Matteo Simone
Come tanti altri runner, la corsa permette a Gian Paolo di viaggiare, scoprire posti nuovi, scoprire se stesso, fare tanta esperienza.
Di seguito ci racconta la sua
passione per lo sport.
Ti sei sentito
campione nello sport? “Se attribuisco alla parola
campione la parola vincitore allora sì in quanto ogni volta che sono finisher
ho vinto la montagna.”
Qual è stato il
tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato da piccolissimo a
fare il ciclista agonista. Successivamente ho intrapreso altri sport quali lo
sci, squash ed infine il running (trail – sky – poca strada).”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di
una carriera scolastica o lavorativa? “Sì, lo sci. Da attività agonistica si è
forzatamente trasformata in passione.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?
“Preparazione fisica e serenità mentale.”
Quale alimentazione segui prima, durante e
dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo? “Ho fatto alcuni mesi seguito da un alimentarista. Solite cose
(carboidrati buoni e proteine). Farmaci assolutamente no. Integratori, i soliti
enervit, ma niente di più.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle? “Recentemente ho partecipato alla Bettelmatt sky race (35K 2000D+).
Un fantastico viaggio."
La tua gara più estrema o più difficile? "Ricordo un passaggio in particolare della Bettelmatt Sky Race a 3000mt su ghiacciaio dove la stanchezza e l’esposizione avrebbero potuto giocare brutti scherzi.
Il 17 luglio 2016, Gian Paolo ha corso a Formazza la Bettelmatt Sky Race 35 Km in 6h34’53”. Il vincitore è stato Cristian Minoggio 3h16’26”, precedendo lo svizzero Roberto Delorenzi 3h32’47” e Riccardo Borgialli 3h33’06”. Tra le donne ha vinto Emanuela Brizio 3h55’03”, precedendo Daniela Rota 4h18’16” e Cecilia Pedroni 4h32’02”.
Non si improvvisa niente, a gare particolarmente difficili e impegnative meglio presentarsi preparati alla partenza, a volte la stanchezza o l’impreparazione può fare brutti scherzi soprattutto se ti trovi da solo in mezzo alle montagne ed hai bisogno di alimentarti o coprirti.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Con i
familiari è una lotta. Gli amici capiscono poco se non praticano la stessa
attività.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Francamente non ne ricordo uno in particolare in quanto ogni uscita
(gara o allenamento che sia) è un tripudio di episodi."
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “La capacità di
gestione della sofferenza.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai
dimostrato di possedere? “Tutto quello che riguarda la gestione della
sofferenza.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Una gara o
un’uscita, come la chiamo io ‘freeride’, rappresentano un viaggio attraverso
paesaggi e attraverso se stessi.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (allenamento, raduni, pre-gara, gara, post-gara)? “Libertà di movimento e di
pensiero.“
Quali sono i tuoi pensieri
in allenamento e in gara? "Impossibile da descrivere. Un treno di pensieri
positivi e negativi che sarebbero impossibile da ricordare.“
Quale gara ritieni non poter riuscire a portare a termine? Non credo esistano gare impossibili da finire; se ti presenti in
partenza sei conscio della tua preparazione altrimenti sei un pazzo. L’unica
cosa che ti può fermare è l’infortunio.“
Quali sono le difficoltà e i
rischi? A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? “Correndo in montagna, la
montagna stessa.“
L’emozione è un motore importante nello sport e nella
vita, ti fa andare avanti con il tuo sport, con il tuo lavoro, con i tuoi
affetti, è una fiamma che deve sempre essere nutrita e tenuta accesa, se si
spegne manca l’interesse e la voglia di dedicarsi a certe passioni.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Infortunio o temporale.“
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? “Ho mollato alcuni sport perché iniziavano a darmi poco dal punto di
vista emozionale. Continuo a correre perché mi emoziona nel profondo.“
Come hai superato eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi e sconfitte non sono
da superare; fanno parte del gioco per cui non ritengo che siano ‚nemiche‘.
Infortuni è un altro discorso. Recentemente sono stato fermo 60 giorni per uno
strappo al polpaccio dx. Ti devi far sopraffare dalla rassegnazione."
Un tuo
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Non riuscirei a individuare un messaggio preciso. Gli
racconterei le mie storie.“
Un messaggio che
vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping? "Raggiungere una vetta in
elicottero è molto meno bello di conquistarla correndo. Il paesaggio è lo
stesso. Le emozioni ed i ricordi molto differenti.“
Ritieni utile lo psicologo nello sport? “Senza avermene male. Nella mia vita ho vissuto una
tragedia vera e propria che tutta la mia famiglia pensava non riuscissi a
gestire senza l’aiuto di uno psicologo. Ho deciso di provarci; zero farmaci;
zero droghe; zero alcool, zero psicologo. Ho voluto provare ad affrontare il
peggio senza l’utilizzo di strumenti che modificassero la mia percezione del
problema. Alla fine ce l’ho fatta. Vetta conquistata e paesaggio fantastico.
Ritengo che uno psicologo, sportivo o no, alteri la percezione delle cose.“
Se potessi tornare indietro
cosa faresti o non faresti? “Farei lo
sportivo (free ride) professionista.“
Sogni da realizzare? Prossimi obiettivi? “Un unico sogno/obiettivo nella vita di continuare a
coltivare la felicità, in quanto è una condizione davvero molto 'volatile‘.“
Un’intervista a Gian Paolo è riportata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
Un’intervista a Gian Paolo è riportata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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