J'ai
réussi des objectifs bien au-delà de mes rêves comme être double championne du
monde
Nathalie Mauclair ha vinto due volte i
campionati del mondo di trail nel 2013 à Conwy, e nel 2015 ad Annecy. Ha anche
vinto due volte il Grand Raid di circa 170km nel 2013 e 2014. Ha vinto anche l'Ultra-Trail
du Mont-Blanc di circa 170km nel 2015. Si è classificata al terzo posto dell'Ultra-Trail
World Tour 2014. Medaglia d'argento alla Marathon des Sables in Marocco 257 km
il 10 Apr 2016. Di seguito ci racconta la sua esperienza di atleta.
Quali
sono i fattori che hanno contribuito nel tuo sport al benessere o performance?
«L'organizzazione è di primaria importanza tra la vita familiare, la vita
professionale e gli allenamenti, tutto deve essere ottimale. Sono fortunata
perché mio marito ei miei figli mi aiutano e mi sostengono. Prima della gara elenco
tutto quello che avrò bisogno per la gara. Il piacere di vedere la mia famiglia
mi motiva ad andare oltre. Quello che anche mi entusiasma è che so che li
raggiungerò a poche decine di chilometri di distanza.»
Chi
ha contribuito al tuo benessere e performance nello sport?
“La mia famiglia con mio marito, i miei figli sono i miei primi e più fedeli
fan, contribuiscono al mio benessere nel mio sport. Ci sono anche tutti i
messaggi di Facebook, e-mail le tante persone che condividono la stessa
passione come me e mi ha seguito per tutto l'anno, mi stimolano attraverso il
loro messaggio, quando sono in difficoltà penso a loro che mi danno coraggio.”
Qual
è stata la corsa della tua vita o dove hai vissuto le emozioni più belle? “La
gara dove ho vissuto le più belle emozioni è certamente l’UTMB nel 2015. E’ stata
per me la gara perfetta, la montagna era davvero molto carina. E poi ci sono
anche gli ultimi due chilometri da percorrere nella città di Chamonix con
migliaia di persone che ci incoraggiava, ci acclamava. Quando ho un momento di
depressione ripenso alle emozioni che ho provato in quel momento.”
Puoi
descrivere un episodio strano o divertente nel tuo sport?
“Quando racconto quello che faccio a persone che non conoscono il mio sport
sono molto sorpresi di scoprire che corro dalle 25 alle 30 ore senza fermarmi.
Durante una gara mi fermo solamente qualche minuto per mangiare, cambiare scarpe
o t-shirt. Le persone mi guardano con uno sguardo divertente e leggo un grande
stupore nei loro occhi.”
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
Quali
sono le tue sensazioni nello sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara?
“In allenamento è la preparazione per l'avventura. Durante la gara è vivere
l'avventura. Dopo la gara è rifare l'avventura con la mia famiglia e con gli
altri concorrenti. Mio marito assiste alla gara, condividiamo questi momenti
insieme durante tutto l'anno con i bambini.”
Cosa
pensi durante l'allenamento e durante la competizione?
“Durante l'allenamento un unico obiettivo è quello di preparare al meglio senza
farmi male. Non va dimenticato, oltre al fisico che c’è il mentale e la dietetica.
Durante la competizione arrivare alla fine dell'avventura passare la linea del
traguardo. Bisogna sempre andare avanti, non fermarsi mai. Spesso imposto una tabella
di marcia.”
Hai
avuto la crisi nelle tue gare? «In tutte le gare ci
sono alti e bassi, ma alla diagonale dei folli nel 2015, dopo una buona
partenza ho sentito la fatica arrivare molto velocemente e intensamente. Sapevo
che sarebbe stato molto difficile portarla a termine perché avevo ancora più di
20 ore di gara. Tuttavia, sono molto contenta di essere arrivata fino alla
fine.»
Cosa
puoi fare per fare meglio in gara? «Prima di
un’ultramaratona bisogna riposarsi, ascoltare il proprio corpo e non sempre
seguire il programma di allenamento previsto. Bisogna sapere adattarlo a
seconda dello stato di forma fisica e di fatica.»
Come
hai affrontato un infortunio, difficoltà, una crisi?
“Dopo il primo anno di corsa a piedi mi sono dovuta fermare sei mesi, ora mi
prendo cura di me stessa dalla prima tensione o dai primi dolori.”
