Domenica 27 novembre 2016 si svolgerà a Los Alcazares, in Spagna, il Campionato Mondiale IAU della 100 km.
Saranno 8 gli
atleti italiani in gara (6 uomini e 2 donne).
La squadra maschile difenderà l’argento a squadre. All’ultimo Campionato
Mondiale svoltosi il 12 settembre 2015 a Winschoten in Olanda, la Nazionale
Italiana ha ben figurato grazie al 43enne Giorgio Calcaterra che ha vinto la
medaglia di Bronzo individuale e grazie anche agli altri atleti Hermann
Achmuller arrivato 14^ ed Andrea Zambelli 23° riuscendo a vincere la medaglia
d’argento di squadra Maschile.
Quest’anno confermato la presenza Giorgio
Calcaterra (Calcaterra Sport ASD), Hermann Achmuller (Laufclub Pustertal), 14°
nella passata edizione, Andrea Zambelli (Ass. Pol. Scandianese), Silvano
Beatrici (G.S. Fraveggio), Marco Ferrari (Atl. Paratico) e Paolo Bravi
(Grottini Team).
Le donne saranno solamente due, Elisabetta
Albertini (ASD Maratona Mugello) e Francesca Canepa (Atl. Sandro
Calvesi).
Dal 3 al 9 settembre si è corsa la prima
edizione della 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta, sulle cime più alte delle Alpi: Monte Bianco,
Monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso. La gara femminile è stata vinta dalla
fortissima Francesca Canepa.
Di seguito approfondiamo la conoscenza Francesca Canepa attraverso risposte a un mio
questionario che mi ha permesso di scrivere libri sugli Ultramaratoneti.
Il 2012 ed il 2013 Francesca Canepa
vince il Tor des Geants che si svolge in un tempo limite di 150 ore, in regime
di semi-autosufficienza. Il tracciato misura circa 330 km per un totale di
24.000 metri di dislivello positivo. Lungo il percorso sono previsti più di
quaranta punti di ristoro, riposo e soccorso, oltre a sette basi d'accoglienza
(basi vita) che dividono il percorso in sette settori.
Nel 2014 Francesca subisce accuse di
taglio di percorso nel Tor e viene squalificata ingiustamente.
Che significato ha per te la
vittoria del 4K Alpine Endurance Trail? “Questa vittoria ha rappresentato
per me la chiusura di un cerchio: tornare su questo percorso era necessario per
la mia storia personale, e farlo circondata dall'affetto e dal calore di tutte
le persone che mi aspettavano e tifavano è stato stupendo. Ogni km percorso mi
rendeva più forte e più leggera. Ogni sorriso per me curava le ferite mai
sanate di quelle accuse deliranti e della squalifica vergognosa che ne è
conseguita. Con questa vittoria ho potuto rimettere insieme i pezzi della mia
anima.”
Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo
benessere e la tua performance? “Ovviamente sì! Abbiamo Renato, mamma e
papà, Silvia e Giovanni. Per citare chi ha fornito un aiuto
sostanziale. Secondo me, solo chi divide con me anche la vita normale,
quella senza corsa, può essere realmente capace di esserci quando la corsa dura
350 km. Servono persone che sappiano leggere nel mio cuore e che, soprattutto,
tengano al mio risultato quanto ci tengo io. E poi ci sono anche tutti coloro
che, seppur da lontano hanno voluto starmi vicino, tifare, e sperare nella mia
vittoria.”
Ora Francesca è serena, ha
ricomposto i pezzi della sua vita, ha avuto conferma della sua condizione
fisica e delle persone che gli stanno vicine. E’ importante avere persone
vicine che tifano per te, che si fidano di te, che contribuiscono alla tua
riuscita con il calore, con la presenza e vicinanza.
Cambia qualcosa ora? “No, in realtà
ora non cambia nulla perché io continuo a correre e ad affrontare altre gare e
nuove sfide. La sola cosa che forse è cambiata è appunto che adesso mi sento
più leggera, mi sono tolta in parte quel velo nero che il 2014 aveva steso su
ogni cosa. Quindi, semplicemente, mi sento più luminosa: di nuovo 'Io'.”
Hai ancora sogni progetti? “I miei
progetti in verità prendono forma in maniera del tutto casuale, in base alle
situazioni in cui mi imbatto e alle opportunità che di volta in volta vedo dischiudersi.
Non ho un piano preciso. Non ho gare iconiche che voglio fare per forza. Decido
più o meno giorno per giorno. Quello che so per certo è che sarò un'atleta per
sempre.”
