mercoledì 30 novembre 2016

E’ tornata a Roma l’ex maratoneta Vincenza Sicari, lady resilience


Benvenuta a Roma Vincenza Sicari, la lady resilience, dopo aver visitato i vari ospedali del nord e dopo la sua ultima permanenza a Bari, ora è ospite del Sant'Andrea ed allora di corsa in bici mi sono precipitato per incontrarla e stare qualche oretta con lei, apprezzando la sua solarità, semplicità, voglia di vivere nonostante tutto, persona ancora viva dentro anche se si sta spegnendo, ma lei non molla perché c'è ancora testa e cuore da maratoneta che supera qualsiasi muro da sola o in compagnia, costi quel che costi. Togheter is much better.

Grandissimo risultato per Dario Santoro alla Maratona di Firenze


Grandissimo risultato per Dario Santoro! 02h21’20” alla Maratona di Firenze arrivando 8° assoluto primo atleta Italiano. Dario Santoro contentissimo e sa che per fare bene è importante definire gli obiettivi e decidere la gara importante per prepararsi esclusivamente per quella gara con gli allenamenti appropriati e specifici in modo da ottenere il massimo risultato possibile.
Sta partecipando alle diverse gare e ben figurando anche grazie al suo allenatore Armando Martini, sono tanti i fan di Dario, me compreso, ecco cosa dichiara a seguito della sua prestazione: “Ragazzi è giunta al termine anche questa mia quarta esperienza sulla distanza regina dell'atletica ‘la signora Maratona, lunga 42km 195mt’. Come dico sempre la maratona rappresenta un'infinità di ostacoli dietro l'angolo, e quanto meno te lo aspetti e lì che si presenta, ieri mi si è presentato al 39°km, prendendo una distorsione nei famosi sampietrini, condizionando la mia prestazione cronometrica.....ma nonostante ciò prendo da questa esperienza la parte positiva, che è quella di essermi migliorato di 1 minuto, e di aver avuto sensazioni positive fino a quell'inconveniente, e della posizione in classifica assoluta, è sempre un onore far parte della top ten assoluta in una maratona internazionale come Firenze! Ringrazio il mio staff Giosport Rodolfo Palmadessa, Giovanni Di Girolamo sempre al mio servizio, supportandomi con il meraviglioso abbigliamento, made in Italy, il mio grandissimo amico nutrizionista Atanasio De Meo, il mio allenatore Armando Martini.... Il mio amico e dirigente Kety Luigi Di Lello che nell' ultimo mese ha avuto un ruolo fondamentale, e Matteo Palumbo che da sempre mi dà consigli utili appena ci vediamo e abbiamo modo di parlare e come sempre la mia famiglia che mi supporta a livello morale.......e a tutti voi che ogni volta siete in tanti a tifare per me siete la mia marcia in più

Roldano Marzorati: Essere un ultramaratoneta per me è un abito mentale

 

Chi sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme sembra che non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni sempre più dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può fermarli.

Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utile anche per la vita quotidiana, infatti permetteranno di saper gestire ed affrontare determinate situazioni considerate difficili.
Tra gli atleti contattati vi è Roldano Marzorati, approfondiamo la conoscenza attraverso risposte ad un mio questionario di alcuni mesi.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Libertà di correre con meno tensioni interne ed esterne.” 

Andrea Zambelli, runner: Le emozioni che provi le porti dentro per tutta la vita!

Matteo SIMONE 

Domenica 26 novembre, si sono svolti i Campionati Mondiali IAU della 100 km, a Los Alcazares (Spagna), dove il titolo è stato vinto dal Giapponese Hideaki Yamauchi in 06h18’22”, a seguire il Sudafricano Bongmusa Mthembu 06h24’05” e l’Americano Patrick Reagan 06h35’42”.

