giovedì 26 gennaio 2017

Nathalie Mauclair, due volte campione del mondo ultratrail

J'ai réussi des objectifs bien au-delà de mes rêves comme être double championne du monde


 

Nathalie Mauclair ha vinto due volte i campionati del mondo di trail nel 2013 à Conwy, e nel 2015 ad Annecy. Ha anche vinto due volte il Grand Raid di circa 170km nel 2013 e 2014. Ha vinto anche l'Ultra-Trail du Mont-Blanc di circa 170km nel 2015. Si è classificata al terzo posto dell'Ultra-Trail World Tour 2014. Medaglia d'argento alla Marathon des Sables in Marocco 257 km il 10 Apr 2016. Di seguito ci racconta la sua esperienza di atleta.

Quali sono i fattori che hanno contribuito nel tuo sport al benessere o performance? «L'organizzazione è di primaria importanza tra la vita familiare, la vita professionale e gli allenamenti, tutto deve essere ottimale. Sono fortunata perché mio marito ei miei figli mi aiutano e mi sostengono. Prima della gara elenco tutto quello che avrò bisogno per la gara. Il piacere di vedere la mia famiglia mi motiva ad andare oltre. Quello che anche mi entusiasma è che so che li raggiungerò a poche decine di chilometri di distanza.»

Chi ha contribuito al tuo benessere e performance nello sport? “La mia famiglia con mio marito, i miei figli sono i miei primi e più fedeli fan, contribuiscono al mio benessere nel mio sport. Ci sono anche tutti i messaggi di Facebook, e-mail le tante persone che condividono la stessa passione come me e mi ha seguito per tutto l'anno, mi stimolano attraverso il loro messaggio, quando sono in difficoltà penso a loro che mi danno coraggio.”

Qual è stata la corsa della tua vita o dove hai vissuto le emozioni più belle? “La gara dove ho vissuto le più belle emozioni è certamente l’UTMB nel 2015. E’ stata per me la gara perfetta, la montagna era davvero molto carina. E poi ci sono anche gli ultimi due chilometri da percorrere nella città di Chamonix con migliaia di persone che ci incoraggiava, ci acclamava. Quando ho un momento di depressione ripenso alle emozioni che ho provato in quel momento.”

Daniele Biffi, 400m: Il Record del mondo Indoor era un nostro obiettivo

Roland Gröger corre i 400 metri Indoor in 51"92 stabilendo il nuovo record del mondo Indoor categoria M50 e diventando il primo M50 nella storia a correre sotto i 52"00, migliora di 0,47" il suo Record del 2015 di 52"39. E’ di Roland Gröger anche il record dei 400 metri all´aperto di 51"02 stabilito ad agosto nel 2016. 

Per il suo allenatore, Daniele Biffi, è una gioia immensa aver contribuito a questa grande impresa, di seguito riporto le sue impressioni di recordman in qualità di allenatore.
Ciao Daniele, com'è andata per te e per il tuo atleta?E´ andata oltre le più immense aspettative! Il Record del mondo Indoor era un nostro obiettivo quest´anno. Sapevo che avrebbe potuto migliorare il suo 52"39, nelle ultime settimane in allenamento ha dimostrato di stare bene. La scorsa stagione è stata lunga, se pensiamo che Roland ha corso sino a Novembre ai Mondiali di Perth. La priorità negli ultimi mesi era rigenerarsi, riposarsi e ricaricarsi le batterie. Così abbiamo fatto: Roland è sempre molto attento e preciso negli allenamenti. Vedevo dagli allenamenti che stava bene, sapevo che il WR sarebbe stato possibile. Io e Roland sapevamo che quest´anno avrebbe corso i 400 Indoor in un 51". Correrlo direttamente alla prima uscita è stato veramente strepitoso.

Pietro Moro: Avis Marathon mi ha fatto conoscere un Pietro che non conoscevo


Pietro Moro si è organizzato la sua gara tutta per sé per comunicare il valore della donazione del sangue ed invogliare e sensibilizzare le persone a donare. Pietro racconta la sua esperienza.

Ti sei sentito campione nello sport? “Si, il 12 giugno del 2016, quando ho portato a termine la mia impresa personale “percorrere 500 km in 15 giorni, toccando 22 paesi della Regione Basilicata. Mi sono sentito un campione per lo scopo dell’iniziativa prima di tutto.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato con il Karate dopo qualche anno ho mollato perché quando si è ragazzini molte cose non si apprezzano. Mi sono avvicinato completamente al mondo della corsa all’età di 19 anni da quando entrato nel battaglione San Marco di Brindisi ho dovuto sostenere allenamenti fisici duri e intensi, ogni giorno correvo dai 12 ai 18 km. Questo tipo di addestramento durato circa 4 anni mi ha fatto capire quanto io sia portato per la corsa e con quanto entusiasmo svolgevo (e svolgo tuttora) allenamenti di questo genere. Dopo questa esperienza, ho continuato a coltivare la suddetta passione fino a che ho deciso di iscrivermi all’Associazione Runner Ginosa iniziando a sostenere gare agonistiche del circuito Fidal Puglia, partecipando a gare da 10 km tutte le domeniche e a mezze Maratone di 21 km.”

martedì 24 gennaio 2017

Fantauzzo Luca: Lo sport mi fortifica nel corpo ma soprattutto nella mente

Matteo Simone 

Il punto di vista dei comuni sportivi aiuta a comprendere quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance. 

