Chi sono gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Questi i quesiti che si è posto l’autore
Matteo Simone per stendere questo libro, si parla di ultramaratone e di gare
estreme per lunghezza chilometrica, per condizioni
fisiche-naturalistiche e meteorologiche nelle quali si affrontano i percorsi,
per le richieste mentali poste a questi atleti.
Il testo consente di calarsi nella realtà degli ultramaratoneti, grazie
all’esperienza diretta dell’autore ed al contributo di centinaia di atleti
intervistati che hanno condiviso le loro esperienze di gara. Vi sono i racconti
di amanti della corsa e di atleti professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale
degli atleti, le loro problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le
loro esperienze di vita e i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia
della Gestalt è nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un libro
affascinante che riporta le motivazioni di queste persone, che tratteggia le
loro strutture caratteriali. Un testo che permette di avvicinarsi a questo tipo
di discipline considerate estreme e impossibili.
Stralcio Presentazione Prof. Alberto Cei
Il libro scorre in
modo interessante poiché Matteo Simone narra delle storie personali senza avere
la pretesa d’insegnare cosa sia l’ultramaratona ma lasciandola scoprire al
lettore attraverso le parole di chi la pratica. Ognuno di noi se ne farà quindi
un’idea personale, basata su cosa riteniamo sia la corsa, la corsa di lunga
distanza e il nostro rapporto con il movimento. E, quindi, un libro aperto a
diverse soluzioni interpretative dettate dalle esperienze di chi legge e credo
che questo sia il suo pregio principale.
Stralcio Prefazione Sergio Mazzei
Ringrazio Matteo per
avermi chiesto ancora una volta di presentare un suo libro. Ribadisco che il
potenziale umano va ben al di là di ciò a cui siamo normalmente abituati.
Grandi atleti che realizzano prestazioni eccezionali, fachiri capaci di
sottoporsi a prove fisiche al di là dei limiti che ordinariamente conosciamo,
hanno ottenuto risultati inimmaginabili con il proprio corpo. Grandi santi e
mistici di tutte le epoche, per la loro carica di infinito amore hanno
realizzato stati di coscienza trascendenti e per tale ragione sono riusciti a
cambiare il destino di molti uomini, come altrettanto grandi scienziati e
uomini di pensiero a loro volta hanno rivoluzionato i nostri punti di vista
sulla vita. L’energia e evidentemente come una sorta di banca di potenzialità
ed ognuno di noi ha la possibilità di usare queste risorse nella direzione che
più gli e congeniale.
Come affermò Ken
Wilber: “l’Io e dove metti il confine”.
Stralcio Prefazione Prof. Riccardo Zerbetto, Dr.ssa Sonia De Leonardis
Ringrazio Matteo per
la stima nell’avermi proposto di scrivere l’introduzione a questo suo
interessante libro che mi consente nuovamente di ripensare ad alcuni temi. Ho
insegnato psicologia dello sport all’Università di Siena ormai molti anni fa,
ma colgo ora l’occasione di riprendere questo argomento davvero intrigante che
mi si ripropone e che sollecita numerose riflessioni in relazione al livello
sociale, culturale ed educativo della società attuale.
Dunque sia i
meccanismi psicologici ‘della gratificazione’ sia quelli ‘della sfida’ entrano
in campo per muovere questi atleti, a livello amatoriale e a livello
agonistico. Per quegli atleti che si dedicano alle ultramaratone e alle gare
estreme, questa spinta procede ‘oltre’. Oltre il dolore e la sofferenza, oltre le
deprivazioni - dovute alla mancanza di sonno, alle infiammazioni o agli
infortuni - oltre vesciche indescrivibili ai piedi, oltre a tutto ciò, questi
atleti ricavano da esperienze cosi probanti una forma di piacere. Una forma di
piacere che, lungi dall’essere masochistico, riguarda quel ‘piacere di
farcela’, di ‘raggiungere un obiettivo difficile e sfidante’, il piacere di
sentirsi in tutto e per tutto padroni del proprio corpo, olisticamente. Una
spinta dunque che si configura come un moto alla ricerca di un senso di
competenza, di autoefficacia e di autodeterminazione, fino alla sensazione di
sentirsi “immortali”, come moderni eroi e miti.
Sembrano dunque
ricorrere negli atleti che ricercano l’esperienza dell’ultra maratona, cosi
come di altre gare e prove estreme, caratteristiche di azione e di pensiero,
tratti ascetici, di superamento dell’attaccamento alle cose, di ricerca di
esperienze di privazione, di durezza, di senso di libertà, di passione e di
gloria.
https://www.libreriauniversitaria.it/ebook/9788897911746/autore-matteo-simone/ultramaratoneti-e-gare-estreme-e-book.htm
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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