici (Norvegia, Islanda e Svezia) hanno livelli relativamente bassi di
consumo di alcol per adulto. Nonostante i cambiamenti emergenti nei modelli di
consumo, l’Italia occupa una posizione migliore rispetto a molti Paesi europei,
anche di ambito mediterraneo.
Il consumo giornaliero
non moderato (consumo abituale eccedentario) interessa soprattutto i maschi
(11,9%) rispetto alle femmine (3,2%) e soprattutto gli uomini anziani di oltre
65 anni.
Un fenomeno che ormai
desta preoccupazione, soprattutto per i più giovani, è il cosìddetto binge
drinking, che comporta l’assunzione di numerose
unità alcoliche al di fuori dei pasti in un breve arco di tempo, con gravi
rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche
dell’intera società.
L’alcol, oltre ad essere
una sostanza che causa dipendenza, e causa di malattie trasmissibili e non
trasmissibili, inclusi tumori, malattie cardiovascolari e del fegato, ed
accresce il rischio di HIV/AIDS e tubercolosi nonché di tutti i tipi di lesioni
intenzionali e non, inclusi gli omicidi e i suicidi.
Al fine di prevenire
nella popolazione italiana l’esposizione a rischi per la salute del singolo
bevitore e per la sicurezza sociale, è molto importante monitorare attentamente
i comportamenti di consumo a rischio e quindi individuare interventi di Sanità
Pubblica mirati al loro contenimento.
Per monitorare il
fenomeno si tiene conto dei due comportamenti definiti a rischio: il consumo
abituale eccedentario ed il binge drinking integrati in un
indicatore complessivo del rischio.
Le fasce di popolazione
più a rischio sono quelle degli 11-17enni che non dovrebbero mai consumare bevande alcoliche, i giovani di 18-24 anni
con il fenomeno del binge drinking e gli anziani di età compresa tra i 65 e i
74 anni dovuto soprattutto ad un consumo giornaliero non moderato ovvero
abituale eccedentario.
Le percentuali di
consumatori a rischio di sesso maschile sono superiori a quelle di sesso
femminile per tutte le classi di età ad eccezione di quella degli 11-15enni,
dove invece non si registrano differenze statisticamente significative.
Il consumo alcolico dei
giovani deve essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo conseguenze patologiche molto gravi
quali l’intossicazione acuta alcolica e l’alcoldipendenza, ma anche problemi
sul piano psicologico e sociale, influenzando negativamente lo sviluppo
cognitivo ed emotivo, peggiorando le performances scolastiche, favorendo
aggressività e violenza.
Per prevenire tali
conseguenze è necessario rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le
pressioni sociali al bere operando in contesti significativi quali la scuola, i
luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport. Inoltre per i
giovani che manifestano comportamenti di grave abuso è necessario prevedere
efficaci azioni di intercettazione precoce e di counseling per
la motivazione al cambiamento, con eventuale avvio ad appropriati interventi di
sostegno per il mantenimento della sobrietà.
Il Ministero della
Salute, in ottemperanza a quanto disposto dalla Legge 125/2001, ogni anno
promuove iniziative di comunicazione per la prevenzione dei danni alcol
correlati. Negli ultimi anni le Campagne di Comunicazione del Ministero si sono
focalizzate in modo particolare sui giovani.
Nel 2014 si è conclusa
la campagna educativo-informativa “Non perderti in un bicchiere!” per sensibilizzare e informare gli studenti delle scuole superiori di
primo e secondo livello sui rischi e gli effetti prodotti dal consumo e
dall’abuso di alcol. L’iniziativa che ha avuto il supporto scientifico dell’ISS
si è svolta in collaborazione con Diregiovani, il Portale
d’informazione multimediale che sfrutta la tecnologia oggi presente su
Internet.
Negli incontri con gli
esperti sono stati coinvolti a partecipare gli studenti e i video degli
incontri sono stati pubblicati sul sito Diregiovani.it. Gli obiettivi della
campagna “Non perderti in un bicchiere!” sono stati essenzialmente quelli di
stimolare i giovani ad essere loro stessi promotori di uno stile di vita
virtuoso e portarli a conoscenza dei pericoli e dei rischi che si corrono
nell’abuso dell’alcol.
La realizzazione della
campagna si è svolta su due canali differenti e complementari di comunicazione:
il web e le scuole. Inoltre, il Ministero della Salute in collaborazione con
l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’I.S.S., nell’ambito del Semestre di
Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, ha promosso un evento di
comunicazione e di aggregazione per ragazzi denominata “Sanit-Run-Alcohol
prevention race” che consisteva in una “Corsa e camminata per la prevenzione
dei rischi legati al consumo di bevande alcoliche tra i giovani”.
(1) Simone M., Sviluppare la
resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport,
MJM Editore, 2014.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
www.psicologiadellosport.net
380-4337230 – 21163@tiscali.it
www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
Psicologo, Psicoterapeuta
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