La passione e la pratica per lo sport e la psicologia mi portano sempre più a conoscere atleti e ad approfondire gli aspetti che gli procurano benessere e che conducono anche alla performance.
Ora sono focalizzato su un libro dal
titolo Sport, benessere e performance, pertanto attraverso questionari ricevo
risposte da atleti che trasmettono il loro mondo di intendere lo sport, di
seguito il vissuto sportivo di Omar Atzori.
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sì, quando mio figlio per la prima
volta mi ha aspettato al traguardo di una maratona ed ha tagliato il traguardo
con me mano nella mano. Lo sport è vita.”
Lo
sport è vita, ti fa sentire l’intensità e l’essenza della vita, soprattutto
quando è partecipato anche da persone a cui si vuole bene.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”
C’è
sempre qualcuno che ti vede, che ti scopre, poi il resto viene da solo, basta
dedicarsi con cura ed attenzione, sperimentarsi e comprendere in cosa si è più
portati. Si possono fare grandi cose fino a che arriva un impedimento per
qualsiasi motivo ed allora bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento,
capire cosa si può fare, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi,
rimodularli in base alle proprie condizioni fisiche attuali. Per ogni problema
c’è almeno una soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri,
comunque l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale dell’individuo
e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con pazienza un passo
alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti. Il passaggio alle
ultra ti fa maturare, ti fa scoprire il vero sé, ti fa contattare la tua
propria essenza, essendo davvero un viaggio dentro di te introspettivo alla
ricerca dei come e dei perché senza giudizio.
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di
una carriera scolastica o lavorativa? “Per un periodo il lavoro mi ha messo
ai box. Poi ho fatto chiarezza in me stesso e ho capito che uno non doveva
escludere l’altro, ed eccomi qui più motivato che mai. Ho 40 anni e faccio
sport da più di 30.”
A
volte è importante fermarsi, respirare, notare e fare chiarezza, lo dicevo
anche nelle scuole ai ragazzi delle zone del sisma, fermarsi per ripartire,
capire come ci si può organizzare, da dove ripartire e come, decidere il da
farsi da questo momento.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Una
famiglia serena che mi ha dato sempre fiducia e la consapevolezza che lo sport
pulito insegna i più alti valori della vita di un uomo.”
Si
cresce e si cresce bene attraverso lo sport confrontandoti con te stesso, con
gli altri e con la vita, cadendo e rialzandosi, infortunandoti e ripartendo
ogni volta con nuove aspettative, nuovi sogni ed obiettivi che saprai come
trasformare in realtà, felicemente e resilientemente.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “La mia è un’alimentazione semplice e
completa, mangio di tutto concentrandomi sulla qualità e la composizione degli
alimenti. Nei periodi di maggior stress uso del magnesio supremo e i classici
integratori di Sali minerali multivitaminici.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “La
mia famiglia, i miei allenatori, i gruppi in cui ho militato. Ora faccio
parte di gruppo di amici maratoneti, siamo affiatati.”
Il
gruppo aiuta, diventa una rete sociale di riferimento, ci si confronta, ci si
aiuta, si traggono consigli utili per affrontare allenamenti, gare e la vita
quotidiana. Diventa una risorsa importante.
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Ce ne sono diverse, ricordo ancora oggi gare di salti e velocità dove ho
raggiunto il top della felicità, ricordo la mia prima maratona che mi ha
lanciato in un uovo mondo. Lo sport per me è emozione continua.”
Lo
sport ti rimette al mondo, le sensazioni ed emozioni che si sperimentano sono
uniche e forti, non si dimentica di quello che si riesce a fare che serve per
ricordarti cosa hai fatto in passato per
focalizzarti su prossimi obiettivi restando autoefficace e sicuro.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Sei un matto ma ti ammiriamo.”
Ti va di descrivere un episodio divertente della tua attività sportiva? “Avevo una gara a Roma, viaggio in
treno come al solito. Come al solito treno in ritardo. Riscaldamento in metro,
cambiato al volo per strada sempre di corsa, blocchi di partenza: viaaaa 100
metri tutti d’un fiato.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Che di fronte alle difficoltà alla
fine riesco a trovare la soluzione per non gettare la spugna.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere?
“Perseveranza, dedizione, passione, capacità di motivare gli altri, onestà
morale.”
Solo
con il talento non si va da nessuna parte, ci vuole tanta passione, impegno,
determinazione, voglia di fare e di fare bene, trasmettere agli altri
l’entusiasmo nello sport e nella vita ed essere onesti con se stessi prima e
poi con gli altri, tutto ciò serve per durare a lungo e per arrivare lontano.
Che significa per te partecipare a una gara? “Adoro gareggiare, mi piace mettermi
alla prova e cercare i miei limiti. Contestualmente mi piace la condivisione
del momento. Non sono un top runner, per me la gara è anche un modo per evadere
dalla quotidianità.”
Gara
non solo per la performance ma per vivere l’atmosfera e la condivisione con gli
altri.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni, pre-gara,
gara, post-gara?
“Gli allenamenti li affronto sempre serenamente e positivamente, nel pre-gara
mi distraggo un po’ con gli amici per poi concentrarmi prima della partenza se
ho un obiettivo da raggiungere, faccio gare anche solo per divertirmi. Nel dopo
gara raccolgo i frutti e faccio l punto della situazione. Qualsiasi sia il
risultato anche se negativo.”
Non
si butta niente, ci si mette tutto l’impegno per fare bene e se qualcosa non va
come previsto, serve comunque per imparare ed apprendere e far bene la prossima
volta.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? “Costruisco mentalmente i miei
progetti, li visualizzo per poi cercare di riprodurli nella realtà.”
