lunedì 1 gennaio 2018

Marius A. Mocanu: La mia prima ultramaratona

Marius A. Mocanu

Da dove partire… partirei dalla mia convinzione che per provare delle emozioni una volta nella vita una Maratona si deve fare.

Nel 2016 mi sono iscritto alla maratona di Torino la quale ho finito con un tempo per me ottimo. 

Nel pacco gara ho trovato il volantino della 100km: “LA 100km  DELLE  ALPI”, leggendo il volantino  mi sono detto: “questa è la gara che voglio fare a tutti i costi”.

Mi sono informato meglio sulla gara e ho iniziato piano piano ad allenarmi, aspettando con ansia il momento della gara il 7 – 8 ottobre 2017 ( sapevo che la gara si svolgeva il 2 weekend di ottobre).

Sabato 7 ottobre dopo tanta fatica negli allenamenti, con qualche problemino al piede circa 2 settimane prima mi presento con tanto entusiasmo ai nastri di partenza, Posso dire che la sera prima ero tranquillo, sono riuscito a dormire bene, mi sono alzato come al solito prima della sveglia, come si può dire ero “carico”.

venerdì 29 dicembre 2017

Michele Fiale La gara del mio cuore nel 2007 la maratona di New York

Matteo Simone 

Lo sport permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche e ricche, permette di incontrare persone, culture e mondi, permette di scoprire valori, pianificare obiettivi e mete per prendere direzioni e cercare di trasformare sempre più sogni in realtà.

Di seguito una interessante mia intervista a Michele Fiale, 41 anni, diploma di Ragioniere, podista dirigente della Asd Gargano 2000.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? "Nella mia vita non mi sono mai sentito un Campione però devo ammettere che in qualche gara mi sono sentito pienamente soddisfatto di come stavo procedendo e in una gara in particolare una 10 km a Margherita di Savoia nel 2016 mi sono complimentato con me stesso quando all'8° km ho superato un gruppo di ragazzi 18enni o 20enni e io 40enne che dicevo tra me e me scherzando: bravo Michele a 40 anni mantieni ancora i colpi."

sabato 23 dicembre 2017

Paolo Bravi, ultrarunner: Sono appassionato per la corsa, senza non ci so stare



L’insieme degli ingredienti fa di una persona il campione, non è solo il talento, ma anche tanto duro lavoro senza trascurare nessuno aspetto e nessuno dettaglio. 

Fattori importanti sono l’allenamento fisico, l’aspetto mentale, la preparazione nutrizionale e tanta autoprotezione e coccole che consistono nei recuperi, massaggi, fisioterapia e l’affetto di persone care che fanno il tifo per te in ogni caso senza pretese, senza pressioni.

venerdì 22 dicembre 2017

Omar Atzori: Pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

La passione e la pratica per lo sport e la psicologia mi portano sempre più a conoscere atleti e ad approfondire gli aspetti che gli procurano benessere e che conducono anche alla performance. 

Ora sono focalizzato su un libro dal titolo Sport, benessere e performance, pertanto attraverso questionari ricevo risposte da atleti che trasmettono il loro mondo di intendere lo sport, di seguito il vissuto sportivo di Omar Atzori.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, quando mio figlio per la prima volta mi ha aspettato al traguardo di una maratona ed ha tagliato il traguardo con me mano nella mano. Lo sport è vita.”

Lo sport è vita, ti fa sentire l’intensità e l’essenza della vita, soprattutto quando è partecipato anche da persone a cui si vuole bene.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”

Filippo Poponesi: Questa gara ha ulteriormente accresciuto la mia autostima


Filippo Poponesi si presenta tra i partenti alla corsa a piedi di 490 km, con partenza a da Atene arrivo a Sparta e ritorno ad Atene (ASA), esperto di corse di lunga distanze e non solo la porta a termine ma arriva primo degli italiani e 5° assoluto.
Lo start dell’ASA c’è stato sabato mattina 18 novembre alle 07.00 (ora italiana 06.00) e Filippo ci ha impiegato quasi 4 giorni, il tempo massimo era di 104 ore. Ora Filippo che giorno per giorno prende sempre più consapevolezza di quello che ha fatto ha risposto ad alcune mie domande che ci permettono di approfondire la conoscenza di questo mondo degli ultrarunner, defiiito bizzarro, masochistico, resiliente, sorprendente e anche divertente.

Libro "Sport, benessere e performance"

Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta

Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni. 

Attraverso questionari ho raccolto il punto di vista di atleti comuni e campioni, per approfondire il mondo dello sport, e in particolare gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance. Occupandomi di psicologia dello sport, è importante, oltre allo studio e alla formazione accademica, confrontarsi con gli atleti per conoscere il loro punto di vista, le motivazioni, il benessere o le difficolta ch’essi sperimentano praticando sport, eventuali rischi. 

giovedì 21 dicembre 2017

Francesco Cannito, conduttore di treni a rotaie ma anche di treni dello Sport

Matteo Simone 


Nelle gare si è sempre più formali con regole e il rischio è un abbandono dello sport perché diventa facile incorrere in squalifiche per motivi che nemmeno noi sappiamo e a volte non concepiamo.

A volte perché si spinge una carrozzina o perché incoraggi l'ultimo arrivato, o perché metti una maglia per essere simpatico, per rendere felice, per ricordare una persona, per mandare messaggi di amore e stima a qualcuno.
Conosco Francesco Cannito, persona umile felice e resiliente, conduttore non solo di treni a rotaie ma anche di treni dello Sport, conduce felicemente e resilientemente al traguardo non solo se stesso ma anche sua moglie e tanti altri vagoni di persone che attraverso lo sport si risentono vivi al mondo.

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