Matteo Simone
Lo sport avvicina persone, culture e mondi e rende felici. Lo sport per approfondire la conoscenza di se stessi, sport per sperimentarsi, mettersi in gioco, uscire fuori dalla zona di comfort, per apprendere.
Sara
Valdo ha tanto da raccontare della sua vita di gare ardue ed impegnative, di
lunga durata, 24 ore ed anche di più come la nove colli running di 202,400 km
che prevede un tempo massimo di 30 ore.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro sport che
vorresti praticare? “Da giovane ho praticato sci, nuoto e pallavolo, non a
livelli competitivi, ma per il benessere di fare sport. Poi un giorno alcuni
amici mi hanno proposto le non-competitive della domenica e da lì ho iniziato a
correre. Mi piacerebbe fare un po’ di Triathlon, insieme alla corsa.”
Dovrebbero aumentare le gare non competitive per
far avvicinare gente alla corsa e scoprire nuovi talenti.
Il Triathlon è un
passaggio che fanno diversi atleti, io stesso ho fatto questo passaggio provenendo
dalla corsa, essendo innamorato fin da piccolo della bici ed avendo sempre
nuotato nel mare di Manfredonia dove scendevo dalla mia residenza al 6° piano e
mi tuffavo in mare.
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno
sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No perché lo sport è
sempre stato per me un momento personale e di benessere inserito nella vita
quotidiana.”
Che consiglio daresti a coloro che si
trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Di seguire i propri sogni
e il proprio cuore.”
Lo sport come suggerisce Sara, va fatto non solo con i muscoli, con il corpo, ma con tanta passione e tanta testa.
Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno
della tua vita o sempre un comune sportivo? “Sono sincera sì, ogni volta che raggiungo
gli obiettivi prefissati.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano
aiutano nello sport? “Con l’impegno, il sacrificio e il divertimento nulla è
così difficile, per non dire impossibile.”
E’ sempre importante una buona dose di divertimento
e di umorismo anche quando si fatica, anche quando le cose vanno per il meglio,
aiuta a continuare a perseguire i propri obiettivi.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo? “Prima di una gara mangio normalmente magari con più attenzione verso
una maggiore fonte di carboidrati, durante uso gel e altri prodotti (glucosio ecc.), dopo una gara prediligo elementi proteici per un recupero muscolare. Non
uso farmaci, qualche integratore perché nelle lunghe distanze si consumano
molte sostanze e non si riesce a recuperarle con l’alimentazione (Sali minerali ecc.).”
Quali sono i rischi nella tua
disciplina? Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “I rischi nella mia disciplina forse sono
legati ad un non adeguato recupero dopo un alto carico o una gara lunga; il
recupero mi ha preservato dagli infortuni (in quasi 16 anni di corsa mi sono
fermata solo 1 volta per infortunio). Soffro il caldo e questo a volte mi
condiziona un pochino.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo
benessere e performance? “Una frase mi porto sempre con me di Sri Chinmoy ‘La perfetta felicità è
l’entusiasmo meno l’aspettativa’ e devo dire che ha ragione; è importante una
corretta alimentazione e il recupero.”
Importante oltre all’allenamento fisico e mentale anche quello che io chiamo “autoprotezione e coccole” che consistono nei recuperi, riposi, massaggi, fisioterapia, accertamenti medici, inoltre bisogna anche considerare l’importanza dell’aspetto nutrizionale per il benessere e la performance nello sport per avere le scorte di glicogeno fino alla fine della gara o reintegrarle prontamente in base alle proprie caratteristiche personali.
Riesci a immaginare una vita senza lo sport?
“Diciamo senza movimento fisico (inteso come sport) no.”
Chi ha contribuito al tuo benessere e performance?
“Sicuramente il mio allenatore e tutte le persone con cui ho avuto modo di
collaborare e confrontarmi in questi anni.”
La gara dove hai dato
il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Sono state
moltissime, dai primi risultati nelle 24ore, ai 3 mondiali in maglia azzurra e
per ultima (ma solo cronologicamente) la meravigliosa Nove Colli.”
Una tua esperienza che ti da la convinzione che ce la puoi fare? “Ogni
qualvolta affronto una sfida contro me stessa, sia che vinca sia che perda.”
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “Che sono un po’ ‘matta, folle’.”
Come è cambiata la tua vita famigliare e lavorativa? “Non è cambiata,
sicuramente migliorata.”
Quali capacità, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Credo di essere una persona tenace e ‘resiliente’.”
Molti ultrarunner sono resilienti o lo diventano a furia di incappare in crisi e difficoltà imparando da esse da soli o con l’aiuto di persone più esperte.
Che significa per te partecipare ad una gara
sportiva? “E’ l’occasione per mettermi alla prova con me stessa, raggiungere i
limiti e provare ogni volta a superarli.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post-gara? “Di forte
benessere e felicità. Durante la gara c’è anche la fatica.”
Quali sono i tuoi pensieri in gara? “Penso alla
gestione di gara e a divertirmi, sempre rimanendo concentrata su ciò che sto
facendo e impegnata.”
La tua gara più estrema e quale ritieni
non poter riuscire a portare a termine? “La più estrema sin ora è stata la
24ore e la Nove Colli. Non voglio peccare di presunzione ma preferisco non
pensare mai di non poter riuscire a fare qualcosa, bisogna comunque provarci.”
E’ vero, anch’io ho provato una 24 ore ed è stata un’esperienza ricca, metro per metro, chilometro per chilometro, osservando tanto dal tramonto al buio della notte, dall’alba ai colori del mezzogiorno; la nove colli sono al terzo tentativo ma ogni volta torno a casa sereno e divertito e arricchito per l’esperienza che faccio ogni volta e per la moltitudine di atleti che incontro.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Non ho mai
pensato di mollare, possono esserci dei momenti in cui si deve diminuire il
carico di lavoro o di intensità per motivi di recupero fisico, familiari o
lavorativi, ma mollare no. Sconfitte, crisi e infortuni fanno parte del bagaglio
dell’atleta per cui vanno accettate e superate. Amo quello che faccio perché mi
fa stare bene, ascolto sicuramente i consigli ma soprattutto me stessa.”
Ti
è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso? “No, lo
sport è sempre stato un divertimento.”
Un tuo messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarsi ad uno sport di fatica, impegno,
sudore, sofferenze? “Per farcela (nello sport come nella vita) ci vuole ‘resilienza’
tratto da Perseverare è umano di Pietro Trabucchi.”
Un messaggio per
sconsigliare l’uso del doping? “Di fare i conti con la propria coscienza.”
Ritieni utile lo psicologo nello sport?
Per quali aspetti e in quali fasi dell’attività sportiva? “Come Nazionale di
Ultramaratona, abbiamo la grande fortuna di essere seguiti da Pietro Trabucchi,
con i suoi consigli e insegnamenti ci aiuta negli allenamenti e nella gara,
soprattutto per quanto riguarda la gestione della fatica e delle crisi.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non
faresti? “Se tornassi indietro chiederei ai miei genitori di portarmi a fare
atletica leggera. Rifarei tutto.”
Quali sono i sogni che hai realizzato e quelli da
realizzare? “Correre la 100km del Passatore, indossare la maglia azzurra e
correre la Nove Colli. Da realizzare il Giro del lago di Balaton.”
Un’intervista a Sara è riportata nel libro “Lo
sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” – 8 ottobre 2018 di Matteo Simone (Autore).
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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