Matteo SIMONE
Il mondo degli ultrarunner è un mondo dove mi trovo a mio agio per sperimentare fatica ma anche sensazioni diverse dalle più emozionanti alle più sorprendenti insieme a tanta gente.
Questo stare
con gli ultrarunner mi ha già permesso di scrivere libri, tra i quali Maratoneti e Ultrarunner.
E’ passato un po’ di tempo dall’intervista che feci
a un ultrarunner, ora anche organizzatore di una bella gara di 6 ore che di pubblicizzare, scrivendo
su Franco e la sua gara.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Per
me essere ultramaratoneta non è solo percorrere una distanza superiore alla
maratona ma riuscire a pensare di correre visto i miei 100 kg.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta? “Sono partito correndo nel quartiere dove abitavo ma sentivo
da subito il richiamo della maratona.”
Anche Franco è stato rapito dalla corsa, in
particolare la maratona l’ha sequestrato e non se ne è più liberato, chilometri
e chilometri di corsa, ora organizza lui una sei ore di corsa.
Cosa ti motiva a essere ultramaratoneta? “Riuscire a staccare la spina dalla
routine quotidiana, incontrare amici, conoscere posti nuovi.”
Ora, attraverso la sua gara che organizza è lui che
permette a tanti di conoscere la sua Serra dei Conti un borgo duecentesco molto
pittoresco ed ospitale.
Hai mai pensato di smettere di essere
ultramaratoneta? "Nooooooooooooooooooooooooooooooooooo.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di
smettere di essere ultramaratoneta? “Si, nel 2012 ho subito un intervento
chirurgico al piede sx, sono stato fermo per un anno ma è servito a far
crescere la mia passione.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue
gare? “No, corro per il semplice piacere, non mi spingo mai al limite delle mie
possibilità.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare
estreme? “Si dice
che l’appetito vien mangiando, forse i 10 km dopo un po’ non bastano più e
cerchi la mezza che ti spinge verso la maratona che diventa una 6 ore, il Passatore, ecc., ecc.”
Franco diventa un buongustaio di corsa a partire
dalla 10km man mano assaggia sempre distanze più lunghe fino a competizioni di
100km, una vera goduria.
La tua gara più estrema o più
difficile? “La 12 ore di Carapelle, un circuito di 355m ripetuto per 200 volte,
dopo 10h30’ non ne potevo più e sono andato a casa.”
Una gara estrema che ritieni non poter mai
riuscire a portare a termine? “Di quelle che conosco la 6 giorni, troppo
lontana da me.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “Ritengo che ognuno di noi abbia
una soglia che ci permette di fare cose che per gli altri possono sembrare
assurde, per alcuni è la maratona altri la 100 o la 24h o la sei giorni, l’importante
è stare bene con se stessi dall’inizio alla fine.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua
partecipazione a gare estreme? “Se non esagero sono felici, ma se manco spesso
di casa un po' me lo fanno anche pesare, questo sinceramente mi rende felice è
bello sapere che moglie e figli ti vogliono a casa con loro.”
Che significa per te partecipare a una gara
estrema? “Un obbiettivo da raggiungere.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare
ultramaratoneta? “Di essere più forte di quanto pensassi, affronto meglio le
difficoltà della vita di tutti i giorni.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa?
“A casa sono più presente di prima nonostante le trasferte domenicali, sul
lavoro non è cambiato assolutamente niente.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non
faresti? “Sono uno che pensa tanto prima di fare una scelta, quindi rifarei
tutto ciò che ho fatto.”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Non
sono un buon cliente per le case farmaceutiche e ho smesso anche di usare
integratori.”
Ai fini del certificato per idoneità attività agonistica, fai
indagini più accurate? Quali? “Faccio annualmente la visita medica, inoltre
essendo un assiduo donatore di sangue sono perennemente sotto controllo.”
Hai un sogno nel cassetto? “Il mio sogno l’ho realizzato il 2015, ovvero
organizzare una manifestazione podistica. Siamo noi che dobbiamo far sì che i
sogni si avverino, ecco perché per il 4 luglio ho organizzato la sei ore dei
Conti a Serra dei Conti in provincia di Ancona.”
Franco Draicchio è menzionato nel libro "Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida", Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo.
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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