Ora Francesca si sente svincolata da
tutto e da tutti, continua ad andare avanti come un treno più sicura e con
elevata autoefficacia.
Prossimi obiettivi? “Prossimo
obiettivo, che posso raccontare proprio perché è vicino, è il mondiale 100 km
su strada, dove vorrei migliorare il mio personale e possibilmente contribuire
a lottare per una medaglia di squadra.”
Sono contento del ritorno in
Nazionale per Francesca, sempre pronta a dare tutto per se stessa e per la
squadra.
Ci sono stati momenti difficili al 4K Alpine Endurance Trail? “I momenti
difficili sono stati sempre e solo collegati all'intensità del dolore al
ginocchio. In salita e in piano ero fortissima e felicissima, nelle discese più
ripide è stato un inferno. I momenti peggiori sono stati intorno a
Valtournenche, dove ho dovuto considerare la possibilità di un ritiro. Il
dolore era ingestibile. Poi la pausa, la doccia, la mangiata e le cure mi hanno
permesso almeno di ripartire, pur con il dolore sempre presente. Da lì in poi
non mi ha più lasciata, e le discese, tutte, sono state un incubo.”
I momenti più belli e più brutti
delle giornate al 4K Alpine Endurance Trail? “I momenti
più belli sono stati quelli in cui persone che non conoscevo mi dimostravano
stima e affetto. Ho apprezzato molto anche le mie due lunghe dormite di circa
2.40 l'una e i pasti nelle basi. In pratica vivevo per mangiare e dormire, e
così sono riuscita ad andare sempre in giro con il sorriso. Stando bene.
Felice.”
Importante ogni tanto fare una
pausa, il punto della situazione, riprendersi un po’, recuperare,
microrecuperi, e poi con autoprotezione e se ci sono anche coccole, si riprende
alla grande con tanta forza e sicurezza.
Cosa vuoi dire alle donne del
mondo? “Non è che mi piacciano tanto queste domande. Chi sono io per
dispensare perle di saggezza? Dovendolo fare però, direi semplicemente alle
donne di non vivere secondo la dicotomia maschio femmina che ci viene inculcata
dalla nascita. Guardiamo piuttosto i leoni: chi caccia? Chi tiene le fila della
famiglia? Chi fa tutto? La femmina. Appunto. E allora anche nella
specie umana non vedo motivo al mondo per restare sempre un passo indietro. Bisogna
osare. E lottare. E godersi i risultati senza permettere a nessuno di sminuirli
o di farci sentire in colpa.”
Pari fatica, pari meriti, pari
gloria. La filosofia di Francesca è andare avanti, lottare, senza distinzione,
senza risparmiarsi, continuare allo stesso modo, essere artefici del proprio
benessere.
Cosa vuoi dire ai ragazzi e genitori
per farli avvicinare allo sport? “Qui andiamo ancora peggio. Ai ragazzi non
voglio dire nulla, perché credo che le parole non siano così utili. Suggerirei
loro piuttosto, di leggere le biografie di atleti che raccontano la loro
storia. Credo sia molto più potente apprendere grazie all'esempio. Leggere e
poi costruirsi un pensiero proprio. Leggere e arrivare a chiedersi ‘perché non
io?’. Leggere e poi provare a scrivere la propria storia.
Ai genitori vorrei
proporre di aiutare i ragazzi ad individuare i propri talenti naturali, anziché
magari seguire le masse e fare lo sport che fanno tutti solo per moda. E se si
trova questo talento o comunque almeno un interesse, impegnarsi a eliminare la
parola impossibile dal vocabolario e ragionare solo sul modo per rendere
possibili i sogni. Lavorandoci, ovvio. Ma credendoci tutti: i ragazzi
hanno bisogno di sentire il tifo della famiglia. Hanno bisogno di sapere che
qualcuno crede in loro.”
Belle parole quelle di Francesca,
denotano una grande esperienza di vita, lo sport per strada, all’aria aperta in
autosufficienza è una grande scuola di vita, bisogna crederci, sognare,
realizzare sogni, superare crisi e quant’altro, sviluppare consapevolezza, autoefficacia
e resilienza, ha tanto da trasmettere ed insegnare Francesca per la enorme
esperienza acquisita.
Con Francesca potremmo organizzare
serate visite nelle scuole, siamo 2 atleti psicologi, entrambi competenti e
resilienti e disponibili a intervenire.
Riporto un’intervista a Francesca Canepa nel libro ‘Lo sport delle donne’
Francesca è citata nel libro Maratoneti e ultrarunner
Francesca ha scritto un suo libro: UTMB - La mia olimpiade, Francesca Canepa
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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