Sempre più donne vogliono osare nello sport, piace tanto sperimentare attraverso lo sport le condizioni più avverse, altitudine, montagne, deserto, ultracamminate con o senza bastoncini e si copre tanto di se stessi attraverso il superamento di momenti difficili, attraverso il raggiungere obiettivi difficili e sfidanti, di seguito l’esperienza di Carolina Monaci.
Ti sei sentita campionessa nello
sport almeno un giorno della tua vita? “Si, quando sono stata premiata dal
Sindaco del paese con un diploma per i miei meriti sportivi anche a livello
internazionale (anno 2015).”
Per fare sport bisogna avere tanta motivazione
intrinseca, tanta passione, tanto piacere nel farlo, ma se poi c’è qualcuno che
te lo riconosce è ancora meglio, è importante anche la gratificazione che viene
dagli altri, ed è bello essere accolti dalla propria cittadina, dal proprio
sindaco con un riconoscimento per meriti sportivi.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Fin da piccola mi piacevano gli sport all'aria aperta. Mio padre e i miei fratelli sono maestri di sci i quali mi
hanno trasmesso la passione per la montagna, viverla nella sua pienezza....sia
con il sole, nebbia, forte vento e neve. Amo viaggiare. Ho percorso anni a
scalare montagne non solo in Italia ma anche in Himalaya, Argentina e Nuova
Zelanda. La passione del cammino nasce proprio dal fatto di percorrere giorni e
giorni a piedi, zaino in spalle, per arrivare al campo base. Ho conosciuto poi
il Nordic Walking il quale mi ha permesso di migliorare a livello di benessere,
il cammino. L'ho portato a livello sportivo, dimostrando con la prima maratona
(Firenze 2012) e l'ultra maratona 111km no stop del Deserto del Sahara che si
può fare movimento sano-a lunga durata utilizzando appropriatamente i
bastoncini.”
A volte diventa facile il percorso per
diventare atleta, se hai in famiglia qualcuno che coltiva già una passione
sportiva è più facile essere coinvolti.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?
“Migliore
conoscenza del mio corpo, passione, coraggio, determinazione.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Nella
ultra del Sahara un allenatore, un fisioterapista e mental coach. Alla ultra
Thar Desert 250km che mi sto preparando ora ho inserito anche un Personal
Trainer. Quando facevo l'alpinista nessuno.”
Più vai su nelle difficoltà, più ti
elevi, più vai nel tuo profondo, più conosci te stesso, è un percorso di
crescita personale, è un approfondimento della propria conoscenza terrena e
spirituale.
Tante le persone che gravitano attorno
ad un atleta performante, bisogna fare attenzione al minimo dettaglio, non
trascurare nulla, tutto può contribuire al miglior benessere ed alla miglior
performance, soprattutto se si tratta di competizioni molto impegnative e
difficili, quasi estreme
La gara della tua
vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più
belle? “Sicuramente la più bella è stata la mia
prima scalata in Himalaya (6.500m). Da semplice Trekker ho semplicemente
infilato per la prima volta i ramponi e sono salita fino in vetta lasciando la
spedizione alle mie spalle. Questa esperienza mi ha aiutato ad iniziare un
percorso di conoscenza più approfondito dentro me.“
Una tua esperienza che ti
possa dare la convinzione di potercela fare? “Esperienze
sono tante. Non solo sportive ma anche quelle quotidiane. Quando per esempio la
vita ti mette alla dura prova e con la forza e saggezza riesci pian piano a
superare i problemi".
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Mio padre è molto
orgoglioso di me. Mio fratello gemello (è l'opposto mio) fa fatica a capire
questo mio estremo nello sport (lui è un Maestro di sci), mio fratello maggiore
invece (nonostante sia anche lui Maestro di sci) capisce e mi appoggia. I miei
figli 12 e 14 anni sono contenti....in particolare quando porto a casa una
medaglia e con orgoglio la portano a scuola per mostrarla ai loro compagni.”
Un episodio
curioso o divertente della tua attività sportiva? “Curiosità
è il fatto di scoprire l'infinita energia dentro me con mente e corpo che
collaborano. Se non ci fosse il divertimento mai sarei una ultra maratoneta.”
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel praticare sport? “Lo sport mi aiuta in
primis a stare bene con me stessa. Avendo poi obiettivi mi ha aiutato a essere
forte e determinata anche nella quotidianità superando i problemi con più facilità e serenità.”
Quali capacità,
risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Determinazione,
resistenza e resilienza.”
