martedì 1 settembre 2015

Rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere

E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari.” Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work (1)

L’art. 8 della legge 30.3.2001 n. 125 “legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati” dispone che il Ministro della Salute trasmetta al Parlamento una relazione annuale sugli interventi realizzati ai sensi della stessa legge da predisporre sulla base delle relazioni che le Regioni e Province Autonome sono annualmente tenute a trasmettere al Ministero ai sensi dell’art. 9 comma 2 della legge medesima. La RELAZIONE relativa all’anno 2014 Riporta le seguenti considerazioni.
Il “Global status report on alcohol and health 2014” ovvero “Rapporto Globale su alcol e salute 2014” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato il 12 maggio 2014, fornisce un profilo nazionale sul consumo di alcol in 194 Stati membri della OMS, sull’impatto sulla salute pubblica e suggerisce le scelte politiche che devono essere perseguite.
Il rapporto enuncia che nel 2012 l’uso di alcol ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti ovvero il 5,9% di tutti i decessi nonché il 5,1% degli anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura (Disability Adjusted Life Years, DALYs) attribuibili all’alcol.
La Regione Europea risulta essere l’area del mondo con i più alti livelli di consumo di alcol e di danni alcol correlati.
L’analisi a livello Europeo condotta dall’OECD evidenzia che Lituania, Estonia e Austria hanno il più alto consumo di alcol pro-capite mentre all’estremo opposto troviamo i paesi del sud (Italia, Malta, Grecia, Cipro) che, insieme con alcuni Paesi nordici (Norvegia, Islanda e Svezia) hanno livelli relativamente bassi di consumo di alcol per adulto. Nonostante i cambiamenti emergenti nei modelli di consumo, l’Italia occupa una posizione migliore rispetto a molti Paesi europei, anche di ambito mediterraneo.
Il nostro Paese, negli ultimi dieci anni, ha registrato un progressivo cambiamento dei comportamenti di consumo di alcol, appare infatti sempre meno diffuso il tradizionale modello di consumo basato sull’assunzione quotidiana di vino durante i pasti che tuttavia persiste nella popolazione adulta e anziana, mentre si consolida il consumo occasionale e al di fuori dei pasti.
Il consumo giornaliero non moderato (consumo abituale eccedentario) interessa soprattutto i maschi (11,9%) rispetto alle femmine (3,2%) e soprattutto gli uomini anziani di oltre 65 anni.
Un fenomeno che ormai desta preoccupazione, soprattutto per i più giovani, è il cosìddetto binge drinking, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti in un breve arco di tempo, con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo bevitore ma anche dell’intera società.
L’alcol, oltre ad essere una sostanza che causa dipendenza, e causa di malattie trasmissibili e non trasmissibili, inclusi tumori, malattie cardiovascolari e del fegato, ed accresce il rischio di HIV/AIDS e tubercolosi nonché di tutti i tipi di lesioni intenzionali e non, inclusi gli omicidi e i suicidi.
Al fine di prevenire nella popolazione italiana l’esposizione a rischi per la salute del singolo bevitore e per la sicurezza sociale, è molto importante monitorare attentamente i comportamenti di consumo a rischio e quindi individuare interventi di Sanità Pubblica mirati al loro contenimento.
Per monitorare il fenomeno si tiene conto dei due comportamenti definiti a rischio: il consumo abituale eccedentario ed il binge drinking integrati in un indicatore complessivo del rischio.
Le fasce di popolazione più a rischio sono quelle degli 11-17enni che non dovrebbero mai consumare bevande alcoliche, i giovani di 18-24 anni con il fenomeno del binge drinking e gli anziani di età compresa tra i 65 e i 74 anni dovuto soprattutto ad un consumo giornaliero non moderato ovvero abituale eccedentario.
Le percentuali di consumatori a rischio di sesso maschile sono superiori a quelle di sesso femminile per tutte le classi di età ad eccezione di quella degli 11-15enni, dove invece non si registrano differenze statisticamente significative.
Il consumo alcolico dei giovani deve essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo conseguenze patologiche molto gravi quali l’intossicazione acuta alcolica e l’alcoldipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale, influenzando negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo, peggiorando le performances scolastiche, favorendo aggressività e violenza.
Per prevenire tali conseguenze è necessario rafforzare nei giovani la capacità di fronteggiare le pressioni sociali al bere operando in contesti significativi quali la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport. Inoltre per i giovani che manifestano comportamenti di grave abuso è necessario prevedere efficaci azioni di intercettazione precoce e di counseling per la motivazione al cambiamento, con eventuale avvio ad appropriati interventi di sostegno per il mantenimento della sobrietà.
Il Ministero della Salute, in ottemperanza a quanto disposto dalla Legge 125/2001, ogni anno promuove iniziative di comunicazione per la prevenzione dei danni alcol correlati. Negli ultimi anni le Campagne di Comunicazione del Ministero si sono focalizzate in modo particolare sui giovani.
Nel 2014 si è conclusa la campagna educativo-informativa “Non perderti in un bicchiere! per sensibilizzare e informare gli studenti delle scuole superiori di primo e secondo livello sui rischi e gli effetti prodotti dal consumo e dall’abuso di alcol. L’iniziativa che ha avuto il supporto scientifico dell’ISS si è svolta in collaborazione con Diregiovani, il Portale d’informazione multimediale che sfrutta la tecnologia oggi presente su Internet.
Negli incontri con gli esperti sono stati coinvolti a partecipare gli studenti e i video degli incontri sono stati pubblicati sul sito Diregiovani.it. Gli obiettivi della campagna “Non perderti in un bicchiere!” sono stati essenzialmente quelli di stimolare i giovani ad essere loro stessi promotori di uno stile di vita virtuoso e portarli a conoscenza dei pericoli e dei rischi che si corrono nell’abuso dell’alcol.
La realizzazione della campagna si è svolta su due canali differenti e complementari di comunicazione: il web e le scuole. Inoltre, il Ministero della Salute in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’I.S.S., nell’ambito del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, ha promosso un evento di comunicazione e di aggregazione per ragazzi denominata “Sanit-Run-Alcohol prevention race” che consisteva in una “Corsa e camminata per la prevenzione dei rischi legati al consumo di bevande alcoliche tra i giovani”.

(1)     Simone M., Sviluppare la resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport, MJM Editore, 2014.


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