Quali
sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Quando
partiamo per distanze molto lunghe, ci vuole molto allenamento per abituare i
nostri organismi. Bisogna fare attenzione al sovrallenamento che può essere
dovuto a grande fatica e può causare lesioni. I traumi articolari sono rischi
significativi. C'è anche il mentale con il burnout e la mancanza di desiderio.”
Quali
sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno causato una cattiva
performance? “La fatica è il mio principale nemico,
per avere successo mi alleno molto di più del lavoro previsto e questo crea un
costante stato di affaticamento. Il fatto è che dove vivo c’è mancanza d’abitudine
di gare in montagna e di preparazione per correre su qualsiasi tipo di terreno,
questo aumenta la mia difficoltà di avere successo quando i percorsi sono
tecnici.”
Come
incoraggiare adulti e bambini di fare sport? “Praticare sport
è soprattutto divertirsi, scoprire il gusto per lo sforzo, giocando con se
stesso e con il proprio corpo. Qualunque sia l'attività, l'obiettivo potrebbe
essere quello di ritrovarsi con gli amici. Bisogna anche variare il più
possibile le discipline per evitare la routine.”
Cosa
puoi dire ai genitori per far fare sport ai loro bambini? "Non
ho mai praticato sport quando ero giovane ma penso che questo è un buon modo
per i bambini di scoprire se stessi. Bisogna lasciarli la scelta della
disciplina, non imporgliela. Questo è quello che faccio con i miei figli, io ho
iniziato a 40 anni. Occorre fare attenzione che nessun allenatore insista
troppo. Dobbiamo fare in modo che lo sport rimane un piacere per loro. E’ anche
un bene praticare sport in un contesto diverso da quello della scuola per fare
nuove amicizie, incontrare nuove persone.”
Quali
sono i tuoi obiettivi futuri e quali sogni sei riuscita a realizzare?
“Per diverse gare sono riuscita nei miei obiettivi ben oltre i miei sogni come
essere due volte campione del mondo, vincere la Diagonale dei Folli e l’UTMB,
finire seconda alla Marathon des Sables, terza alla Western States. Ora
quello che mi fa sognare è partecipare ad alcune gare mitiche e poter
continuare a viaggiare per visitare altri paesi.”
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
J'ai réussi des objectifs bien au-delà de mes rêves comme être double championne du monde
Que pouvez-vous faire pour aller mieux? “Avant un ultra il faut bien se reposer, être à
l'écoute de son corps et ne pas toujours suivre le planning d'entraînement
prévu. Il faut savoir l'adapter en fonction de l'état de forme et de fatigue.”
Quels sont les facteurs qui ont contribué à votre
bien-être ou à votre rendement? “Pendant la saison où les entraînements et la préparation est
importante, l'organisation est primordiale entre la vie de famille, la vie
professionnelle et les entraînements tout doit être optimal. J'ai la chance
pour cela que mon mari et mes enfants m’aident et me soutiennent. Pendant les
courses, les ravitos sont les points clés. Avant la course je détaille tout ce
dont je vais avoir besoin et pendant la course toute la petite s’active pour
mon bienêtre. Le plaisir de voir ma famille permet de me surpasser et de me
motiver pour aller encore plus loin. Ce qui me stimule aussi c’est que je sais
que je vais rejoindre à quelques dizaines de kilomètres plus loin.”
Qui
a contribué à votre bien-être dans le sport ou à votre performance?
“Ma famille avec mon mari,
mes enfants sont les mes premiers et les plus fidèles supporters, ils contribuent à mon bien-être dans mon
sport. Il y a aussi tous les messages Facebook , les mail des nombreuses
personnes qui partagent la même passion que moi et qui me suivent tout au long
de l'année, ils me stimulent par leur
message, quand je suis en difficultés je pense à eux ça me donne du courage.”
Quelle a été la course de votre vie où vous avez vécu
les plus belles émotions?
“La course où j'ai vécu les plus belles émotions est très certainement l'UTMB
en 2015. Ça été pour moi
la course parfaite avec une météo superbe, la montagne été vraiment très jolie.
Et puis, il y a aussi les
deux derniers kilomètres à parcourir dans la ville de Chamonix avec des
milliers de personnes qui nous encourage nous acclame. Ça m'a vraiment transcender et transporté. Quand
j’ai un petit moment de déprime je repense aux émotions que j'ai pu ressentir à
ce moment-là.”
Peut-être pour décrire un épisode curieux ou drôle
dans votre sport?