Che significa per te partecipare
a una gara? “Di natura non sono competitiva con i
miei simili. Amo sfidare i giganti della Terra come il deserto, la montagna
perché loro sono grandi forze e non c’è più grande soddisfazione che
sfidarli.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? “Pre-gara: è il momento
in cui ci si scopre, dove si impara ad allenare corpo e mente. E’ il più magico
e ogni volta scopro sempre diverse forze che non pensavo di avere. Gara: ricca
di emozioni e sensazioni. Mi diverto anche perché il luogo è quasi sempre nuovo
ed io sono molto curiosa. Post-gara: es. post deserto Sahara non è stata affatto
una bella esperienza. La gara di 111km no stop non mi ha permesso di godermi il post
fatica e la vittoria (solo 4gg. Compreso il volo). Sarebbe stato bello poterlo
fare da sola nel Deserto. Arrivata a casa ho fatto fatica a realizzare il
tutto. Subito carica di impegni fra lavoro e figli. Non sono riuscita poi a
gestirmi bene la pausa post-gara, con la voglia di continuare a rimettermi
subito in gioco. Spero dopo il Thar Desert sia diverso. Anzi lo sarà.
Sbagliando s’impara.”
Dietro la gara c’è tanto, la preparazione,
il pre-gara con le attese, tensioni, la gara in sé che ti impegna per uno sforzo
in un tempo, ti fa scoprire qualcosa, ti mette davanti a delle scelte di
condotta di gara, ti fa sentire sensazioni e ti fa sperimentare emozioni, il
post gara dove ti puoi rilassare, godi, esamini, c’è da rispettare e godersi
tutte le fasi con attenzione ed apprendere da tutto ciò che avviene, per far
meglio in seguito.
La gara più estrema
o più difficile? “Ho fatto un’anno correndo. E’ stata una
mia sensazione, volevo sentire la fatica correndo. La scorso estate ho fatto la
mia prima gara Trail 45km e ho fatto davvero fatica nelle ultime salite irte! Quanto
mi sono mancati i bastoncini.”
Quali sono le difficoltà e i
rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Gradualizzare il riscaldamento è
fondamentale per non trovarsi poi con scarsa energia. Nelle ultra non bisogna
permettersi di camminare veloci. Sempre passo tranquillo che ti ripaga poi per arrivare
alla fine della gara con la “riserva” ancora sulle gambe. La tecnica e
acquisire una buona se non ottima sensibilità del piede sono di primaria
importanza. Si deve fare attenzione a seguire in gara una buona alimentazione e
idratarsi spesso anche se camminando non sembra che si perdono liquidi".
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Ricordo quando facevo l’alpinista
mi poteva solo fermare una forte bufera.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport? “Mollare
al momento non se ne parla. Lo sport è parte della mia vita. Mi fa star bene e do un senso alla giornata ricca di impegni ‘materiali’.”
Come hai superato eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Trovo crisi, sconfitte,
infortuni parte positiva del mio percorso. Con la crescita e l’esperienza ho maturato
il significato. Li accolgo con serenità, ci entro dentro e poi se ne
vanno….anche prima del previsto.”
L’esperienza di tanti le crisi come
vengono così se ne vanno, con pazienza si impara a gestirle, a riconoscerle, ad
affrontarle, ad accettarle.
Un messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Ai
ragazzi dico di fare sport per aiutare la mente in particolare a svuotarsi
dallo stress e dalla negatività.”
C’è stato il rischio di incorrere
nel doping nella tua carriera sportiva? “Non ci penso nemmeno.
Non fa parte della mio essere sportiva.”
Un messaggio per
sconsigliare l’uso del doping? “La medaglia più grande
è la consapevolezza di avere fatto un percorso pulito, sano e ricco di emozioni
che ci hanno permesso di crescere e di raggiungere piccoli o grandi obiettivi.”
Ritieni utile lo
psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi dell’attività
sportiva? “Sicuramente dal momento che si pongono
obiettivi importanti ma sarebbe anche utile che gli psicologi dello sport
frequentassero le scuole….dove trovo la gioventù molto affaticata e ricca di sedentarietà.”
Sogni realizzati e da realizzare? “I più bei traguardi
non li ho mai cercati: sono mamma di due ragazzi, ho una bella posizione lavorativa,
mi sono costruita casa da sola, sono serena nella vita e ho tagliato traguardi
sportivi impensabili. Mi manca l’amore. Al momento la vita mi dà amore. Ma sono
sicura che da qualche parte di mondo c’è.”
Segnalo il libro “I miei deserti. Un inno alle difficoltà. Perché senza di esse mai sarei diventata una ultra-maratoneta del deserto” di Carolina Monaci, Valentina Trentini Editore, 2019.
Un’intervista a Carolina è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre” (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio.
Un’intervista a Carolina è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre” (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio.
Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti. Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
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