Gli
ultrarunner pare abbiano davvero una
marcia in più e siano molto resilienti e umili. Almeno questo pare essere l’ultrarunner Matteo Colombo, determinato a impegnarsi per
raggiungere prestazioni di rilievo per poter essere selezionato per
manifestazioni internazionali vestendo la maglia azzurra. Ma accade che per un
motivo o per l’altro c’è sempre un imprevisto, un impedimento, soprattutto
nell’ultima parte, nell’ultimo quarto di gara, qualcosa che impedisce questa peak performance. Ma Matteo Colombo non si arrende, continua
per la sua strada a fare gare le più dure non solo su strada, non solo trail,
non solo circuiti ma anche le più diverse e anche per fini solidali aiutando
associazioni che hanno bisogno di contribuii economici perché insieme è meglio,
così come è meglio non rimanere da soli in caso di difficoltà.
A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. Contatti 21163@tiscali.it - 3804337230.
lunedì 13 novembre 2017
sabato 11 novembre 2017
Peter Gombita di corsa per i poveri da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano
Oramai
corrono tutti per tantissimi chilometri e per tantissimi motivi. Lo sport e in
particolare la corsa abbatte barriere culturali e generazionali, avvicina
persone, paesi, popoli, rende liberi e permette di aiutare tanta gente correndo
per fini umanistici molto interessante, per questo ho chiesto all’interessato di
rispondere ad alcune domande prima della partenza, per scrivere un articolo e
pubblicizzare l'evento. Può partecipare chi vuole per un percorso che sceglie.
Di
seguito Peter Gombita, prete slovacco che si ocupa di 250 senza tetto, racconta
la sua impresa rispondendo ad alcune mie domande, grazie a una gentile
interprete.
In che consiste il tuo prossimo evento sportivo importante? “Sto correndo la maratona
da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano perché ho trovato nella mia passione
la corsa una maniera per sensibilizzare le persone verso la piaga della povertà
sempre più dilagante anche tra i nostri cari e cercare di arginare e prevenire
qualsiasi tipo di peggioramento.”
venerdì 10 novembre 2017
Vito Cafaro L'emozione più intensa è stata la prima maratona
Matteo Simone
A volte basta prendere una decisione e il resto viene da solo, a volte decidi di mettere le scarpe e uscire a correre e poi scopri un mondo ricco di sensazioni, emozioni, benessere.
Di
seguito, Vito Cafaro racconta
la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Alla fine di ogni
maratona che ho portato a termine. Ero fiero di me stesso.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho preso un paio di scarpe
da ginnastica che avevo, dovevo perdere un po' di peso, e ho iniziato a correre.”
Domenico Valenzano: Molta testa, autocontrollo e amore del proprio corpo
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
Si fa tutto con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.
Per
ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevole delle proprie capacità e
limiti, impegnarsi duramente, essere determinato, mettere in conto infortuni,
avversari più forti, sconfitte e momenti bui, rialzarsi sempre e ripartire
sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri
e vivendo sempre l'esperienza che da frutti importanti da portare a casa
serenamente, fidarsi e affidarsi, questo è lo sport che vogliamo.
Francesca Innocenti, 2017: Non pensavo potessi vincere in un Campionato Italiano
Matteo SIMONE
Il 14/10/2017 si è disputata a Reggio Emilia la 7° Kohler Ultramarathon CUP e in tale occasione Francesca Innocenti, dell’ASD Bergamo Stars Atletica, ha conquistato il titolo di Campionessa Italiana 50 miglia di corsa a piedi.
La gara è stata vinta da LUPO Francesco dell’Atletica Melito che ha
impiegato 06h17’48” per percorrere le 50 miglia che corrispondono a 80km e 467m
mentre Francesca INNOCENTI si è classificata seconda nella classifica generale
e prima delle donne impiegando 07h22’26”.
Marius Mocanu, arbitro e runner: Nel fare la 100km alcuni mi hanno detto che sono pazzo
Matteo Simone
Lo sport ti permette di incontrare gente, lo sport avvicina persone e abbatte barriere culturali e generazionali.
Ho conosciuto Marius Mocanu in occasione della 100km delle Alpi con partenza a Torino, dopo alcuni chilometri ci siamo trovati uno accanto all’altro a correre la 100km allo stesso ritmo, anche se per me si trattava di un ritmo elevato, ma la compagnia era piacevole, Marius è molto simpatico e rispettoso, salutava tutti, ci trovavamo bene a correre insieme, ci fermavamo per le pause bagno, ci aspettavamo, ma la gara è lunga e al 20° chilometro ho dovuto fare uno stop a un bagno di un bar; e sì nelle ultramaratone può capitare.
Di seguito, Marius (SAF Atletica Piemonte ASD) racconta la sua esperienza di atleta e arbitro rispondendo ad alcune mie domande.
Di seguito, Marius (SAF Atletica Piemonte ASD) racconta la sua esperienza di atleta e arbitro rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della
tua vita? “Sinceramente no, però mi sono sentito
importante.”
Cosa c'è dietro una maratona?
Matteo Simone
Cosa c'è dietro una maratona?
Un fiume di
pensieri, sensazioni, emozioni, allenamenti, preparazione, incertezze. Un
obiettivo, una sfida, una pianificazione minuziosa, un'attenzione al minimo
dettaglio.
Incontri, confronti, tensioni, pressioni. Una
parte importante di vita, esperienze uniche, dense, forti, intense. Paure,
insicurezze, consapevolezze.
Lo sport aggrega,
rende felici, ti permette di prenderti cura di te stesso, di sperimentare
benessere, e di raggiungere gradualmente obiettivi importanti come portare a
termine una maratona di corsa a piedi.
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