Non c’è un’età per iniziare a fare sport e non c’è un’età per terminare di fare sport. A volte lo sport lo incontri per caso, per un bisogno di cambiare stile di vita, per dimagrire, perché ti viene consigliato da medici o amici.
Di seguito, l’esperienza dell’amico di lunga data Luca Fantauzzo che da portiere di calcio ha scoperta la corsa ed ora cerca sempre di allungare le distanze.

Palas Policroniades e Vito Rubino: 4500 km non-stop in mountain bike tandem

Matteo SIMONE

Palas Policroniades e Vito Rubino, coppia anche nella vita, hanno partecipato al Tour Divide, gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose. 

La gara inizia a Banff in Canada e finisce ad Antelope Wells in New Mexico al confine con il Messico per un totale di 60,000 metri di dislivello. I concorrenti devono portare tutto l’occorrente tra cui cibo, acqua, e attrezzatura da campeggio.
Palas Policroniades e Vito Rubino hanno portato a termine la loro impresa in 30 giorni e 16 ore, usando una mountain bike in versione tandem. Palas e Vito raccontano la loro esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

Progetto 'Scuola di Squadra' per promuovere la pratica dello sport nelle scuole

Matteo SIMONE

Lo sport è da promuovere nelle scuole, negli ambienti di lavoro, negli ospedali, nelle istituzioni.
L’Art. 1, comma 7, g) della Legge 107 del 15 luglio 2015 (Riforma scolastica), prevede una particolare attenzione nei confronti dell’educazione motoria: “Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica”. Il CONI si occupa di promuovere la pratica motoria, fisica e sportiva, e diffondere consapevolezza e cultura del movimento tra tutta la popolazione, a partire dai più giovani e soprattutto nell’ambiente scolastico, attraverso offerte sportive e interventi formativi specifici e mirati.
Il CONI si impegna attivamente nel portare avanti progetti in ambito sociale in sinergia con le istituzioni, gli enti e le aziende partner, al fine di favorire lo sviluppo di politiche di integrazione sociale attraverso lo sport, promuovere la pratica sportiva in contesti territoriali difficili, contrastare forme di discriminazione razziale e intolleranza.
Le iniziative del CONI relative allo sport, salute e comunità sono volte a promuovere lo sport come strumento per migliorare il benessere psico-fisico Sport, salute e comunità a tutte le età; al contempo, l’Ente valorizza spazi, strutture e impianti a favore della comunità, in una logica di aggregazione e socializzazione delle aree periferiche.
Da lunedì 16 gennaio 2017, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò ed il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti hanno iniziato il giro di consegna dei kit di attrezzature e divise sportive (palloni, racchette da ping pong, tappetini, elastici e divise) nell’ambito del progetto “Scuola di Squadra”, iniziativa volta a promuovere la pratica dello sport negli Istituti pubblici Secondari di Secondo Grado della Regione.

lunedì 23 gennaio 2017

Si impara sempre dall'esperienza, importante è mettersi in gioco


Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. William Hart

Si impara sempre dall'esperienza, importante è mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort, si può scegliere di restare seduti dietro le quinte, comodi, ma solo mettendosi in gioco e facendo esperienza ci possono essere i presupposti per far meglio e conoscersi meglio, la prossima volta si potrà fare diversamente e meglio.
E’ importante lavorare su obiettivi, sul superare errori e sconfitte, si impara da quello da tutto ciò che succede per fare meglio in futuro e funzionare meglio come individui e come squadra conoscendosi meglio.
Il vero Team, si incontra dopo un'esperienza e vede cosa è andato male e come si può migliorare, ci si mette a tavolino, e si esamina al dettaglio quello che è successo, come possiamo far meglio la prossima volta, sono tante le modalità per far meglio.
Nel gruppo è importante conoscersi, confrontarsi, sostenersi, piano piano si cerca di fare progetti, è importante parlarsi, guardandosi negli occhi.
Riporto di seguito una testimonianza descritta nel testo Disciplinaliquida di Franco Del Campo, campione di nuoto, due finali alle Olimpiadi di Città del Messico (1968): “Partecipare ai Giochi Olimpici e magari raggiungere – anche se da ultimo – due finali, è il sogno supremo di chiunque faccia sport. Ma, per arrivare alla fine di questa lunga marcia, bisogna iniziare con un numero infinito di passi intermedi, di allenamenti, di gare piccole piccole, qualche volta vinte e più spesso perse (diffidare di quelli che vincono subito, troppo spesso e troppo facilmente: non riusciranno ad imparare dall’esperienza e a superare il prezioso stress formativo della sconfitta). Poi arrivano, lentamente, le gare più importanti, prima regionali e poi nazionali. E non ci sono scorciatoie. Ma a questo punto devi aver superato una certa selezione, basata – certo – sui tempi e sui risultati, ma soprattutto trascinata dalla determinazione, dalla testardaggine, dalla caparbia volontà di tener duro, anche se avresti voglia di fare altro.”

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