Tra gli Italiani la miglior prestazione è di Giorgio Calcaterra (Calcaterra Sport) che si classifica al settimo posto in 6h41’16, seguono gli altri Italiani: 29° Andrea Zambelli (Pol. Scandianese) 7h06’29”, 36° Herman Achmuller (Laufclub Pustertal) 7h12’38, 55° Beatrici Silvano (Gs Fraveggio) 7h37’46”, 60° Paolo Bravi 7h43’23” (Grottini Team Recanati).
Il Sudafrica vince l’oro a squadra in 19h51’39”, a seguire Giappone 19h52’46” e Stati Uniti 20h03’03”, la squadra maschile azzurra con un tempo di 21h00:25 si classifica al quinto posto.
Vince il titolo femminile l’Australiana Kirstin Bull in 7h34’25”, seconda la croata Nicolin Sustic in 7h36’09”, terza la Britannica Joasia Zakrzewski in 7h41’47”.

martedì 29 novembre 2016

Antonello Vargiu, atleta-scrittore: non vedevo l'ora di avere in mano il libro


Ho raccolto le risposte di un atleta, allenatore ed ho trovato interessanti alcuni aspetti inerenti la sua visione dello sport. 

Antonello Vargiu ha un’esperienza pluridecennale nel campo dell’atletica con ottimi risultati e gli aspetti che hanno influito e che ancora incidono sul suo benessere e le sue prestazioni sportive sono diversi, tra i quali vi è il metodo da seguire, l’affidarsi ad un bravo allenatore, il seguire degli atleti più forti ed allenarsi con generosità. Inoltre trova fondamentale lo spirito di gruppo che si crea.
Tra di noi è nata una sorta di collaborazione ed è venuto fuori un libro dal titolo L’uomo dei podi. Di seguito Antonello racconta la sua esperienza di atleta autore.

Hector Mondragon, runner: Un mondo migliore a partire dallo sport

Un mundo que se puede construir mejor desde el deporte
Matteo Simone 3804337230- 21163@tiscali.it

Esplorare il mondo dello sport e confrontarsi con altri, soprattutto di altre culture è fondamentale, lo sport avvicina persone, mondi e culture. Di seguito l’esperienza di un grande runner Hector Mondragon.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Ogni volta che gareggio mi sento campione, indipendentemente se gli altri corridori siano corrono più forti.” 
Qual è stato il tuo percorso per diventare Atleta?Ho iniziato con il calcio, non ero bravo però correvo bene, la mia partecipazione fu super, campione inter collegiale, un mese più tardi vice campione dipartimentale, ma quello che ha fatto la differenza era che coloro che hanno gareggiato erano i campioni nazionali, poi ho iniziato seriamente la disciplina di atletica, avevo la pressione degli insegnanti della scuola di andare a campionati.

lunedì 28 novembre 2016

Patrizio: Correre è una delle cose più belle che si pùò fare nella vita

Matteo Simone

Il mio amico Patrizio racconta la sua passione nello sport, le sue vicissitudini, i suoi divertimenti attraverso la corsa e la squadra di cui fa parte allenandosi nel bel parco di Tor Tre Teste.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho sempre amato correre sin da bambino ed ho praticato in  adolescenza  un po' di nuoto e calcio. Ma solo per brevi periodi a causa di una anemia con valori di emoglobina molto bassi (10- 10,5) che limitavano la mia resistenza agli sforzi da sport. Ho sofferto di questa patologia  congenita, per 39 anni della mia vita. Dovuta, poi si è scoperto, ad una rara sindrome  (Sindrome di Castelman) che era rimasta latente per 39 anni per poi esplodere sviluppando una massa intestinale con interessamento dei linfonodi iliaci, che mi è stata asportata . Da lì per me è iniziata un'altra vita perché asportando la massa sono guarito. Di colpo mi sono ritrovato con un emocromo perfetto ed una emoglobina a 15,5 -16,00 e mi sono immediatamente accorto che riuscivo a fare lunghe camminate ed in seguito a correre con minimo sforzo. Dopo qualche anno la corsa  per me è diventata una consuetudine ed a 45 anni mi sono iscritto ad una squadra podistica ed a gareggiare. A 49 anni, nel 2011, ho corso la mia prima maratona a Roma in 3h e 36'".

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