lunedì 28 novembre 2016

Franco Draicchio, ultrarunner: L’importante è stare bene con se stessi

Matteo SIMONE 

Il mondo degli ultrarunner è un mondo dove mi trovo a mio agio per sperimentare fatica ma anche sensazioni diverse dalle più emozionanti alle più sorprendenti insieme a tanta gente. 

Questo stare con gli ultrarunner mi ha già permesso di scrivere libri, tra i quali Maratoneti e Ultrarunner. 
E’ passato un po’ di tempo dall’intervista che feci a un ultrarunner, ora anche organizzatore di una bella gara di 6 ore che di pubblicizzare, scrivendo su Franco e la sua gara.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Per me essere ultramaratoneta non è solo percorrere una distanza superiore alla maratona ma riuscire a pensare di correre visto i miei 100 kg.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?Sono partito correndo nel quartiere dove abitavo ma sentivo da subito il richiamo della maratona.” 

Anche Franco è stato rapito dalla corsa, in particolare la maratona l’ha sequestrato e non se ne è più liberato, chilometri e chilometri di corsa, ora organizza lui una sei ore di corsa.
Cosa ti motiva a essere ultramaratoneta?Riuscire a staccare la spina dalla routine quotidiana, incontrare amici, conoscere posti nuovi.”
 
Ora, attraverso la sua gara che organizza è lui che permette a tanti di conoscere la sua Serra dei Conti un borgo duecentesco molto pittoresco ed ospitale.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? "Nooooooooooooooooooooooooooooooooooo.”
 
Non togliete la corsa a Franco, oramai non se ne può più liberare.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?Si, nel 2012 ho subito un intervento chirurgico al piede sx, sono stato fermo per un anno ma è servito a far crescere la mia passione.”
 
Più è l’astinenza e più aumenta la voglia di correre.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?No, corro per il semplice piacere, non mi spingo mai al limite delle mie possibilità.
 
Franco sempre solare e con il sorriso, non esiste fatica, la ultracorsa un puro divertimento.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?Si dice che l’appetito vien mangiando, forse i 10 km dopo un po’ non bastano più e cerchi la mezza che ti spinge verso la maratona che diventa una 6 ore, il Passatore, ecc., ecc.” 

Franco diventa un buongustaio di corsa a partire dalla 10km man mano assaggia sempre distanze più lunghe fino a competizioni di 100km, una vera goduria.
La tua gara più estrema o più difficile?La 12 ore di Carapelle, un circuito di 355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne potevo più e sono andato a casa.”
Una gara estrema che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine?Di quelle che conosco la 6 giorni, troppo lontana da me.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?Ritengo che ognuno di noi abbia una soglia che ci permette di fare cose che per gli altri possono sembrare assurde, per alcuni è la maratona altri la 100 o la 24h o la sei giorni, l’importante è stare bene con se stessi dall’inizio alla fine.”
 
Concordo con Franco, è importante scegliere quello che è bene per te.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? “Se non esagero sono felici, ma se manco spesso di casa un po' me lo fanno anche pesare, questo sinceramente mi rende felice è bello sapere che moglie e figli ti vogliono a casa con loro.”
Che significa per te partecipare a una gara estrema?Un obbiettivo da raggiungere.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?Di essere più forte di quanto pensassi, affronto meglio le difficoltà della vita di tutti i giorni.
 
L’ultracorsa rafforza la persona, fa sentire più sicuri, i problemi quotidiani si affrontano con più serenità.
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa?A casa sono più presente di prima nonostante le trasferte domenicali, sul lavoro non è cambiato assolutamente niente.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Sono uno che pensa tanto prima di fare una scelta, quindi rifarei tutto ciò che ho fatto.”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?Non sono un buon cliente per le case farmaceutiche e ho smesso anche di usare integratori.”
Ai fini del certificato per idoneità attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?Faccio annualmente la visita medica, inoltre essendo un assiduo donatore di sangue sono perennemente sotto controllo.”
Hai un sogno nel cassetto?Il mio sogno l’ho realizzato il 2015, ovvero organizzare una manifestazione podistica. Siamo noi che dobbiamo far sì che i sogni si avverino, ecco perché per il 4 luglio ho organizzato la sei ore dei Conti a Serra dei Conti in provincia di Ancona.

Franco Draicchio è menzionato nel libro "Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida", Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
La Resilienza e l’Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. 
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita. 
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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