domenica 20 novembre 2016

Gian Paolo Milanesi: Continuo a correre perchè mi emoziona nel profondo

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Come tanti altri runner, la corsa permette a Gian Paolo di viaggiare, scoprire posti nuovi, scoprire se stesso, fare tanta esperienza. Di seguito ci racconta la sua passione per lo sport.

Ti sei sentito campione nello sport?Se attribuisco alla parola campione la parola vincitore allora sì in quanto ogni volta che sono finisher ho vinto la montagna.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato da piccolissimo a fare il ciclista agonista. Successivamente ho intrapreso altri sport quali lo sci, squash ed infine il running (trailsky – poca strada).”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?Sì. Lo sci. Da attività agonistica si è forzatamente trasformata in passione.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?Preparazione fisica e serenità mentale.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?Ho fatto alcuni mesi seguito da un alimentarista. Solite cose (carboidrati buoni e proteine). Farmaci assolutamente no. Integratori, i soliti enervit, ma niente di più.”
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Recentemente ho partecipato alla Bettelmatt sky race (35K 2000D+). Un fantastico viaggio."
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Con i familiari è una lotta. Gli amici capiscono poco se non praticano la stessa attività.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Francamente non ne ricordo uno in particolare in quanto ogni uscita (gara o allenamento che sia) è un tripudio di episodi."
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport?La capacità di gestione della sofferenza.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere?Tutto quello che riguarda la gestione della sofferenza.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva?Una gara o un’uscita, come la chiamo io ‘freeride’, rappresentano un viaggio attraverso paesaggi e attraverso se stessi.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, raduni, pregara, gara, post gara)? Libertà di movimento e di pensiero.“
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? "Impossibile da descrivere. Un treno di pensieri positivi e negativi che sarebbero impossibile da ricordare.“
La tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni non poter riuscire a portare a termine? "Ricordo un passaggio in particolare della Bettelmatt sky race a 3000mt su ghiacciaio dove la stanchezza e l’esposizione avrebbero potuto giocare brutti scherzi. Non credo esistano gare impossibili da finire; se ti presenti in partenza sei conscio della tua preparazione altrimenti sei un pazzo. L’unica cosa che ti può fermare è l’infortunio.“
Non si improvvisa niente, a gare particolarmente difficili ed impegnative meglio presentarsi preparati alla partenza, a volte la stanchezza o l’impreparazione può fare brutti scherzi soprattutto se ti trovi da solo in mezzo alle montagne ed hai bisogno di alimentarti o coprirti: Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva?Correndo in montagna, la montagna stessa.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Infortunio o temporale.“
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Ho mollato alcuni sport perché iniziavano a darmi poco dal punto di vista emozionale. Continuo a correre perché mi emoziona nel profondo.

L’emozione è un motore importante nello sport e nella vita, ti fa andare avanti con il tuo sport, con il tuo lavoro, con i tuoi affetti, è una fiamma che deve sempre essere nutrita e tenuta accesa, se si spegne manca l’interesse e la voglia di dedicarsi a certe passioni: Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Crisi e sconfitte non sono da superare; fanno parte del gioco per cui non ritengo che siano ‚nemiche‘. Infortuni è un altro discorso. Recentemente sono stato fermo 60 giorni per uno strappo al polpaccio dx. Ti devi far sopraffare dalla rassegnazione."
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? Non riuscirei ad individuare un messaggio preciso. Gli racconterei le mie storie.
Un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping? "Raggiungere una vetta in elicottero è molto meno bello di conquistarla correndo. Il paesaggio è lo stesso. Le emozioni ed i ricordi molto differenti.“
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Senza avermene male. Nella mia vita ho vissuto una tragedia vera e propria che tutta la mia famiglia pensava non riuscissi a gestire senza l’aiuto di uno psicologo. Ho deciso di provarci; zero farmaci; zero droghe; zero alcool, zero psicologo. Ho voluto provare ad affrontare il peggio senza l’utilizzo di strumenti che modificassero la mia percezione del problema. Alla fine ce l’ho fatta. Vetta conquistata e paesaggio fantastico. Ritengo che uno psicologo, sportivo o no, alteri la percezione delle cose.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? Farei lo sportivo (free ride) professionista.“
Sogni da realizzare? Prossimi obiettivi? Un unico sogno/obiettivo nella vita di continuare a coltivare la felicità, in quanto è una condizione davvero molto 'volatile‘.“ 

Un’intervista a Gian Paolo è riportata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
CONTATTI: 380.4337230 - 21163@tiscali.it

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