“Quand je raconte ce que je fais a des gens qui ne connaissent pas mon sport
ils sont très étonné de découvrir que je cours pendant 25 à 30 heures sans
m'arrêter. Pendant une course je
m'arrête seulement quelques minutes au ravitaillement pour manger, changer de
chaussures ou de t-shirt. Les gens me regardent avec un drôle d'air et je lis
une grande stupéfaction dans le regard.”
Quels sont vos sentiments durant le sport:
entraînement, pré-course, course, post-course? “A l'entraînement c'est la
préparation à l'aventure. Pendant la course c'est vivre l'aventure, Après la
course s'est refaire l'aventure avec ma famille et avec d'autres concurrents.
Mon mari revit la course avec les autres ravitailleurs. Nous partageons ces moments ensemble tout au long de
l'année avec les enfants.”
Que pensez-vous lors de la formation et pendant la
compétition? “Pendant
l'entraînement un seul objectif être préparer au mieux sans me blesser. Il ne
faut pas oublier en plus du physique qu’il y a le mental et la diététique.
Pendant la compétition c'est aller au bout de l’aventure passer la ligne
d’arrivée. Il faut toujours progresser ne jamais s'arrêter. Souvent j'établi un
tableau de marche mais dès le coup de pistolet est donné rien ne se déroule
comme je l'ai prévu.”
Quels sont vos prochains objectifs et quels rêves vous
avez réussi à atteindre?
“Pour plusieurs compétitions j'ai réussi des objectifs bien au-delà de mes
rêves comme être double championne du monde, gagner la Diagonale des Fous et
l’UTMB, finir deuxième au marathon des sables, troisième à la Western States, …
Maintenant ce qui me fait rêver c'est de participer à des courses Mythiques
dans un décor somptueux et de pouvoir continuer à voyager à visiter d'autres
pays.”
Comment avez-vous abordé une blessure ou une
difficulté, une crise?
“Depuis la première année de course à pied ou j'ai dû m'arrêter six mois
maintenant je me prends en main avec des soins dès la première tension où les
premières douleurs. J'ai mis en place
des étirements à froid pendant une minute par groupe musculaire au minimum
trois fois par semaine.”
Quelles sont les difficultés, les risques, ce que vous
devez faire attention dans votre sport? “Comme nous partons pour des distances très longues,
il faut beaucoup s’entraîner pour habituer nos organismes. Il faut faire
attention au surentrainement qui peut être dû à une grande fatigue et qui peut
engendrer des blessures. Les traumatismes particulière articulaire sont des
risques importants qui sont liés à des
chocs répétitifs. Il y a aussi le mental avec une notion d’épuisement
psychologique et manque d'envie réel d'aller jusqu'au bout.”
Quelles sont les conditions physiques ou
environnementales qui vous ont causé une mauvaise performance? “Pour moi, c'est la fatigue qui est mon principal
ennemi, car pour réussir je m'entraîne beaucoup en plus de mon travail et cela
engendre un état de fatigue constant. Le
fait que j'habite en paine engendre un manque d'habitude sur les courses de
montagne et de préparation à courir sur tous les terrains ce qui accroît ma
difficulté pour réussir quand les parcours sont techniques.”
Comment encourager les adultes et les enfants à faire
du sport? “Pratiquer le
sport c'est avant tout de se faire plaisir, découvrir le goût de l'effort, en jouant avec soi-même
et avec son corps. Quelle que soit l’activité, le but peut
aussi être de se retrouver entre copain.
Il faut aussi
variés les disciplines le plus possible pour éviter la routine.”
Que diriez-vous aux parents de laisser leurs enfants
pratiquer des sports?
“Je n'ai pas pratiqué le sport quand j'étais jeune mais je pense que c'est un
bon moyen pour les enfants de se découvrir eux même. Il faut les laisser
leur laisser le choix de la discipline ne pas les pousser. C’est ce que je fais avec mes enfants car pour moi j’ai commencé qu'à 40 ans. il faut être attentif
qu’aucun entraîneur ne des pousses de trop.
Il faut veiller à ce que le sport reste un plaisir pour eux. Il est bien aussi de pratiquer le sport dans
un autre cadre que celui scolaire pour se faire de nouveaux amis, de nouvelles
rencontres.
Vous
avez eu la crise? « Dans toutes les courses il y a des hauts et des bas
mais à La Diagonale des Fous en 2015 après un bon départ j'ai senti La fatigue
arriver très vite et de façon intense. J'ai su dès lors que ce serait très
difficile de finir alors qu'il me restait encore plus de 20 heures de course.
Néanmoins, je suis très contente d’être allée au bout et de finir.”
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