Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Per ottenere qualcosa bisogna faticare, impegnarsi, un po’ soffrire, sperimentare soddisfazione e gioia oltre che dolore e sofferenza.
Lo sport permette di sperimentarsi, mettersi in gioco, uscire fuori dalla zona di comfort per apprendere sempre dall’esperienza, per conoscersi meglio, ascoltare sé stessi attraverso il respiro e le sensazioni corporee.
Interessante la testimonianza di Carla Fracci nel suo libro Passo dopo passo:
“Prima di andare in scena ho bisogno di chiudermi in me stessa in modo quasi ermetico. Vado in teatro tre ore prima dello spettacolo...
Sento la grande responsabilità di salire sul palcoscenico e chiedo agli amici e agli ospiti che mi vogliono salutare di lasciarmi trovare la calma e di venire a farmi visita dopo lo spettacolo. Ho bisogno di quiete e silenzio...preparo il corpo e risparmio le energie. Mi piace il silenzio del palcoscenico vuoto, scaldarmi in quella quiete.
Un altro bel momento è quello dell’incontro con i compagni di scena prima di esibirsi: ‘In bocca al lupo’, ‘Merde’ o in America ‘Toi, toi, toi’ che sta un po’ al nostro ‘Tocca ferro’, ‘Enjoy yourself’ è una frase che mi ha sempre fatto sorridere. Viene usata moltissimo, io l’ho sempre tradotta come: ‘Divertiti’ ma in realtà si tratta di trovare la gioia di essere coinvolti in un grande spettacolo”.
Si sperimenta un mondo partecipando a manifestazioni ed eventi, attraverso lo sport si conoscono nuove persone, avvengono incontri e confronti. Interessante anche la testimonianza di Marco Boni in risposta alla mia domanda: Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara?
“L'adrenalina che mi accompagna ogni volta che prendo in mano un'asta mi fa provare l'emozione di stare facendo quello che sono nato per fare molto spesso. In pre-gara sono spesso un po' agitato, durante la gara cerco di controllare le emozioni e di dirigerle nella direzione prefissata insieme ad allenatore e mental trainer. Infine post gara si può dire che in tanti anni ho provato davvero tutto”.
Partecipare a una gara diventa un progetto, uno studio del territorio, della difficoltà, delle risorse personali possedute che ti possano permettere di portare a termine la gara. Cosa c'è prima di una gara? Un fiume di pensieri, sensazioni, emozioni, allenamenti, preparazione, incertezze. Un obiettivo, una sfida, una pianificazione minuziosa, un'attenzione al minimo dettaglio. Incontri, confronti, tensioni, pressioni. Una parte importante di vita, esperienze uniche, dense, forti, intense. Paure, insicurezze, consapevolezze.
Interessante anche la testimonianza di Massimiliano Giattini in risposta ad alcune mie domande: Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pregara, gara, post gara)?
“Gli allenamenti pre-gara sono fondamentali, li affronto con determinazione, sapendo che la gara è imminente e voglio essere al top. Mi domando se sarò pronto, cerco più che mai di lavorare sui miei difetti, i miei pensieri convergono inevitabilmente sul fatidico giorno e non nego che talvolta l'emozione mi rallenta nel prendere sonno durante la notte. È una sensazione meravigliosa. La gara, sembra assurdo che siano solo quei due minuti a determinare l'esito di mesi di duro allenamento, ma è proprio per qui due minuti che un atleta si sacrifica ogni giorno. Il giorno della gara è un cocktail assurdo di sensazioni. Più importanti tra tutte emergono le risate con in compagni di squadra che smorzano la tensione dovuta a quel po' di ansia da prestazione, ma è molto importante concentrarsi e focalizzare su ciò per cui ci si è preparati. Gli ultimi accorgimenti dell'allenatore, gli ultimi lavori sulla tecnica, le cose da tenere a mente sono molte. Post gara ho sempre la sensazione che potevo fare di più. Cerco di accontentarmi sempre del risultato ottenuto e se anche non fosse stato il massimo, non voglio farne un dramma. Di solito al termine delle gare si va a cena tutti insieme per cui si crea sempre un bel momento. Nei giorni seguenti allento un po' con gli allenamenti ma è inevitabile che ogni giorno mi rivivo tutta la gara attimo dopo attimo cercando di capire cosa è andato bene e cosa posso migliorare.”
Lo sport diventa un’opportunità per conoscersi, sperimentarsi e mettersi in gioco. Può succedere che prima dell’inizio di una competizione sportiva o in un momento decisivo come può essere un canestro o un rigore, l’atleta possa avere delle sensazioni che ritiene negative: spiacevoli, disturbanti, di ansia eccessiva, di troppa tensione, di paura, di blocco. Queste sensazioni possono derivare da diverse cause consce o inconsce. Ad esempio, l’atleta può competere con atleti ritenuti più forti di lui, può competere dopo un periodo di infortunio e non sentirsi sicuro di esprimersi in una prestazione eccellente, può sentire le pressioni di alcune figure del suo staff o di persone per lui ritenute importanti.
Di seguito l’esperienza di Søren Nissen in seguito a risposte ad alcune mie domande: Quali sono le tue sensazioni prima, durante e dopo una gara?
“Quando sono in buona forma vado alle gare come un soldato che va in guerra, la stessa sensazione durante la gara e dopo estasi. Viceversa, se non sono in forma, sono più silenzioso nel mio modo di agire.”
Quando si è in ottima forma fisica e mentale e si deve gareggiare, bisogna essere determinati e concentrati per quell’impegno circoscritto nel tempo, una volta finito si può godere di quello che è riusciti a fare.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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