Matteo
Simone
Il mio amico Patrizio racconta la sua passione nello sport, le sue vicissitudini, i suoi divertimenti attraverso la corsa e la squadra di cui fa parte allenandosi nel bel parco di Tor Tre Teste.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “ Ho sempre amato correre sin da
bambino ed ho praticato in adolescenza un po' di nuoto e calcio. Ma
solo per brevi periodi a causa di una anemia con valori di emoglobina molto
bassi (10- 10,5) che limitavano la mia resistenza agli sforzi da sport. Ho sofferto
di questa patologia congenita, per 39 anni della mia vita. Dovuta, poi si
è scoperto, ad una rara sindrome (Sindrome di Castelman) che era rimasta
latente per 39 anni per poi esplodere sviluppando una massa intestinale con
interessamento dei linfonodi iliaci, che mi è stata asportata . Da lì per me è
iniziata un'altra vita perché asportando la massa sono guarito. Di colpo mi
sono ritrovato con un emocromo perfetto ed una emoglobina a 15,5 -16,00 e mi
sono immediatamente accorto che riuscivo a fare lunghe camminate ed in seguito
a correre con minimo sforzo. Dopo qualche anno la corsa per me è
diventata una consuetudine ed a 45 anni mi sono iscritto ad una squadra
podistica ed a gareggiare. A 49 anni, nel 2011, ho corso la mia prima maratona
a Roma in 3h e 36'".
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance?
“ Correndo
ho fatto molte amicizie, molte di più del periodo in cui non praticavo sport .
Da tutti ho preso consigli, soprattutto da chi veniva da una storia sportiva
più intensa della mia , ed hanno contribuito a migliorare la mia performance
sportiva.”
Patrizio corre con
tante persone divertendosi ma allo stesso tempo quando c’è da impegnarsi e fare
lavori e ripetute impegnative non si tira indietro, lui segue i consigli
dell’intramontabile Uby Galli sempre performante nonostante un’età avanzata di
circa 60 anni, ma sempre competitivo.
Non si finisce mai di imparare, l’esperienza è un ottimo branco di prova e permette di apprendere sempre dagli errori e permette di conoscere sempre più noi stesso, come funzioniamo, di cosa abbiamo bisogno, cosa è meglio per noi.
Sono passati un po' di anni da questa intervista e Patrizio mi ha rivelato che la 100km del Passatore non è più un suo sogno. Continua a correre e allenarsi al Parco di Tor Tre Teste e facendo uscite in compagnia al centro di Roma e come ultramaratone predilige la 50km del Gran Sasso.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o
dove hai sperimentato le emozioni più belle? “ Ci sono tre gare che mi hanno
profondamente emozionato e sono: la prima maratona del 2011 (il sogno di ogni
podista); La Maratonina dei tre Comuni del 2011 (sentivo come un fuoco dentro
ed una energia mai provata prima); La Cortina- Dobbiaco del 2014 (ho risentito
di nuovo quella sensazione di potenza e benessere provata alla tre Comuni del
2011). In tutte e tre queste gare alla fine ho pianto di gioia!”
Lo sport fa
sperimentare emozioni uniche attraverso l’impegno e la riuscita in gare
impegnative ma straordinarie per paesaggi e sensazioni ed emozioni forti.
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la
puoi fare? “ La maratona . Non credevo che il mio corpo
potesse sopportare tali prove.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “ Sono felici con me.
(In famiglia tutti praticano sport ).”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Chi mi conosce sa che sport e divertimento
per me sono inscindibili. Soprattutto in gara amo scherzare con gli altri
podisti, ho fatto molte amicizie per questo motivo. Perciò ne racconto uno a
caso. Eravamo, io ed i miei amici (Massimo, Ettore, Ubaldo, Pino, Rodolfo)
sulla linea di start della Roma No Limits del 2011 e stavamo scherzando, io ed
un mio amico, con un palloncino che per caso il vento ci aveva fatto atterrare
in testa. All'improvviso ci è scoppiato in mano ed il ‘botto’ del palloncino ha
provocato una falsa partenza dei concorrenti, subito bloccata dagli
organizzatori. Lì abbiamo pianto....dal ridere!”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “ Lo sport mi ha fatto
vincere la timidezza (molti stenteranno a crederlo ...che ero timido).”
Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai
dimostrato di possedere? “Se
ho una qualità? Forse quella di saper coniugare, sempre, lo sport al
divertimento.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Felicità.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Purtroppo si. Ad una gara, nei primi anni
di esperienza agonistica, (il Campus) ho spinto talmente tanto da azzerare le
scorte di zucchero (anche per errata alimentazione...non avevo fatto
colazione). Dopo il traguardo sono stato soccorso dagli addetti dell'auto
ambulanza, con acqua e zucchero mi sono ripreso quasi subito. Però adesso so
riconoscere i segnali e non mi è capitato più".
Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport:
pregara, in gara, post gara? “Euforia – fatica - euforia.”
Quale è stata la gara più estrema o più difficile? “La maratona. A quella di quest'anno mi
sono ritirato al 37° km per crampi.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel
tuo sport? “Ho imparato
a riconoscere i miei limiti e l'importanza di una giusta alimentazione
proporzionata allo sforzo da affrontare.”
Importante oltre
all’allenamento fisico e mentale ed oltre all’autoprotezione e coccole che
consistono nei recuperi, riposi, massaggi, fisioterapia, accertamenti medici,
bisogna anche considerare l’importanza dell’aspetto nutrizionale per il
benessere e la performance nello sport per non incorrere nei crampi per avere
le scorte di glicogeno fino alla fine della maratona o reintegrarle prontamente
in base alle proprie caratteristiche personali.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno
indotto a fare una prestazione non ottimale? “Con il caldo le mie prestazioni
precipitano inesorabilmente.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Quest'anno per la prima
ho volta ho sperimentato il ritiro da una gara per crampi. Non mi era mai
successo ed è stata un'esperienza traumatica. Con la testa volevo a tutti costi terminare la gara, ma le gambe non hanno sentito ragioni. Questa volta ho pianto
per la frustrazione. Penso che continuerò a correre anche fino a novant'anni, non posso farne
più a meno....Se le mie gambe saranno d'accordo!”
Non si finisce mai di imparare, l’esperienza è un ottimo branco di prova e permette di apprendere sempre dagli errori e permette di conoscere sempre più noi stesso, come funzioniamo, di cosa abbiamo bisogno, cosa è meglio per noi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con l'amore. Quando si ama, anche nello
sport si supera tutto.”
Parole sagge,
anche lo sport richiede tanto amore e passione per quello che fai altrimenti
non vai da nessuna parte, tutto diventa fatica e sofferenza e non sei disposto
ad andare avanti.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo
sport? “Se
ti vuoi bene fai sport!”.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva? “Pratico sport da quando ho riacquistato la
salute, non voglio comprometterla di nuovo con farmaci per migliorare la
prestazione.”
Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Se ti vuoi bene non utilizzare sostanze
dopanti.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti
e in quali fasi? “Lo psicologo dello sport può essere utile per chi pratica
sport a livello professionistico e vuole raggiungere una maggior convinzione
nei propri mezzi. Oppure per chi non ha un giusto approccio allo sport:
fa uso di sostanze dopanti e di conseguenza ha una visione distorta dello
sport volta solo alla sola affermazione delle proprie ambizioni ,senza trarne
i benefici. Lo psicologo in questi casi può essere utile.”
Quali sogni hai realizzato e quali sono da realizzare? “Per me correre è una delle cose più belle
che si può fare nella vita. Prima per me era solo un sogno (fino a 39 anni).
Sogno un giorno di fare la 100 km del Passatore.”
Un’intervista a Patrizio è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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