lunedì 18 aprile 2016

Marinella Satta nel guinness dei primati: La maratoneta con due palle da basket

Matteo SIMONE 

Ce l’ha fatta Marinella Satta a trasformare il suo sogno in realtà, con impegno, determinazione e crederci tanto con l’aiuto di tanti supporter. 

E’ entrata nel guinness dei primati correndo la maratona Rimini palleggiando con due palle da basket in 6h31’.
Ecco la sua testimonianza: “E’ stato un po' faticoso perché non abituata a palleggiare per molte ore, dopo km 21 avevo una mezza intenzione di continuare con un solo pallone, però a km 25 avevo i ragazzini che mi aspettavano con pallone da basket, per correre con me circa 1,5km, non potevo deluderli, quindi km dopo km, si è riusciti ad arrivare al traguardo. Pensavo di farla in meno tempo, però mi sentivo stanca, quindi ho preferito farla più tranquilla, alternando corsa e cammino e recupero, per poter arrivare al traguardo, soddisfatta.”

Massimo Tagliaferri: La mia prima gara fu un Trail di 135 km

Matteo Simone

A volte ci si accorge che si può stravolgere il sensato, l’ordinario, le cose scontate, Massimo ci racconta come è passato da uno sport semi-professionistico come la canoa ad un altro faticoso ma gioioso come la corsa di lunghe distanze.

Ti puoi definire ultramaratoneta? Credo proprio di sì…”. 

Credo proprio che Massimo sia non solo un ultramaratoneta ma uno che vince tante gare di ultratrail.
Di seguito un lunghissimo elenco: 

venerdì 15 aprile 2016

Vincenza Sicari: Mi manca la corsa, per la quale vivevo

Matteo Simone 
  

Vincenza ora sta girando il mondo attraverso i social network e continua a correre nel cuore e nella mente di tanti runner ed ultrarunner: 

Io vado avanti grazie a loro. Mi chiamano tutti, atleti, amici, ho l’appoggio e il sostegno della FIDAL, il Presidente Malagò. Tante persone, attraverso internet, mi stanno vicino, anche gente che non conosco personalmente. Ho il supporto di tante persone, sono viva grazie a loro. Quando mi sto per ‘spegnere’ mi arriva un messaggio, una telefonata, mi vengono a trovare...ci sono loro, con i loro gesti, che mi ridanno la voglia di vivere, reagire e continuare a lottare. È una grande famiglia.

Vincenza è in una botte di ferro dal punto di vista del sostegno e supporto da parte di tanti che sposano la sua casa attraverso gesti solidali e segnali di presenza con diverse modalità.

Il Team frizzi e lazzi Manfredonia: Perdersi e trovarsi davanti scenari pittoreschi

Matteo Simone
Matteo Simone

Contento Michele Spagnolo, ideatore del Team Frizzi e Lazzi run e walk, per aver condotto un gruppo di persone comuni per una passeggiata di 55km, domenica 10 aprile 2016, ecco come esprime la sua felicità nel riuscire in questa impresa: 

Secondo me non c'è bisogno di essere Chatwin o Bonatti per vivere da avventuriero! L'avventura esiste anche stando a casa, puoi scoprire il fascino della tua terra, non c'è bisogno di fare km e km di aereo o di nave per scoprire nuove terre, puoi camminare per 55km e renderti conto di aver vissuto una giornata avventurosa! 

mercoledì 13 aprile 2016

Run for Parkinson, a beneficio dei parkinsoniani e delle loro famiglie


La Run for Parkinson è una corsa non competitiva che si svolge ogni anno in varie località a sostegno dei malati di Parkinson e delle loro famiglie. Quest’anno il 17 aprile si correrà in contemporanea a Roma e Milano.
In particolare a Roma, L’Associazione WeAreParky ONLUS insieme a Parkinzone ONLUS organizza a Villa Pamphili l’evento che prevede una passeggiata/caccia al tesoro di 1,5 Km riservata a parkinsoniani e loro accompagnatori, una corsa non competitiva di 5 km aperta a tutti, con due orari di partenza (10.30 e 15.30), e una passeggiata in bicicletta in piccoli gruppi con accompagnatori anche questa aperta a tutti.
Lo scopo è
·       Far conoscere la malattia e le sue cause
·       L’importanza di vivere ed alimentarsi in un ambiente sano per ridurre il rischio di contrarre malattie neurodegenerative
·       Far conoscere le associazioni, i servizi ed i prodotti che possono migliorare la qualità della vita dei parky e dei loro cari
·       Divulgare l’importanza dell’attività fisica costante come terapia e fattore neuroprotettivo
·       Creare una occasione di incontro e di svago
Quindi sport come benessere, ma anche come momento di aggregazione e tanto tanto divertimento un vero e proprio stile di vita che ci consente di vivere in armonia con noi stessi e con gli altri.
Nel PARKY VILLAGE, dedicato ai parkinsoniani, loro familiari ed a tutti gli ospiti ed amici presenti saranno predisposti degli spazi espositivi riservati alle associazioni che si occupano del benessere di questi pazienti.

martedì 12 aprile 2016

Senza fretta, un passo alla volta, si risolve o si trovano altre modalità

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. (
William Hart )

Bisogna imparare a stare al mondo senza pretendere, senza fretta, piano piano si sistema tutto, basta cambiare un po' i programmi e le aspettative, aver fiducia e un passo alla volta si risolve o si trovano altre modalità per sperimentare benessere
L’atleta dovrebbe essere in grado di formulare una pianificazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivi che siano difficili ma raggiungibili, sfidanti, si dovrebbero poter visualizzare, immaginare nel momento in cui si raggiungono.
Può capitare che ci siano delle difficoltà nel raggiungere questi obiettivi e qualche volta l’atleta può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una sconfitta personale. Ma nello sport le sconfitte, servono a riflettere, a fare il punto della situazione, osservare, valutare, capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e cosa, invece, si può migliorare. Quindi, tutto sommato, la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione delle proprie risorse, punti di forza e, al contempo, delle criticità.

Anna Giunchi: Dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona

Matteo SIMONE 

Anna la maratoneta, amante della corsa, nonché collega psicologa, racconta la sua passione, l'impegno e la determinazione nella corsa.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho iniziato a dedicarmi all’attività sportiva con serietà spronata da un anziano maestro di tennis, che mi ha invitato a fare almeno 20 vasche di nuoto al giorno. Da lì ho praticato agonismo nel tennis, poi, negli anni a venire, nel calcio. Ma la scossa maggiore l’ho avuta quando, dopo una brutta crisi di anemia, mi sono posta l’obiettivo di guarire e dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona. Da allora non ho mai smesso di correre. Mi piacerebbe giocare ancora a tennis.”

Il vecchio amore non si scorda mai, la passione del tennis solletica Anna, ma per ora ancora tanti obiettivi e performance nella corsa.

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