Matteo SIMONE
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Cosa c'è prima di una gara? Un fiume di pensieri, sensazioni, emozioni, incertezze. Un obiettivo, una sfida, una pianificazione minuziosa, un'attenzione al minimo dettaglio. Incontri, confronti, tensioni, pressioni, paure, insicurezze.
Partecipare a una gara diventa un progetto, uno
studio delle difficoltà, delle risorse personali possedute che possano
permettere di affrontare la gara. Bisogna sapersi monitorare nel corso del
tempo, sapersi testare o farsi testare.
E’ importante considerare la
preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.
Sapere gli esercizi fisici da fare per rinforzare i distretti muscolari carenti
o importanti per un determinato gesto atletico.
La preparazione va programmata con la
massima accuratezza, considerando il proprio potenziale atletico e basandosi sulle
precedenti. E’ auspicabile stilare un programma di massima di allenamento che
comprenda alcuni test importanti di allenamento o di gara, per valutare il
grado di preparazione.
La preparazione mentale può curare
diversi aspetti che contribuiscono alla migliore riuscita della prestazione. E’
importante partire dalla consapevolezza dell’atleta nell’impegno che si
appresta a prendere. Una volta fissato l’obiettivo, è importante per l’atleta
prestare attenzione ai suoi allenamenti, alle sue sensazioni.
E’ importante sapersi ascoltare, accorgersi
di ogni minimo fastidio e capire a cosa possa essere dovuto in modo da poter
intervenire in tempo e rimediare per evitare di perdere importanti sedute di
allenamento e compromettere la prestazione-obiettivo.
E’ importante e sviluppare
consapevolezza di sé e fiducia in se stessi. La motivazione deve essere solida.
E’ necessario attingere alle risorse interne per perseguire le mete desiderate
e cavalcare l’onda del cambiamento per seguire la direzione che porta a
trasformare sogni in realtà e raggiungere obiettivi sfidanti ma non
impossibili.
Interessante
la testimonianza di Carla Fracci nel suo libro:
"Ognuno ha un
proprio rituale scaramantico, e un modo per confortare se stesso rispetto ad
angosce e dolori fisici. Per un ballerino lamentarsi tra le quinte è una
condizione di vita: il male al polpaccio, la vescica sul tallone, il collo
rigido, la storta alla caviglia sono la norma. I nostri piedi sono fatti di alluci valghi,
unghie consumate, piaghe vive…Cerchiamo di esorcizzare le nostre paure con la
comicità…A volte io ho esorcizzato alcuni mali facendo la caricatura della
vecchietta sciancata con le mani sui reni”.
L’autoefficacia è la convinzione della
propria capacità di fare una certa cosa o di raggiungere un certo livello di
prestazione. L’esperienza diretta di successo in compiti di crescente
difficoltà è la fonte principale delle convinzioni di autoefficacia. Fissare
obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei
modi migliori per aumentare l’autoefficacia.
Come rafforzare le convinzioni di
autoefficacia ricorda un evento, episodio, prestazione dove sei riuscito e
rispondi alle seguenti domande: quali erano le sensazioni? Cosa ha contribuito
alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche sono state determinanti? Chi ha
contribuito al tuo successo?
Interessante
anche la testimonianza di Massimiliano Giattini:
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post gara)?
“Gli
allenamenti pre-gara sono fondamentali, li affronto con determinazione, sapendo
che la gara è imminente e voglio essere al top. Mi domando se sarò pronto,
cerco più che mai di lavorare sui miei difetti, i miei pensieri convergono
inevitabilmente sul fatidico giorno e non nego che talvolta l'emozione mi
rallenta nel prendere sonno durante la notte. E' una sensazione meravigliosa.
La gara, sembra assurdo che siano solo quei due minuti a determinare l'esito di
mesi di duro allenamento, ma è proprio per qui due minuti che un atleta si
sacrifica ogni giorno.
Il giorno della gara è un cocktail assurdo di
sensazioni. Più importanti tra tutte emergono le risate con in compagni di
squadra che smorzano la tensione dovuta a quel po' di ansia da prestazione, ma è
molto importante concentrarsi e focalizzare su ciò per cui ci si è preparati.
Gli ultimi accorgimenti dell'allenatore, gli ultimi lavori sulla tecnica, le
cose da tenere a mente sono molte. Post gara ho sempre la sensazione che potevo
fare di più. Cerco di accontentarmi sempre del risultato ottenuto e se anche
non fosse stato il massimo, non voglio farne un dramma. Di solito al termine
delle gare si va a cena tutti insieme per cui si crea sempre un bel momento.
Nei giorni seguenti allento un po' con gli allenamenti ma è inevitabile che
ogni giorno mi rivivo tutta la gara attimo dopo attimo cercando di capire cosa è
andato bene e cosa posso migliorare.”
Tenacia, determinazione, resilienza
accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo
prefissato, per superare eventuali crisi lungo il percorso. La persona
resiliente ricerca strategie creative di fronte alle difficoltà, possiede
autostima, attitudine ad apprendere dall’esperienza, importanti relazioni
familiari e amicali.
Anche altri amici hanno aderito al progetto del 17 marzo 2024 correndo la maratona individualmente o in staffette e raccogliendo fondi per i progetti a favore dei bambini in condizioni svantaggiate, tra loro: Andrea Miro, Emma Caputo, Michele Fiale, Cinzia Febi, Laura Ligia, Massimo Castellano, Gianni Guarnera.
Unitevi a noi correndo o donando, insieme è molto meglio.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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