Per
fare qualcosa, meglio immaginarlo prima, sentirsi realmente in quel momento in
quell’azione e poi prepararsi per arrivare pronti in quel momento.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni
non poter riuscire a portarla a termine? “Ho sempre portato a termine una gara.
Se ci provo vuol dire che posso riuscirci. Domenica scorsa la mia ultra più
lunga ‘scorrendo con il Liri’ 65,7 km portata a termine con la media migliore
delle ultra più corte fatte.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella
tua disciplina sportiva?
“Non credo ci siano rischi particolari, basta rispettare i ritmi del corpo,
quindi devo cercare di non strafare concedendo i giusti tempi di recupero. Sono
un amatore con una grande passione, meglio non farmi male.”
Importante
l’autoprotezione e le coccole, rispettare se stesso, il proprio fisico, non
stressarlo troppo, giungere a compromessi con i propri muscoli, tendini,
articolazioni, coccolarli un po’ con massaggi, oli, sano recupero e nutrimento.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Ho partecipato ad una maratona con il
mal di gola in una giornata fredda e umida…che stupido. Sono arrivato al
traguardo con grande sofferenza. L’esperienza insegna. Da non ripetersi.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Per un periodo il lavoro, ora non lo
mollo più, è troppo importante per la mia salute psico fisica.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la solita pazienza e tenacia. La
sconfitta per me non esiste. Ci può essere una cattiva prestazione, ma finisce
lì.”
Hai mai pensato di smettere di essere atleta? “No, se sei atleta nella testa non puoi
smettere.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi
allo sport?
“Fate della vostra vita un capolavoro. Utilizzate lo sport come mezzo di
crescita personale. Farei degli esempi di vita vissuta, la mia.”
Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del
doping?
“Se ti dopi volti le spalle alla persona per te più importante, te stesso.
Amati, scegli la vita e lo sport.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nello sport, se si per quali
aspetti ed in quali fasi?
“Chi ha forte pressioni come un top runner potrebbe averne bisogno dopo la
consacrazione, non è facile rimanere concentrati quando hai gli occhi puntati
addosso. Per tutti gli altri non vedo la necessità, se non per sistemare
eventuali insicurezze che non riescono a superare.”
Come decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici,
figure professionali?
“Premetto che non sono un professionista e corro per pura passione. Non posso
però limitarmi a situazioni di comfort, ho bisogno di mettermi alla prova.
Fisso un obbiettivo sfidante e mi preparo per raggiungerlo. Nel complesso sono
abbastanza metodico nella preparazione, ma se ho un'opportunità improvvisa che
possa regalarmi emozioni, non ci penso su, parto per la tangente, vivo il momento
per poi ritarare il programma che mi ero prefissato. Viva la vita. Decido io
cosa è meglio per me in autonomia. Spesso le gare le condivido con gli amici
del mio gruppo la Podistica Valmisa.”
Anche
se non si è professionisti è bene fare le cose con accuratezza e facendosi
aiutare da qualcuno più esperto o farsi supportare o sostenere da amici di
squadra, curare l’aspetto nutrizionale e mentale anche è importante.
Con l’esperienza è cambiato il
tuo modo di allenarti?
“Spostando i limiti è necessario fare degli aggiustamenti. Non esistono tabelle
che tengono se non sai ascoltarti. L'esperienza deve portare proprio a questo
alla consapevolezza di se. Per ora sono riuscito a raggiungere tutti gli
obiettivi che mi sono prefissato, con la consapevolezza che
"lavorando" in un certo modo posso sempre migliorare. Divertendomi
ovviamente. La fatica è il mezzo per andarmi a prendere i sogni, per chi non
corre è difficile capire questa cosa, pazienza.”
Belle
parole quelle di Omar, si può sognare ma devi faticare per raggiungere i tuoi
sogni, ma si tratta di una fatica che non pesa perché è trainata da una forte
passione.
Curi la preparazione mentale? “Ero un pistaiolo con preferenza per i
salti in estensione. Sono stato un discreto saltatore in lungo da circa 7
metri. Perché questa premessa. Perché per una specialità tecnica è fondamentale
visualizzare mentalmente il gesto tecnico in ogni suo dettaglio. Si vedono
spesso gli atleti ad occhi chiusi ripassare il loro salto. Lo facevo anch'io.
Ho trasferito questa visualizzazione di me
anche nelle gare lunghe. Mi vedo correre cerco le sensazioni il giusto
gesto tecnico, mi vedo anche al traguardo, ne vivo anche le emozioni. Così è
stato anche per il Passatore. Al traguardo è stato quello che volevo. Certo non
sempre va come desideri ma per me è un modo per sentirmi più deciso e sicuro.”
La
preparazione mentale ti dà una marcia in più, ti fa simulare per esempio
situazioni da affrontare che poi nella realtà riesci a gestire meglio con la
consapevolezza migliore sia delle tue capacità che dei tuoi limiti.
Hai un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Stimo molte persone professionisti e
non. Da ognuno cerco di prendere il meglio con il semplice intento attraverso
il confronto continuo di migliorare me stesso. Anche dalle esperienze altrui
impari molto.”
Non
si finisce mai di imparare sia dalle persone più esperte e colte ma anche dalle
persone più semplici e umili.
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed
impegnarti?
“Il meglio deve ancora venire cit. Corrado Mazzetti.”
Vero
bisogna sempre pensare a un domani migliore, da una parte dobbiamo essere
speranzosi e positivi dall’altra parte noi stessi ci dobbiamo impegnare perché
ciò avvenga.
Per
approfondimenti sul mondo degli ultrarunner "Ultramaratoneti
e gare estreme", inoltre è in uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti
psicologici di una sfida, edizioni-psiconline.
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441
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