martedì 12 aprile 2016

Senza fretta, un passo alla volta, si risolve o si trovano altre modalità

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. (
William Hart )

Bisogna imparare a stare al mondo senza pretendere, senza fretta, piano piano si sistema tutto, basta cambiare un po' i programmi e le aspettative, aver fiducia e un passo alla volta si risolve o si trovano altre modalità per sperimentare benessere
L’atleta dovrebbe essere in grado di formulare una pianificazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivi che siano difficili ma raggiungibili, sfidanti, si dovrebbero poter visualizzare, immaginare nel momento in cui si raggiungono.
Può capitare che ci siano delle difficoltà nel raggiungere questi obiettivi e qualche volta l’atleta può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una sconfitta personale. Ma nello sport le sconfitte, servono a riflettere, a fare il punto della situazione, osservare, valutare, capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e cosa, invece, si può migliorare. Quindi, tutto sommato, la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione delle proprie risorse, punti di forza e, al contempo, delle criticità.
La maestra Rosaria Gasparro su comune-info (http://comune-info.net/2015/11/elogio-sconfitta/ 10.11.2015) parla di sconfitta come un’opportunità: “Sono convinta della forza della sconfitta, che ci riporta a noi stessi, a quello che siamo, che non ci annulla, ma ridisegna con sapienza il nostro profilo nel chiaro e nello scuro.”
Lo sportivo non è solo, è affiancato dall’allenatore che dovrebbe conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire con l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare all’occasione, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, l’importanza del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia sportiva dell’atleta, condividere momenti di gioia e sofferenza, di vincite e di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato.
Sielbert, nel testo "Il vantaggio della resilienza, come uscire piú forti dalle difficoltà della vita", dice che la resilienza è quella «capacità di fronteggiare efficacemente gli eventi critici ed avversi sapendo riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà», l’atteggiamento resiliente «permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta».
Angelica Moè nel testo "Motivati si nasce o si diventa?" spiega che la resilienza non è una capacità innata ma «si costruisce in tempi di serenità e tranquillità (prima delle eventuali avversità, lievi o gravi che siano) e si rafforza affrontando le problematicità, non tanto con l’approccio di vincere il problema, ma di vivere attraverso il problema ed oltre lo stesso. 
Non si tratta, infatti, solo di sopravvivere alle difficoltà (lutti, disgrazie, gravi insuccessi, malattie), ma di rientrare dal momento difficile possibilmente arricchiti, di certo piú forti o, meglio detto, flessibili».
Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle risorse personali, relazionali e contestuali.
Sergio Mazzei, psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari, nella prefazione del mio libro Sviluppare la resilienza, sostiene che: «il senso della resilienza in buona sostanza equivale all’avere coraggio, all’insistere nel raggiungere il proprio scopo e dunque al non sottrarsi alla propria esperienza, qualunque essa sia, al non censurare o negare la propria verità, allo stare con il proprio dolore e impedimento, al tener duro anche se le circostanze sembrano insostenibili».
Solo se sapremo persistere e reagire con coraggio, dominando gli eventi con fiducia in noi stessi e grande forza di volontà riusciremo a realizzare i nostri obiettivi, come sosteneva il noto allenatore di football americano Vince Lombardi: «Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi».

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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